domenica 24 maggio 2015

Opinioni di un cittadino torinese automobilista da valutare e/o trasferire al candidato per il Consiglio Comunale del capoluogo Marzio Panichi

. E’ sorprendente constatare come i muri e le facciate della Città di Nizza non siano assolutamente imbrattate di scritte multicolori e multiformi mentre invece la nostra città porta segni molto vistosi di tale demenziale attività da parte di sconsiderati che talvolta vengono anche definiti “artisti del Murales”.Immagino che la municipalità francese abbia delle misure deterrenti più efficaci delle nostre oltre che un maggior senso civico. Sempre da cittadino della strada ho raccolto i malumori di tanti condomini o di molti amministratori di edifici pubblici scolastici, religiosi, ospedalieri i quali, periodicamente, devono stanziare reiteratamente risorse economiche per ripulire le parti basse delle loro facciate. Da automobilista, ma anche da pedone mi viene di osservare che anche i “ciclisti” torinesi non brillano per disciplina ed educazione stradale. Chiedo a chi guida per esempio, quante volte hanno rischiato di investire un ciclista di notte perché sprovvisto di luci anteriori o posteriori o di aver incrociato ciclisti contromano. Per non parlare di quelli che pedalano senza mani, telefonando, o sui marciapiedi o sotto i portici e via di seguito.. Altri esempi ne vediamo tutti i giorni! Che fare? Le contravvenzioni ad un velocipede senza targa non sono pensabili, l’unica chance è puntare sulla formazione dei ciclisti per tramite di corsi comunali obbligatori sulle norme del codice della strada. Forse non è giuridicamente facile far approvare l’obbligatorietà della frequenza ai corsi però qualunque modo possa tornare utile per ottenere un maggior rispetto delle norme della circolazione potrà essere apprezzato dalla cittadinanza automobilistica e dai pedoni. Da ultimo considererei anche che il ciclista è un fruitore della strada con tanti rischi per la propria sicurezza ed è molto esposto ai cosiddetti “incidenti della strada”, lo dimostrano le statistiche ospedaliere, dunque perché non richiedere l’uso obbligatorio di un casco? Consapevole di aver toccato temi di scarsa importanza politica sono però sicuro di interpretare il desiderio di molti concittadini che si accontentano di veder risolti almeno i problemi più semplici della vita cittadina quotidiana.

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