giovedì 9 giugno 2022

Un vecchio veterinario, pedone a Torino di Marzio Panichi

Alcune osservazioni sulle strade di Torino le ho già fatte da automobilista ora voglio muovermi da pedone anziano e riferire alcuni aspetti che potrebbero essere migliorati dall’amministrazione comunale attraverso le sue competenze ed organi di lavoro. Suoni pure come una critica ma costruttiva osservata da un comune cittadino che si muove a piedi per le commissioni di tutti i giorni. Diciamo che faccio riferimento di più alla zona semicentrale della citta in particolare la Crocetta ma non quella ricca bensi quella più borghese ma popolosa, parlo di via Gioberti via San Secondo via Sacchi ecc. In Alcuni isolati i marciapiedi sono stati a suo tempo ristrutturati con gli scivoli per i disabili e messi in piano a livella. Altri invece sono rimasti alla vecchia maniera con lastroni di pietra ormai sconnessi e decisamente pendenti verso la strada. In alcuni casi il Comune si è premurato di avvertire con un triangolo giallo di pericolo che il “marciapiede” è “sconnesso” a mò di avvertimento e scarico di responsabilità verso l’utente. Gli utenti dei marciapiedi non sono tutti giovani, agili e con i riflessi pronti… ci sono gli anziani con le mani dietro la schiena, a lenta camminata con passi corti e talvolta strascicati...io ci ho fatto caso ma fatelo anche voi. Poi ci sono tutti quelli che ancora riescono a camminare in autonomia ma con un bastone o le stampelle, poi ancora ci sono quelli che hanno un carrellino di appoggio con le ruote per poter deambulare da soli. Ma non è finito perché ci sono i disabili totali nella camminata e che siedono in carrozzina sospinta da qualche volontario oppure quelli - forse più abbienti - che fruiscono di carrozzine elettriche, in più ci dobbiamo aggiungere anche tutti i traumatizzati od operati agli arti (protesi d’anca, di ginocchio ecc.) stampellati da una sola parte od addirittura due. Mi fermo nell’elenco anche se forse ho scordato qualche altro esempio di utenti deboli dei nostri marciapiedi per passare a qualche altro aspetto che non riguarda solo la manutenzione strutturale del suolo pedonale e le persone che in un qualche modo non perfettamente abili nel cammino ma riguarda anche tutti i fruitori dei marciapiedi. Mi riferisco qui esplicitamente alle deiezioni solide e liquide dei cani di proprietà. E qui il discorso si fa articolato e ricco di sfaccettature. Bisogna premettere che già da anni esiste un ‘Ordinanza” sindacale, una volta definita “ordinanza della paletta”, per rimuovere le feci lasciate dai cani portati a spasso dai loro padroni per le passeggiate igieniche quotidiane. Per inciso se ne prescrivono almeno tre al giorno per i cani d’appartamento. Quel che possiamo notare oggi è che la maggior parte dei conduttori dei cani a spasso sono dotati di sacchettini verdi per la raccolta delle feci - quando sono sufficientemente solide - e molte persone in verità si chinano a farlo ma non sempre tutti a giudicare dai “ricordini fecali” più o meno grossi che rinveniamo sui nostri percorsi e dei quali dobbiamo far ben attenzione a non calpestarli, per ovvi motivi. Io non ce l’ho con i cani ovviamente ma con quelle persone che fanno gli “gnorri” soprattutto alla sera e quando piove perché al mattino dopo i “ricordini” si trovano tutti lungo i muri delle case! In questi casi credo che la rimozione del malfatto spetti al condominio od al negoziante prospiciente che saranno felicissimi di tutto ciò! Alcuni condomini o negozianti ricorrono all’applicazione di bottiglie di plastica riempite di acqua ma questi artifici servono tutt’al più per scoraggiare i quadrupedi maschi dal “lever la patte” sugli stipiti di negozi o portoni. E sempre a proposito di cani maschi ben spesso essi sollevano la zampa posteriore sulle ruote o le carrozzerie delle auto in parcheggio con grande soddisfazione – lo si può immaginare - dei legittimi proprietari! Certo che se noi passanti ci facessimo attenzione i muri delle case e di conseguenza i marciapiedi stessi portano i segni e gli odori dei vari innaffiamenti di cani maschi e femmine. Almeno queste ultime potrebbero essere indotte o condizionate a lasciare i loro laghetti fuori dal marciapiede, sulla strada, magari fra un’auto e l’altra. Le soluzioni a tutti questi problemi sono solo due: l’educazione alla rimozione costante delle feci da parte dei conduttori di cani ed il lavaggio delle urinazioni da parte degli addetti alle pulizie dei condomini o di quei pochissimi privati possessori di cani che si portano dietro degli spruzzatori di acqua od altro disinfettante. L’altra soluzione sarebbe rappresentata dalla deterrenza esercitata dai Vigili di quartiere che però ben spesso sono in altre faccende affaccendati! Che dire… l’unica cosa è sperare che qualche forza politica si faccia carico di questi aspetti del decoro cittadino. Quando anch’io sono stato proprietario di un cane mi ero preoccupato di reperire un controviale alberato il più vicino a casa o di un percorso tranviario abbandonato o poco transitato e di condurlo a passo svelto verso la destinazione. Sempre facendo attenzione a quel che succede per strada con i cani non è raro vederne alcuni sguinzagliati che ovviamente “segnano” Il territorio a loro piacimento. I cani in città hanno l’obbligo del guinzaglio non più lungo di un metro e mezzo ma sono moltissimi invece quelli che sono legati con guinzagli srotolabili di alcuni metri: strumenti irregolari ed anche pericolosi non solo per le terze persone che possono essere aggredite od inciamparvi ma anche per gli stessi cani che improvvisamente possono avventarsi sulla strada per aver visto una preda (gatto) od un rivale dall’altra parte della via ed essere ivestiti. Qualcuno potrebbe pensare che i poveri cani non possono sgambare mai liberamente…non è vero perché il Comune ha approntato numerose “aree cani “recintate dove possono essere lasciati liberi di correre e divertirsi fra loro (salvo qualche rissa e la possibilità di raccattare pulci od altri parassiti). Per scongiurare ciò ben spesso i cani vengono lasciati liberi nei giardini o nei parchi pubblici dove giocano anche i bambini magari negli arenili a loro destinati e dove invece il cane trova lo spazio ideale per deporre le proprie deiezioni. Qualche volta ho visto i Vigili intervenire e multare giustamente. Ho cercato di mettere in luce alcuni aspetti di convivenza uomo/cane in città ben conscio del fatto che la maggior colpa di eventuali inconvenienti sono da attribuire all’uomo e conscio anche del fatto che i problemi delle periferie non sono solo questi ma altri ben più gravi e ben al di sopra delle mie capacità di analizzarli. Marzio Panichi

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