domenica 28 novembre 2021

Ciao Azione mi vadu via

Sono sempre stato un ecologista con una profonda coscienza socialista. Da Ecologista ho ricoperto grazie al Partito dei Verdi Sole che Ride incarichi Istituzionali e collaborazioni nazionali con persone per bene che come me non si definivano nè di destra nè di sinistra. Qualche anno fa, raccogliendo l'invito dell'on Nerio Nesi mi candidai, con un buon risultato nella Rosa nel Pugno alle Comunali di Torino. Collaborai anche attivamente con lo scomparso amico avvocato Alberto Musy che insieme a molti altri ed altre contribuìì a fare eleggere al Consiglio Comunale di Torino nella Lista Alleanza per la Città e con lui la Emanuela Rampi in Circoscrizione 1. La mia nuova esperienza politica si è chiamata Azione che ripercorreva, così almeno mi parve di capire, dei sani principi basati sulla Competenza, serietà, lontananza da PD,dx e 5 Stelle. Ne divenni il referente Sanità di Torino e dal 2020 mi iscrissi al Partito. Lo sforzo con oltre 40 call in periodo Covid fu quello di portare avanti molte iniziative per la città dibattendo con nomi prestigiosi dal Rettore del Politecnico Saracco al vice Rettore Rainoldi al Presidente dell'Ordine dei medici Giustetto, sino a nomi importanti come lo scrittore Luca Ricolfi e rappresentanti della Sanità Torinese e Piemontese. Nessun segnale di attenzione da parte del leader maximo che nella testa aveva evidentemente non la cerscita in periferia del partito ma la sua candidatura a Sindaco di Roma. 1 anno di oblio in mano ai refenti cittadini assolutamente legati ad accordi non dichiarati con il PD locale tanto da rendere impossibile la costituzione di una nuova Alleanza per la città o Terzo Polo locale per presentarsi come progetto politico centrista alle Elezioni Comunali di Torino. Calenda 1 mese prima disse che gli stava più simpatico Damilano ma siccome andava con i Sovranisti allora Azione non partecipava con il simbolo ed appoggiava Lo Russo.L'onorevole Enrico Costa, proveniente invece da FI continuava a dare la sua personale preferenza a Damilano. Mi candidai per la Lista Civica di Damilano Progresso Torino risultando il più votato della Lista stessa che però non raggiunse il quorum per eleggere almeno 1 consigliere. Conclusioni vince Lo Russo, vengo sospeso dal mio incarico di referente Sanità perchè macchiatomi dell'onta di essere stato candidato in una coalizione di centro destra e dulcis in fundo esce pochi giorni or sono il Regolamento Congressuale di Azione che invito a leggere e che di fatto mi taglia fuori da ogni possibile incarico e partecipazione. Ho creduto in questo partito e nel suo leader che ora mi appaiono lontani, sconclusionati, autoreferenziali e filo PD. Con i tanti amici ed amiche che hanno voluto darmi una mano in campagna elettorale e che si erano, alcuni, anche iscritti ad Azione, salutiamo e ce ne andiamo sbattendo la porta, e spero che il botto un pò si senta in Italia e soprattutto lo senta Calenda.

domenica 25 luglio 2021

Il vaccinarsi è l'unico modo, per ritornare ad una vita "quasi normale" aspettando il PNRR

65.122.371 Totale somministrazioni Totale persone vaccinate 29.972.109 55,49 % della popolazione over 12 (persone che hanno completato il ciclo vaccinale) Le mie proposte 1) Rilancio della Sanità pubblica,con ingenti investimenti per i Dipartimenti di Emergenza e di Prevenzione. Rivalutazione della figura del Medico di Famiglia, del Pediatra di libera scelta e dei Medici di continuità assistenziale. 2) Puntare sulla creazione delle Case della Salute e AFT dotate di strumentazione e personale per una prima e più completa valutazione dei pazienti. In esse deve essere presente la possibilità del Teleconsulto con le ASO o anche gli Ospedali di Livello Nazionale come il Parco della Salute, della Scienza e della Ricerca. Dare vita ad Ospedali di Comunità come punto di raccordo tra Medici della continuità assistenziale e ASO. 3) Cancellare la «Maglia Nera per l’Ambiente» di Torino e lavorare per ridurre l’impatto economico e sulla Salute degli Inquinanti diffusi. L’Epigenetica e Perdita di Salute. 4) Ripristinare la figura del Medico Scolastico, inserendo nei programmi della scuola dell’obbligo il tema della Prevenzione Primaria grazie ai corretti stili di vita (alimentazione-attività fisica regolare) 5) Avviare un piano di recupero e modifica delle RSA affinchè siano ammodernate e potenziate nelle figure professionali sanitarie al loro interno, divenendo luoghi di vita e non di fine vita. 6) Tra i nuovi temi, che superata la fase pandemica vorremmo affrontare, vi è anche quello di una "Green Medicine" e della Ricerca Sostenibile applicata al campo Sanitario 7) Investimenti in strumentazioni, personale, formazione ed aggiornamento 😎 Una rete Sanitaria «Metropolitana» considerando anche le comunità montane e le zone di particolare disagio per l’accesso ai servizi

sabato 3 luglio 2021

Per una Torino Viva occorre una Torino in Salute

Il concetto di Salute è molto ampio come la scienza ci ha insegnato. Implica importanti investimenti da parte dello Stato, delle Regioni e dei Comuni nel campo della ricerca scientifica, dell'ecosostenibilità del mondo industriale e delle imprese, richiede impegni straordinari in un cambiamento radicale dell'agricoltura e degli allevamenti.Non solo questo ci vuole una modifica sostanziale nei programmi didattici nella Scuola dove i nostri figli imparino l'importanza di rispettare oltre che gli altri anche il Mondo in cui vivono e che noi, meno attenti gli abbiamo lasciato carico di veleni.Senza una partecipazione dei cittadini le grandi Riforme Sanitarie ed Ambientali non si riescono a fare perchè sono costose, lunghe e faticose. Il risultato di una seria politica di "cambiamento ecosanitario" ha delle ricadute a 20 e più anni"

sabato 26 giugno 2021

#LaSalute, cosa aspettarsi dal Covid?

Cosa dobbiamo attenderci dal Covid-19? Questo il tema dell’ultima puntata de #LaSalute, andata in onda venerdì 25 giugno. A concludere il ciclo di appuntamenti l’ospite Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive presso l’Università di Torino. Ad un anno e mezzo di distanza dall’inizio della pandemia, gran parte della popolazione risulta vaccinata. Secondo i dati, sono circa 47 milioni gli Italiani che hanno ricevuto la prima dose del vaccino e 16 milioni e mezzo coloro che hanno completato l’intero ciclo. Numeri cui va ad aggiungersi quella parte di popolazione che ha contratto il virus e risulta adesso immunizzata. Come sottolinea il professor Di Perri, questo costituisce certamente un ostacolo alla diffusione del virus originario, che nel suo mutare ha però sviluppato delle varianti capaci di attaccarsi anche a coloro che sono vaccinati. E’ questo il caso della variante indiana – anche conosciuta come delta – che risulta ad ora essere la più contagiosa. Occorre però accelerare con le vaccinazioni. “La capacità del virus di generare varianti è minore tanto più bassa è la quantità di virus circolante” – sostiene Di Perri, e anche lì dove l’infezione viene contratta tra prima e seconda dose, i rischi per la salute risultano minori. Per quanto riguarda i dati sulla vaccinazione eterologa, calcolati su poco più di 600 pazienti, non sembra esserci differenza di rendimento tra la prima dose effettuata con Astrazeneca e la seconda con i vaccini Pfizer o Moderna. I casi di trombosi atipiche fino ad ora verificatisi hanno riguardato per lo più donne sotto i 40 anni, fascia che sembra essere il bersaglio preferito di questo effetto collaterale. Ad ogni modo, i dati vanno calcolati su milioni di soggetti vaccinati e bisogna sempre tener presente il rapporto tra rischi, costi e benefici. Novità sono invece in arrivo sulla possibilità di un richiamo nel prossimo autunno e sulle nuove terapie, che ora si avvalgono degli anticorpi monoclonati entro i primi 5 giorni dal contrarre dell’infezione. In Piemonte, questi sono stati somministrati a ben 349 pazienti. L’augurio – conclude Di Perri – è che vengano sviluppati anche dei farmaci antivirali, utili per ridurre la quota di soggetti che necessitano di recarsi in ospedale. Per chi si fosse perso la puntata, ecco il link. Nel frattempo, vi aspettiamo domenica alle ore 12.15 per la replica, sempre su Rete7.

martedì 22 giugno 2021

Ultima puntata de #LaSalute, venerdì alle 20.15

Ultima puntata de #LaSalute quella che andrà in onda venerdì 25 giugno. A concludere questo ciclo di appuntamenti l’ospite Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive presso l’Università di Torino, che ci ha già accompagnato nelle prime puntate di marzo. Tanti, e soprattutto attuali, i temi che verranno portati sul “tavolo” di discussione. Se precedentemente abbiamo parlato della variante inglese, questa volta a preoccupare sono altre due tipologie di Covid-19: la variante indiana – anche nota come delta – e quella lambda, originaria del Perù, l’ultima ad essere stata dichiarata “di interesse” dall’Oms. Riscontrate in gran parte dei paesi del mondo, potrebbero presto interessare anche l’Italia. E’ perciò necessario comprendere come procede il tracciamento della loro diffusione e, più in generale, dei casi attualmente positivi, così da poter avanzare previsioni sul futuro della pandemia. Di grande interesse è anche il tema dei viaggi. Valido dal 1 luglio in tutta l’Unione Europea, il Green Pass – o EU Digital Covid Certificate – permetterà di viaggiare da e per tutti i paesi europei senza l’obbligo di sottoporsi ad ulteriori restrizioni, tranne in casi eccezionali. Per approfondire questo e tanto altro vi aspettiamo venerdì alle ore 20.15 su Rete7, con replica domenica 27 giugno alle ore 12.15.

lunedì 21 giugno 2021

Giovedì 24 Giugno alle 21.30 Riparte il DoctorJazz dai Tre Bicchieri

Redazione Dopo lo storico locale Capolinea dell’8 in via delle Maddalene che sabato 19 ha ospitato il trio di Max Gallo con tanti solisti ospiti del suo cd “Jazz not Stop”, riapre al Jazz anche il Circolo Tre Bicchieri di via Ignazio Giulio 29. Di scena il quartetto di Giorgio Diaferia “Doctor Jazz” che porta avanti la campagna “Fermiamo il Covid, non fermiamo il Jazz”, Si inizia alle 20 con la cena dei partecipanti e poi dalle 21.30 1 ora di jazz con qualche sorpresa molto gradita……. Il quartetto Doctor Jazz si esibirà poi il 31 Luglio ad Acqui in Jazz ed il 12 di Settembre al Monferrato Jazz Festival. In attesa di conferme da Teatro Merula ed Avigliana Jazz Festival.

domenica 20 giugno 2021

Mangiasano, per un futuro più sostenibile

In occasione dell’Anno Internazionale della frutta e della verdura, il 19 giugno si è tenuta a Cuneo la XVI edizione di Mangiasano, la campagna di informazione e comunicazione sulla sicurezza alimentare e sull’agricoltura ecologica. L’evento ha visto la partecipazione di esperti ed esponenti dell’imprenditoria agricola come Luca Crosetto e Domenico Massimino, presidente territoriale e di Confartigianato Imprese Cuneo e vicepresidente nazionale, Claudio Piazza e Renato Rolla, presidente e vicepresidente di ANCoS, il dottor Giorgio Diaferia e la dottoressa Maria Caramelli. Tanti i temi di discussione portati “sul tavolo” dell’incontro, a partire dalla sempre più preoccupante scomparsa di specie ortofrutticole come risultato delle nostre scelte alimentari. Come ha affermato il dottor Giorgio Diaferia: «E’ importante stimolare un collegamento tra il mondo delle produzioni ortofrutticole e degli allevamenti e il mondo della scienza e della ricerca al fine di trovare un comune denominatore che vada a promuovere corretti stili di vita e una buona alimentazione». Le produzioni ortofrutticole svolgono infatti una funzione fondamentale non solo per la produzione di cibo ma anche per l’ambiente, il paesaggio, il territorio e soprattutto la biodiversità. Secondo i relatori, ciò che serve oggi è un nuovo modo di fare ambientalismo attraverso produzioni sostenibili, tracciabili e innovative sotto il profilo green. “Una economia verde” che non guardi solo al profitto ma anche, e soprattutto, all’impatto ambientale che deriva dalla produzione di un dato prodotto. L’intero ciclo di trasformazione delle materie prime a partire dalla loro estrazione produce infatti danni non indifferenti, senza parlare dell’inquinamento causato dal trasporto e dal processo di smaltimento. Altro tema di discussione è stato quello della sicurezza alimentare compromessa da tutte le sostanze tossiche (pesticidi e metalli) contenute nella maggior parte dei cibi che consumiamo. Fragole, spinaci e pomodori sono solo alcuni dei vegetali che più contengono residui di pesticida, senza dimenticare tutti quegli alimenti che vengono prodotti all’estero e che non sono perciò sottoposti ad adeguati controlli di sicurezza. «Grazie al Covid abbiamo raggiunto una maggiore attenzione all’igiene» sostiene Maria Caramelli, responsabile S.C. neuroscienze dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’avviso è quello di mantenere quest’attenzione anche e soprattutto nel campo della sicurezza alimentare. Se è vero che per frenare meccanismi ormai quasi inarrestabili servono concrete azioni politiche, ogni singolo ha un enorme potenziale sulla salvaguardia dell’ambiente. Ridurre la produzione di gas inquinanti, scegliere produzioni diversificate, ricorrere a selvicoltura e agricoltura sono tutte scelte che ci permettono non solo di tutelare la nostra salute, ma anche quella dell’ambiente nella sua complessità.

sabato 19 giugno 2021

#LaSalute, le nuove frontiere della fisioterapia

Terzo ed ultimo incontro con il dr. Massimiliano Corvasce, specialista in fisioterapia, a #LaSalute questo venerdì su Rete 7. Tema di cui si è parlato nella puntata andata in onda: le nuove frontiere della fisioterapia. Una delle ultime novità che sta riscuotendo particolare successo è l’utilizzo, a scopo terapeutico e riabilitativo, dei kinesio taping. Di che cosa si tratta? I kinesio taping sono cerotti elastici di tessuto (cotone anallergico), la cui applicazione sul paziente deve essere effettuata, perché possano dispiegare la loro corretta efficacia, esclusivamente dalle mani esperte del fisioterapista: bandito il fai da te. Valido aiuto nella risoluzione di problemi di varia natura ed impiegati soprattutto nell’ambito della medicina dello sport, le ipotesi in cui ne è consigliato il ricorso spaziano dai casi individuati, per esempio, di tendiniti o artrosi, a quelli più generici di dolore imputabile a contratture o tensioni muscolari. Molto indicati anche per il “sollievo” di lesioni ed ematomi cutanei. Il principio che ne governa il funzionamento è molto semplice. Applicati direttamente sulla pelle, a seconda della posizione, della direzione e della tensione esercitata, agiscono, attraverso i recettori nervosi dell’epidermide, sui muscoli sottostanti, fornendo a questi ultimi gli stimoli di cui necessitano. Il risultato? Ora inibiranno un muscolo troppo sovraccaricato ora daranno il giusto impulso ad un muscolo ipotonico; in presenza di un edema, invece, agevoleranno il drenaggio linfatico, favorendone il riassorbimento. Di diverse taglie, fogge e colori, versatili e “divertenti”, i kinesio taping possono essere utilizzati anche solamente a fine preventivo, per mantenere cioè in posizione corretta le articolazioni, garantendo la sicura protezione di tendini e legamenti. Grazie a tutte queste prerogative, i cerotti elastici rappresentano uno strumento fisioterapico di grande popolarità. Non certo però l’unico. Insieme a elettroterapia, laserterapia, fisioestetica, infiltrazioni (articolari e virtuali), riabilitazione (presso il centro fisioterapico o domiciliare) ed onde d’urto (di cui si è diffusamente parlato nelle puntate precedenti sempre in compagnia del dr. Corvasce – qui il link), costituiscono nuovi territori “di conquista” della fisioterapia, contribuendo a renderla sempre più “richiesta”.

lunedì 14 giugno 2021

#LaSalute, valutazione posturale e baropodometrica in fisioterapia

Dopo l’interessante chiacchierata sulle onde d’urto della puntata precedente, è ritornato ancora in studio a Rete7 l’ospite Massimiliano Corvasce per parlare a #LaSalute di postura e baropodometria. Specialista in fisioterapia, con al suo attivo molti anni d’esperienza sia nel pubblico che nel privato, il dr. Corvasce, che collabora con l’Università degli Studi di Torino, ha infatti “guidato” i telespettatori nel campo dei difetti posturali, dell’esame baropodometrico, dei diversi tipi di piedi (normale, piatto, cavo) nonché dei plantari più adatti. Come si fa ad avere una postura corretta, in piedi e da seduti? Mediante la valutazione posturale, che consente di individuare con accuratezza il difetto posturale, la sua eziologia e soprattutto gli idonei strumenti correttivi da apportare. Che sia congenito (come per esempio nei casi di scoliosi) o sopravvenuto, il problema può essere risolto (o perlomeno “contenuto”) solo attraverso l’attento studio delle cause, nell’ottica di rimuoverle alla radice. Nell’ipotesi citata della scoliosi, il combinato disposto di esercizi fisici mirati, tutore ortopedico ed attività sportiva ad hoc (molto consigliato il nuoto a dorso) porta senz’altro ad un sensibile miglioramento della patologia. Peraltro, risultati parimenti apprezzabili si ottengono negli altri casi di difetti posturali sopraggiunti, purché alla base ci sia un esame puntuale dell’origine della “deviazione”. Passando dalla valutazione della colonna vertebrale a quella dei piedi, si è poi approfondito il tema delle varie tipologie di estremità “classificabili” grazie alla pedana baropodometrica, sofisticato strumento di analisi della natura e della struttura plantare, il cui funzionamento in realtà è semplice. L’esame (che si compone di un momento statico, un momento dinamico ed un momento posturale) ha, nel suo complesso, lo scopo di “fotografare” nel dettaglio l’appoggio plantare per verificarne la correttezza. Qualora si rilevino anomalie, ecco che si procede alla predisposizione di azioni terapeutiche, ivi inclusa l’ortesi plantare, vale a dire l’ideazione e la realizzazione di plantari rigorosamente “su misura” per risolvere, o comunque alleviare, il problema riscontrato. È al proposito importante constatare che disturbi molto diffusi, come le lombalgie o le cervicalgie, il cui fattore scatenante viene sovente -ed infruttuosamente- ricercato altrove, sono spesso invece riconducibili ad un appoggio sbagliato dei carichi. La “soluzione” risiede quindi nel ripristinare il giusto equilibrio proprio mediante l’utilizzo di plantari che lo redistribuiscano. In attesa della prossima puntata (che, sempre in compagnia del dr. Corvasce, sarà dedicata ad uno sguardo sulle nuove frontiere fisioterapiche), chi desiderasse (ri)vedere la trasmissione di venerdì scorso, può trovarla qui sopra.

domenica 6 giugno 2021

#LaSalute, l'impiego delle onde d'urto nei protocolli riabilitativi

Negli ultimi anni la fisioterapia ha allargato le proprie frontiere, includendo le onde d’urto – anche dette shock waves. E’ questo l’argomento della nuova puntata de #LaSalute, andata in onda venerdì 04 giugno. A parlarne il fisioterapista Massimiliano Corvasce, ospite di questo appuntamento. Strumento riabilitativo alquanto recente, le onde d’urto vengono applicate da circa una trentina d’anni e sono ancora in forte evoluzione. Sono infatti nate per l’eliminazione delle calcolosi renali, ma hanno ben presto dimostrato la loro efficacia anche nel caso delle calcolosi ortopediche o delle patologie d’anca di origine muscolo-tendinea. Si tratta di onde scioccanti, che urtano i tessuti senza però danneggiarli. Dal punto di vista fisico, esse si presentano sotto forme di onde infrasonore che si ripercuotono sulle cellule contenenti residui articolari. Così facendo, causano una forte eccitazione circolare e vanno a stimolare il processo di autoriparazione dei tessuti. Ma per meglio conoscerle, è bene innanzitutto distinguere tra onda d’urto radiale e onda focale, entrambe di tipo acustico ma che presentano indicazioni ed effetti diversi. Impiegate per la prima volta negli anni Ottanta nel settore riabilitativo, le onde d’urto focali richiedono – appunto – la focalizzazione del raggio su un punto specifico. Le radiali, invece, si “disperdono” all’interno del muscolo e a seconda della loro intensità possono raggiungere anche la membrana che riveste la struttura ossea. Il loro impiego necessita l’interposizione di un gel che permette al manipolo di scivolare senza attrito sulla cute del paziente, lo stesso gel che viene utilizzato nelle ecografie. Questo, soprattutto nel caso delle onde radiali, che possono muoversi all’interno dello spazio patologico nella sua interezza. Ma non è tutto. L’evoluzione del trattamento riabilitativo ha portato anche alla “creazione” di progetti misti, che prevedono l’abbinamento di onde sia radiali che focali. Le stesse aziende che producono questi macchinari si stanno ora specializzando nella fabbricazione di macchinari per l’appunto “misti”, con l’obiettivo di trattare sia il punto focalizzato del problema sia la parte muscolare circostante. Questa nuova frontiera non deve chiaramente sostituire l’utilizzo di una singola tipologia di onda d’urto, ma costituire un nuovo strumento di cura e riabilitazione cui ricorrere lì dove necessario, come nel caso delle patologie di origine calcifica. Esistono difatti dei protocolli da seguire a seconda delle diverse patologie. Generalmente, il numero di colpi per ogni distretto da trattare ammonta a circa 2000, ma ogni patologia ha la sua specificità e la sua onda d’urto “preferita”. Ad esempio, se prendiamo in considerazione il trattamento sulla lombosciatalgia, l’onda d’urto può trovare largo spazio all’interno del protocollo riabilitativo con lo scopo di favorire la decontrazione muscolare. In questo caso, è necessario premere molto per arrivare alla fascia muscolare interessata ed emanare 1000 colpi ogni 15 cm quadrati. Negli ultimi anni, inoltre, sono molte le ricerche scientifiche che mirano a fornire evidenze sull’impiego delle onde d’urto in contemporanea con le infiltrazioni di acido ialuronico. In questo tipo di protocolli, è preferibile ricorrere ad una seduta per settimana, dal momento in cui la vibrazione prodotta dall’onda ridonda nei nostri liquidi per 3-5 giorni. Di conseguenza, per avere i risultati sperati bisogna far terminare questo ritorno di onda: ricorrervi a distanza ravvicinata potrebbe infatti produrre una sovraeccitazione circolare, non sempre favorevole alla riparazione del tessuto. Il protocollo, inoltre, prevede dei numeri minimi di sedute affinché ne derivino benefici. Per le onde focali, si parte da un minimo di 3 sedute; mentre per le radiali è necessario raddoppiare il numero. Come specificato in precedenza, una per ogni settimana. Ma niente paura. Diversamente da quel che si pensa, le onde d’urto sono assolutamente sopportabili e non dolorose, anche se dipende chiaramente dalla sensibilità del paziente e dal punto d’impatto. Per esempio, il piede è una delle zone più sensibili del nostro corpo, per cui qui la vibrazione percepita risulterà poco più fastidiosa del solito. Per approfondire l’argomento, vi invitiamo a recuperare la puntata dal link qui sopra. Nel frattempo, vi aspettiamo per il prossimo appuntamento sempre con il dottor Corvasce, per parlare ancora di fisioterapia e tecniche riabilitative.

sabato 29 maggio 2021

#LaSalute, guida alla scelta dei busti e dei tutori ortopedici

Puntata tutta dedicata alla tecnica ortopedica quella andata in onda questo venerdì su Rete7 a #LaSalute. Con l’ospite in studio, il dr. Corrado Iozzelli, specialista -appunto- in tecniche ortopediche, si è infatti parlato di mal di schiena, patologia diffusa ed invalidante che può “colpire” a tutte le età. Come affrontare il problema? Come trattarlo e, meglio ancora, prevenirlo? Entra qui in gioco il tecnico ortopedico, con i busti ortopedici ed i tutori ortopedici. In premessa, occorre subito sottolineare come il termine “busto” sia un termine generale che, nella sua ampiezza contenutistica, racchiude in sé diverse categorie e sotto-categorie specifiche. Nella scelta della soluzione più adatta è importante evitare il “fai da te”, reperendo sul mercato prodotti già in pronta consegna, poco efficaci o addirittura dannosi; è invece consigliabile che il soggetto interessato, previa prescrizione medica, si affidi al tecnico ortopedico per una realizzazione dell’ausilio rigorosamente “su misura”. Tornando alla varietà di busti e corsetti, a titolo meramente esemplificativo e non certo esaustivo, la tipologia è lombare, dorso-lombare, rigida, semi–rigida, con o senza spallacci. Insomma, tanti sono i difetti posturali e le cause del mal di schiena (dalla più banale alla più seria), quanti i busti che possono venire in aiuto; non solo a scopo curativo, ma anche a scopo preventivo. Dall’osteoporosi (frequente nei pazienti più avanti con gli anni -soprattutto donne- e per la quale l’indicazione è quella del busto a crociera) alle scoliosi e cifosi (la cui incidenza è piuttosto rilevante nei giovani in età evolutiva cui viene generalmente prescritto il corsetto rigido), il busto rappresenta la soluzione ideale: ricorrendone le condizioni, tra l’altro, a carico totale o parziale del servizio sanitario nazionale. Una soluzione che per essere risolutiva – si ribadisce – deve necessariamente essere adattata al caso clinico individuato dallo specialista di riferimento, punto di partenza sulla cui base il tecnico ortopedico si occupa dell’accurata predisposizione dell’ausilio più idoneo allo scopo, senza trascurare dettaglio alcuno. Con l’obbiettivo dichiarato di fornire un’assistenza qualificata al paziente a 360 gradi, mediante anche l’interazione, qualora ritenuto opportuno, con altri professionisti (fisioterapisti in primo luogo). Prossimo appuntamento con #LaSalute per il prossimo venerdì h. 20.30 in compagnia del dr. Massimiliano Corvasce per parlare di onde d’urto in riabilitazione. Nel frattempo, ecco, per chi fosse interessato a (ri)vedere questa puntata, il video.

sabato 22 maggio 2021

La salute vien dai piedi

La salute vien dai piedi. E’ questo il titolo della nuova puntata de #LaSalute andata in onda venerdì 21 maggio. Con l’ospite Valter Iozzelli, tecnico ortopedico, abbiamo cercato di capire quali patologie e problematiche possono interessare i nostri piedi, tenendo soprattutto conto dell’appoggio e della nostra postura. Siamo dunque nel campo della podopostura, quella branchia della posturologia che ha per oggetto di studio la posizione del corpo nello spazio, con particolare attenzione ai piedi. Esistono attualmente diverse tipologie di esami che permettono di condurre un’analisi qualitativa e quantitativa della maniera in cui appoggiamo al suolo i nostri piedi. In un esame podoposturale, la persona viene dapprima posizionata in maniera statica su una pedana, per poi passare all’esame dinamico in camminata che, grazie alla ripetibilità del passo, permette di definire quello che è il naturale passo della persona. Questa tipologia di esame risulta utile anche per un’analisi del baricentro corporeo, ossia l’espressione del nostro piede sul terreno. Un’altra tecnica prevede l’utilizzo di uno scanner tridimensionale, che riproduce la superfice esatta del piede attraverso la sua ricostruzione al computer, permettendo così allo specialista di constatare quali parti di esso toccano o meno il suolo. Se questi esami sono fondamentali per qualsiasi tipo di paziente, lo sono ancor più per gli sportivi. In ortopedia esiste infatti il cosiddetto gesto tecnico o sportivo, concetto che va dalla semplice camminata veloce alla corsa e che, in generale, racchiude quelli che sono i gesti tipici di un determinato sport. Questi gesti, se condotti in maniera ripetitiva ed errata, possono comportare l’insorgere di importanti patologie. Una volta ottenuta un’analisi complessiva del soggetto, sia in senso qualitativo che quantitativo, si può intervenire sulla postura podalica con dei plantari ortopedici, che hanno il vantaggio di essere realizzati ad personam. Essi hanno lo scopo di migliorare la postura del paziente e far sì che questi ne tragga beneficio, senza che risulti troppo complicato indossarli. Difatti, anche un’eccessiva sudorazione del piede può costituire un problema per il loro suo, e comporta perciò l’utilizzo di un certo tipo di materiali. I plantari, nel corso del tempo, hanno subito diverse modifiche ed innovazioni. Nati in ferro, garantivano una correzione coattiva ma zero comfort, motivo per cui sono stati poi sostituiti con materiali plastici. Ma le tipologie più recenti sono quelle in sughero e in materiali termoformabili. Quest’ultima, che utilizziamo ancora oggi, presenta alcuni fattori di schiacciamento che risultano proporzionati al tipo di attività da compiere. La postura è dunque un elemento importantissimo della nostra salute, spesso influenzata da vari fattori come l’apparato masticatore. Ciò induce gli ortopedici a collaborare con diversi specialisti quali otorino, dentisti, fisiatri e nutrizionisti, ma anche fisioterapisti e osteopati assieme ai quali è possibile lavorare sullo stretching, sulla ginnastica mirata e sul rafforzamento muscolare. Difatti, l’insorgere di problemi in altre parti del corpo, come la colonna vertebrale, l’anca e il ginocchio, sono influenzati da una podopostura scorretta. Per meglio spiegarci questo concetto, il dottor Iozzelli ha fatto riferimento all’esempio del sassolino nella scarpa. Questo, in quarto corpo estraneo, non solo risulta doloroso, ma “chiede” al corpo di essere compensato. Di conseguenza, la persona sposta automaticamente il proprio peso sull’arto contro laterale: è questo un chiaro esempio di processo antalgico cui il corpo ricorre per difendersi, modificandosi in base alla zona in cui prova dolore. Peraltro, il coinvolgimento dell’arto contro laterale ci aiuta a comprendere se il dolore è cronico o, al contrario, solo temporaneo. In caso di dolore cronico, questo si presenta normalmente in fase di stanchezza, per poi diventare sempre avvertibile. Ma l’importanza del piede e, dunque, della postura, sta anche nel suo essere un importante strumento circolatorio, tanto da essere spesso definito “il nostro secondo cuore”. Il ritorno del sangue al cuore è infatti influenzato dal piede che – con lo svolgere del passo – spinge il sangue verso il polpaccio. Perciò, patologie come il piede piatto non favoriscono il ritorno venoso ed anzi possono favorire l’insorgere di altre problematiche come quella delle vene varicose. Tra le altre patologie, le più frequenti la fascite plantare e metatarsalgia, che consiste nell’appoggio eccessivo della parte metatarsica - ossia anteriore - del piede, come avviene soprattutto nelle donne in seguito all’utilizzo dei tacchi. Se volete recuperare la puntata, potete trovarla in alto. Nel frattempo, vi aspettiamo con il prossimo appuntamento venerdì 28 maggio. Sempre su Rete7, canale 12 del digitale terrestre.

VAS e A.N.Co.S insieme per regalare mascherine ai cittadini

COMUNICATO STAMPA VAS E A.N.Co.S INSIEME PER REGALARE MASCHERINE AI CITTADINI Il Covid non è stato ancora sconfitto: serve prudenza Torino, 20 maggio 2021 Il Covid non è stato sconfitto: non è ancora il momento di abbassare la guardia. Per questo motivo giovedì 27 maggio p.v. alle ore 17 in Piazza Carlo Felice, all’uscita della fermata Porta Nuova della metropolitana, verranno regalate ai passanti centinaia di mascherine. L’idea nasce dalla collaborazione tra le associazioni Verdi Ambiente Società Onlus APS e A.N.Co.S A.P.S. , unite per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di continuare a mantenere distanze e dispositivi di protezione individuali nonostante sia diminuita l’incidenza del virus. La scelta di consegnare le mascherine davanti alla stazione di Porta Nuova non è casuale: le persone che si spostano con i mezzi pubblici sono tra le categorie più a rischio contagio. «L’associazione Verdi Ambiente Società da sempre attenta ai temi della salute e dell’ambiente intende dare il suo modesto contributo per la sicurezza e la salvaguardia della salute delle persone» ha dichiarato Giorgio Diaferia, membro dell’esecutivo nazionale di VAS Onlus APS «In questo momento il Covid continua a mietere migliaia di vittime in tutto il mondo. Per questo è importante non abbassare la guardia». L’iniziativa è però volta a sensibilizzare anche la Pubblica Amministrazione. Le mascherine per essere realmente efficaci devono essere cambiate spesso e questo ha un costo che incide notevolmente sul portafoglio dei cittadini. «L’iniziativa intrapresa mira a sensibilizzare la P.A. in un’ottica di distribuzione gratuita delle mascherine» commenta Renato Rolla presidente provinciale di Torino di A.N.Co.S APS «Si tratta infatti di un dispositivo obbligatoriamente previsto per legge pertanto riteniamo che, soprattutto per le fasce economicamente più deboli, ci debba essere un intervento dello Stato o, quantomeno, delle sue declinazioni territoriali». In caso di pioggia l’iniziativa verrà svolta sotto i portici di Piazza Carlo Felice. Per info: vas.piemonte@tiscali.it ancosto@libero.it

sabato 15 maggio 2021

#LaSalute, infiltrazioni su tendinopatie con acido ialuronico

Approfondimento interessante, nella puntata di questo venerdì, sull’uso dell’acido ialuronico nelle tendinopatie. Con l’ospite in studio, il dr. Marco Corgiat Loia, medico specialista in ortopedia presso l’Ospedale di Chivasso (To), si è infatti affrontato il tema dell’impiego della molecola nelle patologie che riguardano il tendine. Tale struttura anatomica è paragonabile ad una sorta di corda con funzioni di ancoraggio e di scorrimento. Accade talvolta che detta “corda” sia interessata dall’insorgenza di processi acuti (in ipotesi di tendiniti) oppure da processi degenerativi di vario tipo, classificabili come tendinosi. Ed è soprattutto in questa seconda casistica che entra in gioco l’acido ialuronico, con la sua comprovata efficacia terapeutica. Il ciclo di norma si svolge mediante tre infiltrazioni a basso peso molecolare e con ago dimensionato. Il trattamento, a cadenza in genere settimanale, non sortisce benefici immediatamente riscontrabili, ma già nel breve periodo se ne avverte il sensibile giovamento. Ovviamente la terapia è preceduta da un’accurata diagnosi ad personam. All’esame obiettivo del paziente (vale a dire la classica visita specialistica), si affianca il prezioso strumento della diagnostica per immagini. Per meglio individuare il distretto sul quale intervenire può difatti bastare una semplice ecografia, ma, se ritenuto opportuno uno studio più nel dettaglio della localizzazione, verrà effettuata la risonanza magnetica. Una volta inquadrato clinicamente il problema, ecco che si procede con le infiltrazioni, che peraltro, pur rappresentando la cura più risolutiva delle tendinopatie, non sono alternative bensì “cumulative” ad eventuale riabilitazione ed assunzione di acido ialuronico somministrato per via orale. Il dato sorprendente è che, contrariamente a ciò che si tende a pensare, le patologie tendinee non sono esclusivo appannaggio degli sportivi. Sono molti i lavoratori che ne lamentano i sintomi per eccessiva usura del segmento anatomico interessato ed anche i soggetti sedentari, seppur in percentuale minore, non ne sono del tutto immuni. Per chi si fosse perso la puntata e desiderasse vederla, il video è qui sopra.

mercoledì 12 maggio 2021

ENI: NON BASTA UNA "ROMANELLA" DI ENERGIA PULITA

COMUNICATO STAMPA ENI: NON BASTA UNA “ROMANELLA” DI ENERGIA PULITA Verdi Ambiente e Società è a fianco di chi oggi sta manifestando in occasione dell’assemblea degli azionisti della prima azienda italiana di idrocarburi Stefano Zuppello, Presidente di VAS, ha dichiarato: “ENI sta tentando di darsi un’immagine di azienda green che punta sulle rinnovabili. Ma i fatti dimostrano il contrario. ENI continua ad investire in oleodotti e gasdotti e nel mondo è portatrice di devastazioni di aree naturali con conseguenze anche sulla salute delle persone. La richiesta di fondi pubblici per realizzare il progetto di cattura della CO2 (il CCS) a Ravenna e per la produzione di idrogeno dal metano non è accettabile. Si deve farla finita con il finanziamento delle aziende che continuano a perpetuare l’attività estrattiva e il modello fossile. Anche il progetto di stoccare milioni di tonnellate di CO2 sotto il mare davanti a Ravenna va fermato. Basterebbe studiare i risultati di progetti simili già realizzati nel mondo per capire che questi sono inefficaci perché molto costosi e che presentano una tecnologia con una grossa inefficienza nella cattura. Non è questa certamente la strada per andare verso una vera transizione ecologica! Per questo oggi VAS – conclude Zuppello - è a fianco delle associazioni come Fridays For Future, Greenpeace, Extinction Rebellion che stanno manifestando in tante città italiane per chiedere al Governo di puntare realmente alla decarbonizzazione e alla costruzione di impianti di energia rinnovabile” Roma, 12 maggio 2021

domenica 9 maggio 2021

#LaSalute, infiltrazioni su spalla e ginocchio

Nuova puntata della rubrica di approfondimento medico #LaSalute, condotta da Giorgio Diaferia. Questa volta è venuta a trovarci in studio Patrizia Marchisio, specialista in fisiatria, che ci ha aiutato a comprendere meglio l’impiego dell’acido ialuronico. Concentrando la nostra attenzione principalmente sulle infiltrazioni alla spalla e al ginocchio, l’ospite di questo appuntamento ci ha introdotti all’argomento attraverso quelle che sono le generalità di questo dispositivo medico. Come già abbiamo scoperto nelle altre puntate, in medicina vengono utilizzati tre diversi tipi di acido ialuronico: a basso peso molecolare, a medio e ad alto peso molecolare. Dei tre, quello a medio peso molecolare ha un’azione più spiccata sull’infiammazione e sull’attività riparativa; quello ad alto peso molecolare ha invece un’azione più spiccata sul dolore e sull’attività lubrificante. Nel primo caso si parla di viscoinduzione, nel secondo caso di viscosupplementazione: metodologie cui si ricorre sulla base della condizione clinica del paziente e del suo stile di vita. Ad esempio, nel paziente che conduce una vita essenzialmente sedentaria, può risultare più indicato agire attraverso la viscoinduzione e perciò andare a curare l’infiammazione. Talvolta è possibile trovare un versamento articolare, ossia una produzione in eccesso del liquido sinoviale che riveste le cartilagini, per cui il paziente avverte generalmente dolore e limitazione articolare. E’ bene quindi andare ad aspirare questo liquido in eccesso attraverso la tecnica definita artrocentesi e, dopo un breve periodo di tempo, procedere con l’infiltrazione dell’acido ialuronico. La frequenza dell’infiltrazione è generalmente monosettimanale, anche se esistono acidi ialuronici mono-somministrazione, dove il volume dell’acido è raddoppiato ed è perciò sufficiente una sola dose. L’infiltrazione è una tecnica molto semplice, che può essere eseguita in ambulatorio. Si compone di una fase di preparazione, in cui l’area interessata viene disinfettata, e di una fase di iniezione. Il paziente può immediatamente muovere l’articolazione, per far distribuire maggiormente il liquido, ma in generale terminata la procedura può tornare alle proprie attività quotidiane. L’acido ialuronico viene utilizzato sia nel caso di manifestazioni artrosiche abbastanza gravi, ma anche in tutti i casi di meniscopatia, degenerazione o lesione meniscale. Lì dove è possibile che si manifestino delle piccole reazioni dolorose, più che ricorrere ad un presidio farmacologico o ortopedico, la fisiatra consiglia di restare a riposo e lenire l’infiammazione con del ghiaccio applicato a cicli di 10 minuti. Anche se, generalmente, è molto difficile che il paziente avverta fastidio. Anche le reazioni allergiche sono estremamente rare, proprio per il fatto che l’acido ialuronico è una sostanza già naturalmente presente nel nostro organismo e perciò viene ben tollerata. L’unica controindicazione riguarda uno stato infettivo locale o sistemico (es. febbre). A dare, probabilmente, un senso di fastidio potrebbe essere per lo più l’acido ialuronico mono-somministrazione, a causa del suo volume, che causerebbe una leggera sensazione di pienezza. Ma come cambia l’orizzonte del paziente che combina la fisioterapia con le infiltrazioni? La nostra specialista ci rassicura che è possibile associare l’educazione motoria, le terapie fisiche e la terapia infiltrativa. Non esiste una tempistica più corretta di un’altra, ma generalmente poiché l’acido ialuronico aiuta a lenire il dolore e far muovere meglio l’articolazione, allora il paziente reagisce meglio al progetto riabilitativo. Possono essere associate anche tutte le terapie fisiche, che portano ad un miglioramento della funzionalità articolare e, anche in questo caso, ad una diminuzione del dolore. Sono indubbi i nuovi vantaggi di questa nuova ma affermata metodica, sia nei confronti della spalla, che del ginocchio e dell’anca. Anche se, di fatto, l’acido ialuronico può essere utilizzato in tutte le articolazioni. Qui sopra, il video della puntata da recuperare. Nel frattempo, vi aspettiamo venerdì 14 con il prossimo appuntamento de #LaSalute. Come al solito su Rete7, canale 12 del digitale terrestre.

lunedì 3 maggio 2021

L'acido ialuronico e il suo utilizzo sui tendini

Ieri è andato in onda su Rete7 l’ultimo dei tre appuntamenti in programma con il dott. Italo Capparucci, medico ortopedico presso il dipartimento biomolecolare dell’Università di Urbino. In occasione di questa ottava puntata de #LaSalute si è parlato dell’acido ialuronico e del suo utilizzo sui tendini: tema in fase di sperimentazione che, pur rappresentando un metodo terapeutico di recente introduzione, ha già prodotto risultati empirici apprezzabili. Le caratteristiche e le tipologie della molecola endogena dalle ben note virtù idratanti, lubrificanti ed antiurto sono state ampiamente illustrate nel corso dei precedenti incontri in argomento. Così come se ne è sottolineata la straordinaria versatilità, grazie alla quale la sostanza viene trasversalmente impiegata in molti campi della biomedica. Quanto, infine, più nello specifico, alle tecniche infiltrative ormai collaudate, sia che si adotti il meccanismo della viscoinduzione sia che il trattamento avvenga mediante viscosupplementazione, si è già ribadito che l’efficacia è pacificamente dimostrata. L’insulto però non sempre riguarda le articolazioni, ma può interessare invece le inserzioni tendinee: che ruolo gioca l’acido ialuronico in tale genere di patologie? Come può accorrere in aiuto del ripristino dello status quo ante? Il fulcro della trasmissione è stato proprio incentrato su questi aspetti, allo studio del dipartimento biomolecolare guidato dal dott. Capparucci. Dall’osservazione del tendine “malato” (che reagisce all’offesa con un’aumentata produzione fisiologica di acido ialuronico a fini riparativi) si è imitato il processo naturale attraverso l’ideazione e la messa a punto di un assemblato (costituito da un insieme di cinque acidi ialuronici di tipo simile a quelli impiegati in dermo-estetica). Il composto svolge, per bioinduzione, funzione ricondizionante e rielasticizzante ed è somministrato con un ciclo di tre infiltrazioni sotto controllo ecografico. Constatati i risultati del tutto soddisfacenti sui tendini, la nuova frontiera che si apre è quella dell’utilizzo sui muscoli, oggetto peraltro dell’ultimo lavoro di ricerca che sarà a breve pubblicato. Il prossimo appuntamento con #LaSalute è per questo venerdì h. 20.30 canale 12 del digitale terrestre: con la dott.ssa Patrizia Marchisio, medico fisiatra, per approfondire il tema delle tecniche infiltrative.

sabato 1 maggio 2021

LA LEGGE SUGLI OGM NON SI CAMBIA!

COMUNICATO STAMPA LA LEGGE SUGLI OGM NON SI CAMBIA! QUESTO IL MESSAGGIO INVIATO ALLA COMMISSIONE EUROPEA VAS SOLIDALE CON “EUROPEAN COORDINATION VIA CAMPESINA” (ECVC) Dichiarazione del Presidente di Verdi ambiente e Società Stefano Zuppello “La Commissione europea ha pubblicato uno studio sulle "nuove tecniche genomiche", in cui risulterebbe che la legislazione sugli OGM non è adatta al progresso scientifico e tecnologico delle nuove tecniche di modificazione genetica. La verità, come scrive European Coordination Via Campesina (ECVC), è un’altra: si vogliono favorire le lobby di chi vede l’agricoltura solo come business e si vuole coprire l’inattività della stessa Commissione sull’applicazione della legge vigente. Siamo tornati indietro di vent’anni: lo studio infatti giustifica la richiesta di cambiare la legge elencando gli stessi obiettivi di quelli che sono serviti all’epoca per promuovere gli OGM transgenici. NON E’ QUESTA LA STRADA PER AVERE MENO INQUINAMETO CON I PESTICIDI, AVERE MAGGIORI RACCOLTI, COMBATTERE I CAMBIAMENTI CLIMATICI. La strada è quella di applicare, in virtù del principio di precauzione, la normativa europea sugli OGM, come confermato dalla Corte di giustizia dell'Unione europea nella sentenza del 25 luglio 2018. Si deve garantire agli agricoltori il diritto di scegliere liberamente e di avere un accesso trasparente alle informazioni sulle colture che coltivano, e ai cittadini il diritto di sapere che tipo di prodotti finiscono nei loro piatti” Roma, 30 aprile 2021

venerdì 30 aprile 2021

DALLA GERMANIA ARRIVA UN MESSAGGIO CHIARO: IL FUTURO SI TUTELA ORA!

COMUNICATO STAMPA DALLA GERMANIA ARRIVA UN MESSAGGIO CHIARO: IL FUTURO SI TUTELA ORA! “È davvero storico – dichiara Stefano Zuppello, presidente di Verdi Ambiente e Società - quello che hanno stabilito i giudici tedeschi: la legge sulla protezione del clima varata dal governo tedesco non è sufficiente! I diritti fondamentali per il futuro dei giovani sono minacciati e la legge come è stata approvata mette a repentaglio la loro libertà perché le date fissate per il raggiungimento degli obiettivi sono troppo lontane nel futuro. È possibile ridurre l'aumento delle temperature medie globali, come stabilito nell'accordo di Parigi del 2015, con misure più urgenti e di breve termine. Questa sentenza è stata possibile grazie al ricorso presentato da giovani attivisti ambientalisti, sostenuti da Fridays for Future insieme a Greenpeace e altre associazioni. Tra loro c'è Sophie Backsen, una ragazza di 22 anni, studentessa di scienze agrarie. Importante è anche la risposta che il governo ha dato alla sentenza, promettendo una rapida attuazione delle modifiche alla legge. Il ministro delle finanze, Olaf Scholz, ha detto che inizierà a lavorare immediatamente con il ministero dell'ambiente per apportare le modifiche, che saranno poi sottoposte all'approvazione del governo. La strada è aperta, - conclude Zuppello - i diritti delle generazioni future vanno garantiti adesso con fatti concreti! Il Pianeta va salvato ora!” Roma, 29 aprile 2021

giovedì 29 aprile 2021

Mondo dello spettacolo: si rialzi il sipario.

Come far coincidere il bisogno di far riprendere le attività della cultura e dello spettacolo con la sicurezza per la propria salute? È ciò che si è chiesto il Comitato Torino Sanità in Azione nell'incontro on line dello scorso 28 aprile “Covid e mondo dello spettacolo, come uscirne?”. “ Abbiamo voluto coinvolgere gli operatori del settore sia per far luce sulle difficoltà che questa situazione ha provocato sia per riflettere sulle problematiche relative alle prossime aperture” ha dichiarato Giorgio Diaferia, referente Comitato Torino Sanità in Azione. Tanti i temi che sono stati portati sul tavolo dai relatori: le difficoltà dei teatri, dei cinema che stanno combattendo un'altra battaglia (quella contro lo streaming), dei musicisti che senza i club fanno fatica a trovare concerti. Le chiusure hanno indebolito fortemente il settore culturale. Secondo gli ultimi dati forniti dalla SIAE per cinema, teatri, concerti e attività culturali c'è stato un calo dell'80% sul fatturato. Ma le esigenze degli operatori del settore sono da bilanciare con la sicurezza per la salute dei cittadini. Ora sembra che il momento delle riaperture sia finalmente arrivato, ma non per tutti sarà una vera e propria ripartenza. Sono infatti poche le realtà che potranno usufruire dei palchi all'aperto e i costi per il mantenimento delle norme di sicurezza continuano ad essere elevati. Non tutti quindi riapriranno e a soffrire saranno soprattutto le piccole realtà e le attività che necessariamente devono svolgersi al chiuso. Ciò che darà una svolta definitiva (si spera!) alla possibilità di ritrovarsi spettatori davanti a un palco sarà la campagna vaccinale: prima si raggiungerà la famosa “immunità di gregge” e prima potremmo tornare alla normalità. Ma la strada è ancora lunga. Una categoria, quella dei lavoratori del mondo dello spettacolo che è stata fortemente penalizzata e che dpcm dopo dpcm si è sentita sempre più invisibile. “Il futuro è ancora incerto, ma speriamo che questi incontri possano far rendere conto alle istituzioni di quanto sia importante il ruolo della cultura per la società. Speriamo che da qui possano nascere delle sinergie tra le diverse realtà del mondo dello spettacolo. Delle sinergie che possono essere utili per trovare e condividere soluzioni” ha concluso Diaferia.

sabato 24 aprile 2021

#LaSalute, acido ialuronico e infiltrazioni articolari

Settima puntata della rubrica di approfondimento medico #LaSalute, condotta dal medico e giornalista Giorgio Diaferia. Anche questa volta è tornato a trovarci il professor Italo Capparucci, specialista in ortopedia presso l’università di Urbino, per presentarci le diverse tipologie di infiltrazioni articolari eco-guidate. Ma cosa s’intende per infiltrazione articolare? Si tratta di una tecnica, per l’appunto infiltrativa, che permette di distribuire in modo adeguato l’acido ialuronico all’interno delle articolazioni usurate. Le più diffuse riguardano il ginocchio, la spalla e infine l’anca. Sono queste articolazioni molto tolleranti, soprattutto nei confronti dell’acido ialuronico a basso peso molecolare, quindi particolarmente fluido e che si diffonde con estrema facilità. Il primo passo della procedura è sicuramente la rimozione del liquido sinoviale patologico, sintomo dell’usura. Successivamente, attraverso lo stesso ago, si procede con l’infiltrazione. Diverse e molteplici sono le tecniche esistenti. Nel caso del ginocchio, ad esempio, si può accedere all’articolazione da vari punti, uno dei quali è situato nella zona superiore alla rotula esterna. E proprio questo punto permette un’efficace artrocentesi, ossia la completa aspirazione del liquido patologico. Un’altra tecnica è quella dell’orientamento dell’ingresso dell’ago. In entrambi i casi il ginocchio va tenuto flesso a 90 gradi, ma una volta terminata l’infiltrazione è fondamentale stimolarlo al movimento, per favorire una migliore distribuzione dell’acido. Più semplice e veloce è, invece, ottenere buoni risultati su articolazioni che non sopportano il peso corporeo, come nel caso della spalla, perché meno stressante dal punto di vista biomeccanico. In questi casi, si può ricorrere all’utilizzo dell’acido ialuronico lineare, che svolge un effetto ri-elasticizzante e lubrificante dei legamenti interni. Ma la più nobile delle infiltrazioni è sicuramente quell’anca, spesso fonte di preoccupazione per chi vi si sottopone. E’ sicuramente fondamentale procedere innanzitutto con una valutazione ecografica, che permette di individuare la zona di sporgenza su cui lavorare. Per questa tipologia di intervento, inoltre, è adatto unicamente l’utilizzo dell’acido cross-linkato, composto dalla combinazione di legami incrociati tra più molecole di lineare. Per quanto riguarda gli aghi più indicati, essi devono contenere un numero non inferiore a 19-20 gocce. Ma perché queste tecniche sono così importanti per le nostre articolazioni? E’ infatti dimostrato che grazie ad un’infiltrazione efficiente, si può procrastinare l’impianto di una protesi articolare. Oggi, infatti, le nuove protesi – soprattutto quelle dell’anca e del ginocchio – durano in media 16 anni e 8 mesi. Di conseguenza, chi ricorre ad una protesi in un’età inferiore ai 70 anni, si ritrova successivamente a sottoporsi ad un nuovo intervento. Per di più, negli ultimi dieci anni c’è stata una crescita significativa dell’utilizzo di protesi anche in età più giovanile, talvolta anche per via dello sport agonistico, causa di un’usura anticipata delle articolazioni. Per questi motivi, è necessario cercare di ritardare il più possibile il ricorso alle protesi, pur garantendo una buona qualità della vita, così da ridurre sia i costi sia i rischi dell’intervento chirurgico. Anzi, recenti studi hanno dimostrato l’efficacia dell’acido ialuronico lineare anche nella protezione della lubricina, una proteina di superficie non riproducibile chimicamente e che svolge un’azione lubrificante della superficie cartilaginea. Per tutte queste informazioni e altre ancora, potete recuperare la puntata di venerdì 23 aprile. Nel frattempo, vi aspettiamo per il prossimo appuntamento sempre su Rete7, canale 12 del digitale terrestre.

sabato 17 aprile 2021

ACIDO IALURONICO E NUOVE FRONTIERE

È incominciato ieri il primo dei tre appuntamenti in programma con il dott. Italo Capparucci, medico specializzato in ortopedia presso il dipartimento biomolecolare dell’Università di Urbino. In occasione di questa sesta puntata de #LaSalute, in onda come sempre su Rete7, si è approfondito l’argomento dell’acido ialuronico da un punto di vista scientifico: cos’è, quali le caratteristiche e le tipologie, con che meccanismi funziona. Scoperto nel 1934 da due ricercatori della Columbia University di New York, venne battezzato “ialuronico” (dal greco, trasparente come il vetro) per sottolinearne appunto la caratteristica purezza. È una molecola endogena, naturalmente prodotta dal nostro organismo in quantità che si riduce con l’avanzare dell’età, ragion per cui la sua concentrazione nei tessuti connettivi diminuisce di pari passo con l’invecchiamento. Chimicamente parlando, è un glicosamminoglicano dall’elevato potere idratante, lubrificante, antiurto. Il suo serbatoio principale risiede nel corpo vitreo dell’occhio, ma è significativamente presente anche nelle articolazioni e nella pelle. Non c’è un solo acido ialuronico; ce ne sono diversi tipi che, in base all’impiego terapeutico (con specifico riguardo alle terapie infiltrative), si possono ricondurre a due categorie: i lineari ed i cross-linkati. I primi, costituiti da catene lineari non modificate, agiscono, fungendo da stimolo, con un meccanismo di viscoinduzione (si “legano” cioè ai recettori dell’acido ialuronico già esistente incentivandone la produzione di nuovo). I cross-linkati, invece, composti dalla combinazione di legami crociati tra più molecole di lineare, agiscono, grazie alle proprietà antiattrito, con un meccanismo di viscosupplementazione (volto al ripristino della viscoelasticità del liquido sinoviale). Ed è proprio sul terreno della ricerca e dello sviluppo dei derivati cross-link dell’acido ialuronico che si stanno aprendo nuove frontiere molto interessanti nella medicina rigenerativa. Le prospettive future in materia sono davvero incoraggianti. Il prossimo appuntamento con #LaSalute è per questo venerdì h. 20.15 canale 12 del digitale terrestre: ancora con il dott. Capparucci, si parlerà più nel dettaglio delle tecniche infiltrative.

sabato 10 aprile 2021

#LaSalute, elastocompressione nell'insufficienza venosa

Quinto appuntamento con la rubrica di approfondimento medico #LaSalute, condotta dal medico e giornalista Giorgio Diaferia. Il tema della giornata è l’insufficienza venosa – anche nota come “vene varicose” o “gambe pesanti” – e del suo possibile rimedio quale l’elastocompressione. Ne abbiamo parlato in compagnia del dottor Corrado Iozzelli, tecnico ortopedico presso Athena. Cosa s’intende per insufficienza venosa? Con questa definizione ci si riferisce innanzitutto al sistema venoso, che si occupa del trasporto del sangue dalla periferia al cuore, sfidando la forza di gravità. L’insufficienza venosa si verifica quando le valvole che compongono le nostre vene non funzionano più adeguatamente, e restano aperte favorendo il reflusso del sangue. A stabilire gli stadi di insufficienza venosa è la CEAP, una classificazione internazionale che va da C0 – dove non si evidenzia alcuna insufficienza – a C6, ad indicare un caso non trattato e la conseguente formazione di ulcere. Patologia molto diffusa in Occidente, ancor più nelle donne, è favorita da alcuni fattori come il fumo, una cattiva alimentazione, la sedentarietà, l’obesità e la gravidanza, che determina un aumento del sangue fino a 1/3 della quantità fisiologica, gravando così sulle vene. Il consiglio degli specialisti è quello di condurre una vita dinamica e movimentata, dedicandosi almeno una passeggiata al giorno per favorire il ritorno del sangue verso il cuore. Tuttavia, molti di noi non hanno un appoggio corretto sulla volta plantare, rischiando così di affaticare ulteriormente il cuore. In tale situazione, è consigliato l’utilizzo dei plantari definiti “flebologici”, che riducono anche il rischio di dolori alla schiena, alle ginocchia o alle anche. Ma il rimedio senz’altro migliore per l’insufficienza venosa è rappresentato dalle calze elastiche, divisibili in due macro-gruppi. Le calze preventive, che andrebbero indossate da chi conduce una vita sedentaria ed hanno un grado di compressione limitato, fino a 18mm di mercurio; e le calze terapeutiche-curative. Esiste anche una tipologia di calze che lasciano la punta del piede scoperta. Si tratta delle calze anti-trombo, usate nelle cure ospedaliere e che servono all’operatore sanitario per ispezionare lo stato di salute della gamba. Accanto a queste ci sono anche i gambaletti elastici, la cui apertura facilita l’atto di indossarle. Ma per chi avesse difficoltà, è possibile ricorrere a dei tutori elastici, applicabili con un sistema di velcri e che permettono di regolare la compressione in base a quella prescritta dallo specialista. Si tratta in tutti questi casi di dispositivi medici, che richiedono perciò una prescrizione. La replica di questa puntata andrà in onda domani alle ore 12:15. Nel frattempo, vi aspettiamo per il prossimo appuntamento venerdì 16 aprile, sempre su Rete7 – canale 12 del digitale terrestre.

sabato 3 aprile 2021

#LaSalute, acido ialuronico e condroprotezione

Quarto appuntamento ieri su Rete7 con #LaSalute, il programma di approfondimento scientifico che, in onda tutti i venerdì alle h. 20.15 (con replica la domenica alle h. 12.15), tratta di temi di attualità legati alla medicina ed al benessere. Padrone di casa il dott. Giorgio Diaferia, medico e giornalista. Ospite in studio il dott. Luca Savant, medico e specialista in fisiatria. Nel corso della puntata si è parlato di acido ialuronico e condroprotezione (protezione della cartilagine). Naturalmente presente nel nostro organismo, l’acido ialuronico è una molecola endogena molto versatile che, grazie alle sue caratteristiche peculiari, si presta a molteplici impieghi trasversali. Non solo in dermo-estetica, per cui è principalmente noto soprattutto al pubblico femminile. Con i suoi derivati, trova infatti diverse applicazioni in campo biomedico, in aree quali reumatologia, ortopedia, chirurgia e riparazione tessutale. Ci si è soffermati in particolare sul suo utilizzo in fisiatria, con specifico riferimento ai trattamenti mediante le infiltrazioni. Il potente effetto analgesico ed antinfiammatorio che questo componente fondamentale dei nostri tessuti connettivi dispiega rappresenta difatti un’efficace terapia, cui un numero di pazienti sempre maggiore si sta indirizzando (spesso a seguito dell’insuccesso dei protocolli farmacologici o strumentali) per curare patologie e disturbi di varia natura. Che il “problema” risieda nelle articolazioni o nei tessuti molli, che abbia carattere infiammatorio o degenerativo, le infiltrazioni sono un eccellente rimedio: rapido, a basso rischio, risolutivo. Premesso che ogni individuo costituisce un caso clinico a sé e che come tale va “trattato”, quali, appunto, le metodiche consigliate? Quando è più indicata la viscoinduzione? In quali ipotesi invece è raccomandabile la viscosupplementazione? A questi ed altri interrogativi si è cercato di fornire esaurienti risposte, corredate da esempi pratici per rendere meglio l’idea dell’argomento: la descrizione di una seduta-tipo, i benefici riscontrabili nel breve-medio-lungo termine, le tempistiche dei cicli di intervento riabilitativo. La categoria dei condroprotettori, peraltro, racchiude anche prodotti (farmaci o integratori alimentari) somministrabili per via orale ed è ovviamente molto “presente” nell’ambito della medicina dello sport.

domenica 28 marzo 2021

#LaSalute, lockdown e medicina territoriale

Continua l’appuntamento settimanale con la rubrica di approfondimento medico #LaSalute, condotta da Giorgio Diaferia, medico e giornalista. Ospite della terza puntata il dottor Guido Giustetto, presidente dell’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Torino. Si parla ancora di Covid, che ci costringe nuovamente al lockdown. Ma cos’è andato storto? A far precipitare la situazione è sicuramente la comparsa delle varianti, ed in particolare della variante inglese che attualmente conta l’80% dei contagi. A ciò va aggiunta la tendenza ad abbassare la guardia quando l’RT sembra essere in miglioramento. Data la mancanza di terapie adeguate, la soluzione migliore è ancora una volta l’isolamento, che permette di tracciare i contatti e dunque i casi di contagio. Ma su questo punto l’app Immuni, che avrebbe aiutato il tracciamento, non ha riscosso il successo previsto: scaricata da soli 7-8 milioni di italiani, è stata presto dimenticata. Infatti, alcuni studi dimostrano che passati tre giorni dalla notifica del contatto, ormai il lavoro di tracciamento e isolamento risulta inutile, data la grande diffusione avvenuta in quel lasso di tempo. E ancora, superati i 50 casi positivi su 100.000 abitanti, sembra impossibile ricostruire la rete di contatti. A fronte di un maggior numero di tamponi effettuati, sembrerebbe che la terapia non stia dando grandi risultati, visti i casi di mortalità che si continuano a registrare. Come spiega il dottor Giustetto, in ospedale vengono effettuate per lo più terapie di supporto dell’organismo e di protezione da eventuali fatti trombotici, così da permettere ai pazienti di superare meglio il virus. Anche gli anticorpi sono di difficile utilizzo, perché non è ancora chiaro quale sia la tipologia di paziente che possa trarne maggior giovamento. Sembra essere migliorata invece la terapia a domicilio, come nel caso della prescrizione di cortisone. Questo, che risulta efficace nel caso di problemi respiratori, se assunto precocemente rischia di ridurre la reazione difensiva utile. La vera novità in termini farmacologici è l’avvento delle vaccinazioni. Raggiungere l’immunità di gregge è infatti fondamentale per evitare una ri-contaminazione. Ma come procede la campagna vaccinale? E come potrebbe migliorare? In Piemonte abbiamo superato i 7 milioni di vaccinati tra prime e secondi dosi. Ma un punto essenziale è sicuramente l’informazione chiara e trasparente, sia per motivare le persone a vaccinarsi sia per spiegarne l’organizzazione. D’altra parte, è necessario potenziare la medicina del territorio. La Regione ha appena approvato una legge che prevede un supporto maggiore alle strutture della medicina di famiglia. Ora non resta che capire quali saranno gli strumenti attuativi della legge. Mancano ancora dispositivi di protezione come mascherine e gel igienizzanti. Ma a preoccupare è soprattutto la carenza di medici ed infermieri. L’auspicio è che i neo-specializzandi vengano subito impiegati nelle strutture ospedaliere, che necessitano di maggior personale.

martedì 23 marzo 2021

GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA, LA CELEBRIAMO CON ITALIANS

Ogni anno, il 22 marzo, si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dall’ONU nel 1992. L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione pubblica sulla crisi idrica globale e promuoverne un consumo più consapevole. In tal modo, entro il 2030 si riuscirebbe a raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) 6: acqua e servizi igienico-sanitari per tutti. Ma cosa si intende per “sviluppo sostenibile”? A parlarne, nella giornata di ieri, l’innovativo format crossmediale e televisivo Italians, ideato da Massimo Lucidi. Al webinar tenutosi alle ore 18 hanno preso parte importanti personalità legate al mondo ambientale, sanitario ed ecologico. Ricordiamo Grazia Francescato, già presidentessa del WWF e dei Verdi, la professoressa Irene Bertucci, il dottor Giorgio Diaferia, presidente dell’associazione ambientalista VAS – Verdi Ambiente & Società, Vincenzo Pepe, presidente di Fare Ambiente e infine Luca Bellotti, parlamentare della Commissione Agricoltura. Il tema di quest’anno è stato il legame tra acqua e cambiamenti climatici, un legame che la pandemia ha sicuramente portato sotto gli occhi di tutti. L’acqua infatti costituisce un diritto inalienabile, non solo per l’uomo ma per tutte le specie viventi. In altre parole, non dobbiamo considerarla una merce, ma “un dono meraviglioso che ci consente di vivere”. Per questo è in atto una petizione contro la quotazione in borsa dell’acqua. E’ perciò fondamentale adottare una visione olistica del mondo, che parta da una presa di responsabilità individuale e collettiva nei confronti della natura. La natura, infatti, è la nostra “casa comune”, e non è un caso che i termini economia ed ecologia presentino entrambi il suffisso eco-, dal greco oikos, “casa, ambiente”. Di questa casa comune, estremamente fragile, noi esseri umani dobbiamo prenderci cura. E possiamo farlo solo perseguendo uno sviluppo sostenibile, ossia uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Allora, oggi il termine “sostenibilità” implica prima di tutto una comunicazione trasparente sull’impatto ambientale, economico e sociale delle nostre attività, imprenditoriali e quotidiane. Una comunicazione che sia anche sensibilizzazione. Per questo, il professor Bellotti ha sottolineato l’importanza di inserire l’educazione ambientale come disciplina obbligatoria dell’insegnamento scolastico, perché la tutela dell’ambiente parte prima di tutto dai nostri comportamenti quotidiani. Ad esempio, il fabbisogno quotidiano di acqua ammonta a circa 40-50 litri per ogni individuo, eppure in Italia ne consumiamo circa 240 litri al giorno. Si pensi alla cattiva abitudine di lasciare il rubinetto aperto mentre ci laviamo i denti. O alle lunghe docce, che per ogni minuto consumano già 6-7 litri d’acqua. Un altro problema centrale è quello dell’inquinamento e della difficile purificazione dell’acqua: Pfas, idrocarburi, rifiuti chimici delle fabbriche, saponi e cosmetici sono solo alcuni dei principali inquinanti. O ancora, si pensi al settore agricolo, che solo in Italia usufruisce di più del 50% delle risorse idriche. Ne consegue che l’acqua, oltre ad essere una risorsa preziosissima e sempre più scarsa, sia anche fattore di criticità e tensioni. Nel mondo sono in atto più di 70 idroconflitti, ossia tutte quelle tensioni legate all’accesso e alla gestione delle risorse idriche. Solo per citarne alcuni, a partire dal 2010 la Siria ha vissuto una grave crisi idrica costringendo la popolazione all’esodo, mentre Libano e Israele si sono a lungo scontrate per la gestione delle acqua del fiume Giordano. Nessuno sia lasciato indietro Come accennato all’inizio, la pandemia è strettamente legata all’acqua e ai servizi igienici. La pulizia delle mani è un importante strumento di difesa dal virus, ma più di 2 miliardi di persone non possono accedervi. Per questo è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica: solo l’impegno di tutti permetterà di raggiungere l’accesso universale all’acqua sicura e potabile e di superare le diseguaglianze. E ancora, è fondamentale finanziare progetti d’investimento come i servizi di fornitura idrica o di purificazione. Non a caso, una delle priorità del Recovery Fund è la conversione ecologica. Lo slogan “Nessuno sia lasciato indietro” coniato dall’ONU è dedicato proprio alle risorse idriche, a preservare la dignità di ogni essere umano e garantire l’accesso a questo fondamentale diritto umano.

domenica 21 marzo 2021

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE FORESTE? DOVREMMO SMETTERLA DI DISTRUGGERLE!

La giornata internazionale delle foreste è stata istituita il 21 marzo 2012, Ogni anno, vari eventi celebrano e sensibilizzano sull'importanza delle foreste, a beneficio delle generazioni attuali e future. Guido Pollice, Presidente Onorario dell’Associazione Verdi Ambiente e Società, ha dichiarato: ”Le aree naturali protette e i boschi sono fondamentali per conservare la biodiversità. Nelle foreste, c’è la presenza esclusiva e caratteristica di determinate specie sia vegetali che faunistiche. Penso che le Riserve, le Oasi e i Parchi Nazionali siano ciambelle di salvataggio di un’umanità ormai suicida. Suicida perché sta distruggendo le stesse basi della sua civiltà, per questo è indispensabile preservare queste aree con tutti i mezzi e con tutte le forze che ci possono essere. Nel 1992 ero presente a Rio de Janeiro, quando furono varati tre grandi obiettivi tra cui la conservazione della diversità biologica. Era necessario salvaguardare questi brandelli di biodiversità ancora a disposizione dell’umanità, pensare alla vita che si conserva in questi meravigliosi luoghi. Oggi, per noi di Vas, preservare significa salvare i boschi e soprattutto gli alberi monumentali del nostro paese”. Stefano Zuppello, Presidente di VAS, ha dichiarato: ”Oggi, 21 marzo, con l’inizio della Primavera, è stata istituita la giornata internazionale delle foreste. Una giornata che dovrebbe farci riflettere sulla enorme importanza che gli alberi hanno per il nostro Pianeta. Biodiversità, clima, la vita stessa dipendono da questi polmoni verdi. Quindi la loro distruzione per motivi economici, come sta avvenendo in Amazzonia, o per gli incendi, spesso divampati per incuria o mancata prevenzione, come accaduto in Australia o negli Stati Uniti, è da considerarsi un vero delitto contro l’umanità. Le proteste che si levano soprattutto dai giovani contro queste distruzioni devono essere ascoltate. Per quanto riguarda l’Italia ci auguriamo che nella annunciata transizione ecologica trovi spazio la salvaguardia e la valorizzazione dello stupendo patrimonio arboreo che possiede il nostro Paese”. Roma, 21 marzo 2021

sabato 20 marzo 2021

#La Salute: le varianti del Covid

Continua su Rete7 ogni venerdì sera alle 20.30, con replica la domenica in orario di pranzo, la rubrica di approfondimento medico #LaSalute condotta dal dott. Diaferia, medico e giornalista. Ospite della seconda puntata il prof. Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive all’università di Torino, già intervenuto nella puntata precedente dedicata all’ “Incubo covid”. L’argomento di cui si è parlato è quello delle “Varianti del covid” ad oggi note: brasiliana, sudafricana e soprattutto inglese. Dati statistici alla mano, pare essere proprio quest’ultima la più diffusa in Italia (così come nel resto d’Europa) perché ad altissimo tasso di contagiosità. In alcune regioni, tra le quali il “nostro” Piemonte, essa è particolarmente “concentrata” tanto da superare, in termini di casistiche individuate, il virus originale: secondo le ultime stime, ben tre casi su quattro sono infatti riconducibili alla variante inglese. Sembra insomma che l’invasione della pandemia, nonostante gli sforzi per contenerla, non dia tregua. Siamo nel pieno della terza ondata. Al nemico principale e (tristemente) più conosciuto covid-19 si aggiungono ora, come se non bastasse, le temute mutazioni, subdole e fortemente endemiche nonché, per alcuni aspetti, anche più aggressive. È possibile riconoscerle tempestivamente mediante la classificazione dei sintomi? Come distinguerle da una banale influenza di stagione o dalla “matrice” coronavirus stessa? Quale il loro decorso clinico tipico? Raccomandazioni particolari sulle precauzioni da adottare? Questi alcuni interrogativi cui si è cercato di dare una risposta nel corso dell’interessante incontro. Il focus si è poi inevitabilmente spostato sulla situazione vaccini, partendo da una panoramica generale per poi approdare ad una riflessione a livello locale. In vigenza dell’autonomia regionale sul piano delle vaccinazioni, come si sta organizzando il Piemonte? Dopo gli ultraottantenni, adesso la platea si allarga ai pazienti che per le patologie riscontrate, a giudizio del medico curante, necessitino di una chiamata prioritaria; con l’obiettivo di estendere il tutto, con rapidità, ad un sempre maggior numero di soggetti. Quanto alle strutture preposte allo scopo, attualmente le sedi vaccinali sono troppo poche per sostenere i ritmi prefissati (nonostante la zoppia delle forniture). Allo studio la fattibilità di vaccinare sui luoghi di lavoro (la cd vaccinazione in fabbrica) e l’ipotesi di coinvolgere maggiormente negli ospedali il personale sanitario; ma anche le cliniche private e soprattutto i medici di base (opportunamente “supportati”) sono risorse preziosissime da attivare nel più breve tempo possibile. L’imperativo è di fare fronte comune contro l’avanzata della pandemia, guardando al “modello” Israele: tutti e subito. L’appello è di vaccinarsi.

lunedì 15 marzo 2021

Non sprechiamo i Vaccini avanzati

Il Presidente Giorgio Diaferia, si rivolge all'Assessore Regionale alla Sanità Icardi, perchè provveda subito a pianificare come comportarsi, da parte dei centri vaccinali, in caso di dosi di vaccino non somministrate e quindi avanzate. Tramite algoritmo, per ordine alfabetico, per territorio in qualche modo non possiamo permetterci che le dosi di vaccino antiCovid vadano sprecate. Ma ancor di più dobbiamo subito togliere dal grave imbarazzo i medici di famiglia che si vedono da giorni assaliti dai loro pazienti che ancora non sono stati vaccinati pur rientrando nelle categorie previste al momento. E' necessario, puntualizza Diaferia, che aumentino i centri vaccinali e ci sia un regolamento chiaro sul come comportarci, dopo l'annuncio del generale Figliolo che i vaccini avanzati devono essere recuperati ed inoculati! Altro punto nodale è la piattaforma piemontevaccina.it, per la prenotazione a vaccinarsi per i cittadini di età compresa tra i 70 ed i 79 anni- Non tutti sono in grado di farlo e sarebbe opportuno provvedessero o i medici di famiglia come per gli over 80 o direttamente i centri vaccinali che dovrebbero essere distribuiti almeno 1 per ogni Circoscrizione di Torino.

domenica 14 marzo 2021

Torna #La Salute, la trasmissione televisiva di EcoGraffi

Venerdì 12 marzo è andata in onda la prima puntata di #La Salute, la trasmissione televisiva curata dalla redazione di EcoGraffi. Per l’occasione, il direttore Giorgio Diaferia ha ospitato in studio il professor Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive all’Amedeo di Savoia di Torino. Incubo Covid: è questo il titolo della prima puntata, tutta incentrata sulla pandemia che fatichiamo a contenere. Si tratta, infatti, di un virus particolarmente contagioso, soprattutto se teniamo conto che il 50% dei contagi è asintomatico e dunque difficilmente rintracciabile. Ma se in Italia la situazione è in peggioramento, in altre parti del mondo la pandemia sembra essere sotto controllo. Al momento si cerca di capire se questa disparità sia dovuta ai comportamenti delle persone, alla posizione geografica di quella determinata area, alla densità di popolazione o all’inquinamento. Successivamente, l’ospite si è concentrato sul quadro terapeutico previsto per i malati Covid, sulla loro possibile sintomatologia e sull’importanza degli anticorpi. Secondo alcuni studi, infatti, l’immunità spontanea da infezione naturale risulterebbe, nei primi 6 mesi, più protettiva del vaccino stesso. #La Salute va in onda tutti i venerdì alle ore 20.15 su Rete7, canale 12 del digitale terrestre.

mercoledì 3 marzo 2021

Senza dimora ai tempi della pandemia

La pandemia ha senz'altro contribuito all'aumento delle persone senza fissa dimora, che a Torino sono circa 2.000. Per questo la redazione di EcoGraffi, diretta dal professor Giorgio Diaferia, ha realizzato un'inchiesta sulla criticità che ogni giorno queste persone sono costrette ad affrontare. Basti pensare alla difficoltà di accedere ai tamponi o alla vaccinazione, in quanto privi di un medico di base. O allo sgombero di inizio febbraio. O ancora, alla minore capienza dei dormitori pubblici, come stabilito dalle normative anti-Covid. A occuparsi di queste e altre criticità, un piccolo universo di associazioni che operano a livello cittadino e regionale: tra loro Avvocato di Strada e CAUS – Centro di Arti Umoristiche e Satiriche. Già a dicembre 2020 l’associazione Caus ha realizzato un reportage virtuale in collaborazione con il quotidiano La Stampa, puntando l’attenzione sugli oggetti cari ai clochard. Avvocato di Strada offre invece assistenza legale alle persone senza fissa dimora, sia presso i vari dormitori della città sia presso la sede dell’associazione Bartolomeo & C. Sullo sgombero si è espresso il direttore diocesano della Caritas di Torino Pierluigi Dovis, che ha sottolineato l’importanza di creare unità di strada e soluzioni permanenti per la loro collazione, così che non diventino motivo di scontro.

mercoledì 24 febbraio 2021

Parco della Salute, una grande occasione per il territorio piemontese

Ricerca, innovazione e imprenditorialità. Sono questi i poli attorno ai quali ruota il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione (PSRI) che sorgerà nell’area ex Avio-Oval della città metropolitana di Torino. Non solo un nuovo e grande parco della Salute, ma anche un’opportunità di rigenerazione urbana. La pandemia ha infatti imposto alle istituzioni di ripensare soluzioni strategiche con cui affrontare le nuove sfide del XXI secolo, in direzione di progetti integrati e multidisciplinari che sfruttino al meglio le diverse potenzialità del territorio: sanità, ricerca, turismo, innovazione tecnologica, impresa, didattica e informazione. E’ questo il tema del convegno tenutosi martedì 22 febbraio e organizzato dall’Associazione Osservatorio 21. L’obiettivo del gruppo di lavoro è quello di arricchire e stimolare lo sviluppo progettuale del Parco accelerandone al contempo la realizzazione, coinvolgere la comunità scientifica, professionale e sociale ed informare i cittadini sullo stato di avanzamento del progetto. Moderato dalla senatrice Magda Zanoni e introdotto dal presidente dell’Osservatorio 21 Giuseppe Iorio, il convegno ha riunito attorno ad una tavola virtuale Giorgio Gatti, Ermanno Marocco e Giorgio Donna dell’Associazione, l’esperta di sanità Silviana Appiano, Ezio Ghigo, direttore del Dipartimento di Medicina Generale e Specialistica della Città della Salute di Torino, Tullia Todros, professoressa ordinaria di Ginecologia e Ostetricia, Carlo Alberto Barbieri, presidente dell’Istituto Nazionale Urbanistica Piemonte e Roberta Castellana del gruppo Focus sulle Infrastrutture OAT. A seguire, sono intervenuti il Rettore dell’Università degli Studi di Torino Stefano Geuna, il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco, il presidente del Gruppo Giovani Unione Industriale Alberto Lazzaro e il presidente di Torino Viva Giorgio Diaferia. Nel documento redatto, emerge l’importanza di intendere il PSRI come il baricentro di un servizio sanitario capillare e diffuso, capace di coniugare la cura ospedaliera a quella territoriale e domiciliare per persone non autosufficienti. Perché ciò avvenga, è importante ripensare le logiche di funzionamento del settore, ad oggi indirizzate più alla conversazione delle vecchie strutture che all’innovazione. Per questo è fondamentale creare una vera e propria “alleanza di saperi”, come l’ha definita Silvana Appiano, funzionale a fermare l’immobilismo di Torino e tracciare una via per il rilancio della città, creando al contempo nuove opportunità per i giovani talenti.
Il progetto prevede la realizzazione, in un’area territoriale pari a 313.725 mq, di quattro poli funzionali: il Polo della sanità, il Polo della formazione clinica e della ricerca, il Polo della didattica e il Polo della residenzialità d’ambito, di cui una zona sarà dedicata agli ospiti in permanenza temporanea ed un’altra agli studenti del polo didattico e ad attività economiche e di servizio alle persone e alle imprese. Un’iniziativa di tale portata apre uno scenario interessante anche per il settore della mobilità, poiché offre la possibilità di ripensare completamente il sistema del trasporto pubblico, dei parcheggi di prossimità e della viabilità stradale. In questo modo, non solo si potrebbe riqualificare il quartiere periferico, ma anche rigenerare più in grande il tessuto urbano della città. Lo strumento che la Regione ha scelto per la realizzazione del Parco è quello di una cooperazione tra poteri pubblici e soggetti privati: Regione, Comune, Atenei e attori economici e sociali. Per garantire l’efficacia di questo partenariato è fondamentale il ruolo della comunicazione, che dovrà essere progettata a partire dalla realizzazione di un Dipartimento in grado di governare il flusso di dati, elaborarli e redigere atti informativi destinati alla cittadinanza nel suo complesso. Con queste premesse, i risultati attesi sono in primo luogo un rafforzamento della collaborazione fra le diverse componenti del settore sanitario piemontese e della prevenzione, la costituzione di una struttura adeguata alla sperimentazione e la creazione di posti di lavoro e nuove occasioni di sviluppo economico.

domenica 14 febbraio 2021

Fermiamo il Covid non la nostra vita di Giorgio Diaferia

E' 1 anno che in vari modi il Mondo combatte questa drammatica pandemia da Sarrs Covid19. I preallarmi venuti da Mers,Sars, Aviaria , la stessa Ebola non sono bastati con i loro morti a creare una cultura dell'emergenza legata a possibili pandemie. Uno scarso coinvolgimento del mondo veterinarrio nel riconoscere le zoonosi ed isolare gli animali portatori o le abitudini alimentari a rischio. Soprattutto poca voglia di ammettere la nostra disorganizzazione nei distretti di Igiene e Prevenzione, scarsi mezzi alla Protezione Civile, inadeguatezza dei posti letto di isolamento dotati di alcuni letti di rianimazione.Sedi inadeguate per i ricoveri e le vaccinazioni con il blocco quasi completo delle attività ordinarie. Una rete di medici di base sommersa di carte, note,codici ed ogni burocrazia incomprensibile senza la possibilità di poter parlare ed avere chiare ed a volte semplici informazioni da parte di operatori preparati . Assenza completa del teleconsulto tra base e ospedale, Tutto questo genera panico,disorganizzazione, sprechi di tempo e denaro e fa mancare quelle scelte fondamentali , come ad esempio un vasto approvvigionamento di DPI realmente utili , verificati e distribuiti in massa.La ricerca farmaceutica e generale deve essere aiutata per trovare nuove terapie (Anticorpi monoclonali, ad esempio) , a sintetizzare vaccini più efficaci ed in grado di bloccare tutte le varianti del virus che si presentino. Trovare anche sistemi di disinfezione e contenimento.Per fare questo ci vuole organizzazione, un serio metodo di lavoro e soldi.Nuovi e subdoli pericoli da virus, batteri multi resistenti e miceti sono in arrivo e di nuovo ci faremo trovare impreparati. Viaggiamo per colpa del Covid verso le 100.000 vittime un record drammatico che denuncia la nostra disorganizzazione!Se si è in guerra si impiega l'esrecito ovvero la sanità militare( se ancora esiste) in collaborazione con quella privata e civile.

Nerio Nesi è deceduto oggi all'età di 98 anni

E' con vivo dolore che apprendo della scomparsa dell'amico ed ex assistito ( sono stato il suo medico di famiglia per oltre 10 anni,...