di Roberto Landucci www.reuters.it
ROMA (Reuters) - I leader dei partiti di maggioranza si sono riuniti oggi, su impulso di Pierferdinando Casini, per concordare i capitoli della riforma istituzionale e della nuova legge elettorale, entrambe da approvare prima del ritorno alle urne nel 2013, in uno scatto che è piaciuto al presidente della Repubblica.
Dopo le tensioni sulla riforma del mercato del lavoro, varata dal governo di Mario Monti la scorsa settimana tra le critiche di buona parte del Pd, la maggioranza ha cercato di dare una prova di coesione sui temi propri della classe politica, accantonando per il momento l'artico 18.
"Questa coalizione è strana ed eterogenea, ma si è chiesto alla politica di battere un colpo e lei lo ha battuto", ha detto al termine di un'ora e mezza di vertice Casini, leader dell'Udc.
L'intesa prevede di incardinare parallelamente (in Parlamento) la riforma della Costituzione e la legge elettorale". In particolare ci sarebbe un accordo per abolire il vincolo di coalizione, come dice una nota di Futuro e Libertà (Fli) pubblicata al termine del vertice.
I tempi per approvare una legge di revisione della Costituzione sono stretti e la presentazione dei ddl dovrebbe avvenire "entro un paio di settimane", come ha detto Italo Bocchino, che ha partecipato al vertice per conto del Fli -- il partito di Gianfranco Fini che aderisce con l'Udc al Terzo polo.
Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha espresso "vivo apprezzamento" per l'impegno della maggioranza "a collaborare per avviare senza indugio" le due riforme.
Al vertice si sono seduti per il Pdl il segretario Angelino Alfano assieme a Ignazio La Russa e Gaetano Quagliariello; per il Pd il segretario Pierluigi Bersani e Luciano Violante; per il Terzo polo con Casini c'erano Ferdinando Adornato e Bocchino.
Sulla legge elettorale l'intesa prevede innanzi tutto "la restituzione ai cittadini del potere di scelta dei parlamentari", come dice la nota. Il punto è stato interpretato a caldo come il ritorno alle preferenze, ma un successivo comunicato del Pd ha smentito questa interpretazione.
Gli altri punti su cui ci sarebbe l'accordo sono: "un sistema non più fondato sull'obbligo di coalizione, l'indicazione del candidato premier, una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna (per le forze politiche minori)".
Bocchino ha poi spiegato che la bozza di accordo prevederebbe un quorum tra il 4% e il 5% per ciascuna lista e nessun premio per le coalizioni di liste.
Quanto alla riforma costituzionale, l'intesa punta a rendere meno farraginosa l'approvazione delle leggi e a dare più poteri al governo.
Questi i titoli dell'intesa: riduzione del numero dei parlamentari - i deputati passerebbero da 630 a 500 e i senatori da 315 a 250, ha detto Casini -, revisione dell'età per l'elettoralo attivo e passivo, rafforzamento dell'esecutivo e dei poteri del premier in Parlamento, l'avvio del superamento del bicameralismo perfetto.
"Sulla riforma della Costituzione c'è già un testo, una bozza. Sulla riforma elettorale, invece non c'è ancora un testo, ma lo faremo presto", ha detto La Russa.
Casini sostiene che si partirà su entrambi i fronti dal Senato. E il Quirinale scrive che "il presidente (Renato) Schifani ha prospettato concrete ipotesi di organizzazione a tal fine dei lavori del Senato".
Per Bersani il processo di attuazione delle riforme "è stato avviato positivamente".
"Ci sono dei paletti e la volontà di proseguire in parallelo con alcune riforme istituzionali e con la legge elettorale", ha detto ai giornalisti. "C'è ancora qualcosa da perfezionare e probabilmente ci riuniremo di nuovo la prossima settimana".
Il Pd considera prioritario cambiare la legge elettorale e Bersani è tornato oggi a sottolinearlo.
"Se ci si mette a lavorare seriamente c'è il tempo per fare la riforma della legge elettorale e anche qualche riforma costituzionale", ha detto.
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