Società(22/07/2011) - Via Silvio Berlusconi e 'governo del presidente' ora, con l'occhio puntato al prossimo obiettivo, la Terza Repubblica. E' questo il ruolino di marcia cui lavora il Terzo polo, presentato oggi nella sua evidenza in occasione della prima Convention dello schieramento, intitolata 'Io cambio l'Italia', presenti Fini, Casini, Rutelli, Lombardo. Un'agenda stretta dalle urgenze politiche ed economiche, di rilancio entrambe, di cui il Paese ha disperato bisogno. Ecco dunque la richiesta esplicita, anzi, l''appello' di Fini a Berlusconi: 'Si faccia da parte' ('Lasci il campo come solo un vero grand'uomo e' capace di fare', suggerisce Casini) e permetta alla maggioranza di indicare lei un nuovo premier, con un'agenda di governo 'scarna' con la quale rivolgersi all'opposizione. 'E' quello il momento in cui noi non ci tireremo indietro, ci caricheremo di responsabilità' assicura il leader del Fli. Serve una 'vasta maggioranza di riconciliazione nazionale' guidata da 'un'alta personalità' suggerisce il numero uno dell'Api, Rutelli. Un governo di 'unita' nazionale che riporti l'Italia ad essere nel 2020 uno dei grandi Paesi europei' aggiunge Casini. L'appello è lanciato, ma con esso anche il monito: se venisse lasciato cadere nel nulla, a fine legislatura l'Italia giungerebbe 'oltre il baratro'.
Il Terzo polo dunque si mette in marcia e ad ogni buon conto e' pronto ad affrontare anche il voto, spiega Rutelli, 'perchè noi siamo un'alternativa credibile'. I motivi vengono chiariti e ribaditi. Basta con questo 'bipolarismo primitivo e muscolare' come stigmatizza Fini, il che non significa 'affossare la democrazia dell'alternanza'. E' tempo invece di rispolverare la 'politica del 'noi'', come ammonisce Casini, della 'rivoluzione copernicana ' del Terzo polo, che a pieno diritto aspira a 'diventare il primo polo', facendosi interprete di quell'Italia sottaciuta, umiliata dalle facili politiche di rigore, stufa dei personalismi che 'guardano solo ai propri interessi, financo legittimi' (Fini) e mai a quelli dei lavoratori, dei pensionati, delle donne, dei deboli, dei bisognosi... E' tempo di guardare a quell'Italia sotterranea ma viva, come spiega Fini, che ha tanta voglia di 'verità, serietà, sobrietà, bene comune, valori, interesse nazionale',' come ricorda dal palco il leader dell'Udc, Casini. E sono proprio queste le nuove 'parole d'ordine' del Terzo polo e della Terza Repubblica. La Seconda e' oramai morta, o certamente moribonda, ammonisce Fini, 'perche' la politica non puo' essere propaganda su promesse mai mantenute'. E' ancora lui che scandisce: 'La nuova stagione nasce all'insegna di una forte, forte, forte volonta' di cambiamento'. E allora 'sveglia ragazzi' sollecita Casini. 'Se non ora quando?' gli fa eco il presidente della Camera. Cosa serve d'altro, dopo quel formidabile si' alla durissima manovra finanziaria raggiunto in tre giorni, 'a provocare uno scatto d'orgoglio nella classe dirigente del Paese?' si chiede Casini.
E' ancora Fini che non teme di appellarsi 'ai tanti amici del Pdl' che 'in privato' gli confessano i propri disagi e le critiche al governo, ma che poi restano al loro posto: 'Basta con l'ignavia, gli italiani non perdoneranno chi per prudenza o per ignavia appunto ha preferito sempre rimandare a domani'. E poi altri moniti,giungono da questa convention. Ai colleghi del Pd, che, riconosce Casini, 'e' indispensabile per formare un'alternativa' ma che non deve pensare di poter insistere in 'vecchie coalizioni bipolari': gli Ulivi, 'vecchi o nuovi non producono riforme ma paralisi'. E chi pensa che facendosi interlocutore via via dell'uno o dell'altro possa portare a casa preziosi alleati o dividere il Terzo polo, se ne faccia una ragione: 'Noi siamo uniti e lo saremo sempre di piu'', sentenzia Casini. Una riprova giunge dalle parole dei leader che si susseguono sul palco. Cosi' Fini rammenta a Rutelli: 'Chi l'avrebbe mai detto, Francesco, quando nel '93 ci fronteggiavamo per la guida di Roma che saremmo arrivati qui insieme, ognuno con la propria storia ma forti di un progetto comune?'. E poi un riconoscimento a Casini: 'Dobbiamo dar atto a Casini di averlo capito qualche tempo prima: dar vita ad allenze coatte rischiava di imprigionare le energie piu' sane della societa' e cancellare una vera democrazia dell'alternanza di cui il Paese ha bisogno'. Noi, conclude il leader del Fli 'siamo liberi e forti perche' abbiamo dimostrato di non essere in vendita'.
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