mercoledì 30 novembre 2022

La proposta di FNOPI: «Cabina di regia che unisca Missione 5 e 6 del PNRR. Sociale e sanitario insieme» da Sanità Informazione

L’idea espressa dalla presidente Mangiacavalli durante il Forum Risk Management chiede un percorso organizzativo-istituzionale tra mondo sanitario e sociale. Interministeriale tra Salute e Lavoro di Gloria Frezza Il Piano nazionale di ripresa e resilienza risponde a delle necessità che il Paese ha accumulato nel tempo. Un investimento, con l’aiuto dei fondi europei, per sostenere aree per troppo tempo trascurate dai governi che si sono succeduti. I 191,5 miliardi di euro sono ripartiti in sei missioni. Per il mondo dei professionisti sanitari la Missione 5 dedicata a Inclusione e coesione (19,81 mld) e la Missione 6 sulla Salute (15,63 mld) possono e devono viaggiare di pari passo. Questa è la proposta che la presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), Barbara Mangiacavalli, ha lanciato durante uno dei confronti inter-professionali al Forum Risk Management 2022. Per farlo, la presidente ha ipotizzato una cabina di regia fuori dai ministeri, che possa lavorare in sinergia con i professionisti sanitari. L’idea di FNOPI per unire Missione 5 e 6 «Bisognerebbe trovare qualcosa che ricomponga la frammentazione sia delle missioni del PNRR, sia dei diversi stakeholder – ha detto ai microfoni di Sanità Informazione -. Da un lato il Ministero della Salute, dall’altro il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. In realtà negli atti si legge che una cabina di regia dovrebbe già esistere tra la Missione 5 e la Missione 6, ma non abbiamo visto molto. Forse c’è bisogno di strutturare un percorso organizzativo-istituzionale tra questi due mondi: il sanitario e il sociale, e quindi un qualcosa di interministeriale. Noi l’abbiamo lanciata come spunto, la paternità di questa riflessione è di FNOPI, speriamo che possa essere un seme che poi cresca». La proposta è stata accolta con entusiasmo da Tiziana Frittelli, presidente Federsanità e da Giovanni Migliore, presidente Fiaso. Cosa prevede la Missione 5 La Missione 5 investe per evitare che dalla crisi pandemica emergano nuove disuguaglianze e si sviluppino divari più grandi nel tessuto sociale del Paese. I fondi saranno rivolti a facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro e l’inclusione sociale. I fondi sono così distribuiti: 6,66 mld per le politiche per il lavoro 11,17 mld per le infrastrutture sociali, le famiglie e il terzo settore 1,98 mld per interventi speciali di coesione territoriale. Cosa prevede la Missione 6 La Missione 6 punta a potenziare le capacità di prevenzione e cura del Sistema sanitario nazionale per tutti i cittadini, con accesso equo e diffuso alle cure. Anche grazie a un vasto investimento nell’utilizzo di tecnologie innovative. I fondi investono: 24,77 mld in reti di prossimità, strutture e telemedicina per il territorio 0,63 mld per innovazione e digitalizzazione del Ssn. Al centro il potenziamento dell’assistenza domiciliare e dei presidi sul territorio. Con lo scopo di svuotare gli ospedali da pazienti che possono essere curati e gestiti meglio integrando i servizi socio-sanitari. Sociale e sanitario insieme: la via della salute In questo senso, la proposta di FNOPI arriva per assicurare che i due universi, rappresentati dalle due Missioni, si parlino non solo a investimenti realizzati, ma prima ancora di effettuarli. Senza rischiare che i progetti virino in direzioni diverse e connubi che potrebbero essere vantaggiosi, restino invece intentati. Non stupisce che l’idea venga da FNOPI: la professione infermieristica rappresenta in sé il connubio tra sociale e sanitario e, al suo interno, esprime il suo massimo potenziale. Mangiacavalli ha voluto ribadire che la visione olistica della salute del cittadino non può più attendere dietro differenziazioni di ministeri o appartenenze.

Medici in piazza contro la manovra economica da MD Digital

Le organizzazioni sindacali dei medici, veterinari e dirigenti sanitari (ANAAO ASSOMED – CIMO-FESMED (ANPO-ASCOTI – CIMO - CIMOP - FESMED) – AAROI-EMAC – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA – CISL MEDICI) esprimono preoccupazione per i contenuti della manovra economica presentata dal Governo. Motivo per cui, non solo hanno dichiarato lo stato di agitazione ma hanno proclamato una manifestazione a Roma per il 15 dicembre 2022 in piazza SS Apostoli dalle ore 14.00. "Con la manifestazione e con quelle che organizzeremo domani - precisano in una nota stampa - ci rivolgiamo ai cittadini affinchè siano consapevoli della deriva in cui sta precipitando la sanità pubblica: dopo averci consegnato medaglie di cartone, ora ci legano le mani e senza risorse potremo proteggere e assistere i nostri pazienti solo in parte e solo grazie a grandi sacrifici che pesano sulle nostre vite e su quelle delle nostre famiglie". "Alla sanità del 2023 vengono destinate certo più risorse, ma per bollette e vaccini e farmaci anti Covid, non per servizi e personale. Anche la promessa indennità di Pronto Soccorso viene rinviata al 2024. Niente per il Contratto di lavoro 2019-2021, che prevede incrementi pari a un terzo del tasso inflattivo attuale, e nessun finanziamento per quello 2022-2024. Le condizioni di lavoro dei dirigenti medici, veterinari e sanitari, divenute insopportabili, anche a causa di una pandemia non ancora superata, alimentano uno stato di crisi della sanità pubblica che ha ridotto il SSN a malato terminale. Le fughe di massa dei professionisti, insieme con l’insoddisfazione e lo scontento di chi non fugge, suonano un allarme che, però, non arriva alle orecchie del Ministro della Salute e del Governo che non vedono organici drammaticamente ridotti al lumicino al punto da mettere a rischio l’accesso dei cittadini alla prevenzione e alle cure, insieme con la loro qualità e sicurezza". "Servono investimenti per le retribuzioni e per le assunzioni, perchè la carenza di specialisti non può essere colmata dalle cooperative dei medici a gettone, pagati per lo stesso lavoro il triplo dei dipendenti e gratificati di una flat tax che porta a livelli intollerabili anche il differenziale contributivo. Una miscela che agisce da potente calamita". "Le premesse erano state migliori. Un Governo nuovo, politico in quanto nato dalla volontà elettorale, un medico ministro, un tecnico. Ma ad oggi di tecnico, e di nuovo, abbiamo visto ben poco. Abbiamo registrato solo una dichiarazione circa l'opportunità di aumentare la retribuzione, non ancora seguita da fatti concreti. Nemmeno una convocazione da parte del Ministro, o un accenno, benché richiesto più volte e in più tempi. Non una sola parola sul rinnovo di un contratto di lavoro che impolvera nelle stanze del MEF candidato ormai a gestire anche la salute. Se questa è la considerazione in cui vengono tenuti migliaia di professionisti che hanno evitato al Paese una caporetto sanitaria, essi reagiranno con un corale “basta”: ai turni eccessivi, al lavoro oltre l’orario dovuto, a fare in tre il lavoro di sei, a rubare tempo alla vita. Per godersi, finalmente, 5 milioni di giornate di ferie arretrate, recuperare 10 milioni di ore di straordinario, stare a casa a Natale e S. Stefano. Senza farsi mancare Capodanno e Befana". "l professionisti che tengono in vita la sanità pubblica - tiene a sottolineare l'intersindacale - devono essere ai primi posti dell’agenda di tutte le forze politiche e meritano rispetto, per il servizio che hanno reso negli anni alla comunità, con un lavoro duro, troppo spesso disagiato e mal retribuito, e per l’abnegazione al servizio sanitario assicurata durante la pandemia. Per garantire il diritto alla salute ad ogni cittadino, che deve essere tutelato e curato senza distinzioni di sesso, età, condizione sociale o geografica. Solo un Paese in salute può garantire sviluppo economico e sociale ai suoi cittadini. I 130.000 professionisti che rappresentiamo sono pronti a fare la loro parte facendo ricorso a tutti gli strumenti disponibili". LE RICHIESTE CHIEDIAMO CHE LA LEGGE DI BILANCIO 2023: • destini risorse reali alla salute dei cittadini; • aumenti le assunzioni di personale medico, veterinario e sanitario, per migliorare le condizioni di lavoro all’interno degli ospedali e dei presidi territoriali, superando i vincoli imposti dai tetti di spesa, per garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza in tempi accettabili; • incrementi le retribuzioni del personale, oggi al terz’ultimo posto in Europa, anche attraverso politiche di defiscalizzazione già concesse alle partite IVA, al settore privato e ad altre categorie del pubblico impiego; • renda accessibili a tutti i cittadini le prestazioni sanitarie appropriate contro l’allungamento delle liste d’attesa e i viaggi della speranza. MANIFESTIAMO CONTRO: • il definanziamento ulteriore della sanità pubblica previsto nei prossimi anni, che costringerà molti cittadini a doversi pagare le cure di tasca propria e ne spingerà tanti altri nel limbo già oggi molto affollato di coloro che non possono pagarsele; • le briciole concesse dalla legge di bilancio 2023 al personale della sanità pubblica; • il disinteresse della politica nei confronti degli “angeli” e degli “eroi” che hanno evitato al Paese una caporetto sanitaria ed economica; • l’assenza di un piano programmatico di riforma e di rilancio complessivo del SSN da parte delle forze politiche che superi la spinta alla privatizzazione; • la regionalizzazione delle cure e la creazione del nuovo mercato sanitario tra nord e sud; • il silenzio istituzionale di fronte alla richiesta di confronto con le rappresentanze sindacali dei professionisti su cui si regge il SSN. CHIEDIAMO INOLTRE AL GOVERNO E ALLE REGIONI: • l’immediata apertura del tavolo per il rinnovo di un CCNL sequestrato nelle stanze ministeriali; • l’allineamento della spesa sanitaria pubblica alla media dei paesi europei; • la depenalizzazione atto medico, riconsiderandolo autonomo scientifico e libero da ideologie;

lunedì 28 novembre 2022

Covid 19 e Vaccinazione

Mentre #covid19 rialza la testa, prosegue il calo nella somministrazione della quarta dose E risulta inspiegabile la scelta del Ministero della Salute di attendere 1°dicembre per avviare la campagna di comunicazione sui vaccini Report Fondazione GIMBE

martedì 22 novembre 2022

Aumenti alle stelle di Emanuela Rampi

Buongiorno, scrivo con la speranza di sensibilizzare chi nelle Istituzioni potrebbe intervenire. Si parla di aiuti da parte del Governo sul caro bollette, sull'aumento eccessivo dei prodotti alimentari...ma nessuno parla di intervenire sull'aumento fortissimo degli affitti con l'applicazione da parte dei proprietari del 100/100 della variazione Istat. Data la forte inflazione, quest'anno a luglio è stata del 7,8 ed ora ad ottobre è già arrivata all'11,5. Ciò significa aumenti su affitti già congrui di 50 - 60 euro mensili. Cosa avverà il prossimo anno se l'inflazione continuerà a galoppare in questo modo???? Ci si troverà a pagare 100-150 euro in più al mese nell'arco di un anno??? I piccoli proprietari che normalmente fanno contratti con canoni convenzionati non la applicano al 100/100, ma le grandi proprietà, vedi S.p.A. Banche, Società di Assicurazioni si! Io personalmente lo trovo immorale! Con il Paese in grande difficoltà e le famiglie che non arrivano alla fine del mese, perchè non collaborare con il Governo e la società, magari applicando solo in minima parte l'aumento? Le pensioni che ora avranno un piccolo aumento non sono proporzionate x subire comunque aumenti così forti, poi da parte di chi è un colosso economico. Nel mio stabile, di proprietà di una grande Assicurazione, vivono molti pensionati e persone sole. Siamo tutti disperati ma nessuno ha il coraggio di lamentarsi per paura di avere poi problemi con la proprietà che ci vede come numeri, come cose, non come persone. Spero che qualcuno possa intervenire per calmierare la situazione. Ringrazio se vorrete pubblicare questa mia. Emanuela Rampi

domenica 20 novembre 2022

Matteo Bassetti parla di allevamenti ed antibiotici e fa subito disinformazione (Fonte FNOVI)

La replica di FNOVI alle esternazioni del Direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova A cura di Daniela Mulas
Nel corso della puntata di Carta Bianca dello scorso 16 novembre, nella pagina dedicata ai lavori a Sharm el-Sheikh del summit Cop27 sui cambiamenti climatici e sul come si sta cercando di contenere il riscaldamento del pianeta, il Prof Matteo Bassetti, Direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, si è reso protagonista di affermazioni che meritano una smentita. Quando la conduttrice del programma ha invitato i suoi ospiti a commentare la circostanza che l’emissione globale di CO2 sembrerebbe, per buona parte, prodotta dagli allevamenti intesivi di animali (15% della produzione annuale di gas serra), il Prof. Bassetti ha dichiarato che gli allevamenti di quel tipo “producono batteri resistenti e infezioni. La promiscuità, la mancanza di spazio e l’uso che si fa in quegli ambienti di grosse quantità di antibiotici, inquinano l’ambiente in una maniera diversa”. Ha quindi proseguito commentando che, accanto all’inquinamento atmosferico “l’inquinamento da batteri resistenti è forse ancora peggiore, perché sicuramente l’inquinamento fa male alla salute, ma i batteri resistenti uccidono le persone”. Nel sottolineare quindi la necessità di regole stringenti, ha commentato che mentre in medicina umana si stanno facendo “dei grossi sforzi per usare bene gli antibiotici negli esseri umani … nella veterinaria siamo ancora lontani”. Con queste esternazioni il Prof. Bassetti ha dimostrato una colpevole impreparazione circa le stringenti regole vigenti nel nostro Paese che sottopongono l’utilizzo dei farmaci, in particolare degli antibiotici, su tutti gli animali, sia destinati alla produzione di alimenti di origine animale, che da affezione e sportivi, alle accurate e costanti verifiche affidate a medici veterinari pubblici e privati. Il Direttore certamente ignora che i medici veterinari italiani, a seguito dell’emanazione della legge 20 novembre 2017, n. 167 (Legge europea 2017), sono dotati di un sistema informatizzato di tracciabilità dei medicinali veterinari che comprende la Ricetta elettronica veterinaria il cui utilizzo è obbligatorio dal 16 aprile 2019. I dati di utilizzo del farmaco veterinario e degli antibiotici sono pertanto sottoposti a regolari controlli da parte dei Servizi veterinari delle ASL attraverso il sistema informativo di farmacosorveglianza, messo a disposizione dal Ministero della Salute, e il loro impiego in allevamento può essere monitorato dai medici veterinari aziendali attraverso il registro elettronico dei trattamenti. Gli stessi dati, inoltre, sono a disposizione sia in forma aggregata che puntuale, del Ministero della Salute. Una capillarità di informazione che non appare ancora disponibile per i farmaci umani. Il Prof. Bassetti dimostra di non sapere che per i medici veterinari italiani l’utilizzo prudente degli antibiotici è strettamente connesso all’applicazione di elevati standard di benessere in allevamento e di biosicurezza aziendale e che un approccio integrato al fenomeno dell’ABR rappresenta un elemento fondamentale per contrastarne l’insorgenza. Occorrerà informare l’illustre infettivologo che in medicina veterinaria le regole esistono e sono già state modificate in ragione delle successive leggi e regolamenti intervenuti in materia e che i medici veterinari utilizzano in maniera responsabile e secondo le indicazioni previste dalla normativa vigente, sia gli antibiotici che tutti gli altri farmaci destinati alla cura degli animali sia da affezione che da reddito. Per concludere una riflessione: l’approccio OneHealth sarà possibile solo nel momento in cui i professionisti dell’area sanitaria saranno pronti a collaborare tra loro con un confronto aperto, leale e alla pari sulle tematiche che impattano sulla salute dell’uomo, così come sulla salute degli animali e sulla salubrità dell’ambiente”.

sabato 19 novembre 2022

Oltre il 37% dei medici è pronto a lasciare il SSN per lavorare a gettone (Fonte Sanità Informazione)

Circa 4 medici su 10 sono pronti a lasciare il posto fisso in ospedale per lavorare come gettonisti. È il risultato emerso da un sondaggio flash proposto dalla Federazione CIMO-FESMED ad un campione di 1000 medici. Si rischia di dover celebrare presto il funerale del nostro Servizio sanitario nazionale

mercoledì 16 novembre 2022

Per ricordare il grande cantautore Luigi Tenco 02.12.22 ore 21.30 Circolo ai Tre Bicchieri Torino

Parte dal Circolo Ai Tre Bicchieri di via Ignazio Giulio una nuova avventura musicale dedicata ad uno degli autori più amati della musica italiana: Luigi Tenco. Il cantautore morto suicida , viene rivisitato in molti dei brani del suo repertorio con una lettura "jazzistica". A proporlo 2 componenti della band del Crooner Matteo Brancaleoni e due del quartetto Doctor Jazz. La serata sarà accompagnata da una cena a base,ma non esclusivamente, di bagna cauda sia tradizionale che "light", senza aglio. Circolo Ai Tre Bicchieri via Ignazio Giulio 29 la cena dalle 20 il concerto dalle 21.30. Meglio prenotare : 393 324 0357

domenica 6 novembre 2022

Una storia di degrado di Marzio Panichi

Assolutamente sconfortante! In pochi metri di via e di marciapiede ci sono alcuni esempi di degrado urbano: imbrattamenti murali senza significato comprensibile e con il solo scopo di danneggiare ed insultare la proprietà privata e condominiale. Tracce di urinazioni canine reiterate, marciapiede in pendenza verso la carreggiata stradale, scheletro di bicicletta incatenata che ha una storia di un anno circa. Cronologicamente parlando la bicicletta venne legata al palo stradale parecchi mesi or sono (io abito nelle vicinanze) ed inizialmente era completa di ruote dove i cani di passaggio alzavano la gamba sistematicamente perché attratti dalle gomme impregnate delle pipì di tutti quelli che si erano soffermati prima. Poi la ruota anteriore sparì nottetempo perché è più facile da smontare rispetto alla posteriore e qualcuno se la portò via verosimilmente per rivenderla ma il gabinetto canino rimase comunque concentrato sulla ruota di dietro che a sua volta sparì dopo alcuni mesi ed ecco qua un telaio metallico che resta incatenato sull’angolo con via Gioberti! Chissà ancora per quanto tempo. Ho provato a chiedermi fin dall’inizio a chi potesse appartenere il biciclo e pensai ad un residente del circondario magari assente dalla sede, poi via via ho pensato che fosse una bicicletta rubata ed abbandonata momentaneamente per poi ricuperarla dopo un po'. Successivamente ho pensato che il padrone fosse morto od in ospedale o in galera o emigrato o non più in grado di pedalare! Ma non è questo il punto, la questione è un’altra che si porta dietro alcuni interrogativi: quante pattuglie di Vigili Urbani, Polizia, Carabinieri saranno transitati su quell’angolo e nessuno finora ha pensato di affrontare il problema. Fino a quando non sono sparite le ruote (prima una e poi l’altra) le forze dell’ordine potevano essere giustificate nel pensare che la bicicletta fosse di proprietà e parcheggiata momentaneamente, sia pure in modo anomalo sul marciapiede, ora però non lo sono proprio per nulla. Il problema del telaio abbandonato è veramente tale perché la bicicletta non ha numeri identificativi o targhe per poter risalire ad un potenziale proprietario per cui recidere la catena diventa un atto che richiede una procedura ufficiale che passa, presumo, attraverso il Sindaco o la Magistratura od altre Autorità, sicuramente con un iter burocratico articolato e/o complicato. Se impugnassi io un tronchesino nottetempo sicuramente compirei un reato ma risolverei un problema di percorribilità del marciapiede e di evidente degrado! Di biciclette parcheggiate sui marciapiedi ed incatenate ad infissi è piena la città cosi come di bicicli a noleggio e monopattini abbandonati in ogni luogo disordinatamente e con intralcio agli scivoli per disabili, passi carrai, soglie di negozi ecc. Ben venga la mobilità ecologica ma anche l’educazione civica che manca agli utenti dei bicicli ed ai proprietari dei cani disattenti nel gestire le evacuazioni dei propri beniamini. Mi limito qui a criticare principalmente il comportamento di chi possiede un cane maschio e che gli consente di spruzzare gli stipiti e le soglie di negozi, dei portoni, gli angoli delle vie, le ruote di auto in parcheggio lasciando tracce evidenti che, con il clima secco di questi giorni, lascia olezzi locali tipici dell’urina evaporata. In altre parole quando percorriamo i marciapiedi non solo dobbiamo fare attenzione a dove mettiamo i piedi ma è meglio anche tapparsi il naso per non percepire odori sgradevoli (puzza di pipì!). Quale suggerimento correttivo si può proporre ai cinofili in questi casi? Portare con sé non solo il sacchettino verde per la raccolta delle feci ma anche uno “spruzzino” con acqua per diluire l’urina ed attenuarne i suddetti inconvenienti. Cosi facendo guadagneranno le simpatie di portinaie, condomini, negozianti e pedoni che non sempre sono cinofili e tolleranti. Peccato che i proprietari di cani armati di “spruzzino” sono pochissimi e che alcuni non sempre si dotano del “sacchetto” lasciando marciapiedi, strade, prati ed arenili di gioco per bambini inquinati da feci. Anche però i ciclisti ed i “monopattinisti” dovrebbero affinare il loro senso civico non solo nel cavalcare disciplinatamente il loro mezzo ma anche nel lasciarlo a fine uso. Da ultimo una domanda: dove sono le “pattuglie decoro” dei Vigili urbani per applicare anche la deterrenza?

mercoledì 2 novembre 2022

Covid-19, da obbligo vaccinale per i medici a mascherine: le principali decisioni del Consiglio dei ministri (Fonte Doctor 33)

Covid-19, da vaccini a mascherine al chiuso. La strategia Oms per l’autunno È stata anticipata dal 31 dicembre 2022 al primo novembre 2022 la scadenza dell'obbligo vaccinale anti-Covid per chi esercita la professione sanitaria. È questa la principale misura in ambito sanitario prevista dal Consiglio dei ministri svoltosi lunedì 31 ottobre. La nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute Orazio Schillaci prevede anche la proroga dell'obbligo di mascherine in ospedali, Rsa e ambulatori. L'obbligo resterà in vigore fino al 31 dicembre di quest'anno. "Crediamo fortemente che aver rimesso a lavorare nelle nostre strutture questi medici e questi operatori sanitari serva innanzitutto per contrastare proprio la carenza che si registra sul territorio". Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha motivato così la scelta di "anticipare al 1 novembre la scadenza dell'obbligo per gli esercenti la professione sanitaria rispetto alla vaccinazione" Covid. Insieme al quadro epidemiologico, la molla del provvedimento varato in Cdm è anche un'altra, ha argomentato durante la conferenza stampa con la premier Giorgia Meloni: "Si aggiunge il problema grave della carenza di personale medico e sanitario nei nostri ospedali. Carenza che deriva da una programmazione evidentemente sbagliata negli ultimi 10 anni, con il ricorso sempre più frequente a medici extracomunitari oppure ai cosiddetti medici a gettone, che percepiscono emolumenti pari da 2 a 5 volte quelli percepiti dai medici che operano nel Servizio sanitario nazionale". Per quel che riguarda la proroga all'obbligo delle mascherine un'ordinanza che proroga l'obbligo dell'utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie, il ministro sottolinea di non aver mai "pensato di non andare in questa direzione, è una scelta condivisa con il primo ministro, non c'è alcun ripensamento". Una decisione accolta con soddisfazione dall'Ordine dei medici: "un provvedimento che va nella direzione di proteggere i più fragili", ha detto il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, in una nota. "Abbiamo apprezzato - ha detto Anelli riferendosi alla conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri - le parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci, a sostegno dei vaccini e il ringraziamento ai medici e agli operatori sanitari per il lavoro svolto durante la pandemia. Per quanto riguarda la Salute, siamo fiduciosi che il Governo affronti ora le conseguenze del Covid, puntando sui professionisti con il giusto piglio e operatività".

Nerio Nesi è deceduto oggi all'età di 98 anni

E' con vivo dolore che apprendo della scomparsa dell'amico ed ex assistito ( sono stato il suo medico di famiglia per oltre 10 anni,...