domenica 28 novembre 2010

Profumo abbandona il campo e prende a schiaffi la politica torinese Domenica 28 Novembre 2010 www.lospiffero.com


Il rettore si ritira dalla competizione per la successione a Chiamparino. Sono venute meno tre condizioni pregiudiziali: una candidatura svincolata dai partiti, un progetto civico, il superamento delle primarie. La lettera integrale che il professore ha indirizzato alla città:
Care Concittadine e cari Concittadini, mi rivolgo a voi per dire una parola definitiva sull’ipotesi di “Profumo Candidato Sindaco di Torino”, perché è direttamente a voi che credo sia giusto che io parli. Io sono molto onorato che una grande Città come Torino, nella quale non sono nato, ma dove ho studiato, vivo con la mia famiglia e lavoro con grande soddisfazione da molti anni, abbia pensato a me come futuro Sindaco della Città, attraverso l’espressione di persone della cultura, del terzo settore, delle parti sociali, delle realtà imprenditoriali, degli studenti, della società civile in generale e della politica. Non sono certo di meritarlo, ma sono piacevolmente stupito e colpito dal fatto che, in questi ultimi mesi, molte persone (uomini, donne, giovani e anziani) che non avevo mai conosciuto in precedenza, mi fermino per strada e mi chiedano che cosa io pensi della Torino del futuro e se mi candiderò per diventare il Sindaco della Città. Nessuno mi ha mai parlato di partiti, di primarie e di rapporti tra Torino e Roma.Una premessa è opportuna. Fin dall’inizio della querelle dissi che io ero al mio secondo mandato come Rettore del Politecnico, che avrei terminato nel 2013, che il processo di rinnovamento dell’Ateneo non era ancora concluso e che mi sentivo impegnato verso i miei colleghi e gli studenti a portare a termine il mio lavoro. Io non ho mai “tirato la corda dei tempi”, ritengo che la fretta sia una cattiva consigliera: in tutte le scelte importanti della vita, quando si è trattato di prendere una decisione e il tempo stringeva, mi sono detto: calma, rilassati, valuta attentamente. E’ la mia razionalità che me lo impone. Credo, ancora una volta, di aver avuto ragione, provate ad immaginare quale sarebbe stata la mia vita negli ultimi mesi, se avessi seguito i molti “consiglieri della fretta”.Prendo atto del fatto che la conflittualità della politica nazionale ha dei riflessi importanti anche sulla partita delle elezioni amministrative della prossima primavera e che tutto il processo ne è stato inevitabilmente accelerato. In questi mesi, a Torino, si è parlato troppo poco della Torino del futuro e molto delle lotte interne ai partiti, di primarie e dei rapporti tra Roma e Torino. I cittadini vogliono invece discutere, ascoltare, immaginare, avere indicazioni su quale ruolo potrà giocare il Comune di Torino sui grandi temi della città: Fiat e territorio, lavoro e giovani, socialità e classi più deboli, finanza delle casse comunali e investimenti sul territorio, integrazione e sicurezza, attrazione di investimenti e innovazione, formazione, ricerca e sviluppo e molto altro.I risultati del lavoro delle giunte Castellani e Chiamparino, che ci consegnano una bella città, - e credo di interpretare in modo corretto il vostro pensiero, di cui noi tutti siamo orgogliosi - diversa e migliore di quanto non fosse all’inizio degli anni ’90. Non è, credetemi, un compiacimento autoreferenziale, ma molte sono le attestazioni che ci provengono da ogni parte del mondo. Non ultimo l’invito rivolto da due delle più prestigiose istituzioni anglosassoni, la Brookings Institution e la London School of Economics al Sindaco, al Presidente dell’Unione Industriale e al Rettore del Politecnico il 7 e 8 dicembre 2010 a Chicago al Global Metro Summit, dove Torino, con altre tre città, Monaco, Barcellona e Seul, è stata scelta come esempio di rinascita virtuosa dalla crisi attraverso un piano strategico basato sulla riqualificazione urbana, sulla centralità della conoscenza, sulle nuove energie e lo sviluppo sostenibile. Questo è un grande riconoscimento per il lavoro fatto, ma è una responsabilità per l’Amministrazione che governerà la città nei prossimi anni. Ho avuto la certezza che la scelta su Torino sia stata determinata anche dal nuovo ruolo della nostra maggiore azienda automobilistica nazionale negli Stati Uniti: essere passati dal Fix it Again Tony al Fix the Industry of Automobile, Thanks! È un risultato di cui tutti dobbiamo compiacerci.Per il futuro di Torino c’è una grande scommessa della politica, nel senso più alto del termine: qualcuno ha detto “Novecento contro nuovo secolo”. Torino può diventare, come spesso le è successo nel passato, il laboratorio avanzato del nostro Paese e del nostro futuro, che ha necessità di ritrovare visione, idee, valori, energie e risorse per poter competere con gli altri grandi Paesi, in cuiterritori e globalizzazione dovranno trovare una sintesi di equilibrio, senza creare conflitti sociali che lacerano e che non creano nulla.La discussione di questi giorni è se a guidare questo processo debba essere la politica o la società civile. Io credo che il tema non sia posto nei termini corretti: il panorama è complesso e la politica da sola non può più farcela, perché la gestione del cambiamento sul medio termine (10-15 anni) richiede metodiche e strumenti sofisticati e visioni e tempi che non sono compatibili con una politica che non può avere tutte le competenze e troppo pressata dal quotidiano e dagli eventi a breve a termine. Nello stesso tempo la società civile che potrebbe avere la vision e gli strumenti per guidare il cambiamento, non sempre capisce le “logiche-non logiche” della politica (accelerazioni e decelerazioni, comunicazioni contraddittorie, dinamiche schizofreniche) e rischia di non saper gestire il quotidiano.La soluzione non è dietro l’angolo, ma forse sarebbe stato opportuno ascoltare di più le istanze dei cittadini e ricordare che dovremo scegliere chi amministrerà la nostra città nei prossimi cinque anni e non i nostri politici da inviare a Roma. Si sarebbe potuto partire da un Progetto Torino 2020, per creare successivamente una lista civica proprio con quel nome, con il supporto dei partiti. Quali? Quelli che si fossero riconosciuti nel programma.
Veniamo a me. In tempi non sospetti, all’inizio della querelle sulla mia disponibilità a candidarmi a Sindaco di Torino, indicai tre condizioni preliminari: non essere il candidato di un partito, ma l’espressione della società civile, creare un laboratorio Torino di larghe intese (stiamo parlando di amministrare una Città e non di politica nazionale) così come era stata Alleanza per Torino del 1993, superare lo scoglio delle primarie, non venendo meno alle regole dei partiti, con la creazione di una lista civica supportata dai partiti. Purtroppo, fino ad oggi, nonostante la buona volontà di molti, non si è verificata la convergenza sui tre punti da me indicati. Pertanto, confermo la mia disponibilità a lavorare per il Progetto Torino 2020, con energia ed entusiasmo, ma dalla mia posizione di Rettore del Politecnico di Torino. In chiusura di questa mia lettera, permettetemi infine due sinceri ringraziamenti. In primo luogo a tutti coloro che lavorano e studiano al Politecnico, studenti, personale tecnico amministrativo e docenti, che hanno continuato il loro straordinario lavoro per l’Istituzione, in un periodo, loro malgrado, molto difficile e incerto. A loro assicuro rinnovato impegno ed entusiasmo nel perseguire gli importantissimi obiettivi comuni che ci attendono. In secondo luogo, a tutti coloro che in questa fase così interessante della mia vita mi sono stati vicini, in primis mia moglie e i miei figli, permettendomi di fare una scelta responsabile e indipendente, che spero possa essere condivisa da molti di voi.


Con gratitudine


da www.lospiffero.com
Francesco Profumo

Cancun COP 16 arriveremo a qualche decisione importante per la salute del Pianeta?


In gergo si chiama COP16, e si tratta della sedicesima conferenza organizzata dalle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Quest’anno si terrà a Cancun, in Messico, a partire dal 29 novembre fino al 10 dicembre 2010. In breve si tratta del congresso in cui i capi di Stato e di Governo e gli addetti ai lavori di tutto il mondo dovranno decidere delle sorti climatiche del pianeta.In sostanza si tratta di una sorta di “secondo tempo” della famosa conferenza di Copenaghen dello scorso anno, molto attesa a livello mondiale ma in cui alla fine si concluse poco o niente. Il nome completo è Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) COP 16. Il tema principale sarà discutere del futuro del Protocollo di Kyoto, e sarà la sesta volta in cui la questione è al centro del dibattito.I sondaggi di opinione effettuati in numerosi Paesi riscontrano una diminuzione notevole nell’interesse sul cambiamento climatico tra le principali preoccupazioni della popolazione, più interessata alla crisi economica. Un recente articolo pubblicato sul Washington Post addebita questo calo di interesse al fiasco della Conferenza sul clima di Copenaghen poiché la maggior parte dei Paesi del mondo hanno rifiutato di seguire l’esempio dell’Europa con l’ETS (Emission Trading System), evitando di porre un limite alle emissioni. L’articolo ha dichiarato che, contrariamente alle affermazioni ufficiali, l’esperienza in Europa da questo punto di vista non è stata affatto un successo. Il sistema è molto costoso e soggetto a frodi continue.

La speculazione finanziaria di Alfiero Grandi


Dopo la Grecia la speculazione finanziaria attacca l’Irlanda e nessuno può affermare seriamente che sia finita qui, perché il vero obiettivo potrebbe essere l’euro. Del resto sia il Presidente europeo che la Cancelliera tedesca hanno parlato esplicitamente di pericolo per l’euro. Se dovessero entrare in sofferenza anche Portogallo e Spagna la situazione diventerebbe seria per l’area euro e per l’Europa.
Dopo la crisi finanziaria, iniziata nel 2008, era necessario introdurre nuove e ferme regole in grado di controllare e guidare i mercati finanziari. E’ mancata la determinazione per farlo e ora la speculazione si sente di nuovo forte e attacca le finanze pubbliche, che pure sono peggiorate proprio per salvare le banche e quindi i mercati finanziari. Sarebbe un errore sottovalutare il significato del salvataggio dell’Irlanda, anche se si tratta di un paese che non ha un grande peso in Europa.
Perché si è arrivati alla crisi finanziaria ? Perché la struttura dei mercati finanziari è fuori controllo, complice la possibilità di rapido spostamento dei capitali e il ricatto che questo rappresenta. Perché le banche lucrano (soprattutto) dalle attività finanziarie, di qualunque tipo, comprese quelle più azzardate.
Perché chi dovrebbe attestare la veridicità dei conti (agenzie di rating) non garantisce nulla, perché chi dovrebbe controllare non lo fa o non ha gli strumenti per farlo.Prestare denaro ad ogni costo e in quantità sempre maggiori fosse anche per tentare mirabolanti guadagni speculativi sono state le droghe dei mercati finanziari.Quando il gioco è finito le conseguenze non sono state solo finanziarie, ma è l’economia reale che ha subito un contraccolpo pesantissimo e la crisi si è propagata all’intero sistema economico. Per salvare le banche gli stati hanno dovuto trovare ingenti risorse. La crisi, secondo l’Amministratore delegato della Borsa di Londra, è costata all’Europa una cifra impressionante: almeno 3.900 miliardi di euro, buona parte dei quali usciti dalla casse pubbliche per sostenere in vario modo il sistema bancario e cercare così di evitare il blocco dell’intera economia.
L’aiuto al sistema bancario poteva essere diverso, purtroppo la via scelta è stata fare un grande regalo alle banche, che di fatto finanziano la speculazione con i soldi pubblici ricevuti.Le conseguenze sull’economia reale sono state: meno consumi, meno occupazione, meno attività economica, in una parola: recessione. Il tenore di vita di buona parte delle persone è regredito e oggi sta peggio di prima della crisi. Non prima del 2015 l’economia non tornerà alla situazione pre-crisi.
Le finanze pubbliche sono peggiorate rapidamente (ad esempio il debito pubblico italiano passerà dal 105 % del 2007 al 120 % del 2011) non solo per gli aiuti dati alle banche ma anche per effetto della recessione economica.
La Grecia è vittima dei conti falsi del Governo di destra ma anche della recessione e i tagli decisi per soddisfare le condizioni poste per l’aiuto dall’Europa porteranno conseguenze pesantissime sulle condizioni di vita, soprattutto della parte più debole.E’ incredibile che i prestiti fatti alla Grecia e ora all’Irlanda per alcuni Stati prestatori, vedi Germania, siano un guadagno visto che faranno pagare interessi doppi rispetto a quanto costa loro indebitarsi sul mercato.
Anche nel caso Irlanda le misure sono socialmente molto pesanti. In 3 anni il 10 % del PIL. Le risorse europee necessarie per salvare prima la Grecia e poi l’Irlanda sono rilevanti, se poi dovessero seguire Portogallo e Spagna la cifra complessiva diventerebbe veramente importante. Speriamo che l’Italia resti fuori dall’occhio del ciclone, ma ogni sicumera è fuori luogo perché la speculazione ha intrapreso in grande stile l’attacco ai deficit pubblici degli stati europei perché purtroppo non sono state tagliate le unghie alla speculazione. Il Governo italiano si è distinto per non avere tentato alcuna iniziativa. Di più, si è tenuto ben lontano da quelle tentate da altri.La crisi delle finanze pubbliche dei paesi più esposti dell’Europa porterà a tagli che renderanno questi paesi ancora più deboli, con un’economia più asfittica e ridotta, socialmente più ingiusta. A tagli seguiranno altri tagli. Nei paesi più esposti ci sono proteste sociali importanti che dovrebbero richiamare l’attenzione di tutta l’Europa ed è un grave errore di miopia pensare che tanto i problemi riguardano altri.Queste importanti risorse potevano essere impiegate diversamente ? Ci sono altre vie per affrontare la crisi ? Certamente. Un conto è tagliare su un’economia in crisi, altro è aiutare la ripresa economica e utilizzare una parte delle risorse così create per ridurre il debito pubblico.In Europa sono state avanzate proposte interessanti sia per sterilizzare la parte di debito pubblico in più creata dalla crisi (un fondo garantito dalla tassazione sulle transazioni finanziarie) sia per aiutare la ripresa e l’occupazione (un fondo europeo ad hoc). Purtroppo queste proposte non sono nemmeno state prese in considerazione. Neppure la sinistra europea riesce a sostenere una via alternativa, o almeno non con la forza necessaria.Questo lascia campo libero alla risposta liberista e di destra che oggi ha nella Germania il suo campione. La Germania sta meglio degli altri paesi europei. Non dovrebbe essere dimenticato che Tremonti è arrivato a dire che l’Italia stava creando meno debito pubblico della Germania.
La Germania ha deciso che vuole difendere anzitutto le sue esportazioni e che gli altri paesi dell’euro debbono pagare in proprio le loro difficoltà. Il risultato è che si spenderanno montagne di denaro per peggiorare le condizioni di vita. Di certo la Germania oggi non privilegia l’orizzonte europeo. E’ una linea miope ma purtroppo per ora è così. Di qui la pressione per cambiare i trattatti europei e le regole di finanza pubblica. In pratica è un allargamento delle regole tedesche, ma non dell’economia tedesca, che in buona parte scaricano la tenuta della Germania sul resto dell’Europa. L’Italia è prossima ad un debito del 120 % del PIL, dopo una recessione dell’8 % in 2 anni che ha ridotto le entrate pubbliche. Essere, per ora, fuori dall’occhio del ciclone non è una buona ragione per sottovalutare la situazione.Il Governo italiano è stato corrivo alla linea tedesca e ha raccontato agli italiani che le nuove regole sul debito pubblico, di stampo tedesco, sono gestibili dall’Italia. Balle. Se prevarrà questa linea monetarista e conservatrice l’Italia vedrà i sorci verdi, perché dovrà rientrare in velocità entro il 60 % del debito pubblico. Rispettare il 3 % di deficit non basterà più. Entro dicembre 2010 sapremo cosa il resto dell’Europa si aspetta dall’Italia. Si tratta, secondo alcune indiscrezioni, di 25 miliardi di tagli. Si può determinare una situazione sociale grave, anche senza arrivare al rischio default, come dimostra il Portogallo che sta cercando di farcela da solo al prezzo di drastici tagli. Il problema è che non emerge una linea alternativa in Europa.Il Ministro Tremonti sembra essere, in realtà, il più pessimista sul futuro dell’attuale Governo Berlusconi. Infatti ha predisposto la legge di stabilità (ex finanziaria) solo per metà dell’anno prossimo e ha sostanzialmente accettato i vincoli finanziari di stampo tedesco che graveranno sui futuri Governi italiani. Come a dire: tanto toccherà ad altri provvedere.
Il centro sinistra, uso questo vocabolo impreciso, deve prepararsi non solo alle primarie ma ad avere idee chiare su cosa fare e non sarà una passeggiata.
Alfiero Grandi
http://www.alfierograndi.it/blog/

venerdì 26 novembre 2010

COMUNICATO DEL COMITATO VIVERE A PREDOSA


Con l'annullamento del primo provvedimento di autorizzazione della centrale a
Biomasse di Predosa, la Provincia di Alessandria ha dovuto di fatto ammettere
la presenza di gravi irregolarità nel primo provvedimento, che le sono state
evidenziate da precise istanze dei legali del comitato vivere a Predosa, oltre
che da quelli dell'amministrazione comunale. Questa battaglia legale, sostenuta
dai cittadini (oltre 1300 hanno firmato la petizione contro la centrale) è solo
un aspetto della più generale lotta contro un impianto inutile, altamente
pericoloso per la salute, progettato solo per il vantaggio di pochi a discapito
di molti. Il Comitato ha sempre sostenuto che le Istituzioni hanno il dovere di
ascoltare le istanze dei cittadini, che devono (anche secondo legge) partecipare attivamente a decisioni che riguardano la loro salute e l'ambiente in cui vivono. La sede idonea a far si che i cittadini ed i loro rappresentanti (anche il Sindaco e l'amministrazione comunale) si possano esprimere è, nel contesto delle procedure autorizzative, la CONFERENZA DEI SERVIZI.Ebbene, la Provincia, pur essendo stata costretta ad annullare il primo provvedimento di autorizzazione, ritiene (sbagliando) di poterne emanare un secondo, dopo aver acquisito gli elementi mancanti o dopo aver corretto gli errori fatti, RIPARTENDO DAL 12 AGOSTO, cioè senza riconvocare una nuova conferenza dei servizI. Questa scelta, oltre che illegittima, rappresenta, secondo noi, l'intenzione mal celata di NON VOLER DARE ALCUNA IMPORTANZA AL PARERE DEI CITTADINI: la Provincia di Alessandria si incapponisce, con una decisione "acrobatica", che rivela la sua volontà di non voler considerare gli
abitanti di un Comune tra coloro che possano esprimere un parere su cio' che
dovranno respirare per i prossimi 20 anni! QUESTA DECISIONE E' POLITICAMENE
GRAVISSIMA ED ALLONTANA SEMPRE DI PIU' LE PERSONE DALLE ISTITUZIONI.
In ogni caso, dal punto di vista legale, la decisione di usare un pezzo di
provvedimento che si sono annullati da soli è del tutto infondata: dopo una
prima brutta figura, ne vorranno fare una seconda, magari capitolando davanti
al TAR?Staremo a vedere: il Comitato vigilerà e continuerà la sua mobilitazione
nell'interesse di tutti e contro i profitti di pochi, che, evidentemente,
stanno molto a cuore a qualcuno che occupa i "centri di potere".
Per il comitato "Vivere a Predosa"
Il Presidente
Dott. Lelio Morricone

MIA' E IL MIGU'


Il film, premiato nel 2009 con l'EFA European Film Accademy,l'Oscar del cinema europeo,come miglior film d'animazione dell'anno, ha la nazionalità italiana ed è una coproduzione Italia/Francia con Enanimation (Italia) insieme a Folimage (Francia) - Gertie srl (Italia)e con la regia di Jacques-Rémy Girerd anche autore e regista del film "La profezia delle ranocchie" del 2003 distribuito in Italia nel 2004 dalla Esse&bicinematografica.

"Un cartoon di poesia dalla profondità ambientalista attento alla crescita dell'individuo. Mia' è una bambina di 10 anni dell'America del Sud che decide di lasciare il suo villaggio per andare a cercare il padre, operaio in un cantiere dove si sta costruendo un mega albergo destinato a devastare un'oasi naturale. Incontrerà i Migù, popolo magico della foresta difensori dell'oasi e dell'albero sacro dai tentativi di cementificazione, Aldrin, figlio dell'imprenditore senza scrupoli, di cui diventerà amica e seguirà il presentimento che il padre sia in pericolo. La natura che si ribella e i bambini che crescono, diventano adolescenti , e con il loro sguardo mostrano una via diversa agli adulti." La Stampa del 16/11/2010.

La riforma Gelmini: un disastro omeopatico


Pier Luigi Bersani prende la parola in Aula per la dichiarazione di voto a nome del Pd sulla riforma dell'Università e polemizza con il ministro dell'Istruzione: "Mi rivolgo al ministro Gelmini, vedo che non gradisce che io vada sui tetti. Primo, vorrei confermarle che io vado e andrò davanti ai cancelli di una fabbrica in crisi, all'Asinara dove ci sono operai da ascoltare e sui tetti, dove andavo anche da ministro.Secondo - aggiunge - vedo che il ministro Gelmini mi dà dello studente ripetente: io domani metterò su internet i voti di tutti gli esami di laurea, mi aspetto che il ministro Gelmini faccia altrettanto, compreso il giro turistico a Reggio Calabria...".Una battuta che arriva dopo 24 ore in cui il governo è andato sotto due volte sulla riforma, la Gelmini si è detta pronta a ritirare il disegno di legge, le proteste degli studenti coinvolgono tutta l'Italia e il segretario del PD è salito sui tetti della facoltà di Architettura a Roma per condividere la protesta dei ricercatori colpiti dai tagli del ddl Gelmini.E il voto finale di Montecitorio sul provvedimento, che era atteso nel pomeriggio, slitta a martedì, poi il ddl passerà al Senato. Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, dopo la nuova battuta d'arresto alla Camera, ha riferito che "se saranno votati emendamenti il cui contenuto stravolge il senso della riforma, mi vedrei costretta a ritirarla". Bersani coglie al volo l'idea del ministro: "Gelmini ritiri subito il ddl e iniziamo a discutere come correggere alcune distorsioni di questa legge e come trovare risorse per sostenere il diritto allo studio e alla ricerca".Dario Franceschini, capogruppo del Pd, ha commentato così il risultato: "I numeri per la sfiducia ci sono: si tratta solo di verificare la volontà politica di far cadere il governo".
Il leader democratico ieri ha affrontato due rampe di scale a pioli per raggiungere il sit in dei dottori di ricerca che si trovano sui tetti del palazzo accademico in Piazza Fontanella Borghese.La riforma Gelmini è "un disastro omeopatico, smantella l'università pezzo a pezzo", ha dichiarato il leader democratico ai ricercatori della facoltà di Architettura che da diversi giorni occupano la terrazza del palazzo di Piazza Fontanella Borghese.È stato un lungo colloquio quello con cui Bersani si è intrattenuto con i nuovi precari dell'Università. Nell'esprimere il pieno sostegno da parte del Partito democratico, Bersani ha ricordato che “anche noi abbiamo avuto delle carenze ma di cose come queste non ne abbiamo mai viste. Loro girano a proprio vantaggio i principi costituzionali, per cui seppure riconoscono i diritti, poi non li finanziano e non li fanno funzionare"."Il centrodestra dice una cosa e poi fa l'esatto contrario - spiega un dottore di ricerca della Statale di Milano- questa legge non è la lotta alle baronie. Dà invece una mano ai privati. Ed è grave quanto le leggi ad personam, quanto il falso in bilancio". Bersani concorda e rilancia: "è un disastro omeopatico che noi vogliamo cancellare quando toccherà a noi. Vogliamo riprendere il contatto con il paese reale, per questo vi chiediamo una mano, perché le riforme senza popolo non si possono fare"."Perfino la Grecia - ha concluso il leader democratico - coi problemi che ha, sta facendo riforme sociali e per la conoscenza. Prima o poi ci arriveremo anche noi, se ci date una mano riprenderemo la riforma perché noi siamo un partito reale e facciamo le riforme di cui la gente ha bisogno. Arriverà il momento che bisognerà chiedere di scomodarsi anche a chi finora non lo ha fatto.Perché agli operai - ha concluso Bersani - più di 18 turni quanti ne vuoi chiedere?".Nel frattempo continua in tutta Italia la protesta degli studenti contro il ddl Gelmini. A Roma davanti alle due Camere, a Torino con l'occupazione di Palazzo Nuovo sede della Facoltà umanistiche, dai tetti dell'Università di Perugia e di Salerno, a Pisa dove sono stati bloccati i cinque principali ponti sull'Arno e a Palermo con l'occupazione della Facoltà di Lettere e Filosofia di sedici istituti superiori.Alcuni dimostranti hanno abbandonato il corteo e sono entrati in Senato, lanciando delle uova. Un gesto da condannare ma che non deve consentire a nessuno di far diventare la protesta degli studenti un movimento da condannare.
Bersani e il PD hanno difeso i dimostranti dalle accuse arrivate dal centrodestra, si sono tirate delle uova, la protesta resta civile e non va criminalizzata. Bersani ha spiegato: "Quello che neanche i "baroni" hanno capito è che oggi c`è una novità: gli studenti di adesso hanno la testa sul collo, non sono dei pericolosi estremisti, è una vergogna che si stia traccheggiando di fronte ai problemi della gente - e soprattutto è vergognoso che non vi sia confronto - il ministro dovrebbe avere un po' di pazienza e di umiltà di ascoltare. Qui c'è un sacco di gente che non ha una interlocuzione e per questo è piena di rabbia".Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria PD, avverte: "Il tentativo di collegare l’inqualificabile attacco di un gruppo di violenti nei confronti del Senato con l’iniziativa di solidarietà presa questa mattina da Bersani nei confronti dei ricercatori universitari è una penosa manifestazione di rozzezza e di volgarità. Un’idea del genere poteva venire in mente solo all’onorevole Gasparri, considerati anche i suoi trascorsi".
"Dopo il sit-in a Montecitorio ci siamo recati presso la Facoltà di Architettura a Roma per portare il nostro sostegno e la nostra solidarietà ai ricercatori che stanno occupando il tetto" hanno dichiarato Michele Grimaldi, responsabile saperi dei Giovani Democratici, e Federico Nastasi, coordinatore RUN-Rete Universitaria Nazionale."Abbiamo partecipato all'incontro tenuto con il segretario nazionale del PD, Pier Luigi Bersani, e ne abbiamo condiviso le affermazioni e le proposte. Ha ragione: il ddl Gelmini non è una riforma, una riforma non si approva con un blitz e senza uno straccio di risorsa. E' importante essere chiari da subito: una volta al Governo il centrosinistra dovrà annullare questo ammasso di norme inutili e dannose e procedere ad una vera riforma del sistema dei saperi, partendo dagli studenti e dai ricercatori, dal diritto allo studio e dalla lotta alla precarietà, dal miglioramento dei servizi e della didattica"."La Gelmini - concludono i due commentando le ultime dichiarazioni del Ministro dell'istruzione - continua, sino alla fine, a raccontare bugie: gli studenti in piazza difendono e reclamano diritti e opportunità, il ddl che porta il suo nome difende i baroni, la cristallizzazione sociale, le disuguaglianze. Non è un caso che gli unici due soggetti a sostenerlo siano la CRUI e Confindustria".

domenica 21 novembre 2010

Fonte da nestic 5 per mille, nella finanziaria fondi dimezzati Previsto un taglio del 75% rispetto al 2010. Il presidente di Ciessevi Lacagnina:

Un'«offesa a tutto il mondo del volontariato» è il commento del Presidente di Ciessevi, Lino Lacagnina, all'indomani dell'approvazione del maxiemendamento alla legge di stabilità che «opera un taglio del 75% rispetto al 2010 sulle risorse che provenivano da una libera scelta del contribuente». Nel provvedimento, di fatto il tetto massimo che per il 2010 era di 400 milioni si riduce a 100 milioni di euro.
«Di anno in anno – commenta Lacagnina – le risorse che il volontariato ha ricevuto dal 5 per mille si sono man mano erose. Se a questo aggiungiamo i ritardi nei pagamenti, i ricorsi per gli errori formali, le aggiunte di nuove categorie di beneficiari, la confusione ha raggiunto l'apice. Di controcanto in Parlamento giacciono alcuni progetti di legge volti a dare ordine a questo strumento di raccolta fondi, ma mai presi in esame seriamente. Tre legislature sono passate da quando è nato il beneficio del 5 per mille e ogni anno le associazioni ci chiamano per capire come devono comportarsi. E ogni anno dobbiamo impiegare tempo e risorse per aggiornarci sulle novità, per esserne al corrente e per fornire un servizio puntuale e preciso di informazione verso i nostri utenti, che sono poi le organizzazioni di volontariato».Una scelta, quella del Parlamento che va in controtendenza con le aspettative dei cittadini. Sono, infatti, milioni (14.652.659 solo nel 2008) i contribuenti che scelgono di sostenere economicamente le associazioni di volontariato apponendo nel modello di dichiarazione dei redditi il codice fiscale dell'ente preferito.«Non è un segreto che Comuni, Provincia e Regione, blindate tra rispetto del Patto di stabilità e tagli dei fondi per le politiche sociali, hanno pochi soldi in cassaforte» chiosa il Presidente di Ciessevi. «E, di conseguenza, gli enti locali, rimborsano con il contagocce i costi delle attività e dei servizi resi dal volontariato. A questo ostacolo, oggi, se ne è aggiunto un altro che zavorra non solo l'azione ma anche lo sviluppo delle associazioni, il taglio ai fondi del 5 per mille».Appello: Ciessevi, insieme a CSVnet, Forum Terzo Settore, Consulta del Volontariato e ConVol, invita tutte le associazioni di volontariato ad inviare un appello alle Istituzioni, in cui si chiede di reintegrare le risorse per i servizi sociali e per il 5 per mille.
"Chiediamo al Governo e al Parlamento – come si legge nell'appello – di onorare gli impegni, di ascoltare il non-profit e di non colpire i servizi sociali, di non togliere quelle risorse che in applicazione del principio di sussidiarietà i cittadini danno al Volontariato e al Terzo Settore."
Il 5 per mille diviene così l'1,25 per mille, colpendo soprattutto le piccole realtà, così presenti nei territori, e così essenziali oggi nel pieno della crisi. "Chiediamo al Parlamento di compiere un atto di grande responsabilità, reintegrando il 5 per mille e i fondi per i servizi sociali."
Invitiamo tutte le associazioni a diffondere l'appello in allegato, da inviare agli indirizzi di tutti i rappresentanti istituzionali del nostro Governo.

FACSIMILE APPELLO ALLE ISTITUZIONI DA COPIARE SU CARTA INTESTATA E INVIARE AGLI INDIRIZZI RIPORTATI DI SEGUITO AL TESTO DELLA LETTERA

Egr. Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica
Egr. On. Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati
Egregi Capigruppo, Camera dei Deputati
Egr. On. Giuseppe Schifani, Presidente del Senato
Egregi Capigruppo del Senato
Egr. On. Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Egr. On. Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e Finanze
Egr. Sen. Maurizio Sacconi, Ministro Lavoro e Politiche Sociali
Egr. On. Gianni Letta, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri

Oggetto: Appello alle Istituzioni: non tagliate il 5 per mille e i fondi per i servizi sociali
Abbiamo appreso che la Camera dei Deputati nelle votazioni del Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 ha ridotto il 5 per mille limitandolo da 400 a 100 milioni di euro e ha ridotto il fondo per le politiche sociali e altri fondi inerenti le tematiche sociali.
Pur comprendendo le difficoltà economiche che il nostro paese sta vivendo, riteniamo profondamente errato ridurre in maniera così drastica le risorse per i servizi e lo strumento del 5 per mille, forma essenziale di sussidiarietà che sostiene il ruolo fondamentale del volontariato e del non-profit nella sua missione di risposta ai bisogni e di insostituibile promozione della coesione sociale.
Alla vigilia del 5 dicembre 2010, Giornata Internazionale del Volontariato e del 2011, Anno Europeo del Volontariato e della cittadinanza attiva, desideriamo ricordare con gratitudine le parole pronunciate quasi un anno fa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel salutare il mondo del volontariato al Quirinale: “Il volontariato produce, certo, beni materiali di aiuto e di sostegno al disagio, alla malattia, alla disabilità, alla dipendenza. Ma, proprio per la capacità di superare i confini di una solidarietà spontanea, familiare e amicale, esso produce pure beni immateriali, comportamenti virtuosi, esempi e modelli degni di essere imitati. […] La legge ordinaria, poi, favorisce fiscalmente e finanziariamente le organizzazioni di volontariato, sia attraverso favorevoli regimi fiscali […], sia attraverso il funzionamento del 5 per mille di cui oggi il Ministro Sacconi ha garantito l'effettività, non solo nell'immediato ma anche in prospettiva, e lo ha fatto con motivazioni e con parole d'impegno che ho molto apprezzato.”
E’ assurdo che il volontariato subisca questo taglio così drastico, pur in una manovra economica segnata duramente dalla crisi economica, ma di fronte ad un paese dove i bisogni sono sempre più significativi e dove l’impegno del non profit e del volontariato è sempre più essenziale per rispondere ai bisogni e per rinforzare la coesione sociale.
Chiediamo attraverso di Voi al Governo e al Parlamento di onorare gli impegni, di ascoltare il non-profit e di non colpire i servizi sociali, di non togliere quelle risorse che in applicazione del principio di sussidiarietà i cittadini danno al volontariato. Chiediamo di compiere un atto di corresponsabilità, reintegrando il 5 per mille e i fondi per i servizi sociali.

sabato 20 novembre 2010

Appello di Mario Tozzi per la costituente ecologista

Sale età per assegno 2011, almeno 61 anni Effetto combinato di 'scalino' e 'finestra mobile'da ansa.it


ROMA - Doppio scalino in arrivo per i lavoratori che vogliono andare in pensione: dal prossimo gennaio per ottenere l'assegno bisognera' aver compiuto almeno 61 anni. Dal 2011 infatti entreranno in vigore sia le nuove regole per l'accesso alla pensione di anzianita' previste dalla riforma del 2007 (l'eta' minima per uscire passa da 59 a 60 anni per i lavoratori dipendenti a fronte di almeno 36 anni di contributi) sia quelle sulle finestre per l'uscita previste dalla manovra di luglio. Si devono ora aspettare almeno 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti, sia di anzianita' sia di vecchiaia.
In base al provvedimento di questa estate a partire dal 2011 i lavoratori dipendenti conseguiranno il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico di anzianità e vecchiaia dopo 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi. Chi quindi li matura a 60 anni (avendo raggiunto già il monte contributivo) potrà ricevere la pensione solo raggiunti i 61. Per i lavoratori autonomi l'età per la pensione di anzianità si alza ancora visto che ai 61 anni come età minima per l'uscita si aggiungono 18 mesi di attesa della finestra mobile (arrivando a 62 e mezzo). Gli uomini che non hanno i requisiti contributivi per l'anzianità e devono aspettare l'età di vecchiaia (65 anni) usciranno quindi a 66 (i dipendenti mentre per gli autonomi ce ne vorranno 66 e mezzo). Le nuove regole di fatto cancellano la pensione di anzianità per le donne lavoratrici del settore privato che potranno uscire dal lavoro dopo i 60 anni, età già prevista per la pensione di vecchiaia. Diversa la situazione invece per le impiegate nel pubblico che hanno un requisito anagrafico per il 2011 per la vecchiaia di 61 anni (65 dal 2012). Per loro sarà ancora possibile l'uscita anticipata per anzianità con 60 anni di età e 36 di contributi. Ad entrambe le categorie comunque si applica la finestra mobile e quindi un anno di attesa una volta raggiunti i requisiti anagrafici e contributivi. Sarà comunque possibile avere la pensione di anzianità, indipendentemente dall'età con almeno 40 anni di contributi ma a questi andranno comunque aggiunti i 12 mesi di attesa della finestra mobile (e diventeranno quindi 41). Se già quest'anno l'età media di collocamento a riposo (tra vecchiaia che prevede per gli uomini almeno 65 anni e anzianità, donne e uomini) è di poco più di 61 anni già dall'anno prossimo la media supererà i 62 avvicinandosi a 63. Le norme sull'uscita mobile non riguardano i lavoratori che maturano i requisiti entro dicembre 2010 e quindi potranno andare in pensione di anzianità l'anno prossimo con le "vecchie" finestre (gennaio e luglio) e con i requisiti validi per quest'anno (quota 95 con 59 anni di età minima a fronte di 36 di contributi per i dipendenti, 60 e quota 96 per gli autonomi).
INPS, VOLANO ANZIANITA', IN 10 MESI +54% - Boom delle pensioni di anzianità nei primi dieci mesi del 2010: tra gennaio e ottobre le uscite anticipate rispetto all'età di vecchiaia sono state 155.440 a fronte delle 100.880 pensioni effettivamente liquidate nell'intero 2009. Il dato - sottolinea il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua in un colloquio con l'ANSA - risente del forte calo per le pensioni di anzianità registrato nel 2009 ed è dovuto alla maturazione dei requisiti per l'uscita dal lavoro di una parte rilevante di persone "bloccate" dall'aumento dello scalino a luglio del 2009 (da 58 a 59 anni). Nel 2011 - avverte - ci si attende un nuovo calo con uscite per anzianità sotto le 100.000 unità. La gran parte delle uscite per anzianità del 2010 è dovuta ai lavoratori dipendenti (97.559 a fronte delle 56.963 pensioni liquidate nell'intero 2009 con un aumento del 71%).
L'aumento consistente delle pensioni di anzianità nel 2010 era atteso dall'Istituto. Sulla base delle previsioni le pensioni liquidate nei primi 10 mesi avrebbero dovuto essere 160.300, 4.860 in più rispetto a quelle effettivamente liquidate. Si è registrato uno scostamento nelle previsioni soprattutto nel fondo lavoratori dipendenti con un numero di assegni molto superiore a quello atteso 97.559 contro le 76.800 attese) mentre nelle altre gestioni le cose sono andate meglio delle previsioni. "Il dato del 2010 - spiega Mastrapasqua - non è comparabile con quello del 2009 per l'effetto scalino". L'Istituto - ha aggiunto - si aspetta sulla base delle regole che entreranno in vigore dal primo gennaio sull'aumento dell'età per la pensione di anzianità e sulla finestra mobile "una contrazione consistente delle uscite. L'anno prossimo - ha detto - si potrebbe scendere sotto le 100.000 pensioni di anzianita". Nel fondo dei coltivatori diretti le pensioni liquidate nei primi dieci mesi sono state 11.243 (in aumento rispetto alle 9.943 dell'intero 2009 ma meno delle 18.900 previste) mentre nel fondo artigiani le pensioni di anzianità sono state 28.676, in aumento rispetto alle 22.035 dell'intero 2009 ma meno delle 39.200 attese. Nel fondo commercianti sono state liquidate tra gennaio e ottobre 17.962 pensioni, in aumento rispetto alle 11.939 dell'intero 2009 ma in calo rispetto alle 25.400 attese.

giovedì 18 novembre 2010

Sondaggio: Berlusconi crolla al 32 per cento, sorpasso dell'Ulivo su Pdl-Lega


Inarrestabile il crollo di popolarità per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che si attesta al 32 per cento. A guidare la classifica è Niki Vendola che vince in popolarità fra i leader politici (48%), sorpasso alla Camera da parte di un centrosinistra (alleanza Pd-Idv-Sel) al 40,2% su un centrodestra orfano di Fini (Pdl-Lega) al 37,3%, con un eventuale nuovo terzo Polo Fli-Udc-Api-Mpa al 16%. Sono alcuni dei dati di un sondaggio condotto dalla società Demos per l'"Atlante politico" di Ilvo Diamanti, pubblicato da Repubblica.it. Una rilevazione demoscopica condotta nel mese di novembre sulle intenzioni di voto in caso di voto anticipato ravvicinato, secondo la quale però le elezioni ancora con l'attuale sistema elettorale non permetterebbe a nessuna coalizione di ottenere la maggioranza dei seggi.
Partiti - Nelle intenzioni di voto per la Camera, il Pd arretra ulteriormente (24,8%), ma beneficia della crescita dei consensi per i potenziali alleati: l'IdV (6,8%) e, soprattutto, Sel (6,6%). Continua la progressione di Fli: 8,1% mentre l'Udc è dato al 6,7%. Ai minimi storici le preferenze per il Pdl (26.3%). La Lega è data al 10,4%. Mentre tutti gli altri partiti, se alle elezioni soli non supererebbero la soglia del 4%, seppure il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo la sfiorerebbe, fermandosi al 3,6%.
Soluzioni di palazzo - Dal sondaggio, emerge anche la maggioranza degli elettori gradisce poco "soluzioni di palazzo" ad una eventuale crisi di Governo ma ancora meno dover tornare di nuovo alle urne, con forte rischio di aumento dell'astensionismo in questo caso. E, a dispetto delle loro stesse indicazioni di voto, per il 50% degli intervistati "Berlusconi vincerebbe ancora" in caso di elezioni a breve, mentre solo il 34% ritiene possibile una vittoria del centrosinistra.
Vendola prima di Tremonti - Ma il trend, nel confronto con le precedenti rivelazioni dello stesso istituto per La Repubblica, è netto: il centrosinistra cresce mentre la popolarità di Berlusconi cala fortemente. Prima di lui - a lungo in testa - oggi oltre al capoclassifica Vendola, risultano graditi un Tremonti - in fortissima crescita di popolarità - 45,8%, Bersani - 40,8% -, Pier Ferdinando Casini, 39,4%, Gianfranco Fini, 38,6%, Beppe Grillo, 35,9%, Antonio di Pietro, 35,1%. E alle spalle del Premier, 32,4%, si trova solo, fra i nomi proposti, quello di Umberto Bossi, 30,6%.
www.tiscali.it

Incontri Politici: domani una delegazione di Torino Viva incontrerà i responsabili nazionali API


Nella giornata di domani venerdì 19 Novembre, una delegazione di Torino Viva incontrerà il Presidente Nazionale ed il Segretario Nazionale dell'associazione "Alleanza Ecologica" federata con l'API di Francesco Rutelli. A questo incontro ne seguirà un'altro con i Parlamentari eletti in Piemonte : Gianni Vernetti e Marco Calgaro.La prossima settimana invece il Direttivo della nostra Associazione avrà un importante incontro con il Rettore del Politecnico di Torino Prof.Francesco Profumo, per conoscere le linee guida del suo programma, nel caso intendesse accettare la candidatura del centro sinistra a Sindaco di Torino.

SALUTE:TERRA;IN 128 COMUNI CITTADINI BEVONO ACQUA INQUINATA INCHIESTA SUI VALORI D'ARSENICO OLTRE LA SOGLIA. L'UE AL GOVERNO: BASTA DEROGHE


Almeno un milione e mezzo di italiani di 128 Comuni, dal Lazio al
Trentino, bevono acqua contaminata. Lo ha stabilito il 28 ottobre la
Commissione europea, respingendo la richiesta italiana di deroga ai
limiti di legge per la concentrazione di arsenico. Ma invece di
avvertire Sindaci e Asl sui rischi per le persone il governo ancora
tace. E' quanto denuncia il quotidiano ecologista Terra oggi in
edicola. Il provvedimento della Commissione europea – è scritto
nell'inchiesta – riguarda 91 Comuni del Lazio tra le province di Roma,
Viterbo e Latina, 8 Comuni in Lombardia, 10 in Trentino-Alto Adige e
19 in Toscana. L’acqua che esce dai rubinetti di questi 128 Comuni
contiene arsenico oltre la soglia di 10 microgrammi per litro, una
sostanza che secondo l’Oms può comportare seri rischi sanitari, in
particolare alcune forme di cancro. Fino ad oggi l'Italia ha scelto la
strada della deroga. Ma nel documento della Commissione – scrive il
quotidiano ecologista in edicola - è scritto che è necessario adottare
misure specifiche per la protezione di neonati e bambini; inoltre, le
prove scientifiche raccolte sconsigliano di superare, peraltro solo
temporaneamente, il limite dei 20 microgrammi per litro. Altro che i
50 chiesti dal governo italiano.


Roma, 18 novembre 2010

Terra, quotidiano ecologista-via del Porto Fluviale
9a,Roma-0645470700, 3474850508, info@terranews.it

mercoledì 17 novembre 2010

Radio Vaticana accusata di produrre elettrosmog da www.edott.it


Sono stati consegnati alla procura di Roma i risultati dell'incidente probatorio sull'inquinamento elettromagnetico dell'emittente radiofonica della Santa Sede. Secondo il coordinamento dei comitati di Roma Nord, i numeri emersi sono «da Hiroshima. Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, solo negli studi epidemiologici di zone che hanno subito gli effetti dell'esplosione di una bomba atomica».
Le verifiche del perito del Gip, Andrea Micheli dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, attestano un «coerente, importante, significativo» pericolo di ammalarsi e morire di leucemia, linfoma e mieloma dovuto alla «lunga esposizione residenziale ai ripetitori di Radio Vaticana fino a 12 chilometri di distanza da questa».
La Santa Sede risponde in udienza con una contro-perizia scientifica, firmata dall'oncologo di fama Umberto Veronesi e da Susanna Lagorio del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, che nega effetti cancerogeni alle onde elettromagnetiche e assicura che «Radio Vaticana ha sempre rispettato le indicazioni internazionalmente accettate sull'intensità delle emissioni proprio per garantire piena tranquillità alle popolazioni circostanti e ai suoi lavoratori». Ora il pm Stefano Pesci, responsabile dell'inchiesta, dovrà decidere se archiviare o rinviare a giudizio i responsabili di Radio Vaticana.
Lo studio di mortalità ha verificato i decessi avvenuti dal 1997 al 2003 per una serie di patologie prendendo in considerazione il ventennio di storia abitativa antecedente la data della morte. Fino a 12 chilometri di distanza da Radio Vaticana, il fattore di rischio di morte per leucemia è 4,9 volte superiore al valore atteso oltre i 12 chilometri di distanza; il fattore di rischio è 1,7 volte più alto se si considerano linfomi e mielomi. Bambini e adulti vissuti nelle vicinanze dei centri trasmittenti della Radio Vaticana e della Marina Militare (Maritele) si sono ammalati in percentuale sensibilmente superiore agli altri cittadini romani. I comitati civici invocano «l'immediata sospensione delle trasmissioni della Radio Vaticana e la sua delocalizzazione in un luogo in cui non possa accrescere il rischio di morte e di malattie per gli esseri umani, o l'abbandono totale di questa obsoleta tecnologia in favore della diffusione satellitare dei propri programmi radiofonici».

domenica 14 novembre 2010

Gli ELICOTTERI DAL BLOG DI BEPPE GRILLO 15.11.2010


La Merkel ha dichiarato al G20 che i tedeschi non pagheranno per i debiti pubblici degli altri Paesi europei. A chi si rivolge? Alla Grecia, che in questi giorni ha visto schizzare verso l'alto gli interessi che deve pagare per vendere i suoi titoli di Stato, poi all'Irlanda, sempre più vicina al fallimento e che forse non mangerà il panettone a Natale (anche se la UE sta predisponendo un aiuto per 80 miliardi di euro). Infine la Cancelliera pensa al Portogallo e all'Italia.
L'Italia ha ormai superato i semplici PIGS. E' un super PIG. Il Financial Times la include tra le tre economie più deboli di Europa insieme a Grecia e Portogallo (e quindi peggio dell'Irlanda!). La capacità di crescita del nostro Paese è nulla, 179esimi e penultimi nel mondo prima di Haiti nel decennio trascorso, impossibile fare peggio. Una Nazione pietrificata. L'Italia si è fermata al 1999 per l'innovazione e per lo sviluppo mentre è esploso il suo debito pubblico arrivato a 1.844,817 miliardi a settembre. Le entrate tributarie scendono con la stessa rapidità con cui aumentano la disoccupazione e la cassa integrazione. Le entrate di settembre sono state di 21.814 milioni di euro e ad agosto erano di 33.889 milioni: pari a meno 12.075 milioni, con una diminuzione del 35,6%! La disoccupazione è del 11% (più probabilmente 14-15%) mentre la media nell'area Ocse è dell'8,5%. La cassa integrazione ha superato il tetto del miliardo di ore, per la precisione 1.026.479.655, con un aumento del 44,2% rispetto al 2009. Sembra una Caporetto e lo è.
L'economia del Paese è al collasso e i giornali e la politica si occupano delle ospitate di Fini e Bersani da Fazio e del bunga bunga. Il destino dell'Italia non è più nelle sue mani, ma in quelle dei nostri creditori esteri che detengono 1400 miliardi del nostro debito attraverso i titoli di Stato, Francia e Germania in testa. Merkel e Sarkozy e il Fondo Monetario Internazionale hanno probabilmente già deciso per noi. Draghi presidente del consiglio di fiducia della finanza internazionale e una cura da cavallo, mai vista prima, per le nostra economia. Non hanno scelta per cercare di salvare i loro investimenti e forse la stessa UE. Gli elicotteri si stanno scaldando.

Firenze."Abbiamo un sogno", per domenica 28 novembre

Cari amici,

con questa mail vogliamo invitarvi ad un primo incontro di coordinamento del progetto del a Firenze."Abbiamo un sogno", per domenica 28 novembre La scelta della città è stata dettata dalla volontà di cercare un punto facilmente accessibile a tutti.
E' stato difficile però individuare una sala che potesse ospitarci; dapprima si era pensato alla Casa della Pace, anche per il valore simbolico che essa rappresenta per noi, ma quel giorno è già occupata, poi all'Ospitale delle Rifiorenze, ma in questo momento non è operativo.
Abbiamo trovato ospitalità infine in una sala da 100 posti presso la sede Arci in Piazza dei Ciompi 11, in quella che fu la "casa del Ghiberti", un punto storico che fu centro operativo della Resistenza e poi punto d'incontro dei movimenti femministi. Ci auguriamo che lo spirito di questo luogo possa portare bene anche al nostro percorso di cambiamento dal basso che sta nascendo.
L'incontro si terrà dalle ore 10 alle 18.
Sono invitati:
- i fondatori del progetto "abbiamo un sogno";
- due rappresentanti per ognuna delle realtà che hanno aderito all'appello (associazioni, movimenti, liste civiche, comitati territoriali...);
- alcuni responsabili di altri percorsi simili al nostro, con i quali riteniamo importante dialogare con rispetto e fiducia reciproca fin da subito.
L'incontro vuole essere un primo momento di incontro in cui ciascuno possa brevemente presentare l'attività della realtà che rappresenta, esponendo al contempo le proprie motivazioni e aspettative rispetto al percorso partecipativo che stiamo avviando.
Immaginiamo un percorso inclusivo, aperto a quanti condividano il sogno di unire tutte le forze della società civile per dare voce alle proposte di cambiamento che stanno nascendo dal basso, in maniera trasparente, democratica, costruttiva.
Crediamo che sia il momento di cucire più che di strappare, di cercare i punti di incontro più che di sottolineare i punti distintivi di ciascuno, di costruire una rete ampia fondata sulla fiducia reciproca più che reti ristrette dettate dalla diffidenza...Occorre avviare un percorso volto a valorizzare le diversità e al contempo con una forte volontà di fare sintesi politica. Occorrono pazienza, umiltà, tenacia e coraggio.Noi non abbiamo fretta, siamo sereni e fiduciosi che nel dialogo e nell'ascolto reciproco si possano affrontare e sciogliere tutti i nodi che si porranno lungo il cammino.Come dice un proverbio burkinabé: "Sedersi a discutere non coltiva i campi, però risolve i problemi". E ci pare che di questo ci sia grande bisogno oggiAggiungi un appuntamento per oggi!L'Italia ha assoluta necessità di un cambiamento politico radicale e noi crediamo che la società civile sia chiamata in questo momento storico a contribuirvi attivamente.Vi chiediamo, per ragioni organizzative, di inviarci quanto prima via mail la vostra adesione all'incontro.
Restiamo a vostra disposizione per qualunque chiarimento.
Seguiranno altre mail con materiali di approfondimento utili per prepararsi all'incontro.
Anche voi potete, se lo ritenete utile, inviarci materiali che volete condividere con tutti gli altri invitati all'incontro.
Un abbraccio a tutti,a presto,

Michele Dotti
Coordinamento "Abbiamo un sogno"
www.abbiamounsogno.it

IL DIRITTO ALL'UGUAGLIANZA NEL MONDO CHE CAMBIA -



SABATO 4 DICEMBRE ORE 10,00
FONDAZIONE BOTTARI LATTES
VIA MARCONI N.16
MONFORTE D'ALBA

sabato 13 novembre 2010

Viale del Tremonti di Alfiero Grandi


Tremonti aveva spergiurato che la nuova legge di bilancio non avrebbe più subito assalti alla diligenza, come era accaduto con le leggi finanziarie in passato.
Tremonti aveva raccontato questa favoletta più volte negli anni passati e spesso era stato anche creduto.Basta ricordare che nel 2008 - in occasione della prima manovra economico-finanziaria d’estate del Governo Berlusconi - aveva affermato che addirittura i conti pubblici sarebbero rimasti in ordine per gli anni a venire, cosa che come sappiamo si è rivelata non vera.Per la legge di stabilità (ex finanziaria) che in questi giorni è all’esame del parlamento, Tremonti aveva affermato che si sarebbe discusso solo di tabelle: entrate ed uscite. Nulla più.Al primo traballamento della maggioranza il Ministro dell’Economia ha cambiato opinione ed ha deciso di anticipare la manovra (pomposamente) definita per lo sviluppo, che altrimenti sarebbe stata relegata ad un altro provvedimento a fine anno.In realtà, come era prevedibile, la manovra per lo sviluppo è un modestissimo alleggerimento dei tagli già decisi agli Enti locali e alle Università. Le altre misure sono alcuni, parziali rifinanziamenti di provvedimenti che già esistono come, ad esempio, la proroga degli ammortizzatori sociali. Non mancano trucchi contabili e finzioni. Ad esempio se i soldati italiani restano in Afghanistan come in altre parti del mondo occorre provvedere al finanziamento delle missioni militari, mentre la proposta del Governo è di finanziarle per soli 6 mesi. Dopo chi vivrà provvederà. In realtà sotto il profilo del bilancio dello Stato è semplicemente una finzione perché è chiaro che le missioni militari all’estero dureranno anche nel secondo semestre del 2011. Dello stesso tipo è rinnovare solo per alcuni mesi l’intervento finanziario per ridurre i ticket sulla diagnostica , anche in questo caso viene lasciato a chi verrà il cerino in mano.Questo modo di fare i conti è devastante perché sottovaluta sistematicamente spese pressochè obbligate e certe. E’ la classica polvere nascosta sotto il tappeto.Tremonti continua inoltre con la sua tecnica di trovare meno soldi di quanto sarebbe necessario in modo da costringere a rinunciare ad alcuni interventi o a ridurre la portata di quelli previsti. Infatti giorno dopo giorno calano le disponibilità iniziali promesse, ad esempio per l’Università si è già scesi da un miliardo di euro a 800 milioni.
Con questa tecnica, che non affronta i problemi, Tremonti prepara le misure per la ripresa, naturalmente si fa per dire. Mentre dovrebbe decidere quali sono le misure necessarie e cercare di conseguenza le risorse per finanziare gli interventi.Solo così si spiega come il Ministro possa arrivare ad escludere dalla legge di stabilità, e quindi per il prossimo anno, le detrazioni fiscali al 55 % per aumentare l’efficienza energetica e quindi ridurre le importazioni di prodotti petroliferi.La detrazione fiscale del 55 % ha avuto per unanime riconoscimento effetti positivi sia per il minore consumo di energia, che per gli investimenti privati che mette in moto e per l’occupazione che crea. Di questi tempi dovrebbe essere una misura prioritaria visto che unisce convenienza economica, risultati ambientali e occupazione. Invece questa misura viene esclusa e se non verrà reintrodotta sarà un ulteriore colpo all’occupazione che già è arrivata all’11 %.
Perché Tremonti agisce in questo modo ? Coprendo con frasi ad effetto l’assenza sostanziale di provvedimenti di sostegno allo sviluppo e all’occupazione ?
La ragione è che Tremonti non può contraddire la linea fin qui seguita dal Governo. Per farlo dovrebbe mettere sotto tiro le rendite finanziarie, i redditi più alti che nella crisi hanno guadagnato, gli evasori che sono stati premiati con lo scudo fiscale a prezzi di favore.
In altre parole il Ministro avrebbe dovuto mettere sotto tiro esattamente chi è stato beneficiato in questi anni dal Governo e che appartiene al suo elettorato. Senza misure di riequilibrio nel prelievo fiscale, senza fare pagare chi può farlo mancano le risorse per aiutare la ripresa e l’occupazione. Queste misure non esistono perché mancano i finanziamenti e i finanziamenti mancano perché il Governo non vuole e non può chiederle a chi lo sostiene. Infatti se si può solo raschiare un altro poco il barile questo è più o meno il risultato possibile.
Così la ripresa non sarà aiutata, l’occupazione continuerà a segnare il passo.
In realtà questa rachitica legge di stabilità conferma che il problema principale è politico. Con questo Governo e con questo Ministro dell’economia l’Italia resterà al palo e il deterioramento delle attività produttive e dell’occupazione continuerà.
In altre parole l’Italia paga un prezzo pesante per questo Governo ma anche per questo Ministro dell’Economia.L’opposizione dovrebbe occuparsi di questo, indicando una speranza per il futuro, facendo intendere agli italiani che questa non è l’unica minestra che può passare il convento e che un’alternativa è possibile, dura, ma possibile.
Alfiero Grandi

E' stata presentata dal Partito Democratico e dall'Italia dei Valori una mozione di sfiducia al governo alla Camera


E' stata presentata dal Partito Democratico e dall'Italia dei Valori una mozione di sfiducia al governo alla Camera. L'hanno firmata i due capigruppo Dario Franceschini e Massimo Donadi, dopo aver informato il leader Udc, Pierferdinando Casini.
"La Camera, preso atto che il governo non ha più il compiuto sostegno dell'originaria maggioranza, considerato che la permanenza in carica dell'esecutivo non consente di affrontare e risolvere alcuno dei gravi problemi del Paese, esprime, ai sensi dell'articolo 94 della Costituzione, la propria sfiducia al governo"
Il capogruppo Pd ha anche scritto al presidente della Camera Gianfranco Fini per chiedere l'immediata convocazione della conferenza dei capigruppo per la calendarizzazione della mozione.
Commentando la presentazione al Senato - da parte della maggioranza - di una mozione di appoggio al governo, Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, l'ha definita "un traccheggiamento" e ha puntualizzato che "a Montecitorio c'é già una mozione di sfiducia. Io voglio credere che si eserciti la coerenza di tutti quelli che pensano che questa fase è finita e questa è un'occasione per dimostrarlo".
Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Democratici, "la presentazione della mozione di sostegno al governo presentata dal Pdl in Senato è solo un atto di disperazione che non cancella e non risolverà la crisi di questa maggioranza che è sotto gli occhi di tutti gli italiani"; la capogruppo ha anche messo in evidenza che "la mozione di sfiducia presentata da Pd e Idv è stata presentata prima e quindi deve essere votata prima della mozione di fiducia della maggioranza".

venerdì 12 novembre 2010

AMBIENTE / Premio Personaggio Ambiente Italia 2010: aperte le votazioni online


Ambiente, premio Personaggio Ambiente Italia 2010, ultime notizie - Si aprono oggi le votazioni per eleggere il personaggio che più ha influenzato l'ambiente in Italia nell'anno in corso tra i 21 candidati scelti da un comitato tecnico di giornalisti ambientali.
Giornalisti e cittadini insieme per scegliere “dal basso” il rappresentante dell'Ambiente. Si aprono oggi le votazioni del Premio Personaggio Ambiente Italia 2010 che elegge, simbolicamente la persona, di qualunque cittadinanza, che con le proprie idee, pratiche, informazioni, politiche o imprese ha svolto un ruolo di rilevanza per l'Ambiente nel nostro Paese.
A decretare il vincitore tra i 21 candidati scelti da un apposito comitato tecnico, saranno i cittadini, indipendentemente dalla loro nazionalità, che da oggi avranno la possibilità di votare on line il personaggio che ha contribuito maggiormente ad influenzare e a far evolvere le tematiche ambientali in Italia nell'anno 2010.
Collegandosi al sito www.personaggioambiente.it si potrà esprimere il proprio voto – previa registrazione - e scegliere uno dei 21 candidati finalisti, precedentemente selezionati da un comitato di esperti composto dai giornalisti ambientali dei principali quotidiani italiani, dai direttori delle più importanti riviste di ecologia e green living, nonché dai main blogger di settore.
I 21 nominati sono i candidati che hanno ottenuto maggiori segnalazioni da parte dei componenti del comitato Tecnico tra i personaggi ritenuti, in base alla propria personale opinione, più idonei ad essere investiti del titolo Personaggio Ambiente Italia 2010.
Di natura esclusivamente culturale – non è previsto un compenso in denaro - il premio nasce con l'obiettivo di dare voce a quella parte di opinione pubblica che ha a cuore le tematiche ambientali e cerca di vivere, o avvicinarsi, a stili di vita maggiormente attenti al pianeta in cui viviamo. Un'esigenza, questa che comincia ad affacciarsi nelle priorità e nella scala di valori di sempre più italiani, i quali, in questo personale percorso verso la sostenibilità, sono ispirati - e contemporaneamente alla ricerca - di modelli a cui far riferimento. Perciò è a loro che si vuole dare la facoltà di eleggere la persona che ha realmente incarnato tale modello, influenzando con le sue azioni, idee, politiche, informazioni, pratiche e imprese, l'ecologia italiana.
La scelta di far delimitare le candidature da un comitato tecnico, composto da persone che ogni giorno contribuiscono a informare i cittadini su queste tematiche, è stata dettata dalla consapevolezza che nessuno, più di chi si trova a raccontarli quotidianamente, può conoscere meglio gli attori e i personaggi protagonisti del cambiamento dell'Ambiente in Italia.
Dando uno sguardo ai candidati presenti, è interessante vedere come la politica sia stata letteralmente penalizzata, portando nella rosa dei finalisti un solo esponente, Niki Vendola. A testimonianza di come, chi si trovi nella posizione di influenzarlo realmente - in quanto l'Ambiente lo dovrebbe rappresentare in maniera istituzionale - non sia riuscito a soddisfare le esigenze e ad interpretare le reali necessità del Paese.
Di certo nelle nomine un peso ha avuto il lascito morale di alcuni personaggi la cui morte, avvenuta durante questo 2010, ha messo in luce e portato all'attenzione del grande pubblico l'operato e le attività compiute a favore dell'Ambiente durante tutta la loro vita. E' il caso di Angelo Vassallo, l'ex sindaco di Pollica assassinato dalla camorra lo scorso settembre, ma anche di Hermann Scheere, il politico tedesco che si è contraddistinto nella promozione dell'energia solare nel mondo o ancora Enrico Tiezzi, professore di chimica e “scienziato scomodo” che ha speso la vita per garantire un futuro più sostenibile alle prossime generazioni e morto praticamente nel silenzio dei media.
Quello che emerge in questo premio è sicuramente la voglia di trovare degli eroi, non per forza dei miti, e in questo senso spiccano la candidatura di Alex Zanotelli, il missionario italiano fondatore di diversi movimenti tesi a creare condizioni di pace e di giustizia solidale come ad esempio la Rete Lilliput.
E, proprio tra le associazioni, riconosciuto in particolare l'impegno di Slow Food con la candidatura non solo del suo Presidente Carlo Petrini, ma anche del vice-presidente onorario Vandana Shiva, attivista ambientalista indiana che si sta battendo contro gli sprechi e la globalizzazione.
Non sono passati inosservati gli sforzi fatti nella ricerca e nell'innovazione con la candidatura di diversi accademici, ma anche di imprenditori che, con i loro prodotti e servizi, hanno contribuito a far diventare più verde l'economia italiana, come Catia Bastioli, la chimica che ha inventato il Mater-Bi, Marco Roveda di Lifegate o Primo Barzoni di Palm, con il suo green pallet.
Penalizzata invece l'informazione, incarnata da un'unico candidato, Milena Gabanelli di Report, a cui si affianca, tra i personaggi dello spettacolo, la comica Luciana Littizzetto.
Le votazioni, aperte al pubblico alle ore 9:00 dell'11 novembre, proseguiranno fino alla mezzanotte dell'11 dicembre quando, chiuso il voto online, verrà ufficialmente eletto il candidato che ha ottenuto più consensi. Oltre ad esprimere la propria preferenza, sul sito della manifestazione è possibile controllare quotidianamente l'andamento delle votazioni con la classifica provvisoria aggiornata in tempo reale, consultare le biografie dei singoli candidati, informarsi con le ultime news dalle più importanti testate e blog di ambiente, ma anche esprimere le opinioni e condividere le proprie esperienze con i commenti.
Il Comitato tecnico è composto da: Maria Cristina Alfieri di Business, Stefano Rodi del Corriere della Sera, Alessandro Farruggia di Ecquo, Lorenza Gallotti di E-gazette.it, Marina Perotta di Ecoblog.it, Paola Pagliaro di Ecologiae.com, Rosamaria Freda di Greenbiz.it,
Simona Falasca di greenMe.it, Federico Bertazzo di Greenplanet.net, Diego Barsotti di Greenreport.it , Maria Bianucci de Il sole24ore, Valerio Gualerzi de La repubblica,Carlo Grande de La Stampat, Stefano Carnazzi di Lifegate.it ,
Elena Parasiliti di Terre di mezzo, Ignazio Lippolis di Villaggio Globale
I candidati scelti dal Comitato Tecnico ed eleggibili sul sito www.personaggioambiente.it:

Alex Zanotelli, Amory Lovins, Andrea Segrè, Angelo Vassallo, Carlo Petrini, Catia Bastioli, Enzo Tiezzi, Fulco Pratesi, Gianni Silvestrini, Giorgio Nebbia, Giuseppe Onufrio, Hermann Scheer, Luciana Littizzetto, Lucio Cavezzoni, Marco Roveda, Massimo Scalia, Milena Gabanelli, Nichi Vendola, Primo Barzoni, Rosa Filippini

Fonte: Ufficio stampa www.unonotizie.it

Per ulteriori informazioni:
Premio Personaggio Ambiente Italia 2010

Il Pd: primarie il 23 gennaio Il centro dice no Il sindaco Chiamparino stringe la mano al rettore Profumo


Da La Stampa servizio di ANDREA ROSSI, MAURIZIO TROPEANO
TORINO

C’è la data, il 23 gennaio 2011. Ed entro poche settimane arriveranno anche le regole, «da definire con gli alleati». La direzione regionale del Partito democratico ha deciso che il candidato a prendere il posto di Sergio Chiamparino sarà scelto attraverso primarie di coalizione. Ipotesi accolta con freddezza dai Moderati - «se c’è intesa su un nome è inutile farle», spiega Giacomo Portas - e bocciata anche dai potenziali alleati centristi, pronti a sostenere il rettore Francesco Profumo ma infastiditi dalla piega che il dibattito ha preso: «Se il Pd continuerà a preoccuparsi più delle proprie correnti che del confronto sul futuro della città, noi siamo pronti a correre da soli», dice l’Udc Alberto Goffi.
Il via libera alle primarie, dunque, se permette di ricucire almeno in parte le frizioni in casa democratica, rischia di complicare quell’operazione di allargamento del centrosinistra (Pd, Moderati, Italia dei Valori e Sinistra e Libertà) auspicata dal segretario Gianfranco Morgando. Nelle scorse settimane l’Api, con il parlamentare Gianni Vernetti, si era schierata per Profumo, invitando il Pd a privilegiare i programmi amministrativi piuttosto che le logiche di corrente. Ieri è stata la volta dell’Udc: «Il rettore del Politecnico è una figura che garantisce un programma dove si può riconoscere una coalizione allargata». Ma il segretario regionale Alberto Goffi si dice preoccupato di «un Pd troppo concentrato sui problemi interni tanto che per risolverli ha messo in campo le primarie che impediscono di parlare di programmi ma sono uno strumento per contarsi e stabilire il peso di tessere e correnti».
Il quadro delle alleanze sarà comunque un problema futuro, legato anche, se non soprattutto, ai destini del governo. Morgando, però, si dice convinto che il compito del Pd sia organizzare il campo progressista, «perché le elezioni non riguardano solo il Pd, troppo spesso impegnato in un dibattito interno un po’ autoreferenziale».
A oggi, comunque, il clima tra i democratici sembra rasserenarsi dopo le fibrillazioni provocate dalla scoperta della riunione semi-segreta convocata da Morgando domenica sera per lanciare la candidatura del rettore del Politecnico. Un incontro interpretato da molti come la volontà di «incoronare» Profumo aggirando il pronunciamento di iscritti e simpatizzanti. E così le primarie sono state chieste a gran voce dal sindaco e da quel pezzo di partito (a cominciare da Gariglio e Placido) che chiede di essere coinvolto nelle scelte future. Anche Aldo Corgiat, leader di Sinistra in rete, è schietto: «Io credo che Profumo sarebbe un ottimo candidato, una persona da sostenere, ma non può sottrarsi alle primarie, che ci farebbero incontrare 80-100 mila persone. Chi non se la sente di affrontare 100 mila persone come può guidare una città di quasi un milione di abitanti?».
Nel suo intervento Morgando ha fatto autocritica, definendo un «errore» il vertice di domenica, ma ha difeso il ruolo del segretario, «non un semplice notaio, ma persona che deve dare indicazioni». E le indicazioni ieri sono arrivate. Con una premessa: «È necessario che prevalga l’interesse generale della città rispetto alle legittime aspirazioni personali». All’interno di questi confini tutte le opzioni sono percorribili, «siano esse ispirate al rinnovamento della classe dirigente o alla valorizzazione delle esperienze del nostro partito». Morgando, però, ha ribadito di «guardare con molto interesse a una figura proveniente dalla società civile».Con il via libera alle primarie di coalizione la palla ora passa al partito torinese. Ieri sono stati ufficializzati i componenti della segreteria provinciale (la mozione Marino ha deciso di restare fuori dall’accordo unitario) e la leader Paola Bragantini dovrà definire con gli alleati le regole per la consultazione.

VIENI VIA CON ME / Roberto Saviano e Fabio Fazio sui valori di destra e sinistra.


Ultime notizie Raitre - Roma - Esistono ancora i valori in politica? Ha senso parlarne?
E' questo il tema sul quale Fabio Fazio, Roberto Saviano e i loro ospiti si interrogheranno nella seconda puntata del programma "Vieni via con me", in onda su Raitre lunedì 15 novembre in prima serata.
I valori di destra e di sinistra dunque, e a parlarne saranno Gianfranco Fini, presidente della Camera e Lello Bersani, segretario del Pd.
"Vieni Via Con Me" è il programma più visto di RaiTre degli ultimi 10 anni.
Questo è quanto emerge dai dati della prima puntata che ha visto picchi d'ascolto superiori ai 9 milioni di telespettatori.
Fonte www.unonotizie.it

PRIMA SIGNIFICATIVA ED IMPORTANTE VITTORIA DEI CITTADINI E DEL COMITATO VIVERE A PREDOSA !

Nella serata di giovedi, appena prima della scadenza per la presentazione del ricorso al TAR contro l’autorizzazione della centrale a biomasse, la Provincia di Alessandria ha REVOCATO IL PROVVEDIMENTO DI AUTORIZZAZIONE
precedentemente rilasciato in data 13/8/2010, costretta a tenere conto delle palesi irregolarità evidenziate dal comitato con una istanza di autotutela presentata dai suoi legali.
IL PROVVEDIMENTO NON E’ QUINDI PIU’ VALIDO.

La Provincia potrà eventualmente riaprire un nuovo iter autorizzativo, che tenga in considerazione le istanze da noi presentate. Risulta evidente DAL PUNTO DI VISTA LEGALE E SECONDO IL BUON SENSO che nessun nuovo provvedimento può essere istruito senza la convocazione di UNA NUOVA CONFERENZA DEI SERVIZI in cui il comitato ed il Sindaco possano avere possibilità di esprimere pubblicamente le riserve nei confronti di un impianto che mette a repentaglio la salute dei cittadini.
FACCIAMO FIN DA ORA APPELLO ALLE AUTORITA’ COMPETENTI, ALLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE, ALLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA ED ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE, PERCHE’ NESSUN ULTERIORE PASSO VENGA SVOLTO SENZA LA RICONVOCAZIONE DI UNA CONFERENZA DEI SERVIZI E SENZA TENERE CONTO DELLA VOLONTA’ DELLA POPOLAZIONE!
IL COMITATO VIVERE A PREDOSA
DA’ ATTO AL SINDACO ED ALLA AMINISTRAZIONE COMUNALE DI AVER CONTRIBUITO A QUESTO IMPORTANTE RISULTATO PRESENTANDO ANALOGA ISTANZA ALLA PROVINCIA.
SI IMPEGNA FIN DA ORA A VIGILARE AFFINCHE’ LA LEGGE SIA RISPETTATA, I LAVORI DELLA CENTRALE SIANO INTERROTTI IN ATTESA DI EVENTUALE FUTURA NUOVA AUTORIZZAZIONE
CONTINUA NELLA SUA MOBILTAZIONE PER ARRIVARE AD UNA VITTORIA DEFINITIVA
GRAZIE ATUTTI COLORO CHE SI SONO IMPEGNATI!
AVANTI CON LA MOBILITAZIONE!

IL COMITATO VIVERE A PREDOSA

giovedì 4 novembre 2010

ALLEANZA ECOLOGICA GUARDA LE TESI



The Green Way - 18 novembre - Roma - Teatro Eliseo


Care e Cari,
il 18 novembre, presso il TEATRO ELISEO in Via Nazionale, 183 a Roma, dalle ore 15.00 alle ore 19.30, ci sarà un importante appuntamento promosso dall’appello “Io Cambio” dal titolo “the green way” – l’ecologia per uscire dalla crisi mondiale. Parteciperanno per avere un confronto sul futuro dell’ecologismo nel nostro Paese Daniel Cohn-Bendit (Co-Presidente del gruppo Verdi/ALE al Parlamento Europeo e promotore di Europe Ecologie in Francia), Alejandro Sanchez (Fondazione EQUO – Costituente Ecologista in Spagna), Antanas Mockus (Leader Verdi Colombiani candidato alle Presidenziali).
Parteciperanno i primi firmatari dell’appello “Io Cambio” e sono stati invitati a partecipare i firmatari dell’appello “Abbiamo un sogno”, Michele Dotti e Marco Boschini.
Ci saranno le testimonianze delle mamme vulcaniche, il sindaco di Camigliano, che come colpa aveva di aver portato la raccolta differenziata a livelli altissimi nel suo comune e Carlo Vulpio autore del libro “La città delle nuvole” che racconta del disastro ambientale a Taranto.
Vi invitiamo a partecipare e a coinvolgere quanti fossero interessati all’iniziativa che vuole promuovere l’innovazione e il rinnovamento degli Ecologisti e dei Verdi in Italia.
Inviateci una mail per confermare la vostra presenza
appello@costituentecologista.it

Nerio Nesi è deceduto oggi all'età di 98 anni

E' con vivo dolore che apprendo della scomparsa dell'amico ed ex assistito ( sono stato il suo medico di famiglia per oltre 10 anni,...