Torino e la sua Area Metropolitana.Una città Europea, in salute, sicura, facile da vivere, che sappia offrire opportunità di lavoro a tutt@Una città della cultura, ecologica, pensata anche per i tempi degli anziani e delle persone in difficoltà.Città della ricerca, dello sport,con trasporti pubblici finalmente efficienti, servizi sanitari efficaci.Che valorizzi le periferie,laboratorio dell'innovazione green, capitale del cibo di qualità e sicuro e delle energie rinnovabili.
lunedì 28 marzo 2011
E' ora che il Sole dell'Ecologismo splenda anche in Italia
ALLEANZA ECOLOGICA ASSEMBLEA NAZIONALE Roma – 9 aprile 2011 – ore 10
“Ambientalisti del Buongoverno”
Un caldo invito a partecipare a tutti i simpatizzanti di Torino Viva per portare le nostre ragioni del buon governo, dell'ecologismo nel fare politica. Non è più possibile che l'Ecologismo governi e si affermi in paesi occidentali Europei e da noi sia poco più di un 0 virgola. Dobbiamo battere la supponenza e l'arroganza di chi crede sia praticato da gruppi di estremisti, snob, fricchettoni e alternativi.
Parteciperà all’Assemblea il Presidente di Alleanza per l’Italia, Sen. Francesco Rutelli
Hotel Massimo D’Azeglio
Salone Risorgimento
Via Cavour, 18
00184 – Roma
Per ogni informazione rivolgersi a:
Marella Narmucci
Cell. 338 4220168
Sede Nazionale di Alleanza per l’Italia 06 91712000
Siete pregati di confermare la vostra presenza rispondendo alla seguente mail:
info@alleanzaecologica.com
domenica 27 marzo 2011
Meltdown elettorale per Merkel, Verdi volano Fonte Ansa.it
BERLINO - La Cdu della cancelliera tedesca Angela Merkel ha perso uno dei suoi Land più importanti, il Baden-Wuerttemberg (Sud), dove governava da circa 60 anni, e la sua alleata nella coalizione federale - la Fdp - è uscita dal Parlamento della Renania-Palatinato (sudovest): spinti dalla protesta contro l'energia nucleare, i Verdi si sono aggiudicati le elezioni odierne in entrambe le regioni - dove formeranno alleanze con la Spd - e per la leader conservatrice il futuro diventa molto più incerto e difficile. La Merkel, secondo alcuni osservatori, non può che prendersela con sé stessa per questa debacle, in gran parte legata alla sua controversa politica sul nucleare, ma anche alle recenti decisioni sulla Libia. Da una parte, c'é l'astensione della coalizione al voto del Consiglio di sicurezza Onu sull'intervento militare contro il dittatore Muammar Gheddafi; dall'altra, c'é la clamorosa rapida marcia indietro sull'energia atomica. Entrambe le decisioni, secondo l'opposizione, sono state prese per moti di "convenienza elettorale". E' stata proprio la protesta contro il nucleare a contribuire di più al successo dei Verdi, oltre ogni aspettativa.
Il partito guidato da Claudia Roth e Cem Oezdemir è volato al volato al 25% nel Baden-Wuerttemberg, più del doppio rispetto all'11,7% del 2006, ed è passato dal 4,6% al 15,4% nella Renania-Palatinato (secondo i primi exit poll). Risultato: nel Baden- Wuerttemberg, uno dei due Land tedeschi che conta sei voti nella Camera alta dei rappresenti regnali (il Bundesrat), i conservatori della Merkel escono dal governo dopo 59 anni: per la Cdu, che dal 2006 è potere con la Fdp, si tratta di una sconfitta storica. Insieme alla Fdp, ha ottenuto solo il 44,1% contro il 54,9% del 2006. Allo stesso tempo, i Verdi possono formare una nuova coalizione con la Spd (che è scesa lievemente dal 25,2% del 2006 al 23,5%), avendo ottenuto insieme una maggioranza del 48,5%. In particolare, questo Land potrebbe vedere l'ascesa alla poltrona di governatore del primo esponente Verde regionale del paese, Winfried Kretschmann. Per molti esperti, le elezioni di oggi - soprattutto quella nel Baden- Wuerttemberg - sono state un referendum sulla leadership della Merkel. Non a caso, i risultati di questi voti regionali peseranno non poco sul futuro della coalizione a Berlino. A cominciare dalla posizione del leader della Fdp, il ministro degli Esteri e vice cancelliere Guido Westerwelle, che potrebbe essere spinto alle dimissioni. Un'eventualità, questa, che costringerebbe la Merkel a un umiliante rimpasto di governo dopo l'uscita forzata dell'ex ministro della Difesa, Karl-Theodor zu Guttenberg per lo scandalo della tesi di dottorato copiata. Oggi Westerwelle non si è pronunciato sul suo futuro politico, limitandosi a dare tutta la colpa al nucleare.
"E' stato un voto sul futuro del nucleare - ha commentato a caldo -. Abbiamo capito". E poi: "Per noi Liberali questa è una serata difficile. Abbiamo perso queste elezioni". Anche secondo il leader della Spd, Sigmar Gabriel, "oggi, è stata presa la decisione definitiva sulla fine dell'energia nucleare in Germania". Una conclusione, questa, che forse la Merkel ha tratto troppo tardi. Dopo mille incertezze ed esitazioni di fronte al disastro di Fukushima, infatti, la cancelliera ha auspicato solo questa settimana un'uscita dal nucleare il prima possibile. Ma la marcia indietro non è servita a salvare la Cdu dal baratro nel Baden-Wuerttemberg. Anzi, molti commentatori sono convinti che ha solo aumentato la crisi di credibilità della leader. Tanto che anche ieri centinaia di migliaia di tedeschi sono scesi in piazza per chiedere l'abbandono immediato di questa forma di energia.
sabato 26 marzo 2011
TUTTI I GIOVEDI E SABATO ALLE 22.30 su 4Rete TV (Ch. DgT 11) : ANTROPOS
La trasmissione a cura della Redazione di EcoGraffi (www.ecograffi.it) che parla di Ambiente, Salute e Società
In streaming su www.quartarete.tv
VOTA SI' AI REFERENDUM PER L’ACQUA BENE COMUNE!
SI' per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni, dei diritti, della democrazia. Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini hanno sottoscritto i referendum per togliere la gestione del servizio idrico dal mercato e i profitti dall’acqua.Lo hanno fatto attraverso una straordinaria esperienza di partecipazione dal basso, senza sponsorizzazioni politiche e grandi finanziatori, nel quasi totale silenzio dei principali mass-media.Grazie a queste donne e questi uomini, nella prossima primavera l’intero popolo italiano sarà chiamato a pronunciarsi su una grande battaglia di civiltà: decidere se l’acqua debba essere un bene comune, un diritto umano universale e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa o una merce da mettere a disposizione del mercato e dei grandi capitali finanziari, anche stranieri.Noi che ci siamo impegnati nelle mobilitazioni del popolo dell’acqua, nelle battaglie per la riappropriazione sociale dei beni comuni e per la difesa dei diritti pensiamo che i referendum siano un’espressione sostanziale della democrazia attraverso la quale i cittadini esercitano la sovranità popolare su scelte essenziali della politica che riguardano l’esistenza collettiva.Per consentire la massima partecipazione, chiediamo che il voto referendario sia accorpato alle prossime elezioni amministrative e che prima della celebrazione dei referendum si imponga la moratoria ai processi di privatizzazione.Crediamo anche che il ricorso all’energia nucleare sia una una scelta sbagliata perché è una fonte rischiosa, costosa, non sicura e nei fatti alternativa al risparmio energetico e all'utilizzo delle fonti rinnovabili.Siamo convinti che una vittoria dei SI ai referendum della prossima primavera possa costituire una prima e fondamentale tappa, non solo per riconsegnare il bene comune acqua alla gestione partecipativa delle comunità locali, bensì per invertire la rotta e sconfiggere le politiche liberiste e le privatizzazioni dei beni comuni che negli ultimi trent’anni hanno prodotto solo l’impoverimento di larga parte delle popolazioni e dei territori e arricchito pochi gruppi finanziari con una drastica riduzione dei diritti conquistati, determinando la drammatica crisi economica, sociale, ecologica e di democrazia nella quale siamo tuttora immersi.Cambiare si può e possiamo farlo tutte e tutti assieme.Per questo chiamiamo tutte le donne e gli uomini di questo Paese a una grande manifestazione nazionale del popolo dell’acqua e dei movimenti per i beni comuni da tenersi a Roma sabato 26 marzo 2011.Una manifestazione aperta, allegra e plurale.
Per lanciare la vittoria dei SI ai referendum per l’acqua bene comune.
E per dire che un’altra Italia è possibile. Qui ed ora.
Perché solo la partecipazione è libertà.
mercoledì 23 marzo 2011
Greenpeace Dal nostro team a Fukushima: “Evacuare subito la popolazione” 28 marzo, 2011
La nostra squadra di radioprotezione è arrivata nella zona di Fukushima. Ieri nel villaggio di Iitate, a 40 km a Nord-Ovest della centrale - e a 20 km oltre la zona ufficiale di evacuazione - abbiamo trovato livelli di contaminazione tali che la popolazione, soprattutto donne incinte e bambini, deve essere evacuata subito.
A Iitate i nostri esperti hanno rilevato tra 7 e 10 micro Sievert per ora (µS/h). Questi valori si riferiscono alla sola radioattività esterna e non considerano il rischio aggiuntivo causato da inalazione e/o ingestione di particelle radioattive. Vivendo in quest’area, in soli cinque giorni viene superato il limite per la dose annua che è di 1000 µS/h.
Stare a Iitate non è sicuro. Le autorità giapponesi lo sanno ma non fanno niente per proteggere gli abitanti né per informarli dei rischi che corrono. Devono definire immediatamente zone di evacuazione intorno alla centrale di Fukushima in base ai valori di radioattività effettivamente presenti nell'area. Ancora duemila persone, inoltre, starebbero ancora nell'area di massima esclusione.
Gli effetti che la ricaduta radioattiva avrà sulla popolazione locale sono preoccupanti. Un nuovo studio commissionato da Greenpeace Germania al Dr. Helmut Hirsch, esperto di sicurezza nucleare, rivela che l'incidente alla centrale giapponese di Fukushima ha già rilasciato abbastanza radioattività da essere classificato di livello 7, secondo l’nternational Nuclear Event Scale (INES). 7 è il livello massimo di gravità per gli incidenti nucleari, raggiunto in precedenza solo a Cernobyl.Stando alle ultime notizie, il Primo Ministro giapponese sapeva del rischio di fusione del nocciolo dal primo giorno dell'incidente, ma ha autorizzato lo scarico di vapore dal reattore solo due giorni dopo, aumentando probabilmente i danni al combustibile nucleare e al sistema di raffreddamento.
Oltre a fare chiarezza sui reali rischi di questa crisi nucleare, la migliore mossa per il Giappone e per tutti i governi è smantellare subito le centrali nucleari e investire in efficienza e rinnovabili.
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martedì 22 marzo 2011
TRASFORMISMO POLITICO E COERENZA
Il Deputato Marco CALGARO, l’Assessore Marco BORGIONE e il Capogruppo al Comune di Torino Gavino OLMEO aderiscono all’UDC.
www.marcoaddonisio.it
In vista delle immninenti elezioni comunali, confermano il loro totale impegno per il progetto del NUOVO POLO PER L’ITALIA e il sostegno a favore del candidato sindaco di Torino Alberto MUSY.I tre amministratori torinesi, considerata la loro storia e la caratterizzazione che stanno assumendo i gruppi fondatori del Nuovo Polo, ritengono che l’UDC di Pierferdinando Casini sia la loro naturale collocazione politica. Infatti, già alle elezioni regionali del 2010, sia Olmeo che Borgione sono stati candidati nelle liste dell’Unione di Centro.Naturalmente confermano, anche per questi ultimi mesi di mandato, il loro pieno sostegno al Sindaco Sergio Chiamparino della cui maggioranza fanno parte fin dal 2001.Insieme a Calgaro, Borgione e Olmeo, annunciano la loro adesione all’UDC i Consiglieri di Circoscrizione: Vittorio Appiano, Marino Campobenedetto, Gaetano De Dato, Giuseppe Laino, Antonino Loddo, Vito Lotito e Aldo Moioli.
www.marcoaddonisio.it
In vista delle immninenti elezioni comunali, confermano il loro totale impegno per il progetto del NUOVO POLO PER L’ITALIA e il sostegno a favore del candidato sindaco di Torino Alberto MUSY.I tre amministratori torinesi, considerata la loro storia e la caratterizzazione che stanno assumendo i gruppi fondatori del Nuovo Polo, ritengono che l’UDC di Pierferdinando Casini sia la loro naturale collocazione politica. Infatti, già alle elezioni regionali del 2010, sia Olmeo che Borgione sono stati candidati nelle liste dell’Unione di Centro.Naturalmente confermano, anche per questi ultimi mesi di mandato, il loro pieno sostegno al Sindaco Sergio Chiamparino della cui maggioranza fanno parte fin dal 2001.Insieme a Calgaro, Borgione e Olmeo, annunciano la loro adesione all’UDC i Consiglieri di Circoscrizione: Vittorio Appiano, Marino Campobenedetto, Gaetano De Dato, Giuseppe Laino, Antonino Loddo, Vito Lotito e Aldo Moioli.
sabato 19 marzo 2011
Sul nucleare il Governo come Macbeth: vuole ingannare il mondo di Alfiero Grandi
Il Governo ha finalmente capito che stava andando contro vento. Mentre il mondo intero si stava interrogando e preoccupando e modificando gli orientamenti precedenti sul nucleare, i Ministri italiani dichiaravano con ridicola arroganza che l’Italia avrebbe continuato nella realizzazione del programma previsto, come se il disastro in Giappone non ci fosse stato. Eppure la tragedia del Giappone ha dimostrato che il terremoto e il maremoto sono avvenimenti eccezionali ma a questi imponderabili eventi naturali si è aggiunto l’utilizzo improvvido di una tecnologia pericolosa in sé come quella nucleare, che non è possibile mantenere in sicurezza di fronte ad avvenimenti di questa portata.Dalla Cina agli Stati Uniti, all’Europa oggi tutti si interrogano di fronte al precipitare della situazione in Giappone e i pesanti interrogativi sul nucleare sono emersi anche in settori che pure in precedenza erano decisamente schierati per il nucleare.Qualche ora dopo i toni e le parole dei Ministri italiani sono cambiati. Qualcuno deve essersi accorto che l’opinione pubblica era di avviso ben diverso. Perfino la tanto vituperata Europa, che il Ministro Maroni ha attaccato un giorno si e l’altro pure sull’immigrazione, è diventata nelle parole dei Ministri un punto di riferimento per le decisioni da prendere in Italia in materia di nucleare.Questo conferma non solo la forzatura che è stata compiuta facendo approvare la legge 99/2009 con il voto di fiducia, ma anche il modo quanto meno approssimativo con cui il Governo si è mosso per reintrodurre in Italia il nucleare, malgrado i referendum del 1987 avessero espresso un parere contrario con maggioranze fino all’80 %. Voto di fiducia per fare approvare la legge, Regioni relegate ad esprimere un parere che il Governo potrebbe ignoarare, Comuni e cittadini praticamente senza diritto di parola, centralizzazione delle scelte di localizzazione, militarizzazione dei siti scelti per costruire le centrali: sono i passaggi principali dell’avventura nucleare voluta dal Governo italiano.Le dichiarazioni improvvide e presuntuose di Veronesi e Testa sul nucleare che - a loro dire - sarebbe sicuro sono rimaste sepolte dal disastro nucleare del Giappone e dalle limpide contestazioni del premio Nobel Carlo Rubbia.
Ora il lavoro per vincere il referendum abrogativo sul nucleare e sugli altri quesiti come l’acqua bene pubblico deve proseguire senza tentennamenti, per portare a votare la maggioranza delle elettrici e degli elettori e per fare abrogare questa legge che vorrebbe portare il nostro paese in un’avventura assurda. Solo così potremo stare tranquilli.Non bisogna dimenticare quanto Shakespeare fa dire a Macbeth: andiamo ad ingannare il mondo. Questo è il vero atteggiamento del Governo. Non può più negare l’evidenza, tuttavia cerca di correre ai ripari e di difendere l’avventura nucleare affermando 2 assurdità. La prima è che il nucleare sarebbe economicamente conveniente e non è vero. Il Ministro Romani faccia bene i conti. Sa che in Finlandia solo per stoccare le scorie radioattive in un sito lo Stato sta spendendo almeno 3 miliardi di euro ? Per di più l’interramento delle scorie è una scelta che Usa e Francia, paesi nucleari di vecchia data, per ora non azzardano completare, infatti preferiscono tenere le scorie radioattive protette in superficie e studiare ancora prima di interrarle per 100.000 anni come dicono i finlandesi. Del resto la storia umana conosciuta è 5/6.000 anni.
Il Ministro Romani sa che una centrale Epr, modello proposto in Italia, costa 8 miliardi di euro e con questi costi, aggiungendo le scorie e lo smantellamento, l’energia elettrica prodotta costerà molto di più delle altre fonti energetiche tradizionali, perfino dell’eolico ? Inoltre dove sarebbe la promessa autonomia energetica dell’Italia ? Dovremmo importare tutto, dalle tecnologie nucleari sofisticate all’uranio, peraltro disponibile solo per alcuni decenni.
Costi a parte (è dimostrabile che il nucleare è una scelta non conveniente come dimostra il fatto che i privati non investono senza aiuti pubblici) la questione principale è la sicurezza. Non basta il giochetto di chiamare una centrale di terza generazione o anche di quarta per renderla sicura. Il nucleare è intrinsecamente una tecnologia non sicura. Non solo quando ci sono incidenti terribili come quelli del Giappone. Anche incidenti meno gravi colpiscono la vita e la salute delle persone. Inoltre sono stati rilevati seri problemi anche durante il normale funzionamento delle centrali. Durante il normale funzionamento ci sono emissioni di radiazioni su cui c’è una sorta di congiura del silenzio. Queste radiazioni fanno male e in Germania uno studio su incarico dello Stato ha dimostrato che le leucemie nei bambini entro 5 chilometri dalle centrali aumentano di 2,2 volte. Più si è distanti meglio è. Non a caso è stata decisa un’area di evacuazione in Giappone. Perché le radiazioni colpiscono in rapporto al quadrato della distanza. Quando qualcuno afferma che tanto le centrali nucleari sono a 200 chilometri dal confine italiano dimentica di dire che questa è una maggiore sicurezza per il nostro paese, insieme alle Alpi che in certe circostanze proteggono l’Italia almeno in parte.
In realtà il Governo, da buon gattopardo, cerca di non cambiare nulla e si limita ad affermare che rifletterà meglio sulla sicurezza. L’unica centrale nucleare sicura è quella non costruita e quindi o il Governo abroga in parlamento la legge 99/2009, oppure si deve andare al referendum, senza pasticci. Del resto il referendum - per fortuna - è un meccanismo automatico e finchè questa legge è in vigore vive non può essere fermato.Questa è una garanzia per le elettrici e gli elettori contro il tentativo di togliere loro il diritto di esprimersi e di bloccare definitivamente il nucleare, come il Governo ha già tentato di fare rifiutando l’abbinamento dei referendum con le elezioni amministrative.Niente trucchi: il Governo deve ritirare la legge, altrimenti si va ai referendum e si vota.
Il Giappone ci insegna quanto sia poco sicuro il Nucleare di Giorgio Diaferia
Possiamo pensare come la vogliamo, ma è certo che la produzione di energia da Nucleare non è sicura, espone il Mondo a dei rischi spaventosi, basti osservare quanto sta accadendo in questi giorni in Giappone. Morti, vittime tra i volontari che, come a Chernobyl, vengono immolati per tentare di evitare la Fusione delle barre miste di Uranio e Plutonio. Una popolazione che è stata esposta a radiazioni mille volte superiori alla norma e che avrà conseguenze certe sulla propria salute nei prossimi 15 anni. Il disastro di Hiroshima e Nagasaki, quello di Chernobyl non ci hanno insegnato nulla. E' vero stiamo parlando di un evento estremo, ma un evento che i cambiamenti climatici e naturali che stiamo osservando nell'ultimo decennio, rendono ormai di attualità. Terremoti, Tsunami, Tifoni ed Uragani devastanti,Siccità, Gelo. I costi poi per ricostruire, bene ed in sicurezza, per ricreare una vita sociale, enormi, quasi impossibili anche per paesi ad economia solida.Ed allora smettiamola, siamo "responsabili". Non seguiamo gli interessi di questo o quel gruppo finanziario o industriale e costruiamo e progettiamo sempre con una particolare attenzione alla sostenibilità, alla sicurezza ed all'ecologia matura e progressista.Se ancora non ci sta a cuore la salute delle persone, la difesa della natura e dell'ambiente, difendiamo almeno i nostri interessi economici. Basta un incidente come quello in Giappone per capire, che tutti i nostri tentativi di risparmio, di mascherare un problema, di far passare per sicuro ciò che non lo è affatto verranno sempre smascherati. Ora pensano di mettere un guscio di cemento sulle barre incandescenti con il rischio che la fusione avvenga comunque e si vadano ad inquinare con il Plutonio le falde d'acqua sottostante e il terreno. Una follia! Occorre fermarci ed anche il nostro Paese e la nostra Regione si devono opporre al ritorno al Nucleare, una fonte di approvvigionamento energetico costosissima e pericolosissima!
mercoledì 16 marzo 2011
Nucleare: SI vota di Monia Benini
L'immane tragedia giapponese ha rinvigorito il dibattito sul nucleare, anche in vista dell'appuntamento referendario del 12 giugno.
Partiamo proprio da qui, ovvero dalla scelta della data, distante e distinta dall'appuntamento delle amministrative di maggio. Predisporre un "elecion day" risparmiando un enorme quantità di denaro pubblico era evidentemente troppo per il paese dove prevale il "magna magna". Troppo soprattutto perché avrebbe certamente aumentato l'affluenza alle urne (dato l'elevato numero delle realtà interessate dalle elezioni amministrative), consentendo un più agevole raggiungimento del quorum. Questo avrebbe comportato uno sforzo enorme (economico, mediatico, ecc...) per il "partito" dei "nuclearisti", che ora invece potrà tranquillamente adottare il consueto sistema dell'invito ad andare al mare, anziché strutturare (anche con argomentazioni valide e credibili) la campagna per il "NO"; la trappola letale del quorum (sconosciuta ad esempio nella civilissima Svizzera) non lascia scampo: se il numero dei votanti non raggiunge il 50% +1, avranno vinto i nuclearisti.
Veniamo poi alla questione del quesito: trattandosi di un referendum abrogativo, gli Italiani saranno tenuti a votare SI per esprimere contrarietà al nucleare (lo stesso discorso vale anche per i quesiti sull'acqua pubblica, teniamolo ben presente!). In questa Italia allo sfracello, dove un referendum deliberativo senza quorum è fantascienza, i nuclearisti potranno giocare anche sul grave analfabetismo degli Italiani (in questo caso sì...davvero uniti), per i quali almeno i concetti del "no" e del "sì" dovrebbero essere chiari: no, se non voglio il nucleare, sì se lo voglio. Peccato che il referendum capovolga questa logica, partendo dalla domanda: "Volete voi che sia abrogato...". Abrogato e quindi cancellato. Se non voglio il nucleare devo mettere la crocetta sul SI: chiedo che sia cancellato il decreto con il quale nel giugno del 2008 il Governo ha deciso che il precedente referendum dell'87 era scaduto e che il nostro Stivale, avendo "fame" di energia, deve sfamarsi con le centrali nucleari.
Questo approccio bulimico verso l'atomo è ben evidente dall'affanno con il quale il "partito dei nuclearisti" sta scatenando le proprie avanguardie a sostegno del ritorno del nucleare in Italia, nel confezionamento dell'opinione pubblica attraverso i media. Se secondo il famoso neurologo Oliver Sacks il cervello umano "lavora" il 13 % in più se fissiamo una parete bianca rispetto a quando guardiamo la televisione, figuriamoci qual è il risultato dei vari interventi della Prestigiacomo, piuttosto che di Chicco Testa, Veronesi, Zichichi, ecc... sparati a ritmo incalzante da quella scatola alchemica chiamata televisione o dalla "mitica" rete con il forum! Il massimo risultato con il minimo sforzo: la mente degli Italiani plasmata e la conduzione del popolo bue nella direzione voluta dai nuclearisti.Ma chi è che può avere tanto interesse per la costruzione delle centrali nucleari? Al di là delle balle sulla sovranità energetica, sul ridotto impatto ambientale e in generale sui costi, cosa si nasconde dietro questo business?
Un utile disvelamento lo forniscono Zabot e Monguzzi nel libro Illusione nucleare, ed.Melampo: "In prima fila per finanziare gli impianti nucleari ci sono le grandi banche come la Banca mondiale che (...) nel 2007 si è dichiarata favorevole a finanziare la costruzione di un impianto nucleare in Egitto. C'è poi la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo - EBRD - che ha recentemente approvato un finanziamento per costruire due reattori in Ucraina, dopo che, al tempo della separazione della Cecoslovacchia, si era rifiutata di finanziare il completamento dei due reattori slovacchi, poi finanziati da Intesa San Paolo e realizzati dall'ENEL. Anche la BEI, Banca europea per gli investimenti (...), controllata direttamente dai Ministri delle Finanze dell'Unione Europea, sta considerando l'apertura di una linea di credito per la costruzione di centrali nucleari."
Per non parlare del gruppo Rothschild, già consulente finanziario di AREVA e EDF, il cui Managing Director in Italia è lo stesso Chicco Testa.
Pensiamo poi a quanto sono lievitati i costi per il TAV e per le grandi opere rispetto agli stessi lavori in altri paesi europei (come ben illustra Marco Cedolin nel suo libro Grandi opere, Arianna editrice), al livello di corruzione, ai pizzi, alle tangenti e alle "consorterie" varie...e capiremo in quanti sono pronti a tuffarsi nel piatto ricco della costruzione delle centrali atomiche!
E via! A cuor leggero: non importa se il problema delle scorie permane irrisolto. Le attuali "scappatoie" non fanno altro che scaricare in eredità alle future generazioni rischi e problematiche relative alle scorie. Pensiamo alle "non" soluzioni delle cave di sale, ora in fase di allagamento (vedi Germania), del ventre delle montagne incapace di accogliere tutti i rifiuti radioattivi (vedi Yucca Mountain negli USA), del ricovero dentro al cemento (che ha un ciclo di vita risibile rispetto al longevità delle radiazioni emanate dalle scorie) o della vetrificazione. A proposito, dove "collocheranno" le scorie radioattive vetrificate di ritorno dalla Francia o dall'Inghilterra? Useranno forse il sistema di smaltimento progettato a Ispra, il DODOS (acronimo di Deep Ocean Data Operating), rilevato dall'ingegner Comerio (proprio quello nella cui casa di Pavia fu ritrovato il certificato di morte di Ilaria Alpi)? Infileranno forse 44 cannisters (cont enitori di acciaio e carbonio pieni ciascuno di 6 kg di scorie radioattive) dentro a dei siluri da 25 metri, per poi farli conficcare negli abissi marini?
A questi nuclearisti non importa che la scienza ufficiale dimostri che non vi è una soluzione definitiva al problema delle scorie: per loro business is business e se ne fregano di figli, nipoti, e di chi ha da venire...L'importante è il loro status sociale e il massimo profitto. Ora.Ai nuclearisti all'italiana non importa nemmeno che subito dopo la tragedia giapponese, Svizzera e Germania abbiano rivisto i loro piani relativamente al nucleare: "...è inimmaginabile tornare indietro su un percorso già attivato" ha detto oggi il ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani.Non potendo fare affidamento su chi ci governa, torniamo a rivolgere ancora una volta un accorato appello al Presidente della Repubblica affinché lui (o almeno uno dei 2181 dipendenti del Quirinale) riceva finalmente le quasi 60.000 firme di
cittadini italiani che hanno espresso la loro netta contrarietà al nucleare, chiedendo l'impiego delle fonti rinnovabili per la produzione di energia (raccolte in tempi "non sospetti" fra il 25 settembre 2008 e l'8 novembre 2009). E' dal 28 ottobre 2009 che attendiamo di essere ricevuti per dare voce a quelle decine di migliaia di persone, ma a quanto pare in questo paese la sovranità popolare appare ormai come un refuso in un vecchio e inapplicato (da tutto il centro-destra-sinistra) libro chiamato Costituzione. Niente di più. A meno che...
A meno che questi referendum non siano un punto di arrivo, bensì un punto di partenza per dare consapevolezza ai cittadini che la sovranità gli appartiene. Quindi, anche se ad essere del tutto onesti non ci piace l'ambiguità di alcuni partiti che ora sostengono le nostre posizioni, ma che al momento del voto nel parlamento europeo (novembre 2009) hanno votato a favore del nucleare, noi di PBC faremo campagna e inviteremo a votare SI il 12 giugno per cancellare il nucleare (e anche per l'acqua pubblica!).
Partiamo proprio da qui, ovvero dalla scelta della data, distante e distinta dall'appuntamento delle amministrative di maggio. Predisporre un "elecion day" risparmiando un enorme quantità di denaro pubblico era evidentemente troppo per il paese dove prevale il "magna magna". Troppo soprattutto perché avrebbe certamente aumentato l'affluenza alle urne (dato l'elevato numero delle realtà interessate dalle elezioni amministrative), consentendo un più agevole raggiungimento del quorum. Questo avrebbe comportato uno sforzo enorme (economico, mediatico, ecc...) per il "partito" dei "nuclearisti", che ora invece potrà tranquillamente adottare il consueto sistema dell'invito ad andare al mare, anziché strutturare (anche con argomentazioni valide e credibili) la campagna per il "NO"; la trappola letale del quorum (sconosciuta ad esempio nella civilissima Svizzera) non lascia scampo: se il numero dei votanti non raggiunge il 50% +1, avranno vinto i nuclearisti.
Veniamo poi alla questione del quesito: trattandosi di un referendum abrogativo, gli Italiani saranno tenuti a votare SI per esprimere contrarietà al nucleare (lo stesso discorso vale anche per i quesiti sull'acqua pubblica, teniamolo ben presente!). In questa Italia allo sfracello, dove un referendum deliberativo senza quorum è fantascienza, i nuclearisti potranno giocare anche sul grave analfabetismo degli Italiani (in questo caso sì...davvero uniti), per i quali almeno i concetti del "no" e del "sì" dovrebbero essere chiari: no, se non voglio il nucleare, sì se lo voglio. Peccato che il referendum capovolga questa logica, partendo dalla domanda: "Volete voi che sia abrogato...". Abrogato e quindi cancellato. Se non voglio il nucleare devo mettere la crocetta sul SI: chiedo che sia cancellato il decreto con il quale nel giugno del 2008 il Governo ha deciso che il precedente referendum dell'87 era scaduto e che il nostro Stivale, avendo "fame" di energia, deve sfamarsi con le centrali nucleari.
Questo approccio bulimico verso l'atomo è ben evidente dall'affanno con il quale il "partito dei nuclearisti" sta scatenando le proprie avanguardie a sostegno del ritorno del nucleare in Italia, nel confezionamento dell'opinione pubblica attraverso i media. Se secondo il famoso neurologo Oliver Sacks il cervello umano "lavora" il 13 % in più se fissiamo una parete bianca rispetto a quando guardiamo la televisione, figuriamoci qual è il risultato dei vari interventi della Prestigiacomo, piuttosto che di Chicco Testa, Veronesi, Zichichi, ecc... sparati a ritmo incalzante da quella scatola alchemica chiamata televisione o dalla "mitica" rete con il forum! Il massimo risultato con il minimo sforzo: la mente degli Italiani plasmata e la conduzione del popolo bue nella direzione voluta dai nuclearisti.Ma chi è che può avere tanto interesse per la costruzione delle centrali nucleari? Al di là delle balle sulla sovranità energetica, sul ridotto impatto ambientale e in generale sui costi, cosa si nasconde dietro questo business?
Un utile disvelamento lo forniscono Zabot e Monguzzi nel libro Illusione nucleare, ed.Melampo: "In prima fila per finanziare gli impianti nucleari ci sono le grandi banche come la Banca mondiale che (...) nel 2007 si è dichiarata favorevole a finanziare la costruzione di un impianto nucleare in Egitto. C'è poi la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo - EBRD - che ha recentemente approvato un finanziamento per costruire due reattori in Ucraina, dopo che, al tempo della separazione della Cecoslovacchia, si era rifiutata di finanziare il completamento dei due reattori slovacchi, poi finanziati da Intesa San Paolo e realizzati dall'ENEL. Anche la BEI, Banca europea per gli investimenti (...), controllata direttamente dai Ministri delle Finanze dell'Unione Europea, sta considerando l'apertura di una linea di credito per la costruzione di centrali nucleari."
Per non parlare del gruppo Rothschild, già consulente finanziario di AREVA e EDF, il cui Managing Director in Italia è lo stesso Chicco Testa.
Pensiamo poi a quanto sono lievitati i costi per il TAV e per le grandi opere rispetto agli stessi lavori in altri paesi europei (come ben illustra Marco Cedolin nel suo libro Grandi opere, Arianna editrice), al livello di corruzione, ai pizzi, alle tangenti e alle "consorterie" varie...e capiremo in quanti sono pronti a tuffarsi nel piatto ricco della costruzione delle centrali atomiche!
E via! A cuor leggero: non importa se il problema delle scorie permane irrisolto. Le attuali "scappatoie" non fanno altro che scaricare in eredità alle future generazioni rischi e problematiche relative alle scorie. Pensiamo alle "non" soluzioni delle cave di sale, ora in fase di allagamento (vedi Germania), del ventre delle montagne incapace di accogliere tutti i rifiuti radioattivi (vedi Yucca Mountain negli USA), del ricovero dentro al cemento (che ha un ciclo di vita risibile rispetto al longevità delle radiazioni emanate dalle scorie) o della vetrificazione. A proposito, dove "collocheranno" le scorie radioattive vetrificate di ritorno dalla Francia o dall'Inghilterra? Useranno forse il sistema di smaltimento progettato a Ispra, il DODOS (acronimo di Deep Ocean Data Operating), rilevato dall'ingegner Comerio (proprio quello nella cui casa di Pavia fu ritrovato il certificato di morte di Ilaria Alpi)? Infileranno forse 44 cannisters (cont enitori di acciaio e carbonio pieni ciascuno di 6 kg di scorie radioattive) dentro a dei siluri da 25 metri, per poi farli conficcare negli abissi marini?
A questi nuclearisti non importa che la scienza ufficiale dimostri che non vi è una soluzione definitiva al problema delle scorie: per loro business is business e se ne fregano di figli, nipoti, e di chi ha da venire...L'importante è il loro status sociale e il massimo profitto. Ora.Ai nuclearisti all'italiana non importa nemmeno che subito dopo la tragedia giapponese, Svizzera e Germania abbiano rivisto i loro piani relativamente al nucleare: "...è inimmaginabile tornare indietro su un percorso già attivato" ha detto oggi il ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani.Non potendo fare affidamento su chi ci governa, torniamo a rivolgere ancora una volta un accorato appello al Presidente della Repubblica affinché lui (o almeno uno dei 2181 dipendenti del Quirinale) riceva finalmente le quasi 60.000 firme di
cittadini italiani che hanno espresso la loro netta contrarietà al nucleare, chiedendo l'impiego delle fonti rinnovabili per la produzione di energia (raccolte in tempi "non sospetti" fra il 25 settembre 2008 e l'8 novembre 2009). E' dal 28 ottobre 2009 che attendiamo di essere ricevuti per dare voce a quelle decine di migliaia di persone, ma a quanto pare in questo paese la sovranità popolare appare ormai come un refuso in un vecchio e inapplicato (da tutto il centro-destra-sinistra) libro chiamato Costituzione. Niente di più. A meno che...
A meno che questi referendum non siano un punto di arrivo, bensì un punto di partenza per dare consapevolezza ai cittadini che la sovranità gli appartiene. Quindi, anche se ad essere del tutto onesti non ci piace l'ambiguità di alcuni partiti che ora sostengono le nostre posizioni, ma che al momento del voto nel parlamento europeo (novembre 2009) hanno votato a favore del nucleare, noi di PBC faremo campagna e inviteremo a votare SI il 12 giugno per cancellare il nucleare (e anche per l'acqua pubblica!).
martedì 15 marzo 2011
22 MARZO –Esperti ed amministratori locali del Piemonte si confrontano sulle centrali a Biomasse
Il Cordinamento NO Biomasse Piemonte organizza il 22 Marzo a Vinovo una serata per affrontare insieme ad esperti e amministratori locali i rischi per la salute e le possibili soluzioni legati alla realizzazione di Centrali a Biomasse
Vinovo, Marzo 2011 – Per bloccare la realizzazione indiscriminata di centrali a biomasse in Piemonte, il coordinamento No Biomassa organizza, il 22 Marzo ore 21 presso il Castello della Rovere a Vinovo, una serata dal titolo “Centrali a biomasse in Piemonte:problemi e proposte per una soluzione positiva” durante la quale medici, tecnici ed esperiti illustreranno alla autorità ed amministratori locali presenti i problemi legati a questi impianti e le possibili soluzioni in prospettiva della moratoria e della definizione delle linee guida regionali.
In questi ultimi anni si sono moltiplicati senza alcun criterio i progetti di realizzazione di centrali-inceneritori a biomassa grazie alla redditività garantita dai finanziamenti pubblici e al vuoto legislativo. In Piemonte sono 270 le richieste di autorizzazione per centrali a biomasse. Il coordinamento dei comitati è riuscito a far approvare due distinte delibere in provincia (da parte di maggioranza ed opposizione) che chiedono al Consiglio Regionale di accogliere la richiesta di Moratoria per le centrali a biomasse in fase di autorizzazione o già autorizzate ma non ancora entrate in funzione.
Alla serata saranno presenti come relatori Prof.ssa Maria Grazia Maia, Direttivo Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, Professore Alessandro Arioli Agronomo Docente di Tecnologie delle biomasse -Università del Piemonte Orientale, Ing. Franco Niceti Esperto in Tecniche Ambientali e il Dott. Lelio Morricone Primario Ospedale S.Donato Milano.Tra le autorità invitate hanno confermato la loro presenza la Senatrice Patrizia Bugnano, il Vice Presidente Consiglio Regionale Riccardo Molinari, consiglieri regionali, i Consiglieri Provinciali firmatari delle mozioni e molti amministratori locali dei territori interessati
Per il portavoce del coordinamento No Biomasse: “Questa serata ha lo scopo di informare amministratori e politici sui rischi legati a questi impianti e, considerando la professionalità dei relatori e la presenza di tante autorità, ci auguriamo possa facilitare l’iter e l’approvazione della moratoria in Regione”.
Il coordinamento No Biomasse è formato da differenti comitati cittadini sorti in questi anni in diversi comuni del Piemonte.
lunedì 14 marzo 2011
Nucleare, quello che anche il Giappone ci ricorda di Alfiero Grandi
Terremoto e Tsunami in Giappone destano sgomento. Le reazioni non possono essere che di solidarietà e sostegno al popolo giapponese colpito da questa tragedia.
In questa tragedia c’è un evento che parla direttamente all’Italia: si tratta delle conseguenze degli incidenti nelle centrali nucleari. Ancora non sono chiare tutte le conseguenze, anche per le reticenze del Governo. E’ un fatto che gli incidenti si sono rivelati, ora dopo ora, sempre più gravi, fino all’evacuazione di decine di migliaia di persone e al rilascio di radioattività di cui per ora non conosciamo la gravità esatta.Il Governo italiano che ha fatto ricorso al voto di fiducia per reintrodurre il nucleare in Italia dovrebbe riflettere alla luce degli avvenimenti giapponesi.Il Governo italiano dovrebbe decidere di sospendere il progetto nucleare, o almeno di bloccarne l’attuazione fino all’effettuazione del prossimo referendum che punta a cancellare la legge 99/2009, aspettando il responso degli elettori.
Fino ad ora il Governo ha dimostrato di avere paura del referendum abrogativo e preferisce buttare dalla finestra 300 milioni di euro pur di evitare un successo dei referendum. Infatti basterebbe fare coincidere le elezioni amministrative con i referendum per risparmiare 300 milioni, ma il Governo sa che il nucleare è stato approvato dal parlamento solo imponendolo con il voto di fiducia e che la maggioranza dei cittadini è tutora contraria. La scelta nucleare del Governo è stata fatta su pressione della lobby affaristica italiana ed internazionale che punta sul grande affare nucleare, in spregio all'esito dei referendum del 1987, che con percentuali fino all'80% si pronunciarono per l’uscita dal nucleare.C'è anzitutto una questione democratica. Può un parlamento come questo, per di più ricattato dal voto di fiducia, capovolgere il voto dei cittadini ? A questo punto la scadenza dei prossimi referendum abrogativi deve essere utilizzata per bloccare la folle scelta del Governo di tornare alle centrali nucleari in Italia e di dissipare un bene pubblico come l’acqua. C'è un'evidente sinergia tra il referendum per garantire che l'acqua resti bene pubblico e quello per bloccare la scelta nucleare.Arrivare al quorum nei referendum è la difficoltà maggiore da superare, per questo il Governo ha scelto di fatto il boicottaggio del voto. Partecipare al voto e contribuire a realizzare il quorum è un buon antidoto contro la disaffezione elettorale che da 2 decenni sta colpendo il nostro paese.Perchè il nucleare va bloccato ? Anzitutto per ragioni di costo. L'Enel ha cercato di dimostrare che il nucleare conviene, ma per farlo ha raccontato balle sui veri costi di costruzione delle nuove centrali. Nel 2009 Enel sosteneva che una nuova centrale Epr sarebbe costata 3 miliardi di euro. Di fronte all'esplosione dei costi dei prototipi finlandese e francese ha dovuto alzare a 4 miliardi. In realtà il costo reale è ormai 8 miliardi di euro a centrale. Con questi costi non esiste la possibilità di produrre energia elettrica a prezzi inferiori alle fonti attuali, anzi saranno maggiori.Non è vero neppure che l'Italia sarebbe energeticamente più autonoma, perchè dovremmo importare quasi tutto, certamente le tecnologie più sofisticate e il combustibile. Inoltre il combustibile nucleare è disponibile per alcuni decenni, esattamente come il petrolio e gli altri combustibili fossili. Come hanno detto 200 imprenditori, prima firma Pasquale Pistorio, investire oltre 30 miliardi nel nucleare per le prime 4 centrali vorrebbe dire bloccare di fatto gli investimenti nel risparmio energetico e nelle rinnovabili. L’Italia non ha le risorse per fare tutto. Lo conferma Enel che ha venduto parte delle sue energie rinnovabili per diminuire il suo debito e poi gettarsi nella costosissima avventura nucleare.Le centrali nucleari sono enormi concentrazioni di investimenti e quindi di affari, con tutte le preoccupazioni conseguenti. Mentre il risparmio energetico e le energie rinnovabili si spandono su migliaia di investimenti e di operatori diffusi.Il nucleare è pericoloso. Lo smaltimento delle scorie radioattive non è stato risolto in alcun paese al mondo, a cui vanno aggiunte le scorie rappresentate dalle centrali dismesse e dei siti in cui sono costruite. Ci sono scorie che rilascieranno radiazioni per decine di migliaia di anni, alcune tipologie per centinaia di migliaia. Costruendo le centrali condanneremmo le future generazioni a convivere con i pericoli e le conseguenze di queste scelte per tempi maggiori di quelli della storia umana conosciuta.Questo è il peggior regalo che le attuali generazioni possono fare a quelle che verranno.Dopo Three miles Island e Chernobyl ora c’è il grave incidente in Giappone. Per non parlare di tanti altri incidenti, per fortuna meno gravi, le cui notizie vengono nascoste. Ad esempio in Francia 19 incidenti nei primi 2 mesi dell'anno.
I pericoli non sono rappresentati solo dagli incidenti. Le centrali rilasciano radiazioni anche durante il loro funzionamento normale, come hanno dimostrato diverse indagini. L'ultima ricerca è stata svolta in Germania e ha rilevato, nelle aree più vicine alle centrali nucleari, un aumento delle leucemie di 2.2 volte nei bambini.Approfittando della crisi libica e dell'aumento dei prezzi del petrolio i nuclearisti sono tornati all'attacco, omettendo di dire che le centrali nucleari non sono la soluzione perchè anche il più ottimista tra i nuclearisti ammette che prima del 2020 non entreranno in funzione. Fino al 2020 che facciamo ?In realtà la soluzione dei problemi energetici sono risparmio energetico e fonti rinnovabili perchè non dipendono da vicende internazionali, perchè possono essere introdotte in tempi brevi, con investimenti più limitati e con risultati occupazionali 15/20 volte maggiori del nucleare. Il Governo come è noto sta facendo il contrario, rischia di compromettere lo sviluppo delle rinnovabili per favorire l’avventura nucleare. Solo puntando su risparmio energetico e rinnovabili potremmo essere pronti per gli appuntamenti del 20/20/20 concordati con l'Europa.Se il Governo, come è probabile, ignorerà ogni principio di precauzione occorre intensificare la mobilitazione per arrivare al quorum e vincere il referendum sul nucleare, otre che sull’acqua bene pubblico.
domenica 13 marzo 2011
UN DRAPPO GIALLO CONTRO IL NUCLEARE !!
Il GOVERNO vuole modificare la legge sulle energie rinnovabili; a forte rischio il FOTOVOLTAICO e gli incentivi ad esso collegati. Protestiamo per questa decisione, protestiamo perché il futuro non sia il NUCLEARE, protestiamo con qualsiasi mezzo.
Se sei solidale appendi un drappo GIALLO fuori dal balcone... e invita altri a farlo...
www.assoeco.it info@assoeco.it
venerdì 11 marzo 2011
Sisma in Giappone: i morti potrebbero essere oltre un migliaio. Sale il livello delle radiazioni a Fukishima da www.tiscali.it
Oltre a causare centinaia di morti e uno tsunami con onde alte fino a dieci metri, il terremoto di magnitudo 8,9 che stamattina ha colpito il Giappone sta creando apprensione per gli effetti sulle centrali nucleari del paese. L'agenzia atomica internazionale dell'Onu, Aiea, ha annunciato che le quattro centrali nucleari giapponesi più vicine all'epicentro sono state bloccate con successo e si stanno ora raccogliendo informazioni su quali Paesi e strutture nucleari possano essere a rischio per lo tsunami scatenato dal sisma. Ma il governo giapponese ha dichiarato lo stato di emergenza per la centrale nucleare di Onagawa nella prefettura di Miyagi e ha fatto anche sapere che il processo di raffreddamento di uno dei reattori non sta procedendo come previsto. Intanto un allerta tsunami è stato decretato in tutto l'Oceano tranne che per Stati Uniti e Canada continentali. In particolare è in vigore in Russia, Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia, Figi, Messico, Guatemala, El Salvador, Costa Rica, Nicaragua, Panama, Honduras, Cile, Ecuador, Colombia e Perù. Il ministro degli Esteri giapponese, Takeaki Matsumoto, ha dato annunciato che il paese accetterà aiuti internazionali: l'Italia ha già risposto all'appello, insieme con Germania, Francia, Gran Bretagna e Cina.
domenica 6 marzo 2011
NUCLEARE: I MEDICI PER L'AMBIENTE CONTRO VERONESI "DA LUI GRAVI OMISSIONI". OGGI LA LORO DENUNCIA SU TERRA
“La sicumera con cui sul nucleare il professor Veronesi si lascia
andare ad affermazioni prive di supporto scientifico lascia allibiti”.
L'associazione nazionale dei medici per l'Ambiente Isde Italia replica
così a quanto affermato dall'oncologo Umberto Veronesi su La Stampa il
3 marzo scorso. “Basterebbe leggere i più autorevoli giornali
internazionali – scrivono oggi in edicola sul quotidiano ecologista
Terra Ernesto Burgio, cordinatore del Comitato scientifico Isde, e
Angelo Baracca, dell'Università di Firenze - per sapere che la
strombazzata rinascita nucleare non esiste, a causa dei costi fuori
controllo, dei problemi, delle incognite, dei ritardi nei tempi di
costruzione; che gli Usa hanno in costruzione un solo reattore (un
secondo è stato cancellato), mentre in Europa gli unici due in
costruzione (in Finlandia e in Francia) procedono tra mille intoppi,
che hanno già causato un raddoppio dei costi e dei tempi”.
“Ma l’aspetto più disarmante – denunciano Burgio e Baracca - è la
leggerezza con cui Veronesi considera gli effetti biologico-sanitari
della radioattività. Un incidente nucleare grave è in grado di
contaminare un intero emisfero: eppure Veronesi “liquida” con poche
battute persino la catastrofe di Chernobyl. Dimenticando che
scienziati e ricercatori di chiara fama, che hanno dedicato la loro
vita a documentare gli effetti di una nube radioattiva che ha colpito
non solo URSS, Ucraina e Bielorussia, ma l’Europa intera, parlano di
un milione di vittime! Come può un oncologo accettare di dirigere
un’Agenzia per la Sicurezza del Nucleare ignorando o trascurando
questi studi?”.
Roma, 5 marzo 2011
Terra, quotidiano ecologista-via del Porto Fluviale 9a, Roma
0645470700, 3474850508, info@terranews.it
VERSO IL REFERENDUM ACQUA -NUCLEARE di Alfiero Grandi
Il Governo teme i referendum e preferisce buttare dalla finestra 300 milioni di euro pur di evitare un successo dei referendum. Infatti basterebbe fare coincidere le elezioni amministartive con i referendum per risparmiare 300 milioni, ma il Governo sa che il nucleare è stato approvato dal parlamento solo imponendolo con il voto di fiducia e che la maggioranza dei cittadini è invece contraria. La scelta nucleare è imposta dal Governo su pressione della lobby affaristica italiana ed internazionale che punta sul grande affare nucleare in spregio all'esito dei referendum del 1987, che con percentuali dell'80% si pronunciarono contro il nucleare. Anche per il referendum che vuole garantire che l’acqua resti un bene pubblico il vero problema è raggiungere il quorum perché la maggioranza dei cittadini è d’accordo.
C'è anzitutto una questione democratica. Può un parlamento come questo, per di più ricattato dal voto di fiducia, capovolgere il voto dei cittadini ? Poichè la destra ha deciso questo è inevitabile che anche il referendum sia utilizzato per cercare di bloccare la folle scelta della destra di tornare alle centrali nucleari in Italia e di dissipare un bene pubblico come l’acqua. Si può discutere se questo fosse il momento migliore per la scelta referendaria, ma ormai la scadenza è fissata e quindi occorre lavorare sia per arrivare al quorum che per vincere con la maggioranza dei SI per l’abrogazione delle leggi. C'è un'evidente sinergia tra il referendum per garantire che l'acqua resti bene pubblico e quello per bloccare la scelta nucleare.
Arrivare al quorum è la difficoltà maggiore da superare per i referendum e il Governo di fatto sceglie il boicottaggio del voto. Partecipare al voto e contribuire a realizzare il quorum è un buon antidoto contro la disaffezione elettorale che da 2 decenni sta colpendo il nostro paese.
Un approfondimento sul referendum per abrogare la legge 99/2009 che punta a reintrodurre il nucleare in Italia.
Perchè il nucleare va bloccato ? Anzitutto per ragioni di costo. L'Enel ha cercato di dimostrare che il nucleare conviene ma per farlo ha raccontato balle sui costi veri di costruzione delle nuove centrali. Nel 2009 Enel sosteneva che una nuova centrale Epr sarebbe costata 3 miliardi di euro. Di fronte all'esplosione dei costi dei prototipi finlandese e francese ha dovuto alzare il costo a 4 miliardi. In realtà il costo reale è ormai 8 miliardi di euro e con questi costi non esiste la possibilità di produrre energia elettrica con costi inferiori alle fonti attuali, anzi saranno addirittura maggiori. Non è vero neppure che l'Italia sarebbe più autonoma perchè dovremmo importare quasi tutto, certamente le tecnologie più sofisticate e il combustibile. Quindi non avremo maggiore autonomia e il combustibile nucleare è disponibile per un periodo limitato, come il petrolio e gli altri combustibili fossili. Come hanno detto 200 imprenditori, prima firma Pistorio, investire oltre 30 miliardi nel nucleare vorrebbe dire bloccare di fatto gli investimenti nel risparmio energetico e nelle rinnovabili. Non abbiamo le risorse per fare tutto e il suo contario.
Altrimenti perchè Enel avrebbe venduto parte delle sue energie rinnovabili se non appunto per gettarsi nella costosissima avventura nucleare ?
Inoltre le centrali sono concentrazioni enormi di investimenti e quindi di affari, con tutte le preoccupazioni conseguenti. Mentre un investimento diffuso, come nel caso delle energie rinnovabili, si spande su migliaia di investimenti diffusi e di operatori.Inoltre il nucleare è pericoloso. Ad esempio il problema delle scorie radioattive non è stato risolto in via definitva in alcun paese al mondo. Le enormi scorie delle centrali dismesse e dei siti in cui sono costruite è il peggior regalo che le attuali generazioni possono fare a quelle che verranno. Ci sono scorie che rilascieranno radiazioni per decine di migliaia di anni, alcune tipologie per centinaia di migliaia. Costruendo le centrali condanneremmo le future generazioni a convivere con i pericoli e le conseguenze di queste scelte per tempi maggiori di quelli della storia umana che conosciamo.Non si tratta solo degli incidenti. Nessuno si augura che ricapitino Three miles Island o Chernobyl ma è un fatto che le notizie di incidenti, per fortuna meno gravi, vengono nascoste. Ad esempio in Francia 19 incidenti nei primi 2 mesi dell'anno. Le centrali rilasciano radiazioni anche durante il funzionamento normale, come hanno dimostrato diverse indagini. L'ultima ricerca è stata svolta in Germania e ha rilevato, nelle aree più vicine alle centrali nucleari, un aumento delle leucemie nei bambini di 2,2 volte.
Approfittando della crisi libica e dell'aumento dei prezzi del petrolio i nuclearisti sono tornati all'attacco, dimenticando che le centrali nucleari non sono la soluzione perchè anche il più ottimista nuclearista ammette che prima del 2020 non saranno in funzione. Fino al 2020 che facciamo ? In realtà la soluzione sono risparmio energetico e energie da fonti rinnovabili perchè non dipendono da vicende internazionali, perchè possono essere introdotte da subito, in tempi brevi, con investimenti più limitati e con risultati occupazionali 15/20 volte maggiori del nucleare. Solo così potremmo essere pronti per gli appuntamenti concordati con l'Europa del 20/20/20 entro il 2020.
Alfiero Grandi
Presidente Comitato
SI alle energie rinnovabili NO al nucleare
sabato 5 marzo 2011
ALLEANZA ECOLOGICA ASSEMBLEA NAZIONALE Roma – 9 aprile 2011 – ore 10
“Ambientalisti del Buongoverno”
Parteciperà all’Assemblea il Presidente di Alleanza per l’Italia,
Sen. Francesco Rutelli
Hotel Massimo D’Azeglio Salone Risorgimento Via Cavour, 18
00184 – Roma
Per ogni informazione rivolgersi a:
Marella Narmucci
Cell. 338 4220168
Sede Nazionale di Alleanza per l’Italia 06 91712000
Siete pregati di confermare la vostra presenza rispondendo alla seguente mail:
info@alleanzaecologica.com
Comunali Torino, si presenta Musy, candidato Nuovo polo
Torino – Alberto Maria Musy è il candidato sindaco per la città di Torino del Nuovo polo (una coalizione tra Fli, Api e Udc) presentato oggi ufficialmente presso il circolo Caprera del capoluogo piemontese. Musy è un professore universitario di 44 anni, padre di quattro figlie, che si propone come alternativa ai due poli, la sinistra con il candidato Piero Fassino e la destra, con Michele Coppola. Il neo-candidato sindaco del Nuovo polo, dopo aver ringraziato la "politica" che ha fatto un passo indietro per lasciare più spazio alla società civile di farsi avanti, ha enunciato alcuni dei propositi per un nuovo progetto di città: abolizione della ztl, che considera "inutile e solo un metodo per fare multe"; la diminuzione delle sanzioni per gli automobilisti considerate "un sistema per ripianare i conti pubblici"; la realizzazione di un nuovo piano regolatore per arrestare la creazione di "continue varianti a spot". Il possibile modello di riferimento, ha detto Musy,la prima esperienza di Castellani ed Alleanza per Torino.Alla presentazione hanno partecipato i deputati Gianni Vernetti (Api), Deodoto Scanderebech (Udc), Teresio Delfino (Udc).Marco Calgaro (Api)
5 marzo 2011 | 15:01
martedì 1 marzo 2011
Circoscrizione 10 Torino Mirafiori Sud
Presidente
TROMBOTTO Maurizio - 011.4435009 (Segreteria)
circ10@comune.torino.it
Consiglio
Sede: Strada Comunale di Mirafiori, 7
Contatti: 011.4435025 (Funzionario Resp. Organi Istituzionali)
Orario: dal lunedì al giovedì dalle ore 9,30 alle ore 12,00 dalle ore14,00 alle ore 15,30 venerdì dalle ore 9,30 alle ore 12,00
BARROCU Giovanni giovanni.barrocu@comune.torino.it
CAMARDA Luciano (vice - presidente)
NUCERA Alessandro alessandro.nucera@comune.torino.it (capogruppo)
SCIASCIA Carmelo
TUMOLO Antonino antonino.tumolo@comune.torino.it
LA SINISTRA
CARPINELLI Antonella (capogruppo)
CERA Maurizio
CONTI Flavio
MOSSO Emanuele
ALLEANZA PER L'ITALIA
DE DATO Gaetano (capogruppo) gaetano.dedato@comune.torino.it
LAINO Giuseppe giuseppe.laino@comune.torino.it
LODDO Antonino
RIFONDAZIONE COMUNISTA
SPINELLI Salvatore (capogruppo)
ITALIA DEI VALORI
ALBANO Antonio (capogruppo)
MANCUSO Gerardo
GRUPPO MISTO DI MAGGIORANZA
BUFALO Antonino
POPOLO DELLA LIBERTA'
POPOLO DELLA LIBERTA'
INFELISE Luisa
LA NOTTE Nicola (capogruppo)
MINUTELLO Luigi
POPOLO DELLA LIBERTA'
ACQUAVIVA Alberto
RASTELLI Massimiliano (capogruppo) massimiliano.rastelli@comune.torino.it
VERI AMBIENTALISTI
PANZERA Cristina Ilaria (capogruppo) cristina.panzera@comune.torino.it
NO EURO
FRANCHI Stefania (capogruppo) stefania.franchi@comune.torino.it
GRUPPO MISTO DI MINORANZA MIRAFIORI
DEIANA Antonio (capogruppo)
Il Consiglio Circoscrizionale rappresenta le esigenze della popolazione della Circoscrizione nell'ambito dell'unità del Comune con funzioni di indirizzo, programmazione, promozione e gestione, concorrendo alla realizzazione degli obiettivi comuni; si compone di 25 membri eletti a suffragio diretto secondo le disposizioni di legge e dello Statuto della Città, che disciplinano l'elezione e la durata in carica del Consiglio stesso (attualmente 5 anni).
Le sedute del Consiglio sono pubbliche e le votazioni avvengono a scrutinio palese, salvi i casi previsti dalla legge e del Regolamento sull'organizzazione e sul funzionamento del Consiglio Comunale.
Il Consiglio della Circoscrizione 10 si riunisce presso il Centro Civico di Strada Comunale di Mirafiori n. 7 nella sala " R. Davico ".
TROMBOTTO Maurizio - 011.4435009 (Segreteria)
circ10@comune.torino.it
Consiglio
Sede: Strada Comunale di Mirafiori, 7
Contatti: 011.4435025 (Funzionario Resp. Organi Istituzionali)
Orario: dal lunedì al giovedì dalle ore 9,30 alle ore 12,00 dalle ore14,00 alle ore 15,30 venerdì dalle ore 9,30 alle ore 12,00
BARROCU Giovanni giovanni.barrocu@comune.torino.it
CAMARDA Luciano (vice - presidente)
NUCERA Alessandro alessandro.nucera@comune.torino.it (capogruppo)
SCIASCIA Carmelo
TUMOLO Antonino antonino.tumolo@comune.torino.it
LA SINISTRA
CARPINELLI Antonella (capogruppo)
CERA Maurizio
CONTI Flavio
MOSSO Emanuele
ALLEANZA PER L'ITALIA
DE DATO Gaetano (capogruppo) gaetano.dedato@comune.torino.it
LAINO Giuseppe giuseppe.laino@comune.torino.it
LODDO Antonino
RIFONDAZIONE COMUNISTA
SPINELLI Salvatore (capogruppo)
ITALIA DEI VALORI
ALBANO Antonio (capogruppo)
MANCUSO Gerardo
GRUPPO MISTO DI MAGGIORANZA
BUFALO Antonino
POPOLO DELLA LIBERTA'
POPOLO DELLA LIBERTA'
INFELISE Luisa
LA NOTTE Nicola (capogruppo)
MINUTELLO Luigi
POPOLO DELLA LIBERTA'
ACQUAVIVA Alberto
RASTELLI Massimiliano (capogruppo) massimiliano.rastelli@comune.torino.it
VERI AMBIENTALISTI
PANZERA Cristina Ilaria (capogruppo) cristina.panzera@comune.torino.it
NO EURO
FRANCHI Stefania (capogruppo) stefania.franchi@comune.torino.it
GRUPPO MISTO DI MINORANZA MIRAFIORI
DEIANA Antonio (capogruppo)
Il Consiglio Circoscrizionale rappresenta le esigenze della popolazione della Circoscrizione nell'ambito dell'unità del Comune con funzioni di indirizzo, programmazione, promozione e gestione, concorrendo alla realizzazione degli obiettivi comuni; si compone di 25 membri eletti a suffragio diretto secondo le disposizioni di legge e dello Statuto della Città, che disciplinano l'elezione e la durata in carica del Consiglio stesso (attualmente 5 anni).
Le sedute del Consiglio sono pubbliche e le votazioni avvengono a scrutinio palese, salvi i casi previsti dalla legge e del Regolamento sull'organizzazione e sul funzionamento del Consiglio Comunale.
Il Consiglio della Circoscrizione 10 si riunisce presso il Centro Civico di Strada Comunale di Mirafiori n. 7 nella sala " R. Davico ".
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