Torino e la sua Area Metropolitana.Una città Europea, in salute, sicura, facile da vivere, che sappia offrire opportunità di lavoro a tutt@Una città della cultura, ecologica, pensata anche per i tempi degli anziani e delle persone in difficoltà.Città della ricerca, dello sport,con trasporti pubblici finalmente efficienti, servizi sanitari efficaci.Che valorizzi le periferie,laboratorio dell'innovazione green, capitale del cibo di qualità e sicuro e delle energie rinnovabili.
martedì 11 settembre 2012
IL RAPPORTO ANNUALE ISTAT
Il Rapporto annuale ISTAT 2012 di recente pubblicazione analizza spesa, dotazione e qualità dei servizi sanitari. Il portale della FNOMCeO ha pubblicato la notizia di cui segnaliamo il link: http://portale.fnomceo.it/PortaleFnomceo/showItem.2puntOT?id=91388
Nel 2010 il Servizio sanitario nazionale ha speso 111.168 milioni di euro, pari a 1.833 euro pro capite. A livello regionale, si osserva uno scarto di circa 500 euro pro capite tra la provincia autonoma di Bolzano, che spende mediamente 2.191 euro per ogni residente, e la Sicilia, che ne spende 1.690.
Il “Patto della salute 2010-2012”aveva stabilito, come parametri di riferimento, una quota pari al 5%delle risorse complessive da destinare all’assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro (incluse le attività e le prestazioni finalizzate alla promozione della salute della popolazione. In particolare vi sono comprese le attività di prevenzione rivolte alla persona, quali vaccinazioni e screening, la tutela della collettività e dei singoli dai rischi sanitari negli ambienti di vita e dai rischi infortunistici e sanitari connessi con gli ambienti di lavoro, la sanità pubblica veterinaria e la tutela igienico-sanitaria degli alimenti), una pari al 51% all’assistenza distrettuale (ricomprende l’assistenza specialistica ambulatoriale, l’assistenza territoriale residenziale e semiresidenziale, e altre tipologie di assistenza territoriale quali l’assistenza riabilitativa, i centri dialisi, gli stabilimenti idrotermali, i centri di salute mentale, i consultori materno-infantili e i centri distrettuali) e il restante 44% per l’assistenza ospedaliera.
I principali squilibri tra regioni si osservano, in particolare, per i servizi preposti alla presa in carico di pazienti cronici e alla gestione della post acuzie, in larga misura rivolti agli anziani ed ai disabili.
Un punto importante riguarda l’assistenza domiciliare integrata (Adi), che assicura la presa in carico di pazienti (principalmente anziani) al domicilio per prestazioni di medicina generale, di medicina specialistica, per prestazioni infermieristiche e riabilitative, ma anche per prestazioni di assistenza sociale (aiuto domestico da parte dei familiari o del competente servizio delle aziende). Il numero di anziani trattati per 100 residenti di 65 anni e oltre è andato fortemente aumentando nel tempo, passando da 2,0 nel 2001 a 4,1 nel2010.
In generale per tutti gli aspetti analizzati nel Rapporto ISTAT, di cui indichiamo il link http://www.istat.it/it/archivio/61203, si rileva una spiccata variabilità regionale: in tutte le regioni del Nord (con l’eccezione della Liguria) la soddisfazione è più elevata della media, al Centro solo l’Umbria presenta valori di soddisfazione più elevati della media per tutti e tre gli aspetti, mentre al Sud l’insoddisfazione per i servizi ospedalieri è molto diffusa e in alcune regioni riguarda l’80-90% delle persone che hanno subito un ricovero.
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