lunedì 26 dicembre 2022

Claudio Donat Cattin morto a Roma

Dopo un malore che lo aveva costretto ad un ricovero all'Ospedale Gemelli di Roma, nella notte del 24 Dicembre è deceduto Claudio Donat Cattin primogenito dell'ex Ministro Carlo Donat Cattin.Giornalista professionista, era nato a Murazzano, in provincia di Cuneo. Ha lavorato per la «Gazzetta del Popolo» ed è stato autore, insieme al collega Vito Napoli, di un'inchiesta, nel 1969, sullo scandalo delle cliniche nella sanità torinese. Una serie di articoli che fecero luce sulle attività private di nomi noti di medici, esercitate nelle strutture universitarie, utilizzando risorse pubbliche. Per quell'inchiesta Claudio Donat-Cattin vinse nel 1971il premio Saint Vincent per la cronaca. È stato vice direttore della «Gazzetta del Popolo», vice direttore de «Il Giorno» e vice direttore di Raiuno. Autore di programmi Rai, ha lavorato a fianco di Bruno Vespa nella trasmissione Porta a Porta.Anche per me Claudio era un amico ed era stato per anni un mio assistito quando svolgevo il lavoro di medico di famiglia.Lo ricordo nelle nostre vacanze in Sardegna nelle nostre improbabili partite a volley ed a minigolf. Ciao Claudio R.I.P. Un abbraccio affettuoso a Roberta, Barbara e Natalie.

domenica 18 dicembre 2022

Il Computer migliora la vita di Giovanna Giordano

Il computer migliora la vita” è il titolo del nuovo libro di Giovanna Giordano, uscito a dicembre 2022. Si tratta di un vero e proprio manuale di educazione digitale per tutti, frutto di una lunga esperienza nell’insegnamento dell’uso del computer a persone di ogni età ed ogni livello di partenza. A chi è dedicato? Questo manuale è dedicato a tutte le persone che vogliono o devono usare il computer. Pertanto, è essenziale per i principianti di tutte le età, visto che descrive le basi e le manovre fondamentali per usare il computer e lo smartphone nella vita di ogni giorno. Il libro è molto utile anche a chi già usa il computer per imparare qualcosa in più e per vivere nel mondo digitale con maggior sicurezza e consapevolezza. Gli argomenti de: “Il computer migliora la vita” Ecco gli argomenti trattati in questo manuale di educazione digitale: Concetti fondamentali sui computer, Internet e il web: le basi dell’informatica, quali tipi di computer, che cos’è Internet, come sono fatti i siti web, la nuvola informatica e che cosa c’è dietro Internet; Il Personal Computer: hardware e software, il sistema operativo Windows, uso base del computer, videoscrittura, taglia-copia-incolla, documenti e cartelle, chiavette USB, come tenere ordine nel computer; Smartphone e tablet: caratteristiche e sistemi operativi, collegamento a Internet, telefono e messaggi, tutto quello che si può fare con WhatsApp, installare nuove App, codice QR e Google Lens; Cercare informazioni sul web: navigare e cercare con Google, che cosa sono i cookie, navigazione sicura, Wikipedia, guardare video su YouTube, consultare Google Maps per trovare luoghi, attività e itinerari; Comunicare attraverso il web: uso della posta elettronica, spam, phishing, netiquette, videoconferenze con Zoom e Meet, account per identificarsi in rete, come si sceglie e si conserva la password, account principali, SPID; App utili nella vita di tutti i giorni: Contatti, Calendario, fotografie su PC, smartphone e cloud, album fotografici con Google Foto, App per appunti e note come Google Keep e OneNote, uso dell’assistente virtuale, App per tradurre, ascolto di musica e podcast, Google Arts and Culture; Sicurezza informatica: uso sicuro del PC e dello smartphone, blocco schermo, navigare sicuri sul web, tutte le cautele con la posta elettronica e i social media. E, infine, di che cosa non parla questo libro? Ci sono alcuni argomenti di cui non si parla in questo libro, a parte i temi strettamente tecnici che non si addicono ad un testo divulgativo: Non ci sono istruzioni sul pacchetto Office, ossia dei programmi Word, Excel e PowerPoint per i quali esistono sul mercato ottimi e completi manuali; Non vengono trattate le funzioni legate alle banche online e ai pagamenti in quanto sono molto personalizzate sul servizio commerciale; Infine, si descrivono i social media nella parte generale, ma non vengono fornite istruzioni d’uso perché ognuno di essi meriterebbe un testo a sé

mercoledì 7 dicembre 2022

Ma quanto ci costa la mobilità a Torino ! Marzio Panichi

I ciclisti e gli utenti delle due ruote pagano un prezzo troppo alto per muoversi. Leggiamo purtroppo con grande dolore di “omicidi stradali” sempre più frequenti. La Stampa del 2/12/22 Anche io sono perplesso! Sia pur con la mia incompetenza, non credo che sia sufficiente ridurre la velocità delle auto per abbassare il numero eccessivo e preoccupante di incidenti e ricoveri in ospedale di ciclisti o di coloro che cavalcano monopattini. Abbiamo letto che la città di Torino è al top come percentuale annua di incidenti alle due ruote e qualcuno vorrebbe attribuire la maggiore responsabilità agli automobilisti inosservanti delle regole della circolazione in città. Sicuramente ci sono svariati esempi di indisciplina automobilistica ma sono innumerevoli e documentabili le infrazioni al Codice della strada da parte delle due ruote. Inutile qui riportarne l’semplificazione perché è sotto gli occhi di tutti i frequentatori delle strade cittadine, di giorno e di notte. Senza voler difendere in maniera corporativa gli automobilisti di cui faccio parte personalmente voglio fare qualche riflessione con chi mi legge e dire che i fruitori delle due ruote ci salgono sopra senza aver frequentato nessun corso istruttivo sulle regole della circolazione urbana. Basta aver imparato ad andare in bicicletta o ancor di più a maneggiare un velocipede elettrico con due piccole ruote, che può raggiungere però velocità superiori ai 50 Km/ora. Non ci sono obblighi di dover conseguire una sorta di patentino, né di assicurazione RC, né di Dispositivi di protezione come il casco od un giubbotto fosforescente di notte, non sono previsti specchietti retrovisori, segnalatori di direzione od acustici… e così via. In buona sostanza le due ruote non hanno limiti di età e non brillano nell’essere ligi al codice stradale. In più non hanno targhe che possano identificare l’infrazione compiuta con le telecamere come accade invece per auto e moto. Parcheggi selvaggi non solo di auto! Troviamo sulle strade e sui marciapiedi velocipedi oggi di tutti i tipi: quelli tradizionali di una volta magari anche arrugginiti e senza valore, ma anche bici da corsa in carbonio, mountain bike costosissime, city bike di ogni foggia. Biciclette elettriche, con pedalata assistita, con ruote da fuoristrada e via di seguito. Insomma si vedono un sacco di bicicli condotti ben spesso in modo imprudente ed irresponsabile mentre i pericoli delle vie sono molteplici: buche nell’asfalto, sconnessioni, rotaie tramviarie ecc. Un esempio deplorevole di scarso decoro cittadino Molti automobilisti hanno i loro torti ma anche i ciclisti ed i “monopattinisti” dovrebbero rendersi più responsabili ed affinare il loro senso civico non solo nel cavalcare disciplinatamente il loro mezzo ma anche nel lasciarlo a fine uso. E’ auspicabile una maggiore prevenzione ed educazione stradale da parte dell’Istituzione comunale ma anche la deterrenza. Conclusivamente mi chiedo quanto ci costa l’imprudenza stradale, non solo in termini di morti, ma anche economicamente per i soccorsi, i ricoveri e le cure ospedaliere e da ultimo mi pongo una domanda: dove sono le “pattuglie” dei Vigili Urbani per fare prevenzione ed applicare le sanzioni? Le auto e gli automobilisti possono essere multati i velocipedi no.

mercoledì 30 novembre 2022

La proposta di FNOPI: «Cabina di regia che unisca Missione 5 e 6 del PNRR. Sociale e sanitario insieme» da Sanità Informazione

L’idea espressa dalla presidente Mangiacavalli durante il Forum Risk Management chiede un percorso organizzativo-istituzionale tra mondo sanitario e sociale. Interministeriale tra Salute e Lavoro di Gloria Frezza Il Piano nazionale di ripresa e resilienza risponde a delle necessità che il Paese ha accumulato nel tempo. Un investimento, con l’aiuto dei fondi europei, per sostenere aree per troppo tempo trascurate dai governi che si sono succeduti. I 191,5 miliardi di euro sono ripartiti in sei missioni. Per il mondo dei professionisti sanitari la Missione 5 dedicata a Inclusione e coesione (19,81 mld) e la Missione 6 sulla Salute (15,63 mld) possono e devono viaggiare di pari passo. Questa è la proposta che la presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), Barbara Mangiacavalli, ha lanciato durante uno dei confronti inter-professionali al Forum Risk Management 2022. Per farlo, la presidente ha ipotizzato una cabina di regia fuori dai ministeri, che possa lavorare in sinergia con i professionisti sanitari. L’idea di FNOPI per unire Missione 5 e 6 «Bisognerebbe trovare qualcosa che ricomponga la frammentazione sia delle missioni del PNRR, sia dei diversi stakeholder – ha detto ai microfoni di Sanità Informazione -. Da un lato il Ministero della Salute, dall’altro il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. In realtà negli atti si legge che una cabina di regia dovrebbe già esistere tra la Missione 5 e la Missione 6, ma non abbiamo visto molto. Forse c’è bisogno di strutturare un percorso organizzativo-istituzionale tra questi due mondi: il sanitario e il sociale, e quindi un qualcosa di interministeriale. Noi l’abbiamo lanciata come spunto, la paternità di questa riflessione è di FNOPI, speriamo che possa essere un seme che poi cresca». La proposta è stata accolta con entusiasmo da Tiziana Frittelli, presidente Federsanità e da Giovanni Migliore, presidente Fiaso. Cosa prevede la Missione 5 La Missione 5 investe per evitare che dalla crisi pandemica emergano nuove disuguaglianze e si sviluppino divari più grandi nel tessuto sociale del Paese. I fondi saranno rivolti a facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro e l’inclusione sociale. I fondi sono così distribuiti: 6,66 mld per le politiche per il lavoro 11,17 mld per le infrastrutture sociali, le famiglie e il terzo settore 1,98 mld per interventi speciali di coesione territoriale. Cosa prevede la Missione 6 La Missione 6 punta a potenziare le capacità di prevenzione e cura del Sistema sanitario nazionale per tutti i cittadini, con accesso equo e diffuso alle cure. Anche grazie a un vasto investimento nell’utilizzo di tecnologie innovative. I fondi investono: 24,77 mld in reti di prossimità, strutture e telemedicina per il territorio 0,63 mld per innovazione e digitalizzazione del Ssn. Al centro il potenziamento dell’assistenza domiciliare e dei presidi sul territorio. Con lo scopo di svuotare gli ospedali da pazienti che possono essere curati e gestiti meglio integrando i servizi socio-sanitari. Sociale e sanitario insieme: la via della salute In questo senso, la proposta di FNOPI arriva per assicurare che i due universi, rappresentati dalle due Missioni, si parlino non solo a investimenti realizzati, ma prima ancora di effettuarli. Senza rischiare che i progetti virino in direzioni diverse e connubi che potrebbero essere vantaggiosi, restino invece intentati. Non stupisce che l’idea venga da FNOPI: la professione infermieristica rappresenta in sé il connubio tra sociale e sanitario e, al suo interno, esprime il suo massimo potenziale. Mangiacavalli ha voluto ribadire che la visione olistica della salute del cittadino non può più attendere dietro differenziazioni di ministeri o appartenenze.

Medici in piazza contro la manovra economica da MD Digital

Le organizzazioni sindacali dei medici, veterinari e dirigenti sanitari (ANAAO ASSOMED – CIMO-FESMED (ANPO-ASCOTI – CIMO - CIMOP - FESMED) – AAROI-EMAC – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA – CISL MEDICI) esprimono preoccupazione per i contenuti della manovra economica presentata dal Governo. Motivo per cui, non solo hanno dichiarato lo stato di agitazione ma hanno proclamato una manifestazione a Roma per il 15 dicembre 2022 in piazza SS Apostoli dalle ore 14.00. "Con la manifestazione e con quelle che organizzeremo domani - precisano in una nota stampa - ci rivolgiamo ai cittadini affinchè siano consapevoli della deriva in cui sta precipitando la sanità pubblica: dopo averci consegnato medaglie di cartone, ora ci legano le mani e senza risorse potremo proteggere e assistere i nostri pazienti solo in parte e solo grazie a grandi sacrifici che pesano sulle nostre vite e su quelle delle nostre famiglie". "Alla sanità del 2023 vengono destinate certo più risorse, ma per bollette e vaccini e farmaci anti Covid, non per servizi e personale. Anche la promessa indennità di Pronto Soccorso viene rinviata al 2024. Niente per il Contratto di lavoro 2019-2021, che prevede incrementi pari a un terzo del tasso inflattivo attuale, e nessun finanziamento per quello 2022-2024. Le condizioni di lavoro dei dirigenti medici, veterinari e sanitari, divenute insopportabili, anche a causa di una pandemia non ancora superata, alimentano uno stato di crisi della sanità pubblica che ha ridotto il SSN a malato terminale. Le fughe di massa dei professionisti, insieme con l’insoddisfazione e lo scontento di chi non fugge, suonano un allarme che, però, non arriva alle orecchie del Ministro della Salute e del Governo che non vedono organici drammaticamente ridotti al lumicino al punto da mettere a rischio l’accesso dei cittadini alla prevenzione e alle cure, insieme con la loro qualità e sicurezza". "Servono investimenti per le retribuzioni e per le assunzioni, perchè la carenza di specialisti non può essere colmata dalle cooperative dei medici a gettone, pagati per lo stesso lavoro il triplo dei dipendenti e gratificati di una flat tax che porta a livelli intollerabili anche il differenziale contributivo. Una miscela che agisce da potente calamita". "Le premesse erano state migliori. Un Governo nuovo, politico in quanto nato dalla volontà elettorale, un medico ministro, un tecnico. Ma ad oggi di tecnico, e di nuovo, abbiamo visto ben poco. Abbiamo registrato solo una dichiarazione circa l'opportunità di aumentare la retribuzione, non ancora seguita da fatti concreti. Nemmeno una convocazione da parte del Ministro, o un accenno, benché richiesto più volte e in più tempi. Non una sola parola sul rinnovo di un contratto di lavoro che impolvera nelle stanze del MEF candidato ormai a gestire anche la salute. Se questa è la considerazione in cui vengono tenuti migliaia di professionisti che hanno evitato al Paese una caporetto sanitaria, essi reagiranno con un corale “basta”: ai turni eccessivi, al lavoro oltre l’orario dovuto, a fare in tre il lavoro di sei, a rubare tempo alla vita. Per godersi, finalmente, 5 milioni di giornate di ferie arretrate, recuperare 10 milioni di ore di straordinario, stare a casa a Natale e S. Stefano. Senza farsi mancare Capodanno e Befana". "l professionisti che tengono in vita la sanità pubblica - tiene a sottolineare l'intersindacale - devono essere ai primi posti dell’agenda di tutte le forze politiche e meritano rispetto, per il servizio che hanno reso negli anni alla comunità, con un lavoro duro, troppo spesso disagiato e mal retribuito, e per l’abnegazione al servizio sanitario assicurata durante la pandemia. Per garantire il diritto alla salute ad ogni cittadino, che deve essere tutelato e curato senza distinzioni di sesso, età, condizione sociale o geografica. Solo un Paese in salute può garantire sviluppo economico e sociale ai suoi cittadini. I 130.000 professionisti che rappresentiamo sono pronti a fare la loro parte facendo ricorso a tutti gli strumenti disponibili". LE RICHIESTE CHIEDIAMO CHE LA LEGGE DI BILANCIO 2023: • destini risorse reali alla salute dei cittadini; • aumenti le assunzioni di personale medico, veterinario e sanitario, per migliorare le condizioni di lavoro all’interno degli ospedali e dei presidi territoriali, superando i vincoli imposti dai tetti di spesa, per garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza in tempi accettabili; • incrementi le retribuzioni del personale, oggi al terz’ultimo posto in Europa, anche attraverso politiche di defiscalizzazione già concesse alle partite IVA, al settore privato e ad altre categorie del pubblico impiego; • renda accessibili a tutti i cittadini le prestazioni sanitarie appropriate contro l’allungamento delle liste d’attesa e i viaggi della speranza. MANIFESTIAMO CONTRO: • il definanziamento ulteriore della sanità pubblica previsto nei prossimi anni, che costringerà molti cittadini a doversi pagare le cure di tasca propria e ne spingerà tanti altri nel limbo già oggi molto affollato di coloro che non possono pagarsele; • le briciole concesse dalla legge di bilancio 2023 al personale della sanità pubblica; • il disinteresse della politica nei confronti degli “angeli” e degli “eroi” che hanno evitato al Paese una caporetto sanitaria ed economica; • l’assenza di un piano programmatico di riforma e di rilancio complessivo del SSN da parte delle forze politiche che superi la spinta alla privatizzazione; • la regionalizzazione delle cure e la creazione del nuovo mercato sanitario tra nord e sud; • il silenzio istituzionale di fronte alla richiesta di confronto con le rappresentanze sindacali dei professionisti su cui si regge il SSN. CHIEDIAMO INOLTRE AL GOVERNO E ALLE REGIONI: • l’immediata apertura del tavolo per il rinnovo di un CCNL sequestrato nelle stanze ministeriali; • l’allineamento della spesa sanitaria pubblica alla media dei paesi europei; • la depenalizzazione atto medico, riconsiderandolo autonomo scientifico e libero da ideologie;

lunedì 28 novembre 2022

Covid 19 e Vaccinazione

Mentre #covid19 rialza la testa, prosegue il calo nella somministrazione della quarta dose E risulta inspiegabile la scelta del Ministero della Salute di attendere 1°dicembre per avviare la campagna di comunicazione sui vaccini Report Fondazione GIMBE

martedì 22 novembre 2022

Aumenti alle stelle di Emanuela Rampi

Buongiorno, scrivo con la speranza di sensibilizzare chi nelle Istituzioni potrebbe intervenire. Si parla di aiuti da parte del Governo sul caro bollette, sull'aumento eccessivo dei prodotti alimentari...ma nessuno parla di intervenire sull'aumento fortissimo degli affitti con l'applicazione da parte dei proprietari del 100/100 della variazione Istat. Data la forte inflazione, quest'anno a luglio è stata del 7,8 ed ora ad ottobre è già arrivata all'11,5. Ciò significa aumenti su affitti già congrui di 50 - 60 euro mensili. Cosa avverà il prossimo anno se l'inflazione continuerà a galoppare in questo modo???? Ci si troverà a pagare 100-150 euro in più al mese nell'arco di un anno??? I piccoli proprietari che normalmente fanno contratti con canoni convenzionati non la applicano al 100/100, ma le grandi proprietà, vedi S.p.A. Banche, Società di Assicurazioni si! Io personalmente lo trovo immorale! Con il Paese in grande difficoltà e le famiglie che non arrivano alla fine del mese, perchè non collaborare con il Governo e la società, magari applicando solo in minima parte l'aumento? Le pensioni che ora avranno un piccolo aumento non sono proporzionate x subire comunque aumenti così forti, poi da parte di chi è un colosso economico. Nel mio stabile, di proprietà di una grande Assicurazione, vivono molti pensionati e persone sole. Siamo tutti disperati ma nessuno ha il coraggio di lamentarsi per paura di avere poi problemi con la proprietà che ci vede come numeri, come cose, non come persone. Spero che qualcuno possa intervenire per calmierare la situazione. Ringrazio se vorrete pubblicare questa mia. Emanuela Rampi

domenica 20 novembre 2022

Matteo Bassetti parla di allevamenti ed antibiotici e fa subito disinformazione (Fonte FNOVI)

La replica di FNOVI alle esternazioni del Direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova A cura di Daniela Mulas
Nel corso della puntata di Carta Bianca dello scorso 16 novembre, nella pagina dedicata ai lavori a Sharm el-Sheikh del summit Cop27 sui cambiamenti climatici e sul come si sta cercando di contenere il riscaldamento del pianeta, il Prof Matteo Bassetti, Direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, si è reso protagonista di affermazioni che meritano una smentita. Quando la conduttrice del programma ha invitato i suoi ospiti a commentare la circostanza che l’emissione globale di CO2 sembrerebbe, per buona parte, prodotta dagli allevamenti intesivi di animali (15% della produzione annuale di gas serra), il Prof. Bassetti ha dichiarato che gli allevamenti di quel tipo “producono batteri resistenti e infezioni. La promiscuità, la mancanza di spazio e l’uso che si fa in quegli ambienti di grosse quantità di antibiotici, inquinano l’ambiente in una maniera diversa”. Ha quindi proseguito commentando che, accanto all’inquinamento atmosferico “l’inquinamento da batteri resistenti è forse ancora peggiore, perché sicuramente l’inquinamento fa male alla salute, ma i batteri resistenti uccidono le persone”. Nel sottolineare quindi la necessità di regole stringenti, ha commentato che mentre in medicina umana si stanno facendo “dei grossi sforzi per usare bene gli antibiotici negli esseri umani … nella veterinaria siamo ancora lontani”. Con queste esternazioni il Prof. Bassetti ha dimostrato una colpevole impreparazione circa le stringenti regole vigenti nel nostro Paese che sottopongono l’utilizzo dei farmaci, in particolare degli antibiotici, su tutti gli animali, sia destinati alla produzione di alimenti di origine animale, che da affezione e sportivi, alle accurate e costanti verifiche affidate a medici veterinari pubblici e privati. Il Direttore certamente ignora che i medici veterinari italiani, a seguito dell’emanazione della legge 20 novembre 2017, n. 167 (Legge europea 2017), sono dotati di un sistema informatizzato di tracciabilità dei medicinali veterinari che comprende la Ricetta elettronica veterinaria il cui utilizzo è obbligatorio dal 16 aprile 2019. I dati di utilizzo del farmaco veterinario e degli antibiotici sono pertanto sottoposti a regolari controlli da parte dei Servizi veterinari delle ASL attraverso il sistema informativo di farmacosorveglianza, messo a disposizione dal Ministero della Salute, e il loro impiego in allevamento può essere monitorato dai medici veterinari aziendali attraverso il registro elettronico dei trattamenti. Gli stessi dati, inoltre, sono a disposizione sia in forma aggregata che puntuale, del Ministero della Salute. Una capillarità di informazione che non appare ancora disponibile per i farmaci umani. Il Prof. Bassetti dimostra di non sapere che per i medici veterinari italiani l’utilizzo prudente degli antibiotici è strettamente connesso all’applicazione di elevati standard di benessere in allevamento e di biosicurezza aziendale e che un approccio integrato al fenomeno dell’ABR rappresenta un elemento fondamentale per contrastarne l’insorgenza. Occorrerà informare l’illustre infettivologo che in medicina veterinaria le regole esistono e sono già state modificate in ragione delle successive leggi e regolamenti intervenuti in materia e che i medici veterinari utilizzano in maniera responsabile e secondo le indicazioni previste dalla normativa vigente, sia gli antibiotici che tutti gli altri farmaci destinati alla cura degli animali sia da affezione che da reddito. Per concludere una riflessione: l’approccio OneHealth sarà possibile solo nel momento in cui i professionisti dell’area sanitaria saranno pronti a collaborare tra loro con un confronto aperto, leale e alla pari sulle tematiche che impattano sulla salute dell’uomo, così come sulla salute degli animali e sulla salubrità dell’ambiente”.

sabato 19 novembre 2022

Oltre il 37% dei medici è pronto a lasciare il SSN per lavorare a gettone (Fonte Sanità Informazione)

Circa 4 medici su 10 sono pronti a lasciare il posto fisso in ospedale per lavorare come gettonisti. È il risultato emerso da un sondaggio flash proposto dalla Federazione CIMO-FESMED ad un campione di 1000 medici. Si rischia di dover celebrare presto il funerale del nostro Servizio sanitario nazionale

mercoledì 16 novembre 2022

Per ricordare il grande cantautore Luigi Tenco 02.12.22 ore 21.30 Circolo ai Tre Bicchieri Torino

Parte dal Circolo Ai Tre Bicchieri di via Ignazio Giulio una nuova avventura musicale dedicata ad uno degli autori più amati della musica italiana: Luigi Tenco. Il cantautore morto suicida , viene rivisitato in molti dei brani del suo repertorio con una lettura "jazzistica". A proporlo 2 componenti della band del Crooner Matteo Brancaleoni e due del quartetto Doctor Jazz. La serata sarà accompagnata da una cena a base,ma non esclusivamente, di bagna cauda sia tradizionale che "light", senza aglio. Circolo Ai Tre Bicchieri via Ignazio Giulio 29 la cena dalle 20 il concerto dalle 21.30. Meglio prenotare : 393 324 0357

domenica 6 novembre 2022

Una storia di degrado di Marzio Panichi

Assolutamente sconfortante! In pochi metri di via e di marciapiede ci sono alcuni esempi di degrado urbano: imbrattamenti murali senza significato comprensibile e con il solo scopo di danneggiare ed insultare la proprietà privata e condominiale. Tracce di urinazioni canine reiterate, marciapiede in pendenza verso la carreggiata stradale, scheletro di bicicletta incatenata che ha una storia di un anno circa. Cronologicamente parlando la bicicletta venne legata al palo stradale parecchi mesi or sono (io abito nelle vicinanze) ed inizialmente era completa di ruote dove i cani di passaggio alzavano la gamba sistematicamente perché attratti dalle gomme impregnate delle pipì di tutti quelli che si erano soffermati prima. Poi la ruota anteriore sparì nottetempo perché è più facile da smontare rispetto alla posteriore e qualcuno se la portò via verosimilmente per rivenderla ma il gabinetto canino rimase comunque concentrato sulla ruota di dietro che a sua volta sparì dopo alcuni mesi ed ecco qua un telaio metallico che resta incatenato sull’angolo con via Gioberti! Chissà ancora per quanto tempo. Ho provato a chiedermi fin dall’inizio a chi potesse appartenere il biciclo e pensai ad un residente del circondario magari assente dalla sede, poi via via ho pensato che fosse una bicicletta rubata ed abbandonata momentaneamente per poi ricuperarla dopo un po'. Successivamente ho pensato che il padrone fosse morto od in ospedale o in galera o emigrato o non più in grado di pedalare! Ma non è questo il punto, la questione è un’altra che si porta dietro alcuni interrogativi: quante pattuglie di Vigili Urbani, Polizia, Carabinieri saranno transitati su quell’angolo e nessuno finora ha pensato di affrontare il problema. Fino a quando non sono sparite le ruote (prima una e poi l’altra) le forze dell’ordine potevano essere giustificate nel pensare che la bicicletta fosse di proprietà e parcheggiata momentaneamente, sia pure in modo anomalo sul marciapiede, ora però non lo sono proprio per nulla. Il problema del telaio abbandonato è veramente tale perché la bicicletta non ha numeri identificativi o targhe per poter risalire ad un potenziale proprietario per cui recidere la catena diventa un atto che richiede una procedura ufficiale che passa, presumo, attraverso il Sindaco o la Magistratura od altre Autorità, sicuramente con un iter burocratico articolato e/o complicato. Se impugnassi io un tronchesino nottetempo sicuramente compirei un reato ma risolverei un problema di percorribilità del marciapiede e di evidente degrado! Di biciclette parcheggiate sui marciapiedi ed incatenate ad infissi è piena la città cosi come di bicicli a noleggio e monopattini abbandonati in ogni luogo disordinatamente e con intralcio agli scivoli per disabili, passi carrai, soglie di negozi ecc. Ben venga la mobilità ecologica ma anche l’educazione civica che manca agli utenti dei bicicli ed ai proprietari dei cani disattenti nel gestire le evacuazioni dei propri beniamini. Mi limito qui a criticare principalmente il comportamento di chi possiede un cane maschio e che gli consente di spruzzare gli stipiti e le soglie di negozi, dei portoni, gli angoli delle vie, le ruote di auto in parcheggio lasciando tracce evidenti che, con il clima secco di questi giorni, lascia olezzi locali tipici dell’urina evaporata. In altre parole quando percorriamo i marciapiedi non solo dobbiamo fare attenzione a dove mettiamo i piedi ma è meglio anche tapparsi il naso per non percepire odori sgradevoli (puzza di pipì!). Quale suggerimento correttivo si può proporre ai cinofili in questi casi? Portare con sé non solo il sacchettino verde per la raccolta delle feci ma anche uno “spruzzino” con acqua per diluire l’urina ed attenuarne i suddetti inconvenienti. Cosi facendo guadagneranno le simpatie di portinaie, condomini, negozianti e pedoni che non sempre sono cinofili e tolleranti. Peccato che i proprietari di cani armati di “spruzzino” sono pochissimi e che alcuni non sempre si dotano del “sacchetto” lasciando marciapiedi, strade, prati ed arenili di gioco per bambini inquinati da feci. Anche però i ciclisti ed i “monopattinisti” dovrebbero affinare il loro senso civico non solo nel cavalcare disciplinatamente il loro mezzo ma anche nel lasciarlo a fine uso. Da ultimo una domanda: dove sono le “pattuglie decoro” dei Vigili urbani per applicare anche la deterrenza?

mercoledì 2 novembre 2022

Covid-19, da obbligo vaccinale per i medici a mascherine: le principali decisioni del Consiglio dei ministri (Fonte Doctor 33)

Covid-19, da vaccini a mascherine al chiuso. La strategia Oms per l’autunno È stata anticipata dal 31 dicembre 2022 al primo novembre 2022 la scadenza dell'obbligo vaccinale anti-Covid per chi esercita la professione sanitaria. È questa la principale misura in ambito sanitario prevista dal Consiglio dei ministri svoltosi lunedì 31 ottobre. La nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute Orazio Schillaci prevede anche la proroga dell'obbligo di mascherine in ospedali, Rsa e ambulatori. L'obbligo resterà in vigore fino al 31 dicembre di quest'anno. "Crediamo fortemente che aver rimesso a lavorare nelle nostre strutture questi medici e questi operatori sanitari serva innanzitutto per contrastare proprio la carenza che si registra sul territorio". Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha motivato così la scelta di "anticipare al 1 novembre la scadenza dell'obbligo per gli esercenti la professione sanitaria rispetto alla vaccinazione" Covid. Insieme al quadro epidemiologico, la molla del provvedimento varato in Cdm è anche un'altra, ha argomentato durante la conferenza stampa con la premier Giorgia Meloni: "Si aggiunge il problema grave della carenza di personale medico e sanitario nei nostri ospedali. Carenza che deriva da una programmazione evidentemente sbagliata negli ultimi 10 anni, con il ricorso sempre più frequente a medici extracomunitari oppure ai cosiddetti medici a gettone, che percepiscono emolumenti pari da 2 a 5 volte quelli percepiti dai medici che operano nel Servizio sanitario nazionale". Per quel che riguarda la proroga all'obbligo delle mascherine un'ordinanza che proroga l'obbligo dell'utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie, il ministro sottolinea di non aver mai "pensato di non andare in questa direzione, è una scelta condivisa con il primo ministro, non c'è alcun ripensamento". Una decisione accolta con soddisfazione dall'Ordine dei medici: "un provvedimento che va nella direzione di proteggere i più fragili", ha detto il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, in una nota. "Abbiamo apprezzato - ha detto Anelli riferendosi alla conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri - le parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci, a sostegno dei vaccini e il ringraziamento ai medici e agli operatori sanitari per il lavoro svolto durante la pandemia. Per quanto riguarda la Salute, siamo fiduciosi che il Governo affronti ora le conseguenze del Covid, puntando sui professionisti con il giusto piglio e operatività".

martedì 25 ottobre 2022

I medici di famiglia dicono basta a nuovi oneri burocratici da MD Digital

A sancirli sono due nuove circolari una dell'Inps e l'altra del Ministero della Salute. La prima, inerente alla procedura per l’invalidità Inps, prevede che il Mmg invii i referti su richiesta del cittadino e la seconda, riguardo alla vigilanza dei dispositivi medici, stabilisce che il medico di famiglia dovrà comunicare eventuali incidenti gravi degli strumenti. I sindacati Fismu e Smi protestano.

domenica 23 ottobre 2022

Sanità territoriale, più che case di comunità serve personale vicino al paziente. Il dibattito a FarmacistaPiù da Sanità33

Sanità territoriale, più che case di comunità serve personale vicino al paziente. Il dibattito a FarmacistaPiù Senza medico di famiglia, infermiere del territorio e farmacista le case di comunità previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza non decolleranno. Al posto di edifici, serve personale il più vicino possibile al paziente. Il tema emerge dalle analisi dei politici di maggioranza presenti a “Farmacista più” Leggi tutto su

domenica 16 ottobre 2022

16 Ottobre Giornata Mondiale dell'alimentazione da Ecograffi.it

Oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’alimentazione in un momento storico in cui la siccità e quindi la perdita di migliaia di ettari di terreno coltivabile sta provocando un grave aumento delle persone che non hanno cibo per sfamarsi. ( 970 mila persone sono a rischio carestia e rischiano la vita) Il cibo è indispensabile per la nostra sopravvivenza ma dobbiamo anche ricordare che il cibo deve essere sano, provenire da produzioni sostenibili per non mettere in grave rischio la nostra salute. Cibo sano, vita sana sono punti fondamentali della campagna mondiale di informazione sulla corretta alimentazione e sugli stili di vita, che se condotti con serietà e sin dai primi anni di vita comportano certamente una diminuzione di malattie, come ad esempio i disturbi dismetabolici anticamera di Obesità giovanile che nei paesi occidentali supera il 33% della popolazione pediatrica ed il 39 % della popolazione adulta è in sovrappeso. (BMI tra 28 e 30%) . Consumiamo troppi zuccheri e grassi, con una introduzione eccessiva di calorie. Obesità che facilmente vuol dire dislipidemie, malattie cardiovascolari,ictus,infarto,diabete tipo 2, malattie vascolari, tumori che si riverseranno poi sui costi della Sanità pubblica per via di accertamenti, farmaci molti dei quali potrebbero essere contenuti e molto più mirati, aumentando così l’efficacia delle cure. Ma c’è l’altra faccia della medaglia, se da una parte del mondo si mangia tanto e male , dall’altra oltre 800 milioni di persone soffre la fame, nella nostra Euroopa quasi 39 milioni di cittadini non riescono ad alimentarsi tutti i giorni a fronte di uno spreco di cibo che supera i 300 Kg all’anno. Una vera assurdità. L’Europa ha importato 138 milioni di tonnellate di prodotti agricoli , buttandone 153 milioni ( dato U.E.). Occorre dunque un cambiamento drastico nella ridistribuzione delle risorse, ridurre gli sprechi con spese intelligenti e produrre nel ripsetto dell’ambiente.

sabato 17 settembre 2022

Covid-19, milioni di morti si potevano prevenire. Ecco come secondo la Lancet Commission (Fonte DoctorNews33)

Covid-19, Oms: trend decrescente di nuovi casi a livello globale Proteggere e promuovere la cooperazione tra paesi nella "preparedness" e nell'offerta di presidi di diagnosi e cura, combattere le diseguaglianze e porre più attenzione alla sicurezza quando si fa ricerca biologica: sono le richieste principali che la Lancet Covid 19 Commission porge ai paesi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per prevenire altre morti evitabili da Covid-19. Per i 28 redattori del documento presentato ieri al DG OMS Tedros Ghebreyesus, la gestione della pandemia è stata un fallimento. Governi lenti, e passivi nel contrasto della disinformazione sui media, hanno prestato poca attenzione ai più vulnerabili. Si sarebbero potuti evitare milioni di morti. Tra l'altro, le morti per Covid non sono state fin qui i 6,9 milioni del conteggio ufficiale ma 17,9 milioni. Presidente della commissione della rivista e del Sustainable Development Solutions Network, Jeffrey Sachs (Columbia University) evoca «un'azione collettiva che promuova la salute pubblica e lo sviluppo sostenibile, affrontando le disuguaglianze sanitarie globali e proteggendo il mondo dalle future malattie». Le nazioni del mondo devono iniziare a collaborare tra loro. I cinque pilastri - L'OMS detta cinque "pilastri" delle future politiche anti-pandemie. Primo, imparare dagli errori di governi che non si sono coordinati sui protocolli di viaggio, sul testing, sull'approvvigionamento di mascherine etc) e dai successi di alcuni paesi: l'Est Asia, che nel 2002 era stato scottato dall'epidemia di Sars, ha adottato strategie di contenimento più efficaci, con un'incidenza di morti inferiore. Secondo, agire sul contenimento dei contagi evitando il contatto tra individui infetti e non infetti. Terzo, ridurre le disuguaglianze sanitarie dentro ogni stato membro Oms. Quarto, mettere in protezione le fasce più vulnerabili. Quinto, produrre nuovi vaccini e nuove terapie. Questo innanzi tutto a livello di ogni nazione. Ma non tutti gli stati membri Oms sono in grado di fare da soli. Nei Paesi ad alto reddito, tre persone su quattro sono state vaccinate, in quelli più poveri solo una su sette. I paesi ricchi ora devono dare di più. Misure nazionali ed internazionali - Il "board" raccomanda di fare sempre riferimento all'OMS, che sulle malattie emergenti ha importanti poteri ispettivi e decisionali da utilizzare nei siti colpiti, nell'interesse del mondo intero. Chiede poi di stabilire sistemi coordinati di sorveglianza tra nazioni per predire il rischio di nuove ondate. «Cina, Stati Uniti, Unione Europea, India, Federazione Russa ed alter potenze regionali devono mettere da parte le rivalità geopolitiche per lavorare insieme». Altri target: arrivare ad un accordo pandemico globale e potenziare le International Health Regulations creando un sistema internazionale di sorveglianza e monitoraggio degli esiti e della trasmissione delle malattie infettive. Nel contempo, urge istituire nell'OMS un Global Health Board composto da elementi dei governi nazionali in rappresentanza di ciascuna delle regioni del globo, per supportare l'organizzazione nelle decisioni. Il Fondo Globale per la Salute -Tra le nazioni del mondo, quelle del G20 (tra cui l'Italia) dovrebbero infine collaborare ad un piano decennale per assicurare che in tutte le regioni del mondo si producano e si distribuiscano mezzi per il controllo della pandemia. Ciò richiede uno sforzo economico: il "board" a tal proposito evoca il varo di un Global Health Fund che finanzi la produzione di dispositivi per il controllo delle malattie da virus, l'organizzazione di sistemi di risposta alle pandemie ed il rinforzo dei presìdi di medicina territoriale in paesi a reddito medio-basso. Per il Fondo, servirebbero, si calcola, 60 miliardi di dollari annui (1% del Pil dei paesi ad alto reddito). L'obiettivo è aiutare i sistemi sanitari nazionali in difficoltà non solo in relazione alle pandemie ma a tutti i temi di sanità ad esse correlati. E serve governare la ripresa post-pandemica, per un mondo più sostenibile, che non può prescindere dal rafforzamento della cooperazione multilaterale, da finanziamenti, da investimenti in biosicurezza «e dalla solidarietà internazionale con i Paesi e le persone più vulnerabili».

mercoledì 14 settembre 2022

Affari Animali di Marzio Panichi

Nel Parco del delta del Po la situazione è questa: eccessivo numero di daini che creano innumerevoli problemi ambientali. La soluzione verosimilmente sarà quella di pianificare abbattimenti e quindi sparare. Catturare e trasferire pare essere una soluzione non percorribile sia per l’alto numero sia per i costi non sostenibili. Abbattimenti massicci anziche “selettivi” sembrano purtroppo essere le uniche vie di uscita dalle situazioni di sovranumero che si sono via via create non solo nei Parchi ma anche nei territori liberi per varie specie di ungulati. Anche cervi, caprioli e stambecchi in vari distretti del territorio nazionale sono presenti in eccesso con tutte le conseguenze del caso come lo scortecciamento degli alberi, il consumo alimentare dei giovani piantini, la diffusione di infezioni ed infestioni, ecc. Per fare qualche esempio nel Parco nazionale del Gran Paradiso fu necessario applicare gli abbattimenti selettivi a causa di un’epidemia di Cheratocongiuntivite che accecava gli stambecchi i quali spesso precipitavano dai dirupi. Nel Parco della Mandria nel torinese i cervi in sovranumero portarono anche in questo caso ad abbattimenti “selettivi” non solo in tempi remoti ma anche di recente. La promulgazione di un bando (Giugno 2020) di reclutamento per “Operatori occasionali esterni” – in pratica cacciatori esperti e formati ad hoc – consentiva di poter sparare ai soggetti indicati da un Guardiaparco pagando la somma di 1000,00 euro a capo acquisendo il diritto del trofeo.Nello stesso tempo l’operatore occasionale, sempre sotto la sorveglianza dell’Ente Parco e secondo le indicazioni vincolanti del guardiaparco, aveva inoltre facoltà di abbattere, nelle stesse giornate, esemplari di specie cinghiale (Sus scrofa L.) al costo ulteriore di euro 150,00/capo, a titolo di corrispettivo forfettario, carcassa compresa. Anche il Parco delle Vallere fra i Comuni di Torino e Moncalieri ha problemi di sovranumero di cervidi e di cinghiali tanto è vero che nel 2020 il Report di attuazione del piano contenimento per il cinghiale riassume che : catturati 5 esemplari, avvistati 278 esemplari, feriti 1, abbattuti 149 dei quali 88 femmine e 62 maschi. Coinvolti 18 Operatori selezionati e 8 Guardiaparco. L’esemplificazione potrebbe divenire prolissa e noiosa perché la soluzione è sempre la stessa: il fucile dei cacciatori. Io non ce l’ho con i cacciatori ma sono una persona ed un Veterinario che sta dalla parte degli animali finche può. Non condivido l’animalismo spinto oltre il limite delle regole igieniche e sanitarie per cui stigmatizzo i collezionisti seriali di cani e gatti in appartamento e chi se li porta a letto o lascia leccare viso e mani dei propri bambini dal cane di casa. Al pari non stimo coloro che sfoggiano cani di razza o di alta genealogia che sono costati cifre esorbitanti per essere additati come vip o che esibiscono le cure veterinarie più evolute e costose come le protesi d’anca o di ginocchio, le cataratte, i carrellini per paraplegici senza con questo voler svilire il progresso bio medico in veterinaria. Ognuno è libero di spendere i propri soldi come vuole ma mi suona insulto alle miserie umane destinare somme di denaro esorbitanti alle cure soprattutto dei Pet (cani e gatti) che sono spesso patologicamente amati a dismisura e trattati come bambini viziati dal lusso e dalla moda. Ci sono razze di cani che sono assunte negli anni a status simbol sociale ; cosi è stato nel tempo per i cani nordici (Siberian Husky) o giapponesi (Akita inu) o cinesi (Shar Pei) che hanno cavalcato la cresta dell’onda del mondo bene anche se le singole razze avrebbero richiesto condizioni di vita diverse dai salotti alla moda. I cani di Terranova, i Pastori dei Pirenei, i San Bernardo non stanno di sicuro bene in appartamenti né nell’italia meridionale o insulare. Peraltro apprezzo le misure straordinarie adottate in Piemonte per contenere il numero dei cinghiali per i danni alle colture, l’ essere causa di incidenti stradali e vettori della Peste suina. Considero i Piani di contenimento mediante abbattimenti di massa un male necessario ed i muri anticinghiale una soluzione percorribile anche se costosa ed auspicabili sono forse le sterilizzazioni chimiche attraverso bocconi medicati. Tutto ciò fa parte dei miei personali convincimenti auspicando che i colpi di fucile siano però mirati e micidiali. Il lupo e l’orso invece mi trovano alleato nel sostenere la loro incolumità su tutto il territorio nazionale perché i danni legati alla loro presenza sono compensabili con risarcimenti agli allevatori di bestiame. Pare che il lupo costringa non solo i pastori di montagna ma anche allevatori in pianura a doversi difendere in qualche modo: cani anti lupo, recinti elettrificati, impianti di allarme luminosi o sonori per scongiurare aggressioni al loro patrimonio zootecnico; danni compensabili economicamente nel caso con rimborsi solleciti e congrui, senza tante strettoie burocratiche che finora hanno deluso i danneggiati che si lamentano anche su “Specchio dei tempi” ( vedi La Stampa 10/9/22).

Dal clima alla salute umana: le zoonosi (Fonte FNOVI)

Le zoonosi sono malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo causate da microorganismi patogeni tra i quali annoveriamo per esempio Toxoplasmagondii, Criptosporidium spp.;Salmonella spp.; Campilobacter spp.; Rhodococcus equi, Bartonella spp., Mycobacterium marinum, Bordetella bronchiseptica, Chlamydia psittaci. Le zoonosi sono un fenomeno naturale col quale la specie umana convive da sempre: molte di queste hanno causato vere e proprie pandemie che hanno segnato e influenzato la storia umana e dobbiamo considerare che il mondo moderno, rispetto al passato, facilita ancora di più la trasmissione di malattie infettive. Il numero di esseri umani è in costante crescita sul Pianeta e sfiora gli 8 miliardi, di cui il 55 per cento vive nei grandi centri urbani. Le vie di trasmissione delle zoonosi all’uomo sono molteplici e specifiche per ciascun agente zoonotico; in linea generale, la trasmissione può avvenire per contatto diretto con l’animale malato o per via indiretta, ad esempio per ingestione di alimenti contaminati dall'agente o da sue tossine, tramite l'ambiente (acqua, aria, suolo, oggetti inanimati, etc) o mediante vettori biologici (ad esempio: zanzare, flebotomi, mosche, zecche, ecc.). I cambiamenti climatici, degli habitat e della biodiversità stanno influenzando le componenti abiotiche e biotiche degli ecosistemi, mentre i cambiamenti sociali ed economici (come l’urbanizzazione e la circolazione delle persone e merci in un mondo globalizzato) determinano lo spostamento e la diffusione di specie e malattie, comprese le zoonosi. In questo scenario, se non si verificherà un'inversione di tendenza e, soprattutto, se non si gestirà il nostro rapporto con l'ambiente in maniera più sostenibile, le zoonosi infettive sono destinate ad aumentare come frequenza nei decenni a venire. A causa del cambiamento climatico si assiste in Italia alla ricomparsa o recrudescenza di agenti infettivi precedentemente endemici (come per esempio il batterio responsabile della tubercolosi) e all’arrivo di nuove malattie esotiche trasmissibili, come Dengue, Chikungunya, Zika. In entrambi i casi la strategia vincente per contrastare tali condizioni è attaccarle a livello delle loro radici eziologiche, siano esse localizzate nell’ambiente personale dipendente dal comportamento o nell’ambiente generale. Privilegiare la prevenzione è il cammino preferibile da ogni punto di vista. Considerata l’epidemiologia delle zoonosi e le complesse interazioni tra uomo, animali ed ambiente, è necessario garantire, nel controllo di tali malattie, un approccio multidisciplinare ed integrato tra il settore medico e quello veterinario. Gli ultimi eventi legati anche alla storia recente non fanno altro che sancire la necessità di una sempre maggiore implementazione di una stretta collaborazione tra tutti gli attori della sanità anche per la lotta alle zoonosi, in un ottica di “One Health“, moderna concezione dei rapporti fra salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. E’ importante che questa strategia si attui concretamente con piani integrati che coinvolgano tutte le componenti pubblica e privata della sanità con azioni di contrasto che vanno dalle attività di prevenzione del fenomeno, alla diagnosi precoce e allo sviluppo di terapia innovative. L’organizzazione di una rete di cooperazione territoriale dovrebbe pertanto rappresentare un modello di riferimento innovativo nella integrazione delle diverse attività ed esperienze dei settori della medicina umana e della medicina veterinaria per migliorare la salute e il benessere di esseri umani, animali e piante e promuovere la resilienza ambientale attraverso un approccio One Health dal carattere globale e collaborativo.

martedì 13 settembre 2022

“Chi vuole il nucleare danneggia gli italiani ” – intervista a Ermete Realacci Elena Comelli | Corriere della Sera Buone Notizie

"Chi vuole il nucleare danneggia gli italiani " - intervista a Ermete Realacci di Elena Comelli | Corriere della Sera Buone Notizie L’allarme di Ermete Realacci (Fondazione Symbola) sui limiti della campagna elettore in tema di crisi energetica «Fonti rinnovabili unica salvezza per ambiente ed economia, ma la politica italiana sta andando indietro» La sfida resta quella del Manifesto di Assisi: «E continuare a parlare di centrali atomiche è un errore madornale» di ELENA COMELLI La crisi del gas rischia di trasformarsi in crisi economica, in un Paese che dipende dal metano non solo per scaldarsi, ma anche per accendere la luce e mandare avanti le industrie. Si aggiungano poi i danni dell`emergenza climatica, con il Po in secca e gli incendi a catena, la pandemia, i conflitti e le disuguaglianze: il futuro non sembra luminoso. La soluzione, però, esiste: ogni impresa e ogni cittadino sono chiamati a mettere in campo e in comune i propri talenti, puntando sulla sostenibilità, l`efficienza e le fonti rinnovabili. Chi lo ha già fatto, oggi non teme la crisi del gas. Chi non l`ha fatto dovrebbe farlo quanto prima. «Da questo dipende la competitività dell`Italia in Europa e nel mondo», commenta Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola. Si fa presto a dire «competitività», ma passare ai fatti è molto più difficile… «Bisogna invece passare dalle parole ai fatti, prendendo esempio da chi è già più avanti. La sostenibilità non è una predica da anime belle, ma è composta di azioni concrete molto potenti, che ognuno di noi può e deve fare. Molte aziende e molti cittadini lo stanno già facendo, ma la politica è terribilmente in ritardo. La politica italiana su questo fronte è ferma e dalla campagna elettorale sembra addirittura che si stia andando indietro». Che cosa c`è che non va nella campagna elettorale? «Se noi continuiamo a non vedere il pe- so della crisi climatica, che in questi mesi ha colpito l`Italia e l`Europa con una serie di disastri sempre più gravi anche dal punto di vista economico (come dimostrano i danni all`agricoltura provocati dalla siccità e dalle alluvioni), se continuiamo a ignorare le misure urgenti che andrebbero prese per far fronte sul lungo termine alla crisi energetica, come il ricorso massiccio alle fonti rinnovabili, l`Italia resterà sempre più vulnerabile degli altri Paesi». Ma ormai tutti sono d`accordo sui temi della sostenibilità, di qualsiasi schieramento politico siano… «È un accordo solo teorico, che alla prova dei fatti non viene tradotto in pratica, anzi, si fa di tutto per bloccare i progressi in questo senso. Bisogna rendersi conto che invece è molto urgente assumersi questa sfida nel concreto. Come dice l`apertura del nostro Manifesto di Assisi – che abbiamo lanciato all`inizio del zozo insieme con il Sacro Convento, Coldiretti, Confindustria, Anci, e al quale hanno aderito tantissimi soggetti diversi – affrontare con coraggio la crisi climatica è necessario, ma è anche un`occasione per rendere la nostra economia più capace di competere. Solo a partire dall`assunzione di questa sfida si costruisce una nuova economia, che è più conveniente. Per dirla brutalmente, essere buoni non è solo eticamente valido, ma conviene». Nella pratica, che cosa bisogna cambiare? «Prima di tutto è inutile parlare di diversivi. Che si parli di nucleare nelle condizioni in cui siamo è un errore madornale: la potenza nucleare nel mondo cala, mentre le rinnovabili corrono sempre di più, l`anno scorso sono cresciute di quasi 200 gigawatt globalmente. E questo non per motivi ideologici, ma perché installare impianti solari o eolici costa meno e rende di più del nucleare. Non c`è gara, fine della fiera. Il ricorso alle fonti rinnovabili è la via principe, più rapida e più conveniente, per abbassare le bollette e rendere il Paese indipendente dal punto di vista energetico. Chi parla d`altro fa un danno all`economia italiana». Possiamo fare qualche esempio virtuoso in questo senso? «L`esempio principe di una transizione energetica riuscita e molto remunerativa è quello di Enel, che si è trasformata sotto la guida di Francesco Starace nel più grande operatore privato delle rinnovabili al mondo, con oltre 53 gigawatt di capacità nel 2021, proveniente da impianti eolici, solari, geotermici e idroelettrici localizzati in Europa, Americhe, Africa, Asia e Oceania, davanti ad altri leader del settore come EdF (44 gw), Iberdrola (38 gw) e Engie (34 gw). Nel frattempo, Enel è diventata anche la prima azienda italiana per capitalizzazione, superando Eni e Fiat (ora Stellantis). È la migliore dimostrazione che essere buoni conviene».

domenica 11 settembre 2022

Pnrr, da case di comunità a ospedali a che punto sono i progetti della missione 6 Salute

Importanti scadenze si approssimano per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza in sanità. La prima è a giorni, entro il 14 settembre devono essere presentati 1189 progetti per case di comunità, ospedali di comunità, centrali ospedalieri, territori... (Fonte Sanità 33)
Importanti scadenze si approssimano per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza in sanità. La prima è a giorni, entro il 14 settembre devono essere presentati 1189 progetti per case di comunità, ospedali di comunità, centrali ospedaliero-territoriali e, sul fronte ospedali, strutture sicure dal punto di vista antisismico. La gara indetta da Invitalia a luglio è finanziata con 3,2 miliardi di euro complessivi. Le procedure sono state suddivise in lotti geografici e ogni lotto in sub-lotti relativi alle singole tipologie di prestazioni necessarie per realizzare le opere previste, ovvero servizi tecnici e di verifica della progettazione, lavori, lavori in appalto integrato e servizi di collaudo. La scadenza è un’occasione per fare il punto sulla realizzazione dei progetti previsti nella missione 6 Salute nel PNRR, a sua volta divisa in due componenti: la “territoriale” C1- Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza territoriale, finanziata per 7 miliardi complessivi, e la più “ospedaliera”, la C2- Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale, finanziata con 8,6 miliardi. Per quanto attiene alla prima componente, a giugno è stato varato il decreto del ministero della salute numero 77 che detta le specifiche delle case di comunità, degli ospedali di comunità e delle centrali ospedaliero-territoriali da costituire. Lo stesso decreto ha gettato le basi per la nuova assistenza domiciliare che dovrà prendere in carico 800 mila nuovi ultrasessantacinquenni con problemi cognitivi o di deambulazione entro metà 2026. Il 24 maggio un decreto ulteriore aveva dettato le specifiche per far entrare la telemedicina nell’assistenza di prossimità.Per gli ospedali, si attende la revisione del decreto ministeriale 70 del 2015, una volta completato il giro dei pareri delle società scientifiche. Metà dei circa 17,5 miliardi complessivi previsti per realizzare le missioni del PNRR è già stata erogata all’Italia. Nell’ottica del PNRR, e dell’Unione Europea, ognuno dei capitoli delle componenti territoriale ed ospedaliera in cui è suddivisa la missione 6 è finanziato con somme da impiegare in contemporanea. Vanno cioè realizzati tendenzialmente insieme sia le Case di comunità finanziate per complessivi 4 miliardi (ma il DM 77 si è soffermato sulle principali, le “hub”, due a distretto Asl), sia l’assistenza domiciliare che pesa per 2 miliardi includendo ormai la voce “telemedicina” che attinge ad un miliardo, sia le cure intermedie e gli Ospedali di comunità finanziati per 1 miliardo, sia le centrali ospedaliero territoriali che pesano per 280 milioni. E in ospedale, vanno finanziati insieme il rinnovo del parco macchine, l’antisismica, i fondi per implementare il Fascicolo Sanitario Elettronico e per la formazione degli operatori sanitari, inclusi i temi di telemedicina (che per inciso è voce della componente territoriale). Tra i target raggiunti, il riparto: lo Stato ha suddiviso i fondi per il PNRR alle Regioni, al Sud nella componente territoriale è andato il 40% dell’ammontare globale. Resta un importante capitolo da scrivere: il rinnovo a livello nazionale delle convenzioni dei medici del di famiglia-continuità assistenziale, pediatri, specialisti, che darà il via agli accordi regionali incaricati di far entrare le aggregazioni di medici di famiglia, gli infermieri di comunità ed il resto del personale nelle “case” secondo gli indici dettati dal decreto ministeriale 77. Va inoltre espunto dal DM 77 il dettaglio organizzativo della futura assistenza domiciliare, che andrà messo a fuoco dalle singole regioni: ogni regione deve presentare un progetto di ADI in cui siano contemplate anche visite e prestazioni da remoto, da attuarsi realizzando progetti di telemedicina. Alcune regioni hanno gettato le basi (la Lombardia ha revisionato il suo modello organizzativo di sanità già a fine 2021 con un intervento legislativo), altre sono attese, si va come sempre in ordine sparso.

giovedì 8 settembre 2022

Oggi si celebra in tutto il mondo la 16° edizione della Giornata Mondiale della fisioterapia.

L'edizione di quest'anno è stata dedicata all'osteoartrite, che nel mondo colpisce circa 520mila persone - raggiungendo l'11° posto della classifica delle malattie più invalidanti per la popolazione. Il fisioterapista diventa, per i pazienti che soffrono di questa e altre patologie che intaccano i movimenti, un sostegno fondamentale per l'individuazione della terapia adatta e per imparare a convivere quotidianamente con la malattia. In occasione della giornata, il Ministro Speranza ha firmato il decreto che istituisce la Federazione Nazionale degli Ordini per la disciplina del fisioterapista. Fisioterapisti: istituito Ordine professionale. La firma del Ministero al decreto oggi, 8 Settembre. "E' un riconoscimento del ruolo importante di questa professione sanitaria" afferma il Ministro Speranza.

domenica 4 settembre 2022

Elezioni, da autonomia differenziata a sanità di prossimità. Ecco i programmi dei partiti in sanità da Sanità 33

A meno di un mese dalle elezioni politiche del 25 settembre, i partiti affilano le armi. Dopo la tempesta Covid, la sanità è capitolo che rischia di essere trascurato in Parlamento, come teme il presidente degli ospedalieri Cimo Fesmed A meno di un mese dalle elezioni politiche del 25 settembre, i partiti affilano le armi. Dopo la tempesta Covid, la sanità è capitolo che rischia di essere trascurato in Parlamento, come teme il presidente degli ospedalieri Cimo Fesmed Guido Quici. Infatti, il numero dei deputati si ridurrà da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200, e proprio in Senato è destinata a sparire la 12ma commissione igiene e sanità per confluire in una commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale che si occupa di tante materie e dove convergono interessi di vario genere, avverte Quici. Intanto si presentano i programmi del Centro Destra che include Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati (sigle che però hanno anche progetti propri); del Movimento 5 Stelle, di Azione-Italia Viva e del blocco di Centro Sinistra, dove svettano le linee programmatiche Pd ma convergono gli alleati di Sinistra Italiana ed Europa Verde. Questi ultimi a loro volta nel loro programma “a parte” prevedono l’estromissione della Sanità dalla eventuale attuazione dell’autonomia differenziata in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Un tema divisivo, l’autonomia differenziata: e se il Centro Destra appare favorevole, il M5S è critico e vorrebbe riportare la salute alla gestione diretta dello Stato. Ma anche i “centristi” di Azione chiedono di rivedere la Costituzione riconoscendo allo Stato funzioni di analisi dei bisogni, valutazione delle tecnologie, indirizzo e coordinamento delle Regioni. Due i temi più battuti: riforma dei distretti in linea con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e revisione al rialzo dei livelli essenziali di assistenza, cioè delle prestazioni offerte dal Servizio sanitario agli italiani. Il Centro Sinistra punta sulle Case di Comunità per avvicinare i servizi sanitari pubblici ai cittadini e chiede più medici di famiglia e infermieri di comunità, un rapido rinnovo dei contratti di lavoro ed un piano per la Salute Mentale con centri integrati nelle comunità. Anche il Centro Destra punta sullo sviluppo della sanità di prossimità. Ma la vera emergenza appare il recupero dei pazienti cronici i cui accertamenti sono stati messi in attesa dalla pandemia. Azione-Italia Viva propone un piano straordinario per recuperare prestazioni programmate. Sia Azione sia il Centro Sinistra vogliono dimezzare le attese puntando anche sui servizi delle farmacie e sugli psicologi di Base; il Centro Sinistra mira ad Incentivi per i pronti soccorsi. Il Centro Destra, analogamente, punta al ripristino delle prestazioni ordinarie e degli screening, e pianifica un incremento dell’esenzione dal ticket. Pensa inoltre ad una revisione del piano oncologico nazionale. Il Centro Sinistra (ma questo è anche il pensiero della Lega nel Centro-Destra) intende metter mano ad una riforma della non autosufficienza istituendo fondi per tutelare i caregiver dei pazienti disabili ed offrire loro servizi; e prevede una valorizzazione della telemedicina oltre che un investimento sulle centrali ospedaliero-territoriali dei distretti Asl. Azione-Italia Viva pensa ad Investimenti in edilizia abitativa per anziani che integrino assistenza sociale e sanitaria. Resta però necessario un sistema integrato pubblico/privato che garantisca a tutti la stessa qualità di cura. M5S chiede un incremento delle pensioni di invalidità per i disabili accertati. Il programma M5S allarga l’accesso alle terapie innovative e avanzate. Azione chiede un Fondo strutturale per Screening Neonatale Esteso sul modello di quello per la fibrosi cistica. Il Centro Destra nell’ambito del contrasto al Covid-19 punta ad un potenziamento dei trasporti che non comprima le libertà individuali. Verdi – Sinistra italiana pensano ad una rete di medici Sentinella per l’ambiente, incaricata di individuare eventuali patologie emergenti. Azione evoca una Protezione Civile sanitaria contro le pandemie e pensa ad un’Agenzia nazionale per prevenzione e preparedness che collabori con i centri di ricerca africani. E lancia un Fondo vincolato all’acquisto di terapie avanzate da parte dei centri accreditati. Alla ricerca andrebbe destinato non meno del 3% del Fondo Sanitario Nazionale. Il Centro Destra, infine, punta a far crescere gli organici di medici e operatori sanitari, il Centro Sinistra punta a superare definitivamente i tetti di spesa in vigore e a ridurre precariato ed esternalizzazioni. Verdi e sinistra italiana chiedono l’assunzione di 40 mila operatori in tre anni. M5S punta ad un aumento delle retribuzioni, Azione ad aumenti insieme a procedure più semplici per il riconoscimento dei titoli ottenuti all’estero. Il Centro Destra ed Azione chiedono un Riordino delle scuole di specializzazione dell'area medica.

venerdì 2 settembre 2022

“Cosa farete per sostenere le imprese nella transizione ecologica?”. La domanda della Fondazione Symbola ai partiti La Repubblica

I fatti di questi mesi confermano che affrontare con coraggio la crisi climatica è necessario. Rappresenta però anche una grande occasione per rendere la nostra economia più a misura d’uomo e per questo più competitiva. È la scelta fatta dall’Europa che alla transizione verde destina la parte maggiore delle risorse del Next Generation EU. L’Italia grazie alle scelte di larga parte delle nostre imprese più che della politica è avanti in molti settori. È italiana (Enel) il maggior produttore mondiale di fonti rinnovabili ed è anche l’azienda italiana più quotata nelle borse mondiali. È italiana (Arvedi) la prima grande acciaieria al mondo che ha neutralizzato le emissioni di CO2. Siamo leader in Europa nell’economia circolare e la sostenibilità da forza al Made in Italy: dal legno-arredo all’agricoltura, dalla meccatronica alle ceramiche abbiamo prestazioni ambientali migliori delle altre economie. Secondo il rapporto annuale della Fondazione Symbola e di Unioncamere sono già 3.100.000 gli occupati con forti competenze orientate al Green e tali sono il 60% dei nuovi assunti.

giovedì 1 settembre 2022

Cani che mordono di Marzio Panichi

Ancora una volta assistiamo a fatti di cronaca che riguardano le morsicature di cane. Di cani di famiglia non di randagi od altro. Fatti assai spiacevoli che nel tempo ed in luoghi diversi accadono e sono accaduti coinvolgendo persone di ogni età, dai bambini, agli adulti, ai vecchietti. Gli aggrediti hanno riportato per lo più danni fisici e morali di diversa entità, curabili, guaribili, con conseguenze estetiche o funzionali; qualcuno però ci ha rimesso la vita e questo è un fatto gravissimo che non ci sono parole per commentarlo. Parlo da Medico veterinario per piccoli animali (cani e gatti), già Clinico medico e Comportamentalista oltre che fautore del primo Master di 1° livello in “Clinica delle malattie comportamentali del cane e del gatto” organizzato dall’allora Facoltà di Medicina veterinaria di Grugliasco (proprio là dove è avvenuto quest’ultima aggressione canina) dell’Università di Torino e che licenziò una quarantina di Veterinari specialisti nel comportamento degli animali (soprattutto quelli familiari) e che bonariamente e scherzosamente io li chiamai i “primi strizzacervelli” per cani e gatti. Molte delle tesi di specializzazione degli allievi vertevano proprio sull’aggressività canina e su tutte le problematiche connesse o derivate. Ricordo casi che riguardavano bambini poco più che neonati sbranati da una piccola banda di bassotti sul divano di casa, cosi come una vecchietta quasi novantenne uccisa da un alano nel cortile della loro villetta e cosi via. Se andassimo a guardare le cronache dei giornali ne troveremmo di tutti i colori ma a ben leggere la maggior parte delle lesioni gravi o morti sono da attribuire a cani di grossa mole, ovviamente. Per quanto è da dire che anche le razze di taglia più ridotta come i bassotti o gli Scottish terrier hanno dentature formidabili ed apertura di mandibola decisamente molto ampia. Non dobbiamo dunque avere paura e rispetto solo dei molossoidi (Mastini napoletani ecc) o dei Pitt bull o dei Dobermann (i cani delle SS), anche le razze più piccole come gli Schnauzer medi o piccoli possono mordere a sangue e letteralmente spezzare il braccio di un uomo. Io stesso nella mia lunga carriera di Medico Veterinario mi sono trovato un Boxer appeso ad un braccio ma la morsicatura più dolorosa ed invalidante fu quella di un gatto di 23 anni che mi costrinse a 15 giorni di invalidità con la mano destra appesa al collo ed una lunga terapia antibiotica. Ma torniamo brevemente all’aggressione del bimbo in oggetto: il cane morsicatore è od era un Akita Inu di razza giapponese, di grande mole e dal carattere spesse volte difficile da gestire. Ho adoprato il presente o l’imperfetto perché ora la decisione di un’eventuale eutanasia è nelle competenze dei Veterinari Asl i quali dovranno decidere del suo destino: la soppressione o l’isolamento in canile per il resto della sua vita, forse con il tentativo di recupero da parte di un’equipe di Veterinari comportamentalisti ed addestratori, se l’Asl vorrà deciderlo. Non voglio esprimere il mio parere sul destino del cane però pare che già nel suo storico ci fosse almeno un’altra aggressione. Che dire ai cinofili desiderosi di avere un cane? Attenzione alla scelta della razza da acquistare o da adottare da un canile. Sarebbe sempre meglio far cadere la scelta su un cagnetto di piccola taglia e/o nel caso frequentare qualche corso preventivo di istruzione o formazione sulla caratterialità dei nostri amici a quattro zampe. Esistono poi come dicevo degli esperti Veterinari che hanno competenze sulle prerogative o difetti delle diverse razze canine in grado di poter consigliare la scelta di questo o quel tipo di cane a seconda delle diverse situazioni familiari ed ambientali. Una morsicatura subita da bambino condizionerà per sempre quella persona verso la specie canina segnandola profondamente verso la paura e forse l’odio. Concluderò citando un fatto della mia vita professionale: una grande villa in collina abitata da personale di servizio, da un Akita Inu molto prestante ma ombroso al punto tale da aver morsicato quasi tutti i serventi finanche il suo proprietario, un industriale principe dell’economia che per un mese fu costretto a dirigere la propria azienda con il braccio al collo perché la sua mano intenzionata a porgere una carezza al proprio cane fu azzannata a sangue con infezione e fratture multiple delle dita. Non saprei dire al momento quanti cani morsicatori considerati addirittura pericolosi sono oggi reclusi in canili vari ed isolati come belve. Meglio morti od ergastolanizzati?

sabato 30 luglio 2022

Cosa succede quando piove di M.Panichi

Finalmente a Torino ieri è piovuto e dopo una lunga siccità e si è verificato puntualmente quel misfatto di ogni autunno quando la piovosità abbonda…i proprietari dei cani nell’ultima passeggiata al buio della notte camminano lungo i muri delle case con i loro cani, al riparo di tetti e balconi, con il risultato che le cacche vengono depositate sui marciapiedi vicino ai muri dei condomini o sulle soglie dei negozi. Naturalmente la notte è complice e le feci rimangono lì in bella mostra di sé per la mattina successiva quando portinai, condomini varcano la soglia del portone ed i negozianti tirano su le saracinesche. Così è capitato a me questa mattina: dopo una notte di pioggia, che per un verso è stata benvenuta per rinfrescarci dalla calura, all’apertura del portone mi sono trovato un bel “regalo” sulla soglia senza sapere chi ringraziare. Certo non ho maledetto il cane che non ha fatto altro che soddisfare i suoi bisogni cosi come gli ha suggerito lo sconsiderato ed ignoto proprietario… ma dopo averlo mandato a quel paese ho fatto nel contempo un’altra considerazione: anche le urinazioni di maschi e femmine quando piove avvengono lungo i muri delle case mentre invece con il bel tempo i maschi schizzano anche sulle auto parcheggiate e le femmine la fanno magari in strada! Alcuni condomini e qualche negozio cerca di preservare gli stipiti ed i propri muri dagli schizzi dei maschi accostandovi bottiglie di plastica piene di acqua, non so bene dire però con quale risultato …credo che siano dei dissuasori poco efficaci ma lanciano un messaggio esplicito ai proprietari…almeno quelli intelligenti… che comunque si giustificano affermando che non ci sono strutture previste dal Comune come “zone igieniche” per cani. Questo è vero, esistono “aree cani” in città ma sono fondamentalmente nate per lo sgambamento dei cani e già il Comune fa fatica a fare la normale manutenzione di sfalcio dell’erba ed altro sul quale ora non voglio soffermarmi. Le “zone igieniche” per cani si potrebbero approntare sul modello di altre città straniere ma anche nazionali come in alcuni centri balneari delle nostre riviere, ma mancano le risorse – temo - per cui ci dobbiamo rassegnare alla fecalizzazione dei marciapiedi, degli arenili dei giardini, dei prati del Valentino e di altri parchi pubblici dove ben spesso vediamo gente stesa sull’erba a prendere il sole! La logica del mio pensiero parte dalla fecalizzazione ed urinizzazione canina della città senza dimenticare però la popolazione felina costituita in “colonie”, talune censite dal Comune e gestite da associazioni animaliste che si preoccupano fondamentalmente di dar loro cibo, acqua e di procedere con le sterilizzazioni. Se poi le “gattare” si occupano anche delle lettiere igieniche e delle profilassi delle malattie allora vuol dire che la colonia è ben gestita. Ma la domanda è quante sono le colonie feline gestite bene in città? Quanti sono i gatti che una volta venivano chiamati “randagi” e che ora invece si definiscono “in libertà”? Quanti sono i gatti di proprietà che conducono una vita semi randagia e che esplorano il territorio di giorno per tornare a casa a sera per la cena e la notte? Voci di corridoio mi riferiscono che molti proprietari di villette non gradiscono la presenza dei gatti dei vicini nei loro giardini e li scoraggiano dal liberarsi di urina e feci con getti d’acqua a pressione od addirittura con la fionda. Mi è capitato anche di vedere dei proiettili di flobert rinvenuti occasionalmente nelle radiografie eseguite per altre ragioni. Ma torniamo al filo conduttore delle deiezioni lasciate sul territorio non solo da cani e gatti ma anche dai volatili: piccioni, storni, gabbiani, corvidi, ed altri selvatici che si sono urbanizzati (gli scoiattoli per esempio) e non dimentichiamo che la città si estende anche alle nostre magnifiche colline con tutte le specie selvatiche che vi trovano rifugio …compresi i cinghiali. Poi pare che sia cospicua la presenza di topi e ratti che di notte scorrazzano anche in Crocetta e sotto i portici a Porta Nuova. Se nessuno di voi ne ha mai visti, io si. A Torino ci sono circa 80 mila cani censiti più i clandestini la domanda è quante tonnellate di deiezioni solide vengono prodotte in un anno e quante non vengono raccolte dai proprietari? Lo stesso dicasi per i gatti e per tutti gli altri animali di cui ho fatto cenno ma io non sono in grado e non ho qualifiche istituzionali per poter rispondere con cognizione di causa. Sono solo un Medico veterinario che non vuole calpestare inavvertitamente le cacche lasciate sui marciapiedi e la mia cultura professionale mi costringe a richiamare l’attenzione sul fatto che attraverso le deiezioni solide e liquide dei carnivori ed il guano prodotto dai volatili può essere fonte di malattie anche per l’uomo. Senza voler creare allarmismo voglio però richiamare l’attenzione sull’importanza dell’igiene urbana e mi astengo volutamente dall’elencare tutte quelle patologie che si possono trasmettere all’uomo, alcune delle quali sono definibili Zoonosi, estremamente pericolose per la sanità pubblica. Generalmente faccio molta attenzione a dove metto i piedi ma confesso che qualche volta mi sono distratto ed ho smoccolato con grande disappunto. Portinaie, negozianti e tutti i cittadini che sono attenti al problema hanno tutta la mia solidarietà. Che fare? Educare e sensibilizzare di più i proprietari di cani ed invitare le istituzioni comunali e sanitarie a prestare maggiore attenzione nel governo delle popolazioni animali sinantrope in caso di esuberi. Alcuni commerciati torinesi pensano che un incremento educativo alla raccolta delle feci canine potrebbe passare anche attraverso la dispensazione gratuita degli attuali sacchettini di plastica sponsorizzati e con la pubblicità di qualche ditta produttrice di alimenti preconfezionati per cani.

Vaiolo delle scimmie, cresce emergenza e ora 1 italiano su 3 lo teme da Sanità Informazione di Valentina Arcovio

L’Oms ha dichiarato che il vaiolo delle scimmie è un’emergenza sanitaria globale. Sono stati registrati 17mila casi in 70 paesi. l’Italia è fra i 10 paesi più colpiti e forse per questo 1 italiano su 3 ammette di avere paura di Valentina Arcovio Vaiolo delle scimmie, cresce emergenza e ora 1 italiano su 3 lo teme Pochi giorni fa l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato che il vaiolo delle scimmie è un’emergenza sanitaria globale. In effetti i numeri iniziano a fare paura: 17mila persone colpite in 74 Paesi. E in un solo giorno (lo scorso 24 luglio) 1700 nuove diagnosi. Non stupisce che oggi un italiano su tre teme il vaiolo, secondo un sondaggio SWG contenuto nella nuova edizione di «Radar». In effetti, con 407 casi registrati l’Italua è fra i primi 10 paesi con più casi di vaiolo delle scimmie. Milano è la città italiana con il maggior numero di casi di vaiolo delle scimmie Il Ministero della salute con apposita ordinanza ha già predisposto, insieme alle Regioni e Province Autonome, le modalità di segnalazione dei singoli casi di vaiolo delle scimmie. «La situazione è sotto costante monitoraggio ma non si ritiene debba destare particolari allarmismi», dichiara il direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza. Dei 407 casi italiani, circa 200 sarebbero stati registrati a Milano, che diventa quindi la città con il più alto numero di infezioni. I più colpiti dal vaiolo delle scimmie sono gli uomini tra i 20 e i 40 anni d’età Nella quasi totalità dei casi il vaiolo delle scimmie ha colpito uomini. «I dati epidemiologici – sostiene Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova – dicono che i casi riguardano prioritariamente una popolazione abbastanza ristretta: maschi, tra i 20 e i 40 anni, che si sono contagiati preferenzialmente per via sessuale o per contatto diretto». Gli esperti invitano alla vaccinazione delle persone a rischio In considerazione della crescita dell’emergenza, molti esperti invitano ad adottare misure, tra cui la vaccinazione e lo screening, alle fasce di popolazione considerate a rischio. «Sarebbe il caso di partire ora – suggerisce Bassetti – con un’importante campagna vaccinale, indirizzata a giovani maschi, altrimenti a settembre rischiamo di avere decine di migliaia di casi diagnosticati e altrettanti sotto traccia». Il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina molecolare presso l’Università degli studi di Padova, auspica una decisione delle autorità sanitarie che consenta l’immunizzazione delle comunità più colpite dal Monkeypox. «E’ evidente che la diffusione della malattia, che non accenna al momento a diminuire, è ormai entrata – spiega – in un circuito comportamentale ben definito. E quindi forse bisognerà indurre determinate persone a vaccinarsi contro il vaiolo“. Dalla Commissione europea ok a estensione del vaccino del vaiolo umano Nel frattempo la Commissione europea ha approvato l’estensione del vaccino Imvanex del gruppo farmaceutico Bavarian Nordic contro la diffusione del vaiolo delle scimmie. Il via libera da Bruxelles segue quello del regolatore europeo, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema), che lo scorso venerdì aveva dato il suo consenso all’estensione al vaiolo delle scimmie del vaccino Imvanex, già autorizzato dal 2013 nell’Unione Europea contro il vaiolo umano. Il vaccino Imvanex è commercializzato come Jynneos negli Stati Uniti, dove è stato autorizzato contro il vaiolo delle scimmie dal 2019. Questo lo rende l’unico vaccino autorizzato per la prevenzione della malattia

martedì 26 luglio 2022

Riformare i candidati alle prossime elezioni non solo la proposta politica

Si legge sempre sui giornali, sui social e si ascolta e vedono trasmissioni che parlano della nuova proposta politica che dovrebbe farsi spazio tra l'opinione pubblica, sempre più disgustata dalla politica e dai politici che la rappresentano. Pochi sono quelli che arrivano ad occupare un seggio per meriti propri e non per spinte di partito, amicizie e disponibilità economiche. Alcuni rappresentano associazioni nazionali di categoria, sindacati ecc. La così tanto decantata " COMPETENZA" passa e di gran lunga in secondo piano rispetto all'ubbidienza al leader ed alle linee di partito, oltre che ad aver fatto un percorso dai piani bassi che abbia in qualche modo sancito la fedeltà all'idea ed al leader. Fare politica dentro il Parlamento è un grande privilegio che va ricompensato con lavoro, abnegazione,sacrifici ma anche inventiva, entusiasmo, proposte concrete. Vedo molto poco di tutto questo. Anche gli spazi che la politica parlamentare offre ai collaboratori sono molto ambiti ma poi il più delle volte gli uffici diventano "filtri" verso i cittadini che avanzano proposte, richieste legittime. In poche parole l'Italia ha bisogno non di una Casta, ma di politici e di politica che risponda ai reali bisogni nazionali ed internazionali del Paese. Scegliamo i migliori sotto tanti punti di vista ed il nostro paese risorgerà dalle macerie. Draghi è stato certamente l'esempio ma per fortuna non c'è solo lui. Immettiamo tanti nuovi politici, giovani ed anche meno giovani ma con esperienza e competenza.L'idea del M5S di permettere 2 mandati Parlamentari è corretta, ora però liberiamo i posti.Si dice siamo tutti utili e nessuno o molto pochi indispensabili.

Nerio Nesi è deceduto oggi all'età di 98 anni

E' con vivo dolore che apprendo della scomparsa dell'amico ed ex assistito ( sono stato il suo medico di famiglia per oltre 10 anni,...