giovedì 13 dicembre 2012

BERLUSCONI DI NUOVO IN CAMPO DI ALFIERO GRANDI

Berlusconi è di nuovo in campo. Sembra un incubo, purtroppo è realtà. Occorre fare un discorso di verità, anche se può non essere gradito. Se la “mummia” ritorna, come ha titolato Liberation, malgrado il disastro che ha lasciato, qualche interrogativo bisogna pur porselo. Pensare di depotenziare Berlusconi, e il berlusconismo, solo con una fase politica come quella rappresentata dal Governo Monti si sta rivelando un’illusione. Prima o poi il problema doveva ripresentarsi, perché l’unico modo per averne ragione è battere politicamente il berlusconismo con il voto. Berlusconi non ha più nulla da perdere e ha ricondotto alla sudditanza i suoi seguaci riottosi. In verità non hanno combattuto più di tanto. Quelli che nel Pdl non hanno ancora piegato la testa sono davvero pochini. Risolvere il problema un anno fa con le elezioni sarebbe stato preferibile, perché l’Italia era in gravi difficoltà a causa del Governo Berlusconi e le sue responsabilità erano limpide ed evidenti. Oggi il “grande mentitore” cercherà di addebitare al Governo Monti anche responsabilità che sono solo sue, creando una cortina di confusione che come sappiamo è in grado di creare. Questo pericolo è reale, non tanto perché il Pdl possa prevalere alle prossime elezioni, quanto perché, come scrive D’Alimonte, può tentare di realizzare un risultato al Senato tale da tenere sotto ricatto la maggioranza parlamentare che il centrosinistra potrebbe conquistare alla Camera, e di conseguenza l’Italia e l’Europa. Questo scenario va evitato ad ogni costo. Per evitarlo occorre realizzare alcune condizioni. La prima è chiarire bene che l’alternativa politica a Berlusconi non è Monti, ma la candidatura del centrosinistra che ha vinto le primarie. Se così non fosse la disaffezione potrebbe crescere ulteriormente. Non è necessario essere fanatici delle primarie, su cui invece è legittimo mantenere riserve e dubbi, per riconoscere che la candidatura che esse hanno espresso è la più forte oggi in campo. Soprattutto è curioso che a sinistra malgrado una tradizione culturale che ha saputo guardare con attenzione alle iniziative di massa - per capirne la portata - resista un certo grado di sottovalutazione del peso e della forza della partecipazione di milioni di persone alle primarie. Se poi si considera che qualche difficoltà organizzativa c’è stata, la partecipazione è ancora più importante perché non è stata così fluida come avrebbe potuto essere. E’ utile ricordare che tra le ragioni del risultato, per certi versi sorprendente, dei referendum del giugno 2011 ci sono stati tra 3 e 4 milioni di militanti attivi, più o meno come alle primarie. La seconda è cercare di costruire uno schieramento sufficientemente ampio da non lasciare dubbi sul risultato delle prossime elezioni e quindi da far fallire l’azione dei “guastatori” berlusconiani. Il problema non è solo chiudere definitivamente la partita con la fin troppo lunga fase berlusconiana, che pure non è questione da poco, ma potere affrontare con la forza necessaria le sfide che il futuro Governo dovrà affrontare. Sembrano esserci atteggiamenti paralleli che finiscono con il convergere nel non creare il necessario allargamento dello schieramento, politico e sociale. Forse è utile chiarire che la convergenza può avere forme diverse, dalla partecipazione alla stessa alleanza o all’avvio di un confronto che permetta un confronto programmatico positivo e la soluzione del diritto di tribuna, quando è necessario. Un dialogo tra il Governo ed altre posizioni di sinistra può essere utile per il futuro. Il compito del Governo che verrà non sarà affatto semplice. Non potrà limitarsi a fare “i compiti a casa” dettati da altri, che è forse il limite più serio del Governo Monti, ma dovrà iniziare a rimuovere la camicia di forza che sta provocando nel nostro paese recessione e disoccupazione. Guai a sottovalutare la capacità di Berlusconi di imbrogliare le carte su questo punto. L’alternativa all’affermazione che il paese sta male di Berlusconi non è dire che invece sta bene, perché non è così. Se la situazione oggi è grave è anzitutto per sua responsabilità e lui non ha soluzioni credibili perché ha accettato tutti i diktat europei pur di galleggiare. L’idea di affrontare la campagna elettorale in difensiva, trincerandosi semplicemente dietro l’agenda Monti sarebbe un grave errore, perché non è un’alternativa al berlusconismo. Il centro sinistra deve affrontare prove dure e difficili ma in grado di fare uscire l’Italia da questa spirale negativa di austerità/recessione. Per realizzare questa proposte occorre uno schieramento di centrosinistra forte, largo e socialmente sostenuto, altrimenti diventerà una guerra di parole e sul terreno delle chiacchiere Berlusconi ha già dimostrato di essere un cacciaballe di vaglia. Le prossime elezioni possono scrivere la parola fine su questa infausta epoca oppure l’Italia potrebbe continuare nel lento scivolamento verso il fondo. Vale la pena di impegnarsi per chiudere questa epoca. Per questo non sarebbe male che il nucleo di centrosinistra che si è impegnato nelle primarie si rivolgesse apertamente alle soggettività politiche che fin qui hanno preferito restarne fuori e che nemmeno l’appeal di Vendola ha attratto al voto nelle primarie. La carta da cui partire per elaborare un programma di Governo chiaro c’è. Le regole di comportamento pure. All’epoca dell’Unione non c’erano. Qualche punto di programma più chiaro non guasterebbe, in particolare per far capire come si realizzerà la svolta in materia di sviluppo e di occupazione. In particolare chiarendo che dire sviluppo non vuol dire tornare al passato ma semmai mettere al centro ambiente, sostenibilità, messa in sicurezza del territorio, delle scuole, degli ospedali, ecc. Tutti obiettivi che creano occupazione, in particolare per i giovani. Le nuove aggregazioni, se vi saranno, si misureranno o no con l’esigenza di un’alternativa politica ? Qualcuno non vorrà impegnarsi, preferirà insistere in una splendida solitudine ? Se è così sbaglia, non è certo questa la fase per uno splendido isolamento. Soprattutto il centro sinistra delle primarie deve impegnarsi per tentare di rimuovere le scorie che ostruiscono i rapporti, che impediscono di costruire quello che sarebbe utile per il paese. Pensare di risolvere il problema coltivando alleanze con i centristi vuol dire soltanto rimettere in gioco la possibilità di insistere sulla ricandidatura di Monti quando è già in campo un’altra candidatura sostenuta da una notevole partecipazione. Questo è oggi il vero problema. Sull’altro versante ci sono differenze senza dubbio rilevanti ma le distanze non sono maggiori di quelle con chi pensa che l’austerità è tutto e sviluppo e occupazione prima o poi arriveranno come sua conseguenza o che mantiene atteggiamenti passatisti sui diritti civili. Occorre un Governo che agisca in Europa e in Italia per rimuovere ostacoli, vincoli e sia in grado di liberare energie positive. In altre parole c’è bisogno di un ritorno della politica. Se questo avverrà, ci sarà il tempo anche per esercitare un pungolo critico sulla futura maggioranza, senza mai dimenticare che il suo compito è portarci lontano da dove ci aveva gettato Berlusconi e da cui Monti non ci ha allontanato a sufficienza.

sabato 8 dicembre 2012

Torino Incontro Alleanza Ecologica e TorinoViva

Torino Incontro Alleanza Ecologica e TorinoViva

POLITICHE 2013 TORINO VIVA E ALLEANZA ECOLOGICA SI INCONTRANO A TORINO

Care amiche ed amici, il momento politico è di straordinaria importanza e gravità. E' possibile anzi quasi certo che il Governo Monti debba finire il suo mandato anzitempo per la posizione politica assunta da Berlusconi e dal PdL. Inoltre, come sapete si voterà molto probabilmente nel Lazio e probabilmente Lombardia e Molise ai primissimi di Febbraio 2013. Il 16 Dicembre a Roma si radunano i Verdi ed i Sindaci del Buon Governo, ci pare un'esperienza molto contrastata e troppo schiacciata a sinistra.Un importante segnale ci arriva dagli amici ed amiche di Alleanza Ecologica, che intendono presentare proprie Liste Autonome alle prossime regionali e, sulla base della legge elettorale che ci sarà ( quasi certo che resti il "Porcellum" forse con qualche modifica sul premio di maggioranza e sulla soglia di sbarramento)anche alle elezioni nazionali. Bersani dialoga apertamente con Casini e l'UDC, nonostante Vendola, la Lega si ritrova alleata, speriamo per un solo giorno con l'IDV per far cadere Monti. Insomma ce n'è abbastanza per trovarci e discutere sul da farsi, in vista delle prossime elezioni sia regionali che politiche, soprattutto, anche per avanzare eventuali nostre proposte di candidature. Vi invito pertanto a partecipare alla Riunione di Venerdì 14 Dicembre alle ore 18.30 (puntuali) presso la saletta del Circolo De Amicis di corso Casale 134. Dopo(verso le 20.30) per chi vorrà ,proseguiremo con una breve cena a 20€.

martedì 27 novembre 2012

SABATO 1 DICEMBRE ORE 10 WCROCETTAW

Nonostante lo sciopero dei mezzi pubblici ed una grigia e piovosa giornata, la mattinata è stata ricca di spunti ed ha contato su una discreta rappresentatività. Diversi commercianti della Crocetta, il Presidente dell'Associazione di Corso de Gasperi, consiglieri e futuri neo consiglieri della Circoscrizione 1, pubblico. Il Presidente Massimo Guerrini, ha presentato il quadro delle iniziative in programma segnalando i mille problemi di bilancio della Circoscrizione. Il Presidente di ToW Giorgio Diaferia, nel presentare le iniziative della associazione, da sola o in collaborazione con il tavolo delle associazioni ha anche sottolineato l'importanza del progetto "Naturalis" per raccontare storie di attività in città.Interventi dal pubblico ed una iniziativa da esportare ora in tutte le altre circoscrizioni cittadine.Nel mentre rappresentanti di ToW hanno seguito la manifestazione a favore della NON chiusura dell'Ospedale Valdese di Torino, di cui vi daremo presto notizia.

venerdì 23 novembre 2012

L'accordo separato di Alfiero Grandi

La firma di un’intesa separata senza la Cgil è un fatto grave. Capisco che ci sono le primarie in vista e l’attenzione è concentrata su questo, ma la reazione a questo atto è troppo flebile. Questa intesa separata il Governo Monti poteva evitarla. E’ ridicolo far credere che questa intesa, per di più separata, possa essere importante ai fini della trattativa in corso sul bilancio dell’Unione Europea. La sproporzione è evidente. Inoltre il Governo deve racimolare altri 250 milioni di euro che sono impegnati per sostenere l’intesa, ma che per ora non sono previsti nel testo della legge di stabilità approvata alla Camera. Si vedrà al Senato. Quindi la fretta di fare concludere l’intesa separata è incomprensibile, se non per ragioni di politica interna. Il dopo Monti, ecc. Purtroppo questa intesa è in continuità con le pessime abitudini degli accordi separati del Governo Berlusconi. Se il centro destra non fosse in coma avrebbe di che gioire. Anche l’ex Ministro Sacconi deve sentirsi fischiare le orecchie, visto che nell’intesa separata ci sono affermazioni che puntano a contratti aziendali o territoriali che superano i contratti nazionali e perfino le leggi vigenti. Dov’è la differenza tra Sacconi e Fornero ? Per fortuna per rendere attuabile l’intesa queste leggi debbono essere prima cambiate e difficilmente ci sarà il tempo di farlo prima delle prossime elezioni. Si vedrà chi si prenderà la responsabilità di farlo. A partire dai controlli video sui lavoratori vietati finora dallo statuto dei lavoratori. Cosa chiedeva la Cgil di così straordinario e che non poteva essere accettato ? Sostanzialmente chiedeva di non ridurre il ruolo del contratto nazionale al di sotto della tutela del potere di acquisto, tenendo conto che nemmeno questo risultato in realtà è del tutto assicurato dall’aggancio all’indice attuale di riferimento. In futuro tutto sarà condizionato ai rapporti di forza. La Cgil chiedeva poi di non consentire deroghe senza regole nella contrattazione di 2° livello agli inquadramenti professionali e agli orari di lavoro. Mentre l’intesa apre la strada allo spostamento a lavori dequalificati e forse a riduzioni di salario. La Cgil chiedeva infine di garantire l’attuazione delle regole su rappresentanza sindacale e approvazione degli accordi contrattuali come è previsto dall’accordo del 28 giugno 2011, che è stato firmato da tutti i sindacati. Come conseguenza di quell’intesa c’è anche il possibile recupero del vulnus creato con l’esclusione della Fiom dalla Fiat e dal contratto nazionale di categoria. L’intesa separata mette in concorrenza esplicita tra loro non solo i ruoli contrattuali: nazionale e aziendale, ma di fronte alla detassazione al 10 % del salario aziendale autorizza la possibilità di tagliare fette del contratto nazionale per farle passare come salario di produttività aziendale. Se il salario dei lavoratori era detassabile, almeno in parte, perché mai fare questa finta, che avrà come unico risultato di ridurre drasticamente il ruolo del contratto nazionale e aprirà una differenziazione nei trattamenti salariali reali dei lavoratori ? E’ un’intesa che accetta di caricare gli incrementi di produttività essenzialmente sulla componente lavoro, sgravando l’impresa da impegni seri. Malgrado sia ormai ampiamente dimostrato da studi e ricerche che i lavoratori italiani mediamente lavorano come e più degli altri lavoratori europei, tedeschi in testa. Le carenze di produttività italiane derivano essenzialmente dalla crisi che non consente un buon utilizzo degli impianti, da una spesa in ricerca più bassa dei concorrenti, da un’innovazione ferma al palo, sia di processo che di prodotto come dimostra bene il caso Fiat, da carenze infrastrutturali, da un costo del denaro più alto, ecc. Le imprese escono dall’intesa senza prendere impegni e caricando parte degli aumenti salariali in azienda sul fisco, inotre ottengono la promessa di ulteriori riduzioni fiscali a partire dal 2014. Per di più c’è un passaggio nell’intesa in cui sembra di capire che i lavoratori che non possono più andare in pensione dopo e norme Fornero dovranno passare a part time per fare spazio occupazionale ai giovani, perdendo parte del salario subito e della pensione in futuro. Il Governo ha confermato che l’equità non è nel suo Dna perché ha avallato la tesi padronale che la produttività deve aumentare a carico dei lavoratori. Il Governo sembra anche avere dimenticato che la defiscalizzazione al 10 % del salario di produttività vige da 5 anni, ma la produttività non è migliorata per questo. Perché il Governo ha convocato le parti di fronte al rischio di un’intesa separata e poi l’ha avallata con il suo timbro ? Temo per ragioni di politica interna. Perché serve a Monti per proseguire l’autopromozione per restare in buona posizione per la conferma alla Presidenza del Consiglio dopo le prossime elezioni e perchè organizza il campo delle forze che lo sostengono. Le pessime dichiarazioni di Monti di Qatar sull’assenza di garanzie sul futuro dopo il voto, tardivamente e malamente corrette, avevano confermato urbi et orbi che il Presidente del Consiglio è interessato a succedere a sé stesso. Con questa intesa separata la lista dei “compiti a casa” dettati dalla lettera della Bce un anno e mezzo fa è sostanzialmente attuata. Non è esatto dire che Monti non si può candidare alle prossime elezioni. Potrebbe farlo se si dimettesse da senatore a vita per chiedere agli elettori il consenso per il suo programma. Ma non lo farà. Dopo questo atto, politicamente conclusivo del suo Governo, è bene che gli italiani prendano coscienza che debbono decidere cosa vogliono per il futuro. Una netta vittoria del centrosinistra (quello che c’è già, più quello che si potrà ancora aggiungere dopo le primarie) dovrebbe indicare una svolta netta: ad esempio mai più accordi separati. In questo caso anche l’interessa separata potrebbe essere recuperato da un’innovativa iniziativa del Governo che verrà. Boeri ha ragione: l’Italia oggi ha bisogno di un forte acccordo tra le parti sociali, di valore almeno pari a quello del 1993, realizzato con Ciampi Presidente del Consiglio, che recuperò anche le ferite dell’accordo separato del 1992. Questo Governo non ha detto nulla di nuovo dopo gli accordi separati dei Governi Berlusconi. Il suo ruolo volge al termine. Per favore, si porti anche l’Agenda.

domenica 11 novembre 2012

La sorpresa della normalità Di Giorgio Diaferia

E' incredibile, siamo talmente mal abituati dai costumi della politica nazionale da stupirci per le cose più normali. Un Ministro che prenda il treno e se lo paghi se non è per una missione del Governo. Un Primo Ministro che va a passeggio con sua moglie entra in un negozio, paga! e se ne va. O che vada a cena in un Ristorante e paghi regolarmente il conto senza accettare sconti o omaggi. Ma c'è ancora molto da fare per rendere questi eletti più vicini alla gente che li ha votati, regalandogli un incarico importante e di grande prestigio. Non si devono dimenticare di essere persone "normali"come le altre, e che essere alla mano, disponibili, non deve solo essere un metodo per garantirsi un elettorato fedele, ma perchè essi rappresentano le persone che li hanno votati, che hanno fiducia in loro e che sono cittadini italiani con diritto di parola e di veto. Basta arroganza, basta sentirsi unti dal signore ma basta anche professori che impartiscono lezioni. Un sano mix di tecnici e di politici onesti, impegnati a fare per il bene del Paese e disponibili verso la società. Politici che si pagano di tasca loro le vacanze, gli Hotels e meglio se vanno in posti costosi che i comuni mortali non si possono permettere. Alzano il PIL.......

domenica 28 ottobre 2012

Nascono GLI ECOLOGISTI EUROPEI

In una partecipata assemblea Nazionale dellAssociazione Alleanza Ecologica per l'Italia, con rappresentanti da oltre 15 Regioni Italiane si è svolta a Roma presso l'Hotel Massimo D'Azeglio quella che si potrebbe definire la riunione dell'addio ad API. Presente anche il Presidente Alessandri, della Commissione Ambiente della Camera, tutti gli interventi, sia dei tecnici come Marco Gisotti che ha ribadito le mille opportunità di formazione e di lavoro che il settore del green job offre, sia dei politici, auspicherebbero un passo in avanti di Alleanza Ecologica con un nuovo nome, un programma di proposte concrete , presentato ieri, visitabile su www.alleanzaecologica.com, verso l'ecologismo ragionato della società. E' stato poi proposto un nuovo simbolo da Giovanni Di Giulio della Basilicata che verrà ora elaborato dai grafici e che potrebbe diventare la bandiera del nuovo movimento ecologista, proiettato in una dimensione europea.La prima scadenza della nuova associazione potrebbe essere la presentazione di una lista civica alle elezioni regionali del Lazio e della Lombardia.Gli Ecologisti del Fare e del Buon Governo, questo lo slogan riassuntivo

mercoledì 10 ottobre 2012

C’ERANO UNA VOLTA I MURAZZI di associazione P.za Vittorio

Un esposto per restituire alla città un suo spazio storico La facciata ad arcate che caratterizza i Murazzi è stata progettata a fine Ottocento come parte di un programma di “opere straordinarie per l’abbellimento della città”. Quanto i Murazzi oggi ‘abbelliscano’ Torino lo si capisce con un colpo d’occhio. Le arcate sono nascoste da capannoni e tendoni. La ‘fruizione’ di quello spazio è solo per chi cerca alcoolici e musica ad alto volume, con le note ripercussioni su chi da quelle parte abita. Chi volesse passeggiarvi al mattino deve aspettare che gli addetti alla pulizia abbiano fatto il loro lavoro (difficile, vista l’enorme quantità di rifiuti, e costoso, ovviamente a spese della collettività). Le amministrazioni che si sono succedete dai tempi di Castellani in poi, si sono ben guardate dall’affrontare la situazione. L’avvocato Musy, consigliere di opposizione che sei mesi fa è stato colpito in un attentato (domenica 23 la manifestazione in suo favore), aveva portato la questione all’attenzione dell’attuale giunta, senza successo. E’ per dire basta a questa situazione, che la nostra associazione, insieme ad altre otto, ha presentato un esposto che potete trovare qui allegato. Speriamo di contribuire a cambiare una situazione che la dice lunga su come chi amministra Torino ne salvaguarda i luoghi storici. http://associazionepiazzavittorio.wordpress.com/2012/09/22/cerano-una-volta-i-murazzi/

domenica 7 ottobre 2012

VIVA CROCETTA VIVA ! 1 DICEMBRE SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER CHI VUOLE PARTECIPARE

3 NOVEMBRE : ESAGONO al Moncalieri Jazz Festival 2012

La Rassegna Internazionale Moncalieri Jazz, che si terrà dal 29 ottobre al 13 novembre 2012 , rappresenta l'evento musicale e di spettacolo nel quale il valore culturale e di intrattenimento si abbina a forti significati e motivazioni sociali. E' un progetto dall’intenso impatto emotivo che nel corso di undici anni ha saputo creare un vero e proprio polo musicale in una città che sta tutt’oggi affermando una propria autonomia e originalità culturale. Parola chiave dell’iniziativa è l’incontro appassionato e appassionante di musicisti, di suoni di popoli e tempi lontani fra loro, di pubblico di ogni genere che condivide un’esperienza mirata alla cultura della conoscenza. Giunto alla sua dodicesima edizione, Moncalieri Jazz, ritorna quest’anno con una serie di appuntamenti imperdibili che, tra gli eventi di Aspettando la Rassegna e La Rassegna, offre un panorama quanto mai diversificato per gli appassionati di Jazz e non solo: verranno infatti coinvolti molteplici attori della città, tra associazioni, locali pubblici, vie e piazze cittadine, scuole, università, centri commerciali e teatri, palcoscenico ideale dei tanti artisti presenti nella città piemontese per ben quindici giorni.

sabato 6 ottobre 2012

Italia Futura Piemonte Martedì 9 ottobre 2012 alle 18.00

Cara amica, caro amico, sei invitato all’assemblea degli iscritti regionali di IF Piemonte, che si terrà martedì 9 ottobre 2012 alle 18.00 presso i locali delle Officine Grandi Riparazioni in Corso Castelfidardo, 22 a Torino. Intervengono: Cinzia Pecchio, presidente IF Piemonte Mariano Rabino, direttore IF Piemonte Nicola Rossi, del comitato direttivo di Italia Futura, che illustrerà le proposte del Cantiere Italia 2013 L’evento è aperto a tutti

martedì 2 ottobre 2012

ALLEANZA ECOLOGICA : ASSEMBLEA NAZIONALE ROMA 27 OTTOBRE

ASSEMBLEA NAZIONALE SABATO 27 OTTOBRE 2013 ORE 10.30 PALAZZO MARINI - VIA DEL POZZETTO 158 - CAMERA DEI DEPUTATI -ROMA PROGRAMMA (provvisorrio): - ore 9.30 - 10.30 : registrazione delegati regionali - 10.30: introduzione dell'assemblea -10,45: interventi programmati : sono previsti gli interventi del Ministro dell'ambiente - Presidente commissione Ambiente della Camera dei Deputati -rappresentanti dei movimenti ambienmtalisti - Parlamentari e Consiglieri regionali ed Enti Locali - imprenditori del settore. - 12,45: intervento conclusivo della mattinata - 13: pausa pranzo - 14,30 apertura assemblea dei delegati e dei rappresentanti - 14,45 dibattito - 16,45 conclusioni. - 17,00 votazione del documento l'indirizzo politico

venerdì 28 settembre 2012

Partono in tutta Italia i Comitati per Bruno Tabacci

Carissime, Carissimi, ci apprestiamo a scrivere un capitolo tutto nuovo dell’esperienza politica ed umana condivisa in questi anni. La candidatura di Bruno Tabacci nell’ambito delle Primarie del centro-sinistra è una sfida complessa ed importante, che ci ha toccati e che ci coinvolge tutti. Lo attestano lo slancio e l’entusiasmo con cui l’avete accolta e fatta vostra. Assumendo questo impegno accettiamo di metterci in gioco con rinnovata disponibilità, e ben consapevoli che a fare la differenza saranno le qualità migliori che sapremo esprimere: dalla capacità di essere includenti, a quella di dialogare e confrontarci senza riserve e pregiudizi. La crisi che soffoca famiglie ed imprese e la progressiva perdita di autorevolezza della politica, che tanto comprensibile risentimento suscita oggi nei cittadini, ci ammoniscono a non perdere di vista l’obiettivo primario: favorire il cambiamento, imprimere una svolta al cammino del Paese, contribuire a costruire un’Italia nuova. Il sostegno a Bruno Tabacci è un passo in questa direzione: è personalità stimabile ed esprime qualità, come l’onestà intellettuale, il rigore e la competenza, che ne fanno testimone autorevole del nostro modo di concepire l’impegno nella cosa pubblica. Abbiamo preso da subito ad organizzare il Comitato Nazionale che avrà il compito di promuovere le attività a supporto dell’impegno di Bruno Tabacci, dal lancio della candidatura alla campagna elettorale. Si tratta di un organismo aperto ed inclusivo, che coinvolge in questa sfida elettorale realtà diverse, e mira essenzialmente ad ordinare il lavoro dei Comitati Territoriali, indirizzandolo in modo utile ed efficace. La concretezza richiamata dallo slogan di Bruno Tabacci deve iniziare da noi, non essere un semplice enunciato ma una testimonianza fattiva. In allegato rimettiamo il primo di una serie di bollettini informativi, che illustra le modalità di costituzione e le funzioni dei comitati ai vari livelli, e la modulistica per l’avvio di questa fase fondamentale. Come sapete, non è ancora stata fissata la data delle elezioni Primarie, ma verosimilmente l’appuntamento sarà per fine novembre. In attesa che venga predisposto il regolamento che le disciplinerà, iniziamo ad attivarci senza indugi. Il tempo è poco e le nostre risorse contenute ma abbiamo già dimostrato di essere capaci di superare ostacoli e difficoltà, nello sforzo del radicamento sul territorio come nella competizione elettorale. Questa nuova prova, tanto complessa quanto stimolante, sarà opportunità di condivisione e di crescita che non potrà che rendere più maturo e attento l’impegno di tutti e di ciascuno affinché sia assicurata al Paese una stagione politica di cambiamenti concreti. Nel ricordarvi che il Comitato Nazionale di Bruno Tabacci é a vostra disposizione per ogni necessità, Vi saluto cordialmente. Donato Mosella Coordinatore del Comitato Nazionale per Tabacci Roma, 25 settembre 2012

giovedì 27 settembre 2012

The Human Body Exhibition Palaolimpico Torino

Un viaggio emozionante ed istruttivo attraverso le bellezze del corpo umano Di fronte ad una nutrita platea di giornalisti della carta stampata e radio-tv, è stata presentata oggi la mostra scientifica che rimarrà a Torino, unica tappa italiana per 4 mesi, anche in riconoscimento dei suoi illustri rappresentanti del mondo della ricerca (Luria-Dulbecco-Rita Levi Montalcini. Erano presenti in rappresentanza delle istituzioni che hanno concesso convintamente il loro patrocinio: l'assessore alla Cultura della Regione Michele Coppola, quello all'istruzione della provincia D'Ottavio e quello allo sport e tempo libero del Comune Gallo. Inoltre in rappresentanza di Turismo Torino Manuela Gaspardone, la Presidente del Parcolimpico Elsa Tessore, la portavoce del Prof. Umberto Veronesi in rappresentanza della Fondazione stessa e Alessandro Cecchi Paone nel ruolo di moderatore e divulgatore scientifico. Il 13 e 14 ottobre si parlerà per ben 2 ore della mostra stessa in televisione nel corso della trasmissione condotta dallo stesso Cecchi Paone La macchina del tempo su Tgcom24.. Non sono mancate domande polemiche sulla provenienza dei cadaveri (cadaveri non richiesti da nessuno e utilizzabile dalla ricerca e dall'arte, non morti ammazzati o condannati a morte) e sul valore scientifico della mostra stessa, tenendo anche conto del parere contrario di alcuni docenti delle facoltà universitarie di Torino. E' stato illustrato il metodo della plastinazione dei cadaveri dallo stesso ideatore della mostra .Oltre 20 milioni i visitatori sino ad oggi nel Mondo, Torino conta di superare le 200.000 visite.

martedì 25 settembre 2012

MARTEDI 25 e MERCOLEDI 26 SETTEMBRE RICOMINCIA ANTROPOS

L'approfondimento su tematiche ambientali,culturali,sociali e di scienza.Tutti i MARTEDI e MERCOLEDI alle 20.00 Su 4Rete Tv del Piemonte: www.quartarete.tv Conduce Antonella Frontani,Focus con Giorgio Diaferia-.Questa sera Turismo a Torino con Manuela Gaspardone Direttrice Marketing e Comunicazione di TT Seguici anche su www.youtube.com/ambientiamoci Segue la Rubrica Naturalis a cura di Francesca Diaferia,riprese Valentina Maffucci. Ci vediamo!

domenica 23 settembre 2012

MUSY, TORINO IN PIAZZA PER AVERE VERITÀ E GIUSTIZIA di Massimiliano Quirico

Attorno al gazebo del Consiglio Comunale,istituzioni, associazioni e cittadini testimoniano il loro impegno. Distribuiti migliaia di volantini Tantissime persone si sono ritrovate questo pomeriggio in piazza Castello, rispondendo all’appello lanciato dal Consiglio comunale di Torino per chiedere verità e giustizia per il consigliere del Comune di Torino, avv. Alberto Musy, ferito da diversi colpi di arma da fuoco il 21 marzo 2012 da un assalitore la cui identità è ancora oggi sconosciuta. Sono scesi in piazza i rappresentanti di Comune di Torino (il sindaco Piero Fassino, il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris, i vicepresidenti Silvio Magliano e Marta Levi, i capigruppo e numerosi consiglieri che hanno distribuito i volantini dell’iniziativa), Provincia di Torino (c’era il presidente Antonio Saitta), Regione Piemonte (a rappresentare l’ente è intervenuto l’assessore alla Cultura Michele Coppola) e di tanti partiti, gruppi, movimenti, università, associazioni e realtà professionali e imprenditoriali. Per l’UDC, partito tra le cui fila è stato eletto Alberto Musy, era presente anche il segretario nazionale Lorenzo Cesa. Ha aperto la manifestazione il presidente Ferraris, che ha espresso la vicinanza di tutta la città alla famiglia di Alberto Musy (in piazza sono giunte la moglie Angelica e la sorella Antonella): “Ci stringiamo con affetto e amicizia alla famiglia, ricordando che è importante non solo per la famiglia, ma per l’intera cittadinanza che questo delitto non rimanga impunito e che la giustizia diventi una certezza. Come Consiglio comunale continueremo a chiedere a tutti i torinesi di farsi avanti: se qualcuno sa qualcosa non esiti e parli. Dobbiamo arrivare alla verità e alla giustizia, per continuare a godere della libertà che il nostro Paese ha saputo conquistare con fatica e sacrifici”. Ferraris ha quindi letto il messaggio inviato dal presidente della Camera dei Deputati on. Gianfranco Fini: “Desidero esprimere al consigliere comunale Alberto Musy, alla sua famiglia e al Consiglio comunale di Torino i sentimenti della mia più sincera vicinanza e solidarietà. Alberto Musy, come avvocato, professore universitario ed esponente politico, gode di larga stima e considerazione, e costituisce un esempio di cittadino probo e integerrimo, al servizio della comunità. Formulando i più fervidi auguri per la sua salute, auspico insieme a voi che chi ha posto in essere questo efferato crimine sia al più presto individuato e assicurato alla giustizia”.

venerdì 21 settembre 2012

Manager italiani sempre più ricchi, lavoratori sempre più poveri di Alfiero Grandi

Sono stati pubblicati i compensi ufficiali dei manager italiani nel 2011. Il dato è impressionante. L’indice della borsa italiana è sceso del 25 % ma i manager delle stesse aziende hanno aumentato le loro retribuzioni. In particolare i 100 più pagati hanno incassato nel 2011 ben 352 milioni di euro complessivi. Con un aumento di 50 milioni sull’anno precedente, pari al 16,5 % di aumento su base annua. Una voracità non comune. A fronte di questi compensi ci sono le retribuzioni dei lavoratori dipendenti che non recuperano neppure l’inflazione. Secondo l’Istat le retribuzioni contrattuali sono aumentate dell’1,8 % contro un’inflazione del 3,3 % e il salario lordo medio annuo nel 2011 è circa 23.000 euro. Quindi il rapporto tra la retribuzione del più pagato (Tronchetti Provera) pari a 23 milioni lordi e la retribuzione media lorda dei lavoratori è circa 1.000 volte. Qualche tempo si stimava il rapporto 1: 400, ormai questo rapporto è stato superato di slancio. Questo segnala una volta di più che mentre ai lavoratori vengono chiesti sacrifici, salari legati alla produttività, i capi delle aziende aumentano le loro retribuzioni in modo più che proporzionale, annullando gli aumenti della tassazione e dei prezzi. Anzi aumentando il loro margine di guadagno netto. Sarebbero questi gli esmpi da proporre al paese ? Per di più si aumentano i compensi mentre le loro aziende si svalutano in borsa e sono in difficoltà. Si potrebbe dire che più difficoltà hanno le aziende più aumentano i loro compensi. I lavoratori invece stringono la cinghia. Diminuiscono gli occupati. Poiché complessivamente il monte salari si riduce la domanda interna e quindi la recessione diventa più grave. E’ chiaro chi porta il peso e chi si fa portare. Sarà anche un termine desueto, ma questa si chiama lotta di classe e per di più la stanno vincendo le classi dominanti che aumentano la quota di Pil che si autoattribuiscono, mentre i lavoratori diminuiscono pesantemente la loro quota. Così si ottengono 2 effetti, entarnbi negativi. Il primo è che le distanze sociali aumentano per effetto dell’egoismo delle classi dominanti. L’Italia è oggi un paese fortemente ineguale e con mobilità sociale pari a zero. Il secondo è che la ripresa economica si allontana perché senza una ripresa della domanda interna - che solo l’aumento dei salari, degli stipendi e delle pensioni può garantire - e della fiducia nel futuro, l’economia italiana è destinata al ristagno. Per di più non è nemmeno vero che essendo i percettori di alti redditi pochi, solo “tosando” la grande massa dei contribuenti si possono trovare le risorse necessarie per aiutare la ripresa. In realtà oggi le risorse crescenti che le classi dominanti si attribuiscono, in totale controtendenza all’andamento dell’economia e delle aziende, è talmente ingente che solo introducendo una tassazione adeguata di queste ricchezze si possono ottenere le risorse per rilanciare l’economia. L’alternativa è un abbassamento ancora più drastico del livello retributivo e di vita dei lavoratori, perché solo così si può creare il margine necessario a loro spese. Per questo è perlomeno strana l’affermazione del Presidente Monti che si augura che le richiesta salariali per i rinnovi contrattuali siano moderate. Per rimettere in moto la domanda servono anche aumenti salariali. La questione è seria e andrebbe affrontata con chiarezza, altrimenti non usciremo dalla recessione. Premesso che il 2012, come alcuni hanno detto da tempo, si chiuderà con una diminuzione del Pil del 3 %, malgrado tutti i tentativi di addomesticare i conti. Ora il Governo è costretto a rivedere le previsioni, ma insiste a dare numeri troppo ottimistici. Anche per il 2013, anno in cui - senza interventi adeguati - non vi sarà ripresa economica in Italia e quindi la disoccupazione continuerà a crescere. L’Italia avrebbe bisogno di una politica economica espansiva mirata a sostenere i redditi da lavoro e le pensioni e gli investimenti in innovazione, prendendo le risorse da chi palesemente le ha, con tutti i mezzi legali disponibili. Mezzi di cui si discute da tempo: patrimoniale, tassare le rendite finanziarie come gli altri redditi, abolire i privilegi fiscali, accordo con la Svizzera per tassare almeno un poco i capitali con targa italiana, ecc. Un esempio ulteriore: perché non introdurre anche in Italia la normativa a cui sta pensando Hollande, con un prelievo sui redditi alti portato al 75 % ? Chi guadagna 23 milioni all’anno ha ancora margine, o no ? La produttività è un problema del sistema paese, tanto più in presenza di una classe dominante che nella sua maggioranza ha perlomeno un atteggiamento di tutela esclusiva dei suoi interessi, in barba ad ogni interesse collettivo. Infatti i lavoratori si impegnano duro mentre i manager traggono sempre maggiori introiti da aziende in difficoltà. Per i manager evidentemente il problema del risultato del loro lavoro non esiste. Questa è la classe economica dominante che vorrebbe condizionare anche il futuro politico del nostro paese, perfino in barba ad ogni risultato elettorale. Anche il piano del Governo per la ripresa economica è quanto mai evanescente. Se ne sa poco e quel poco è deludente. Per immettere energie nell’economia occorrono risorse. Più volte sono state fatte proposte ma il Governo le ignora e pensa solo ai conti pubblici. Conti che sono destinati ad essere sempre in difficoltà senza ripresa economica. Il cane si morde la coda e prima o poi rischiamo di dovere chiedere l’aiuto europeo che verrebbe dato a condizioni che porterebbe a ulteriori sacrifici e a una perdita secca di autonomia nelle scelte. E’ curioso che tocchi a Strauss Kahn, purtroppo travolto da vicende non commendevoli, avanzare proposte sulle questioni della finanza pubblica che meriterebbero attenzione. Propone infatti DSK di utilizzare almeno una parte dei margini sul debito pubblico che lucrano i paesi forti dell’Europa a vantaggio dei paesi più deboli e indebitati. Ha ragione. L’attuale meccanismo salva stati è tutto caricato sulle spalle dei paesi che hanno bisogno di aiuto, che in pratica debbono pagarsi da soli il riequilibrio, mentre altri guadagnano molto dalle loro difficoltà. Purtroppo la Bce ha scelto questultima via e il Fmi ha cambiato direttore. Peccato che DSK abbia creato da solo le condizioni per non essere ascoltato, la proposta che ha avanzato nella lontana Ucraina è tuttaltro che poca cosa.

sabato 15 settembre 2012

A sei mesi dall'attentato, manifestazione per Alberto Musy

Comunicato Stampa inviato da Ufficio Stampa Comune di Torino 14/09/2012 Il 21 marzo 2012 il consigliere comunale, avv. Alberto Musy, veniva gravemente ferito da diversi colpi di arma da fuoco esplosi da una persona ancora oggi sconosciuta. Oggi, a sei mesi dall’attentato, il Consiglio comunale di Torino, attraverso la Conferenza dei Capigruppo, lancia un appello pubblico a tutti i torinesi a scendere in piazza perché emerga la verità sulla vicenda e sia fatta giustizia. L’appuntamento è fissato per le ore 15.00 di domenica 23 settembre, in piazza Castello a Torino. Verrà allestito un presidio, dove verranno distribuiti volantini per sensibilizzare la cittadinanza, invitando chiunque abbia qualche informazione sull’attentato a mettersi in contatto con le Forze dell’Ordine. Per informazioni e adesioni alla manifestazione: Ufficio Manifestazioni del Consiglio comunale e-mail: iniziative.istituzionali@comune.torino.it telefono: 011/442.33.84 - 011/442.25.47 fax: 011/442.32.77.

venerdì 14 settembre 2012

INCONTRO-DIBATTITO con Nilo Durbiano Sindaco di Venaus (Torino)

Martedì 25 settembre alle ore 18.30 Circolo De Amicis c.so Casale 134 Verso la Costituente Ecologista Nazionale L'idea che raccoglie il lavoro di 2 anni di TorinoViva, dei Sindaci del Buon Governo, di ex amiche ed amici socialisti, ecologisti,verdi è quella di dar vita ad una Agorà tematica cittadina sul tema del Lavoro e della Tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori L'invito è a partecipare ed intervenire Seguirà per chi vorrà una cena con Durbiano è stato invitato anche l'0n. Nerio Nesi

Passo in avanti nella difesa dell'Euro di Alfiero Grandi

Finalmente la Corte Costituzionale ha deciso che l’Esm, meccanismo che dovrebbe proteggere i titoli emessi dagli Stati dagli eccessi della speculazione, non è contrario alla Costituzione tedesca. Il meccanismo individuato può partire. L’Europa politica ha finalmente messo in piedi qualcosa di concreto, completando così il quadro delle iniziative già decise dalla Bce a difesa dell’Euro. Ora si tratta di capire cosa sia esattamente questo meccanismo di salvaguardia e quali conseguenze possa avere. Monti era tornato dal vertice europeo del 28/29 giugno dipingendo questo meccanismo come una vittoria. In realtà nelle settimane successive è apparso sempre più chiaro che il meccanismo dell’intervento contro la speculazione finanziaria, con l’obiettivo di tenere bassi i tassi di interesse che gli Stati pagano sul debito pubblico, non ha nulla di automatico, ma deve essere richiesto esplicitamente dallo Stato che ritiene che la sua situazione sia diventata ormai insostenibile. Per questo Monti ha corretto il tiro dicendo che il meccanismo è necessario ma il Governo italiano è orientato a non chiederne l’intervento. Del resto sarebbe una stranezza chiedere, ottenere e dichiarare di non volere usare quanto ottenuto, se non fosse ormai chiaro cosa vuol dire chiedere l’intervento di questo meccanismo. Perfino la differenza individuata tra la troika che sta intervendendo pesantemente in Grecia e il memorandum previsto dal nuovo meccanismo Esm ha perso molta della sua sostanza. Chi chiede l’intervento deve poi accettare le condizioni indicate in un memorandum, da firmare e da rispettare da parte del richiedente. Memorandum che secondo il commissario europeo Rehn dovrebbe prevedere scadenze tassative, natura dei provvedimenti da adottare, tappe ineludibili per la loro attuazione, impegni politici tali da superare i risultati elettorali, perfino nuove condizioni aggiuntive. In sostanza il commissariamento dello Stato in difficoltà. Per questo Monti deve essersi reso conto che chiedere l’intevento dell’Esm dopo le misure già adottate dal suo Governo che, per sua ammissione, hanno aggravato la recessione sarebbe un grosso problema sia per il nostro paese che per il suo Governo. Di qui l’allontanemanto dell’amaro calice, prima dipinto come un grande risultato della pressione italiana. La speranza evidente è che l’Esm abbia effetti senza entrare in funzione spingendo comunque gli spread verso il basso per effetto della sua sola esistenza. In un veccho film c’era un cavaliere, Mariano da Trani, la cui fortuna stava nella sua fama, appena pronunciava il suo nome tutti si dileguavano, poi un giorno un avversario non fuggì e la leggenda del cavaliere finì. Speriamo che la speculazione non abbia visto il film. La Bce ha chiarito che interverrà solo dopo la richiesta formale dello Stato bisognoso di aiuto e la firma del memorandum di impegni. La Bce ha chiarito che opererà in tandem con il fondo salva stati. Di nuovo si torna al memorandum e agli impegni conseguenti. Il Governo ha detto che per ora l’Italia non chiede l’intervento. Per ora. Tuttavia Monti sta dicendo che occorre adottare altri provvedimenti prima che qualcun altro ce li chieda. Forse è la preparazione del clima necessario nel paese per chiedere l’intervento ? Per comodità tralasciamo (cosa in realtà non possibile) le condizoni (ulteriori tagli e aumento delle imposte) che potrebbero costituire la sostanza del memorandum. La questione ancora più seria è che questo fondo rischia di essere uno strumento con effetti molto diversi da quelli descritti. La Corte tedesca ha affermato che il Governo deve prendere impegni entro i limiti decisi dal parlamento tedesco, 190 miliardi di euro per il fondo Esm. Giusto. Come poteva decidere diversamente ? Se il Governo tedesco vuole aumentare l’impegno dovrà tornare in parlamento. Solo in Italia nessuno chiede alla Corte, sia costituzionale che dei conti, di giudicare se l’impegno italiano nell’Esm, che sarà di 120 miliardi di euro, pari al 17 %, è compatibile con la situazione finanziaria ed economica dell’Italia ed è coerente con le decisioni del parlamento? In Germania la verifica è stata fatta prima dell’approvazione del trattato, l’Italia prima ha firmato. La conseguenza economico finanziaria è che se l’Italia dovesse chiedere l’aiuto non solo dovrebbe sottostare alle ulteriori condizioni, ma dovrebbe anche spendere per ogni euro tedesco di intervento 62 centesimi per contenere la speculazione sul suo spread. Un autentico dissanguamento per l’Italia, come per gli altri Stati che sono in difficoltà. In altre parole un potenziale aumento del debito pubblico italiano che è già stratosferico. Il vero problema del fondo salva stati e degli interventi della Bce è che la solidarietà dei più ricchi e di quelli che lucrano su tassi bassissimi viene data solo a condizione che ci sia l’impegno anche degli interessati. Altro discorso se a livello europeo si fosse deciso un livello massimo dei tassi di interesse sui debiti sovrani, un intervento automatico della Bce e del fondo per mantenere quel livello e quindi la possibilità di garantire una politica monetaria europea, come ha ricordato il Governatore Visco. Naturalmente questo diverso meccanismo avrebbe dovuto essere finanziato dai paesi che beneficiano della crisi degli spread, che per alcuni stati sono una iattura ma per altri un vero bengodi. Speriamo di non dovere mai chiedere questo aiuto, che infatti non a caso viene invocato, spingendo addirittura il Governo a chiederlo anche se non ce ne fosse bisogno, al solo scopo di condizionare il futuro esito elettorale e il comportamento di qualunque Governo possa uscire dalle prossime elezioni. Il ruolo che può svolgere il memorandum infatti riguarda sia la cessione di sovranità dell’Italia a livello europeo, senza parallelismi con altri che non siano i paesi in crisi finanziaria, sia l’ingessatura della dialettica politica e sociale all’interno, predeterminando le scelte del post elezioni. Le classi dominanti ringraziano. Infine una curiosità. Possibile che sfugga che mentre si discute molto di Europa federale, di cessione di sovranità degli stati, la Germania ha nella sua Corte Costituzionale un centro di valutazione che influenzerà l’intera costruzione europea ? Meglio sarebbe affidare alla Corte tedesca un ruolo per tutti i paesi dell’Europa, almeno sarebbe tutto più chiaro.

martedì 11 settembre 2012

IL RAPPORTO ANNUALE ISTAT

Il Rapporto annuale ISTAT 2012 di recente pubblicazione analizza spesa, dotazione e qualità dei servizi sanitari. Il portale della FNOMCeO ha pubblicato la notizia di cui segnaliamo il link: http://portale.fnomceo.it/PortaleFnomceo/showItem.2puntOT?id=91388 Nel 2010 il Servizio sanitario nazionale ha speso 111.168 milioni di euro, pari a 1.833 euro pro capite. A livello regionale, si osserva uno scarto di circa 500 euro pro capite tra la provincia autonoma di Bolzano, che spende mediamente 2.191 euro per ogni residente, e la Sicilia, che ne spende 1.690. Il “Patto della salute 2010-2012”aveva stabilito, come parametri di riferimento, una quota pari al 5%delle risorse complessive da destinare all’assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro (incluse le attività e le prestazioni finalizzate alla promozione della salute della popolazione. In particolare vi sono comprese le attività di prevenzione rivolte alla persona, quali vaccinazioni e screening, la tutela della collettività e dei singoli dai rischi sanitari negli ambienti di vita e dai rischi infortunistici e sanitari connessi con gli ambienti di lavoro, la sanità pubblica veterinaria e la tutela igienico-sanitaria degli alimenti), una pari al 51% all’assistenza distrettuale (ricomprende l’assistenza specialistica ambulatoriale, l’assistenza territoriale residenziale e semiresidenziale, e altre tipologie di assistenza territoriale quali l’assistenza riabilitativa, i centri dialisi, gli stabilimenti idrotermali, i centri di salute mentale, i consultori materno-infantili e i centri distrettuali) e il restante 44% per l’assistenza ospedaliera. I principali squilibri tra regioni si osservano, in particolare, per i servizi preposti alla presa in carico di pazienti cronici e alla gestione della post acuzie, in larga misura rivolti agli anziani ed ai disabili. Un punto importante riguarda l’assistenza domiciliare integrata (Adi), che assicura la presa in carico di pazienti (principalmente anziani) al domicilio per prestazioni di medicina generale, di medicina specialistica, per prestazioni infermieristiche e riabilitative, ma anche per prestazioni di assistenza sociale (aiuto domestico da parte dei familiari o del competente servizio delle aziende). Il numero di anziani trattati per 100 residenti di 65 anni e oltre è andato fortemente aumentando nel tempo, passando da 2,0 nel 2001 a 4,1 nel2010. In generale per tutti gli aspetti analizzati nel Rapporto ISTAT, di cui indichiamo il link http://www.istat.it/it/archivio/61203, si rileva una spiccata variabilità regionale: in tutte le regioni del Nord (con l’eccezione della Liguria) la soddisfazione è più elevata della media, al Centro solo l’Umbria presenta valori di soddisfazione più elevati della media per tutti e tre gli aspetti, mentre al Sud l’insoddisfazione per i servizi ospedalieri è molto diffusa e in alcune regioni riguarda l’80-90% delle persone che hanno subito un ricovero.

venerdì 7 settembre 2012

Che cos'è Tv popolare

Siamo un gruppo di cittadini, persone comuni che, stanche del passivo lamentare fine a se stesso e rintanato in gabbie spesso rassicuranti e convenienti, hanno deciso di unire le proprie forze a difesa della libera informazione, con la volontà di dare opportunità e voce alle nuove idee, attraverso la creazione di un nuovo modello di televisione partecipata. Vorremmo risvegliare consapevolezza e un senso di appartenenza spesso dormiente o perso nel disincanto degli ultimi decenni. Noi crediamo possibile questo cambiamento. E tu? Collaborando assieme potremo concretamente ridurre la distanza fra l'informazione così com'è oggi e quella che invece vorremmo. L'Associazione TV POPOLARE e' nata a Milano nel 2010, fortemente voluta da un gruppo di cittadini e associazioni con l'idea di formare un nuovo modello di televisione partecipata. L'obiettivo e' formare un intero canale televisivo multipiattaforma (digitale terrestre, satellite e web) governato e democraticamente deciso dai cittadini. Partendo dalla suggestione dei "gruppi d'acquisto" solidali e sul crowdfoun-ding (finanziamento dal basso) attraverso una sottoscrizione annua i liberi cittadini diventeranno editori di una nuova tv (popolare appunto) i cui contenuti e format saranno votati grazie a referendum dei soci e sponsorizzati da associazioni no profit e imprese etiche. E' un sogno? No, e' futuro prossimo.... Visita il nostro sito per saperne di più :

Decreto sanità, la protesta delle Regioni

Via libera dal Consiglio dei ministri, ma i presidenti di Regione e sindacati si dicono dubbiosi in particolare sull'applicazione della norma che prevede l'assistenza dei medici di famiglia 24 ore su 24. L'attuazione della riforma spetta alle Regioni che però lamentano la mancanza di fondi. Il decreto prevede l'istituzione di ambulatori di quartiere dove, 24 ore al giorno sette su giorni su sette, si potrà trovare il medico di famiglia, ma anche specialisti come il pediatra, il cardiologo, il chirurgo, il ginecologo. Gli ambulatori dovrebbero essere dotati di strumentazioni come elettrocardiogramma, la dotazione per esami di laboratorio ed ecografo. In Toscana esistono già strutture di questo tipo e sono il punto di riferimento per la riforma. A seconda del luogo e della densità abitativa ci potranno essere dai dieci ai trenta tra medici, infermieri e tecnici. S'ipotizza in media un bacino di utenza trai i 10 e i 20mila pazienti per centro. «I poliambulatori e altre strutture richiederanno una spesa, ma non ci saranno nuove risorse da assumere - spiega Giacomo Milillo, segretario generale FIMMG - Il governo ha detto alle regioni di ridurre i posti letto e la quota risparmiata verrà usata con questa funzione. Quindi non ci sarà un aumento della spesa sanitaria. Adesso spetta alle regioni fare la loro parte: possono boicottare tutto, ma si devono assumere la responsabilità» Personalmente penso si siano fatti dei conti sbagliati. Esiste un problema di riorganizzazione del lavoro territoriale. Bene l'appropriatezza prescrittiva, le linee guida, ma tutti gli strumenti di lavoro devono essere forniti dalla ASL. Per cui studi i medici di MG nelle ASL con personale delle ASL a lavorare(assunto) come segretarie, infermieri.............Ne vedremo delle belle .Ne parleremo in una delle prossime riunioni

lunedì 3 settembre 2012

Tabacci alla Festa Democratica di Torino di Edgardo Canuto

Care amiche, Cari amici, trasmetto in allegato una bella immagine dell'on. Bruno Tabacci scattata durante il dibattito tenutosi ieri sera a Torino dal titolo "La spending review tra emergenza e sviluppo" nell 'ambito della Festa Democratica. La presenza e i vari interventi di Bruno sono stati molto apprezzati dalla folta platea. Molti sono stati gli spunti interessanti sui quali, sono certo, sará possibile lavorare in futuro anche nella elaborazione di proposte programmatiche da sottoporre, in prima istanza, agli elettorii delle primarie e poi in senso piú ampio , agli italiani tutti.

venerdì 31 agosto 2012

L'Asse Francia-Germania di Alfiero Grandi

Francia e Germania hanno costituito un gruppo di lavoro per avanzare proposte di riforma dell’attuale assetto europeo, mettendo la parola fine alle chiacchiere sui ruoli protagonisti di altri Stati in Europa. L’asse tra i 2 paesi più importanti dell’area euro conferma che, seppure per ragioni diverse, c’è un nucleo europeo centrale e il resto fa corona. La Francia di Hollande cerca di non restare schiacciata sui paesi più deboli, sotto attacco, anche se lo fa con un certo stile, come conferma l’insistenza per una posizione europea che faccia restare la Grecia nell’euro. La Germania ha interesse a non restare isolata e vuole evitare che si formi un’area di paesi guidata dalla Francia. L’Italia in questo quadro non c’è. Anzi, Angela Merkel spinge perché sia la Spagna che l’Italia chiedano l’intervento del fondo denominato (a torto) salvastati, accettando ulteriori condizioni. La Grecia è stata umiliata, l’Italia verrebbe trattata un poco meglio, ma dovrebbe comunque accettare ulteriori imposizioni dall’Unione europea e dalla Bce, attraverso un memorandum contenente ulteriori impegni. Per questo Monti ha cercato in ogni modo di allontanare l’amaro calice della richiesta di aiuto al fondo salvastati. Monti ha affermato testualmente: “Non voglio che l’Italia, dopo gli sforzi e i risultati ottenuti, sia sottoposta ad una sorta di commissariamento intrusivo”. Se lo dice lui… Eppure dopo il vertice europeo di fine giugno la decisione di dare vita al fondo salvastati era stata salutata da Monti come un successo del suo Governo. C’era stato un entusiasmo eccessivo ? In realtà l’accordo di fine giugno è una polpetta avvelenata. Nella migliore delle ipotesi è la via per obbligare i paesi che chiedono aiuto per anni. Non prevede un intervento automatico per mantenere lo spread ad un livello accettabile. Per questo lo Stato che ha bisogno di aiuto deve avanzare una richiesta formale per ottenerlo e accettare gli ulteriori impegni vincolanti che gli verranno dettati. Non è previsto che l’intervento di aiuto sia a carico degli Stati che stanno guadagnando dalla speculazione che spinge i loro tassi a zero, e anche sotto. Quindi l’onere, alla fin fine, è sulle spalle dello Stato che ha più bisogno. Non è previsto un intervento sui titoli pubblici a scadenza decennale, sui cui tassi si misura il mitico spread. Infatti i mille miliardi di liquidità immessi dalla Bce sono prestiti per 3 anni, per questo le banche non comprano titoli pubblici a 10 anni. Così sarà anche per gli interventi della Bce che prevede di intervenire solo sui titoli pubblici a breve. Eppure anche il Governatore Visco ha chiarito che senza risolvere il problema degli spread la politica monetaria europea è inefficace. In conclusione le decisioni europee, ad oggi, non affrontano il cuore del problema degli spread, che resterà una spada di damocle sulla testa dei paesi più deboli, come l’Italia e una mina sul futuro dell’euro. In questi giorni ne abbiamo una conferma pratica: calano i tassi sui titoli italiani a breve ma lo spread sui titoli italiani a 10 anni restano alti, troppo alti per essere sopportabili a lungo. Mentre la Germania guadagna interessi bassissimi per il sistema pubblico e per quello privato e, per ora, anche la Francia gode di questi vantaggi. Purtroppo, contrariamente a quanto affermato da Monti, la situazione italiana è tuttora difficile e dovrebbe essere affrontata con un taglio molto diverso da quanto affermato dal Presidente del Consiglio ancora nell’intervista a Il Sole. Ormai tutti hanno capito che la tenuta dei conti pubblici è possibile solo in un quadro di ripresa economica e occupazionale. Il problema è che l’ottica del Governo, in realtà, non prevede interventi forti a sostegno della crescita, forse perché tuttora convinto che risanare i conti pubblici e l’adozione di “riforme” sia sufficiente a rilanciare l’economia. Peccato che non sia così. Per questo suona stonata l’affermazione che l’ultimo Consiglio dei Ministri non doveva decidere cosa fare. Infatti al giornalista che gli chiede 3 priorità, Monti risponde: certificazione unica ambientale (incrociamo le dita pensando alle trivellazioni, ecc.), nuove regole sugli appalti, carta identità elettronica. Tutti aspetti importanti per carità, ma non tali da mettere in moto la ripresa economica in Italia. Non ci sarebbe, secondo Monti, carenza di programmazione pubblica ma scarsa attenzione ai mercati e con questo risulta chiaro perché con questo Governo semplicemente la ripresa non ci sarà. Basta pensare che questo Governo sta affossando il settore delle energie rinnovabili, unico ad essersi sviluppatoo in questi anni di crisi. Per di più il terreno della ripresa è esattamente quello che potrebbe saldare un fronte europeo, molto più degli spread e del risanamento. La Francia, ad esempio, è certamente interessata alla ripresa economica, molto meno a mettersi nei pasticci sullo spread. Martine Aubry, segretaria del Psf, ha sottolineato l’esigenza di costruire un’Europa che metta la primo posto l’economia e non la finanza, la società e non solo i problemi di bilancio e fiscali. Una linea ben diversa da quella di Angela Merkel. La domanda prevedibile, come al solito, è: dove prendiamo le risorse ? La risposta è: dove sono. Ad esempio chiudendo l’accordo con la Svizzera, come ha già fatto la Germania, sui capitali già esportati che darebbe certamente molto di più dello scudo fiscale di Tremonti. Basta copiare l’accordo tedesco. Sarebbe un passo avanti e metterebbe a disposizione risorse importanti. Aumento ulteriore dell’aliquota dello scudo fiscale, Patrimoniale, Tassazione delle rendite finanziarie come gli altri redditi, Tassa sulle transazioni finanziarie internazionali, sono altri esempi possibili. Al Ministro Grilli vorrei chiedere: perché l’Italia continua a non chiedere ai capitali scudati l’Iva evasa come ci ha intimato da tempo l’Unione Europea ? Tanto più che il tempo passa e la prescrizione avanza a passi da gigante. Anche queste sono risorse ingenti, utilissime in queste circostanze, che l’Italia rischia di gettare dalla finestra. Alfiero Grandi

giovedì 30 agosto 2012

7-16 SETTEMBRE: FIUMANA: Incontri al Parco Michelotti

Incontro-cena con Nerio Nesi-Giovedì 6 Settembre Circolo de Amicis ore 18.30

VACANZE 2012 di Ezio Borghesio

Sono appena tornato dalle meritate vacanze… un anno di duro e continuo lavoro, ma ne è valsa la pena, perché mi ha dato modo di fare un’esperienza unica nel suo genere. Infatti, sono appena tornato da un non lontanissimo paese, dove però si vive in un modo tale, che sembra di essere addirittura in un altro pianeta; vi racconto cos’ho visto con i miei stessi occhi. Intanto, all’entrata in questo paese ho subito ricevuto la simbolica stretta di mano di benvenuto, da parte di un ufficio che mi ha fatto delle domande sul mio stato di salute, sul mio titolo di guida, su eventuali mie terapie e dipendenze, avvisandomi del numero unico per qualsiasi emergenza (111); così è stato fatto per i miei famigliari. Poi ho visto che le forze dell’ordine erano discretamente un po’ ovunque, indossavano una sola divisa e le loro auto erano tutte uguali con evidenti segni di riconoscimento; gli agenti parlavano in modo impeccabile l’inglese, pur essendo questo paese non originariamente influenzato da colonizzazioni inglesi. Io che nel mio paese svolgo mansioni di polizia locale, mi sono subito incuriosito a questa esemplare organizzazione ed apparente efficienza, così, dopo i primi giorni passati a fare bagni, prendere il sole e riposare, ho avuto la fortuna d’imbattermi in un simpatico personaggio con il quale ho cercato di approfondire la questione: ho saputo che il rapporto “poliziotto/cittadino” è uno dei più alti al mondo e che i poliziotti si occupano dalla criminalità spicciola a quella organizzata, come dalla protezione civile alla pubblica sicurezza. Diversamente, gli ho risposto, da noi di polizie ce ne sono molte di più: sette divise, sette specialità, con analoghe competenze e sovrapponibili doveri, doppioni insomma e senza contare gli effettivi di sismi, sisde e dia… il mio interlocutore ha cominciato a guardarmi con un’espressione che andava dall’incuriosito all’incredulo. Poi ha aggiungo che da loro, quando capita che la polizia accerta ad esempio una guida in stato di ubriachezza, è proprio chi l’ha accertato che va davanti al Giudice, pochissime ore dopo il fatto, in aule aperte 24/24 ore, proprio come gli ospedali e altri uffici pubblici, a sostenere l’accusa e, nelle stesse aule, sempre aperte al pubblico, c’è pure la sala stampa, con giornalisti specializzati nella cronaca giudiziaria che raccontano e documentano come sono state raccolte le prove, come sono stati difesi i colpevoli e cosa ha deciso l’Autorità. Così capita che se uno, per via che è ubriaco, causa un incidente, magari pure con qualche vittima innocente, il processo viene celebrato dopo pochissime ore e la pena irrorata viene subito applicata. Questo per crimini stradali, come per quelli di malavita organizzata. Non ci sono pubblici ministeri, ma “solo” giudici togati, che garantiscono il loro servizio 24/24 ore e in udienze sempre pubbliche alle quali partecipano le parti, il pubblico, i media. Incredibile! Le persone offese, come i parenti delle vittime, sono assistite da psicologi e le loro ragioni le rappresenta l’Avvocato dello Stato, perché i delitti contro le persone sono considerati crimini commessi in danno della nazione stessa. Poi ho cominciato a parlare della sanità e mi è stato spiegato che ogni cittadino, indigeno o meno, una volta che è entrato nel paese, per turismo, come nel mio caso, o per altro motivo, anche umanitario, viene compiutamente identificato (proprio come è successo a me) e tutti i suoi dati sensibili (comprese impronte digitali, retina, DNA) vengono inseriti in una banca dati che si interfaccia con gli analoghi archivi stranieri (pochi in realtà). Questa procedura fa sì che il cosiddetto rilievo foto-segnaletico non sia discriminante (oggi in Italia, si fotosegnalano solo gli stranieri e chi delinque). Grazie a questa procedura, mi è stato raccontato, è capitato molte volte che qualche anziano malato del morbo di Altzheimer, persosi per le strade delle grandi città, sia stato subito identificato e riaccompagnato presso la struttura nella quale è stato collocato e dalla quale era riuscito ad allontanarsi. Dopo aver attinto i dati sensibili della persona in ingresso nel paese, l’ufficio immigrazione rilascia una tessera magnetica completa di foto e microchip che permette: di accedere a qualunque sportello per il rilascio di documenti o informazioni; di ottenere qualsiasi presidio medico presso le numerose farmacie (anche queste aperte 24/24 ore); di accedere a banche dati inerenti servizi di pubblica utilità; di guidare veicoli analoghi a quelli per i quali si è autorizzati a guidare nel proprio paese; di avere a disposizione un piccolo gruzzolo (circa 150 euro), che si può prelevare presso qualunque sportello bancomat nelle vie di qualunque città; 150 euro circa che lo Stato, assegna a ogni essere umano che entra nel paese e per qualunque titolo, per quelle che possono essere spese di prima necessità. Sempre con questa tessera magnetica, laddove si entri nel paese per motivi di lavoro e di immigrazione definitiva, è possibile essere inseriti in una specifica graduatoria informatizzata per l’impiego; molti posti di lavoro sono garantiti dall’Impresa Stato, che assume l’onere di una moltitudine di servizi: dal trasporto di cose e persone, alla sanità; dalla scuola alla tutela dell’ordine e della democrazia. Non c’è un vero e proprio esercito, perché lo Stato, tra i suoi primi presupposti costituzionali, ha realmente ripudiato la guerra; non ci sono carri armati, missili, aerei da combattimento, reggimenti di soldati, eccetera, né spese in tal senso. Tutte le realtà lavorative attinenti al “funzionamento” dello Stato, sono garantite da risorse umane regolarmente assunte, formate e retribuite per ogni specifico incarico, con possibilità di progressioni verticali e orizzontali e anche di mobilità nelle diverse specializzazioni. Altro argomento che mi ha incuriosito è “il pagare le tasse”: anche in questo caso sono stato piacevolmente sorpreso nella mia qualità di dipendente pubblico, al quale non viene data la scelta se pagare le tasse o meno, essendo in questo “strano paese” che mi sta ospitando prelevate direttamente alla fonte. Qui le cose stanno diversamente. Infatti, sempre per mezzo di questa tessera magnetica (che qualcuno mi ha detto essere funzionante solo se nelle mani del diretto interessato, ma non so secondo quale principio tecnologicamente avanzato), si accede agevolmente alla rete tributaria e si può trasmigrare parte dei propri risparmi nel fondo delle tasse dovute per i servizi fruiti. Nel senso che ogni cittadino che lavora ottiene il proprio stipendio con accredito diretto sul proprio conto bancario, senza ritenute, tasse o altre voci. Poi sta a lui di scegliere quando e come pagare le tasse: in un’unica soluzione o ratealmente, sapendo che, in caso non paghi le tasse, i servizi ai quali poteva accedere con la sua carta magnetica andranno, via via, a cessare sino a farlo inserire automaticamente in un “elenco” di persone da mettere in prigione ed impiegare subito dopo in “lavori socialmente utili o particolarmente gravosi” con i quali riscatteranno il loro debito con la società. Pensando alle tasse che paghiamo noi in Italia, noi pubblici dipendenti almeno, ho subito chiesto a quanto ammontavano le tasse nel paese che mi stava ospitando e mi è stato risposto che non superavano la cifra corrispondente a 1000 euro annui… e che, comunque, la tassa annua viene stabilità in ragione della capacità di produrre reddito del singolo, attestandosi sul 10% dello stipendio mensile circa. Un impiegato di prima assunzione pagherà mille euro all’anno, qualcosa in più il suo dirigente, e così via. Sono rimasto sbalordito, solo mille euro all’anno, ma come era possibile? Poi, a pensarci bene, mi trovavo in uno Stato con una disoccupazione pressoché inesistente, con una popolazione pari a poco meno di 70 milioni di esseri viventi, dei quali il 60% era produttivo in materia di lavoro e in grado di pagare la tassa… come minimo e in modo molto approssimativo ho capito che c’erano ogni anno circa 42 miliardi di euro per portare avanti le spese dello Stato. Ho chiesto se esisteva una nomenclatura politica, ma ho dovuto spiegare a cosa mi riferivo. Mi è stato detto che quella che io chiamavo politica, loro la chiamavano pubblica amministrazione (mi è subito venuta in mente la res publica) e che i singoli rappresentanti assumevano il rango di amministratori con nomina casuale elaborata dal macrosistema informatico statale: una carica che durava non più di cinque anni, e per una sola volta nella vita, poi un’altra nomina e via dicendo. In questo modo, nei tanti anni di pubblica amministrazione, a occuparsi delle faccende di Stato si erano trovati una moltitudine di cittadini, dalle più svariate appartenenze di ceto e di cultura, che hanno avuto modo di sentirsi, anche nel tempo in divenire, appartenere al sistema Stato. Ho chiesto come fosse possibile, dato che per poter amministrare la “cosa pubblica” occorre avere titoli di studio, occorre essere portati. Ma mi è stato risposto che per condurre la macchina pubblica era ed è sufficiente essere dei “buoni padri di famiglia”. Dai pluslaureati agli operai semplici, le possibilità di essere sorteggiati sono le stesse: ma il livello di scolarità in questo paese è davvero medio alto ed è impossibile che giunga ad una nomina un completo inetto. L’importante è che sia in regola con la sua posizione nello Stato. E con la delinquenza, con la pulsione originaria dell’uomo di trasgredire le regole, come la mettiamo? ho poi chiesto al mio interlocutore e lui mi ha risposto con credibile proprietà di dati che anche nel loro Stato esiste questo problema, in quanto fenomeni come devianza, delinquenza, tossicodipendenza sono insiti nel purtroppo ampio spettro del disvalore umano, ma per questo Paese non è problematico come per il nostro Bel Paese. Intanto, ogni sei mesi, tutti i cittadini hanno a loro disposizione un colloquio con uno psicologo sul loro stato in vita, sia di relazione affettiva, sia in ambito lavorativo. Esiste il sindacato, che è uno solo, e che ha poteri-doveri ispettivi, nel senso che, in un caso tristissimo come quello della Tyssen Krupp, sul banco degli imputati ci sarebbero anche stati i vertici dell’organizzazione sindacale. C’è, come dicevo prima, una medio alta scolarizzazione di tutti e, questo, è già un gran fatto in materia di prevenzione. Poi si aggiunge l’altissima percentuale di occupati regolarmente e, si sa, come il lavoro, l’impegno quotidiano, sia un reale deterrente su fenomeni di devianza. In ultimo, la percentuale dei delitti impuniti è davvero bassissima, l’esatta antitesi dei nostri tristi dati (impunità di circa il 95 per cento dei crimini), fatto che si aggiunge alla assoluta certezza dell’applicazione delle Leggi dello Stato, le quali non sono moltissime (mentre da noi nei primi anni 2000 erano oltre settecentomila) e sono, sia molto specifiche, che aggiornate. Ma ci sarà pure qualcuno che non ha voglia di lavorare? E lui mi ha risposto che, effettivamente, c’erano diversi casi di persone che non si appassionavano a mansioni di lavoro inerenti i servizi resi dall’apparato pubblico: per questi, però, erano risultati vincenti mansioni diverse, creative, nel campo dell’arte, della cultura, del paesaggio, del turismo, anche perché, dimenticavo di dire che, questo paese dal quale sono appena tornato, ha qualcosa come ottomila chilometri consecutivi di coste sul mare. Coste con spiagge e con scogliere, comunque tutte organizzate per il turismo, mica per l’industria come le nostre. Da loro, le industrie, per fattori di rendita, di reale occupazione e, soprattutto, di tutela dell’ambiente, sono state convertite nei primi anni settanta, e sono state trasformate in strutture alberghiere dove possibile, o addirittura smantellate, dove invece era improponibile la loro presenza sul sito. I cittadini che non si realizzano nel pubblico impiego, nell’arte e nei settori professionali tratteggiati poc’anzi, sono risultati perfetti per fare da guida turistica alla moltitudine di comitive che giungono in questo Paese da ogni angolo del globo terracqueo. Ma chi è invalido, diversamente abile, impossibilitato ad essere parte attiva e produttiva nello Stato, che ruolo può rivestire in esso? Anche questa volta la risposta è stata disarmante: come ogni sistema anche quello del Paese in questione presenta delle anomalie. Queste, sono recepite dallo Stato e sono carico di tutti i cittadini. Assistiti da servizi sociali del territorio che non devono rispondere a voci di bilancio, come avviene da noi negli ultimi tempi, contraddistinti da operatori seri e motivati. Nel senso che non esiste il fenomeno del volontariato? Esiste eccome, mi ha risposto: ma è un volontariato tipico, laico, assolutamente disinteressato e impegnato in modo sinergico alle risorse specifiche del sistema Stato. Il volontariato rappresenta un fenomeno socialmente importante e utile, ma non è mai sostitutivo di quello istituzionale. Quindi, per via di persone inattive, di persone malate, di persone deviate, il sistema Stato presenterà pure un bilancio passivo o no? Non esiste bilancio per il sistema Stato: perché il prodotto interno lordo è dato essenzialmente dal turismo e da una produzione di prodotti di altissimo prestigio tecnologico, nei campi dello sfruttamento di energie rinnovabili, nonché in quello della ricerca biomedica, vantando la presenza di giovani con profili di studio di alto livello, spesso in arrivo proprio dall’Italia. Che rabbia! pensavo fra me e me, questo mi sta dipingendo l’Italia che vorrei e che potrebbe davvero essere. Solo con lo sfruttamento dell’energia solare riescono a soddisfare oltre il 60 per cento dell’intero fabbisogno nazionale. Quanto alle altre energie rinnovabili, sono anche in questo caso ai primi posti in quantità di kw prodotti. L’ecosistema è tutelato da Leggi severe e, in quei rarissimi casi di boschi in fiamme, il terreno interessato è immediatamente confiscato dallo Stato, che lo trasforma in parco naturale, in riserva, in qualcosa di universalmente utile, mettendosi al riparo da qualsivoglia forma di speculazione. Poi sono stato provocatorio e sono andato sul discorso delle droghe, dell’etilismo e ho chiesto al mio amico, cosa avevano ideato per queste tristi e drammatiche afflizioni sociali. La risposta si è basata sul fatto che sul “fattore mente” viene investito molto, già dai primissimi momenti di vita. Ogni neonato e la sua famiglia viene monitorato per un lungo periodo da operatori sociali, professionalmente formati sul concetto di famiglia, di ruolo genitoriale, fornendo il supporto più idoneo e atto a ottenere equilibrio e armonia nei vari oneri che la coppia deve affrontare per questa esperienza, che è comunemente considerata una priorità, da tutti i cittadini: non esiste che un bimbo o una bimba sono lasciati soli a piangere chiusi in casa, o dimenticati in auto o lasciati affogare o uccisi da un incidente automobilistico. I bimbi sono il futuro della nazione, sono la risorsa primaria sulla quale investire il massimo delle energie, da parte di tutti gli apparati dello Stato. Alla nascita di un bimbo, la coppia decide chi sarà a fare a meno del proprio lavoro: riceverà dallo Stato una retribuzione pari al 90 % dell’originario stipendio fino all’età scolare del figlio (cinque anni) e avrà conservato il suo posto di lavoro, congelato. L’altro genitore continuerà a lavorare come prima, ma godendo di alcuni vantaggi in materia di permessi ore utili all’espletamento della migliore condotta educativa. Un welfare di alto profilo, con appropriata spesa di risorse umane e economiche. Nel caso l’individuo, per svariati motivi, percorra in età psicoevolutiva sentieri pericolosi e devianti, sarà isolato dal contesto che lo ha influenzato o, peggio, indotto alla dipendenza da sostanze e sottoposto ad un trattamento rieducativo e riabilitativo in strutture sanitarie in grado di contenerlo dapprima e correggerlo poi. Se poi la devianza, la dipendenza, subentrasse in età adulta, allora il cittadino sarà oggetto di cure diverse e di provvedimenti anche di carattere amministrativo che lo vedrebbero privato del diritto di guidare veicoli, di condurre macchine utensili, di essere eletto a cariche pubbliche, privato di molte delle prerogative attinenti al concetto di bravo cittadino. La sua pericolosità sociale sarà arginata nel modo più ovvio, nel senso che se è dipendente di alcol, di eroina, di cocaina o di qualunque altra sostanza, questa gli sarà data dallo Stato stesso che, pur rifiutando l’alienazione mentale come viatico per chiunque, non lo esporrà a sostanze tagliate e spacciate nella clandestinità da organizzazioni criminali senza il minimo scrupolo, ne lo indurrà a compiere crimini a danno di terzi estranei ed innocenti, per recuperare illeciti profitti da convertire in droga o alcol. Nessuno sarà abbandonato a se stesso, lasciato dormire per strada, suicidarsi lentamente. Sarà inserito in progetti specifici e particolarmente organizzati su di lui, in modo tale da farlo vincere e tornare a essere l’uomo padrone di se stesso, della propria libertà. Le sostanze e i loro effetti sono materia d’insegnamento già dal primo ciclo di scolarità e l’impegno dello Stato per informare sui devastanti effetti degli abusi in genere, che il mio interlocutore mi ha dimostrato essere profuso, mi incoraggia a pensare che chi “cadrà” sarà davvero un esiguo numero di persone, per ciò stesso facilmente curabile e, subito dopo, mi risale la rabbia pensando alle tantissime forme di pubblicità di alcolici e superalcolici diffuse nella nostra amata Italia, ai tantissimi giovani che ogni anno cadono nella dipendenza. Nell’ozio vacanziero, il mio animo era più assetato che mai di sapere come questo paese stesse reagendo a fattori negativi che influenzano ormai tutto il mondo e così, forse approfittando un po’ della pazienza del mio valido interlocutore, l’ho fatto bersaglio di altre domande. Che rapporto avevano i cittadini con il credito, con le banche; qual’era il livello di indebitamento di ogni singolo? Ho ricevuto dal mio interlocutore uno sguardo quasi di rimprovero e mi ha detto: denaro, debito, capitale, interessi… sono concetti che riguardano la nostra storia, il nostro passato, sin dalla fine degli anni sessanta, quando volgeva al termine il boom economico creatosi dal dopoguerra in poi, e quando era ancora forte l’influenza dell’ex blocco sovietico, il nostro Paese si è trovato a dover scegliere fra la “ricchezza economica” e la “ricchezza spirituale”. Nel senso che ci siamo chiesti chi era davvero considerabile ricco e abbiamo messo sui due piatti della bilancia i due esempi. Da una parte ricchezza economica, belle case, belle auto, bei vestiti, eccetera; sull’altro piatto abbiamo raffigurato il benessere interiore, la salute, la serenità, la famiglia, i figli, i nipoti, e altri valori aggiunti a questi basilari concetti. E’ subito apparso ovvio che non ci fosse denaro sufficiente a comperare qualcosa del genere; puoi avere le più grandi ricchezze, ma se ti manca una compagna, un figlio, una prospettiva, a che servono queste ricchezze? Da allora, il denaro non è più considerato come capitale da accumulare, come potere da esercitare, ma è comunemente ritenuto uno strumento, nient’altro. Le banche servono per gestire i conti correnti, che sono totalmente informatizzati, e per fornire ai propri clienti lo “strumento denaro” per l’acquisto della casa, ad esempio, a costi improponibili per le banche europee che ricevono soldi dall’U.E all’1% d’interessi e rivendono il denaro almeno al 6 e più %. Non avevo parole: mi sentivo come un primitivo, davanti ad un extraterrestre sceso da qualche astronave. Allora, ho alzato il tiro e ho chiesto: ma la libera impresa, l’esercizio del libero arbitrio, un sano arrivismo, non è contemplato nel vostro sistema sociale? Lui non si è scomposto e mi ha risposto che, quando non si hanno frustrazioni interiori, le competizioni si ridimensionano e s’innalzano autonomamente i bisogni di confermare la propria tranquillità personale. Si ha più voglia di ascoltare la musica, di contemplare la natura, di curare il proprio orto o giardino, di fare gli esercizi ginnici atti a salvaguardare la salute del proprio apparato scheletrico, evitando forme di artrosi e congeneri. Perché, se sei sereno e hai tutto quello che ti serve, devi avere bisogno di altro e di altro ancora, perdendo di vista quelle che sono le reali ricchezze? Ma perché è parte dell’uomo, perché altro? Come saremmo arrivati sulla luna, su marte, se non fosse per questo, gli ho contro ribattuto. Ma lui, questa volta con evidente sarcasmo, mi ha chiesto quali siano stati i risultati utili di tali esplorazioni e se non era meglio che, le esplorazioni, fossero state fatte a beneficio della Madre Terra, andando a trovare fonti energetiche rinnovabili, come emissioni di vapore in superficie, come lo sfruttamento del moto ondoso, come la ricerca delle malattie della mente umana, dai vari morbi, ai tumori, eccetera. Parlando in termini di spesa di denaro, risulta evidente come sia molto più utile impegnarsi a trovare fonti alternative alle fonti energetiche tradizionali, che andare su altri pianeti dove è più che consolidato il parere degli esperti circa l’impossibilità di vita per l’uomo. Parlando in termini di spesa di denaro, risulta altrettanto evidente come sia uno spreco, investire in eserciti, armi e annessi, invece di impegnarsi nella ricerca atta a salvaguardare l’ecosistema e garantire il concetto di “ecologia della vita”. E con l’inquinamento di aria e acqua, come e cosa fate? Lui mi ha risposto che avevano accusato fattori di rischio all’inizio degli anni settanta, ma la conversione delle industrie, la costruzione di sistemi di smaltimento, l’abbattimento delle polveri derivante dal massiccio uso di mezzi di locomozione mossi a energia solare, la raccolta differenziata dei rifiuti e il loro riciclo, avevano reso possibile ottenere risultati sorprendenti in materia di salvaguardia dell’ambiente. Certo i conti si dovevano fare con il globo intero, ma esisteva una solida speranza che l’esempio dato dal loro paese, fosse presto seguito da molti altri. Senti, gli dissi, avete una soluzione per tutto e ci voglio credere, ma per i conflitti fra le diverse confessioni religiose, come avete fatto? Mi ha risposto: quello della religione è un problema esistente da secoli per il genere umano; non è stato semplice all’inizio neppure per noi, ma anno per anno, mentre cresceva la consapevolezza della necessità della pace interiore, aumentava anche il bisogno della pace attorno a sé. Non è un caso che in molte confessioni il saluto più ricorrente si basi proprio sulla parola “pace”. Noi abbiamo aree all’aperto e al chiuso, sempre accessibili, dove chiunque può raccogliersi e pregare l’Entità di riferimento. Nessuno è convinto di essere depositario di una confessione religiosa migliore rispetto a un’altra, né pretende di convertire il prossimo, come mi pare si prefigga la tua confessione. Si entra in ambienti dove la natura trionfa con piante, con frutti, con volatili che ricordano come il tutto sia vivo, vibrante. Poi si sceglie se stare seduti, in piedi, in ginocchio, nessuno fa caso a quello che fa il vicino: sono momenti di raccoglimento, di profonda autoanalisi, di immersione nel proprio Io, facendo autocritica, cercando la spiegazione di qualche errore commesso, mentre si guarda la cavalletta saltare o la rana gonfiare la propria gola. Il tempo non esiste più, si può stare in questi ambienti per pochi minuti o per ore, nessuno viene a dirti di uscire. Lo farai solo quando ti sentirai meglio, quando il tuo cuore tornerà a battere in sintonia con l’ambiente che ti circonda. Dopo tutte queste domande e tutte queste risposte, il mio interlocutore, con legittima curiosità, mi ha chiesto di raccontargli qualcosa del mio Paese… a quel punto mi sono svegliato, era ora di andare a lavorare… era stato tutto solo un bel sogno.

lunedì 27 agosto 2012

Italia-Germania? Vinca l’Europa Flavio Brugnoli 27/08/2012

Il dibattito sui rapporti fra Italia e Germania è di lunga data, con il suo non inevitabile corollario di pregiudizi, semplificazioni e grossolanità, da ambo le parti. Ma, al di là di effimere polemiche agostane, può essere una utile bussola per chiarire passaggi fondamentali per il futuro dell’euro e dell’Unione europea. È infatti sempre più evidente che quello cui stiamo assistendo è il prevedibile cortocircuito fra il livello di (ormai residuo) governo nazionale e il livello di (ancora debole) governo europeo. Dibattito tedesco Chi si è sforzato di seguire il dibattito in Germania in questi mesi, non è stupito della pluralità di indicazioni e anche dell’intensità delle divergenze che stanno emergendo. Allo stato più grande e all’economia più robusta dell’Unione si imputano, a giorni alterni, mancanza di leadership o tentazioni egemoniche. Ma in entrambi gli schieramenti politici e nelle forze economiche e sociali è ormai forte la consapevolezza che non è più possibile eludere scelte di fondo. Il problema che viene sollevato in Germania è al cuore della costruzione europea: come dare vita a un’Unione pienamente democratica, in cui una effettiva condivisione di sovranità europea in materia economica, fiscale e anche politica avvenga con il sostegno consapevole da parte delle istituzioni e dei cittadini dei paesi membri. Mentre aspettiamo la sentenza della Corte costituzionale federale sull’Esm e il Fiscal Compact, già approvati con maggioranza bipartisan dal Bundestag, in Germania prende corpo, a sinistra come a destra, l’ipotesi di un non meglio definito referendum che affronti alla radice il rapporto fra Legge Fondamentale tedesca (il Grundgesetz) e poteri dell’Unione europea, che potrebbe condurre all’adozione di una nuova Costituzione. Si tratterebbe di un passaggio con enormi implicazioni per tutta l’Ue: un’opportunità per un dibattito chiarificatore sui grandi benefici che la Germania ha avuto dall’Ue e dall’euro e sul suo ruolo in un mondo globalizzato, ma con tempi lunghi e tutti i rischi dei referendum nazionali, spesso strozzati dall’agenda e dalle polemiche interne, tanto più a un anno dalle elezioni politiche, previste nel settembre-ottobre 2013. Priorità italiane Stupisce che in Italia alcuni politici e commentatori, nel confrontarsi con il dibattito tedesco ed europeo, ripropongano argomenti quali la difesa di un non meglio definito “interesse nazionale” o di una monolitica “sovranità nazionale” – nonostante un sessantennio d’integrazione, un ventennio di mercato unico e un decennio di moneta unica –, o addirittura astratti scenari di una catastrofica “uscita dall’euro”. In realtà, ci muoviamo in un contesto europeo interdipendente, rafforzato dalle recenti decisioni su “semestre europeo”, “six pack” e Fiscal Compact. Il vero cantiere aperto è quello “federale”, della effettiva messa in comune della sovranità, anzitutto nell’eurozona. Mentre i partiti italiani si preparano all’appuntamento elettorale (al più tardi) nella primavera del 2013, in un quadro di incertezza sugli scenari politici futuri, due sono i temi su cui governo e Parlamento dovrebbero agire in sinergia: definire un credibile orizzonte a medio termine per l’economia italiana, che inglobi l’obiettivo (costituzionale e inter-generazionale) dell’equilibrio di bilancio in termini strutturali; giocare un ruolo attivo in tutte le sedi europee nel processo di costruzione dell’Unione “fiscale e di bilancio” e di quella politica. Non possiamo essere spettatori passivi di fronte alle proposte che già a settembre la Commissione presenterà sull’Unione bancaria e agli sviluppi del mandato per costruire “un’autentica Unione economica e monetaria”, affidato dal Consiglio europeo del 28-29 giugno scorsi ai presidenti di Ce, Commissione, Eurogruppo e Bce. In particolare, va evitato il rischio che la dimensione dell’Unione politica sia considerata meramente residuale e che il Parlamento europeo non ne sia un soggetto chiave. Agenda europea In un contesto in cui, in Europa, dobbiamo compiere scelte strategiche che plasmeranno i decenni a venire, è auspicabile che su di esse si cerchi un consenso il più possibile bipartisan. A destra come a sinistra, in molti paesi, vediamo crescere forze populistiche interessate più a distruggere la costruzione europea che a proporne riforme. Per questo è importante che le forze pro-integrazione sappiano identificare, a livello nazionale e nel Parlamento europeo, alcuni punti fermi condivisi sull’Europa di domani. Ma non possono bastare generiche affermazioni o slogan altisonanti: si devono indicare tempi e modi, passaggi istituzionali e costituzionali. Il discrimine tra le forze politiche europee, prima ancora che fra destra e sinistra, è stato spesso fra anti-europeisti e filo-europeisti. Purtroppo, come hanno mostrato (anche) i referendum del 2005 sulla Costituzione europea, chi è “contro” può fare ricorso agli argomenti più demagogici. Chi è “pro” oggi più che mai deve argomentare con chiarezza le proprie priorità europee. Una scadenza decisiva sarà quella delle elezioni europee del 2014. Se il Parlamento europeo vuole giocare un ruolo fattivo quale legittimo rappresentante democratico del “popolo europeo”, la campagna elettorale sarà un’occasione irripetibile per ribadire quali siano le fondamenta della nostra “comunità di destino” europea e su quali scelte economiche e politiche possiamo confrontarci e anche dividerci. La richiesta, avanzata da più parti, di un mandato costituente al Parlamento europeo che uscirà dalle urne del 2014 – o di una Convenzione costituente, che coinvolga una pluralità di soggetti europei e nazionali – è sia un obiettivo degno di essere perseguito sia un impegno che deve obbligare tutte le forze politiche a mettere in chiaro quale Unione economica e politica vogliono costruire. I governi, i parlamenti e le forze politiche e sociali di Italia e Germania – di concerto con la Francia – hanno di fronte una grande opportunità per un confronto franco e aperto sul nostro comune futuro in un’Unione federale, anzitutto a beneficio delle nuove generazioni di europei. vedi il link: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2112 Flavio Brugnoli è Direttore del Centro Studi sul Federalismo (www.csfederalismo.it). Ora è Direttore del Centro Studi sul Federalismo (www.csfederalismo.it).

Nerio Nesi è deceduto oggi all'età di 98 anni

E' con vivo dolore che apprendo della scomparsa dell'amico ed ex assistito ( sono stato il suo medico di famiglia per oltre 10 anni,...