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venerdì 12 luglio 2013
Carta della Natura Regionale di Roberto Saini
PROPOSTE DI ATTIVITA’ POLITICHE IN TEMA AMBIENTALE E TERRITORIALE
La legge regionale 29 giugno 2009, m. 19, prevede, all’articolo 3, che la Giunta Regionale, entro tre anni dall’entrata in vigore della legge (già ampiamente trascorsi), adotti, di concerto con le Province, la Carta della Natura Regionale che costituisce parte integrante del processo di pianificazione territoriale.
La Carta della Natura, così come prevista dal legislatore, è uno strumento fondamentale per la gestione del territorio e diviene, all’atto della sua approvazione, elemento basilare per la formazione del bilancio regionale: infatti essa “individua lo stato dell’ambiente naturale del Piemonte, evidenziando i valori naturali e i profili di vulnerabilità territoriale”. In altri termini si tratta di uno strumento che consente, da un lato, di pianificare correttamente, sotto il profilo urbanistico-territoriale, il territorio regionale, ma soprattutto – e ciò mi pare sia totalmente sfuggito all’Amministrazione Regionale nel suo complesso (Giunta in primo luogo, ma anche Consiglio) – consente di individuare le situazioni di rischio (geologico, idrogeologico, sismico, ambientale) da sottoporre a interventi di prevenzione e non soltanto di risanamento, consentendo così di risparmiare in prospettiva milioni, se non miliardi, di euro per interventi a posteriori: si pensi soltanto ai danni da alluvione e a quelli causati da fenomeni sismici.
Uno strumento di questo genere, affidato alla protezione Civile, permette altresì una programmazione preventiva degli interventi con enormi vantaggi in termini operativi.
Pertanto si può affermare che la predisposizione della Carta della Natura, che può essere elaborata in gran parte all’interno della Regione e con l’ausilio delle Università piemontesi, consentirebbe di diventare strumento di ricerca (con ciò sviluppando anche questa politica che necessità di rilancio) e, d’altro lato, di predisporre strumenti finanziari e di bilancio con evidenti ricadute positive in relazione ad eventuali fenomeni naturali distruttivi, permettendo altresì una corretta politica di sviluppo urbanistico.
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