sabato 29 aprile 2023

LDE verso l'Assemblea di Giugno a Bologna

Nelle intenzioni di LDE persiste la volontà di arrivare al Partito Unico espressione di un Terzo Polo politico, nonostante la rottura di Calenda con Renzi.

mercoledì 12 aprile 2023

“Anarchia stradale” di Marzio Panichi

“Anarchia” la sua definizione potrebbe essere:” disordine, confusione, stato di un luogo dove ciascuno agisce a suo arbitrio e senza ordine o regola”. E se così è allora Torino è piena di “anarchici”: un “covo di anarchici”. Pedoni, ciclisti, monopattinisti, motociclisti ed automobilisti lo sono un po’ tutti! “Tutti” forse è esagerato ma “molti” si di sicuro! Dico questo perché ogni giorno ne ho prova, basta uscire per strada a piedi od in macchina per verificare che ognuno “agisce a suo arbitrio e senza ordine e regola” in barba al Codice della strada, delle regole del buon viver civile e della buona educazione. Mi siano testimoni tutte le situazioni che anche chi mi legge vive quotidianamente e che cercherò di stigmatizzare esemplificando. Cominciamo dagli automobilisti di cui faccio parte anch’io. Ad auto ferme: parcheggi selvaggi sulle strisce, sui marciapiedi, davanti ai portoni, per non parlare delle seconde file. Ad auto in movimento: velocità eccessiva, mancato rispetto degli stop, delle corsie preferenziali, del diritto di precedenza, dei semafori rossi e gialli, uso sconsiderato del clacson e de fari abbaglianti di notte…tutte infrazioni pericolose sia per gli stessi automobilisti sia per il prossimo. Che dire poi di tutti quei guidatori sconsiderati che non ottemperano all’obbligo di assicurazione RC ed a quello della revisione periodica delle auto invecchiate. Pare che siano molti più di quanto si potrebbe pensare! E’da dire però che se la deterrenza dei Vigili urbani e delle altre forze dell’ordine è attiva o per presenza fisica diretta o per tramite di tecnologie informatizzate i responsabili delle violazioni possono essere sanzionati direttamente quando vengono fermati od attraverso il rilevamento strumentale delle targhe. Lo stesso dicasi per i centauri che compiono infrazioni semaforiche ma nulla si può fare per quelli che rombano in moto di grossa cilindrata con gli scappamenti aperti e che insultano i timpani dei passanti o di chi riposa magari in un letto di ospedale o anche solo della propria abitazione. A ben pensarci questo insulto sonoro è così gravemente colpevole perché ferisce le orecchie di un numero smisurato di persone che hanno solo il diritto di inveire a loro volta contro il malnato con un solenne vaffa…che rimane però fine a sé stesso. Le pattuglie delle volanti non ci sono mai! Dispiace dirlo ma l’augurio inconfessato di molti cittadini è che il centauro si schianti per conto suo nella sua folle corsa senza coinvolgere altri! La mancanza di una targa riduce invece la deterrenza per ciclisti e monopattinisti i quali compiono infrazioni impunemente di giorno e di notte con evoluzioni spericolate e condotte disdicevoli a dispetto di ogni regola del Codice della strada. I Comuni hanno investito risorse economiche non indifferenti per dotare le città di piste riservate ai ciclisti ma questa popolazione di utenti della strada preferisce spesso pedalare sui marciapiedi, sotto i portici e sulle strisce. A proposito…quando uscite dal portone di casa vi conviene fare capolino prima di guadagnare il marciapiede onde evitare di essere travolti da qualche “rider” che ha urgenza di consegnare qualcosa. Questa particolare categoria di ciclisti merita per un verso rispetto perché svolge un lavoro ingrato e spesso sfruttato ma anche loro dovrebbero avere più rispetto delle norme stradali sia per loro stessi oltre che per tutti gli altri frequentatori della strada. Andare contromano specie di notte e non avere luci di posizione, elettrizzati dalla pedalata assistita e dall’urgenza dei servizi da rendere non depone per una prudente condotta del proprio ruolo. Personalmente ho il terrore di trovarmene uno di fronte all’improvviso quando sono alla guida! Guai al mondo se il ciclista cade e si fa male …anche se hai ragione si innescano un sacco di guai. Mi chiedo, ma perché almeno i monopattinisti non hanno l’obbligo di indossare un casco, di avere un’assicurazione, un mini patentino, un limite di età per la guida (18 anni) e perché no magari anche una targa? Si legge che gli incidenti anche gravi sono quotidiani ma io tutti giorni vedo in giro circolare esempi ignobili come due ragazzi sullo stesso monopattino, ragazzini a cavallo di monopattini che sfrecciano sulle strisce compiendo evoluzioni da circo e mettendo a repentaglio la propria e l’altrui sicurezza. Tutte le volte che assisto a questi ed altri spettacoli di mal comportamento stradale mi si rizzano i capelli in testa e mi chiedo ma dove sono i tutori dell’ordine? Mi piacerebbe che un Vigile urbano levasse la paletta in difesa degli astanti, automobilisti o pedoni, messi in pericolo ed il più delle volte insultati per aver manifestato il loro disappunto. Abbiamo anche letto che di recente il Comune di Roma non intende rinnovare il contratto alle società di noleggio dei monopattini proprio per prevenire gli incidenti sempre più numerosi e per scongiurare il malcostume degli abbandoni selvaggi sui marciapiedi. Personalmente me ne rallegro e spero che altrettanto vorrà disporre il Comune di Torino dove tale malcostume è dilagante. Via Gioberti Anche molti pedoni però - anche loro senza targa! - non brillano per i loro comportamenti quando si fiondano sulle strisce senza guardare né a destra né a sinistra, ben spesso con gli occhi fissi sul cellulare o con le cuffie nelle orecchie, boriosamente impettiti quando costringono un’auto ad inchiodare in mezzo ad un incrocio o quando buttano il cane al guinzaglio od il proprio bambino in carrozzina sull’attraversamento pedonale zebrato. Non voglio negare il loro buon diritto alla precedenza voglio semplicemente richiamare ad una reciproca responsabilità di comportamento soprattutto in condizioni atmosferiche difficili o nelle ore serali quando la visibilità non è perfetta. Molti pedoni quando piove e di notte si precipitano sulle strisce vestiti di scuro ed a mio avviso rischiano del loro mettendo in difficoltà chi guida: spesso il confronto verbale evolve in lite con alterchi ed ingiurie vicendevoli pcoedificanti. Potrei proseguire nell’elencazione di altri comportamenti “anarchici” ma preferisco chiedermi che fare? Insistere con la formazione e l’educazione civica nelle scuole? Corsi abilitanti per ciclisti e monopattinisti? Campagne di sensibilizzazione per iniziativa delle Istituzioni comunali e regionali? Divulgazione mediatica? Maggiore deterrenza e più telecamere? Aggiornamento di obblighi legislativi per biciclette a pedali, a pedalata assistita o elettriche e monopattini. Obbligare caschi, targhe, ed assicurazione unitamente a corsi di formazione forse limiterebbe gli incidenti ai guidatori dei suddetti velocipedi i quali devono acquisire la consapevolezza di essere fruitori deboli della strada cosi come i pedoni. A tutto ciò si aggiungano gli atti vandalici notturni perpetrati sui vetri e sugli specchietti delle auto in sosta oltre che sui dissuasori di parcheggio od i muri dei condomini appena ridipinti, veri e propri reati sempre impuniti ma degradanti per il decoro urbano. Via Gioberti Chi “agisce a suo arbitrio e senza ordine e regola” in spregio del Codice della strada, e non solo, compie violazioni colpevoli che dovrebbero trovare sempre una sanzione, sia che si tratti di un automobilista, di un pedone o di un altro utente della pubblica via. Mi rendo conto però che si tratta di una mera utopia, ma avviare una ricerca di soluzioni al dilagante malcostume stradale è compito precipuo degli Amministratori e dei Legislatori: l’opinione pubblica ed i privati cittadini come me non possono che segnalare i disagi e lanciare segnali di allarme. Marzio Panichi

martedì 4 aprile 2023

Medici e cittadini in piazza a difesa del Ssn Fonte MD

Parte da Bari la manifestazione dei medici pugliesi, organizzata da Fimmg Puglia, che vede in piazza i sindacati di categoria, dai Mmg agli ospedalieri, ai medici di continuità assistenziale fino agli specialisti ambulatoriali. Manifestazione a cui hanno aderito l'Ordine dei Medici e le associazioni di cittadini. Una protesta che ha echi nazionali perché, nel frattempo, anche a Milano, nello stesso giorno, a piazza Duomo, medici, ricercatori, operatori del settore, cittadini, personalità dei movimenti per la salute, della scienza, della cultura e dello spettacolo di rilievo nazionale ed europeo, tra cui Silvio Garattini quale rappresentante dell'Istituto Mario Negri, si sono radunati per la "salvezza del Ssn pubblico" o meglio per la sua ricostruzione

domenica 2 aprile 2023

Servizio Sanitario Pubblico : è crisi grave

A dibattere sul tema il professor Giovanni Di Perri Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Torino, primario all’Ospedale Amedeo di Savoia, strenuamente impegnato negli ultimi tre anni nella lotta contro il Sars Covid19. Insieme a lui il dottor Enrico Fusaro Direttore della Struttura Complessa di Reumatologia alla Città della Salute e delle Scienza, il dottor Giorgio Diaferia Direttore Sanitario Centro Medico di Medicina Preventiva e dello Sport dello Studente Universitario SUISM UniTo. Ha introdotto i lavori l’ex Parlamentare Alberto Nigra La crisi del nostro SSN è iniziata già negli anni ’90 ed è andata progressivamente aggravandosi anche in funzione di una libera professione possibile per i medici dipendenti in strutture Ospedaliere , quale compenso di una retribuzione tra le più basse in Europa. Analogo discorso sulla bassa retribuzione riguarda il mondo di tutti gli operatori sanitari nettamente sottopagati rispetto a quanto avviene in U.E. La prima proposta che è venuta dal Dr. Fusaro è quella di migliorare sensibilmente i contratti di lavoro deigli operatori sanitari eliminando la stortura della libera professione intramoenia che oltretutto funziona male e non ovunque. Alcuni dati per capire il problema : Esaurite le risorse messe a disposizione dal Pnrr serviranno oltre 1,2 mld per far funzionare l’assistenza domiciliare e si dovranno reperire 239 milioni per il personale degli Ospedali di Comunità una volta realizzati. Questo è, in sintesi, quanto sottolinea l’Ufficio Parlamentare di Bilancio nel Focus n.2/2023 “L’assistenza sanitaria territoriale: una sfida per il Ssn Un altro problema emerso è quello della progressiva riduzione di posti letto, soprattutto di medicina generale e una disorganizzazione della medicina del territorio drammaticamente messa in luce dalla pandemia da Covid 19. Purtroppo salvo rarissimi esempi virtuosi la situazione è rimasta quella prepandemica e quindi nonostante gli allarmi che provengono dal mondo veterinario e dal quello degli Infettivologi sul rischio molto probabile di nuove pandemie , anche più pericolose del Sars Covid 19, nulla si sta facendo per migliorare la rete territoriale di assistenza, vero filtro, se funzionante, al ricorso impropio del Pronto Soccorso. In Italia, però, si registra un netto ridimensionamento della capacità degli ospedali – peraltro già bassa rispetto ad altri paesi (il numero di posti letto per 1.000 abitanti è passato da 4 nel 2005 a 3,2 nel 2019, mentre la media europea è scesa da 6,1 a 5,3) – il tutto non accompagnato da un adeguato rafforzamento della sanità territoriale, con carenze più evidenti in alcune Regioni”. Come fare dunque per adeguare il nostro SSN ai tempi attuali, ad una popolazione sempre più anziana ma anche non del tutto sana e con le cronicità che si stanno ampliando? Ripristinare una rete di assistenza domiciliare medica,infermieristica,fisioterapica efficente e ben organizzata. Utilizzare meglio le attrezzature, spesso costosissime presenti negli ambulatori pubblici. Disciplinare meglio il rapporto pubblico-privato dove il secondo non diventi spesso la prima scelta obbligata dai tempi di attesa. C’è dunque il fondato rischio che la sanità salterà con la legge di Bilancio varata dal governo Meloni. La Associazione Torino Viva, propone al governo di richiedere i 37 miliardi previsti dal Mes Pandemic crisis support per salvare il Ssn e dare immediatamente un segnale forte al settore. Si tratta certamente di ulteriore debito, da contrarre, tra l’altro, in un momento di crisi bellica, energetica, climatica ed economica. Il tasso di interesse è vicino allo 0 (0,35% il primo anno e 0,15% per gli anni successivi), con una durata massima del prestito di 10 anni e una disponibilità quasi immediata. Saranno tre le aree per cui si potranno utilizzare i miliardi del MES. La prima è quella che riguarda i costi sanitari, di cura e di prevenzione direttamente correlati alla pandemia di Covid-19. La seconda riguarda le spese indirette come quella per ospedali, cure ambulatoriali e cure riabilitative, diagnostica, farmaci, prevenzione, amministrazione sanitaria e long term care. Nella terza casella vanno indicati tutti gli altri costi indiretti relativi all’assistenza sanitaria, alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi di Covid-19.. Dunque TOW ritiene che se il Governo crede nella sanità pubblica, intende investirvi e salvarla, segnando una vera discontinuità rispetto alle precedenti amministrazioni, dovrebbe mostrare coraggio e richiedere il Mes Sanità. Tra l’altro i quattro articoli sulla sanità nella legge di Bilancio potevano risparmiarseli poichè il 70% dell’incremento del fondo sanitario è dedicato al ristoro energetico, il resto se ne va tra farmaci e vaccini. Per il personale 200 milioni per gli operatori di pronto soccorso ma solo pare da Giugno 2023. Occorrerà spendere bene e completamente i miliardi che provengono dal PNNR capitolo 6 e la proposta che è emersa dal dibattito è quella di seguire l’idea di richiedere i 37 miliardi del Mes Sanità In chiusura una forte raccomandazione ad una Sanità piu attenta alla Prevenzione Primaria di cui tanto si parla e poco si fa, da insegnare sin dai primi anni della Scuola dell’Obbligo ed una accorata raccomandazione, che i soldi che arriveranno vengano spesi bene ed onestamente.

Nerio Nesi è deceduto oggi all'età di 98 anni

E' con vivo dolore che apprendo della scomparsa dell'amico ed ex assistito ( sono stato il suo medico di famiglia per oltre 10 anni,...