domenica 2 aprile 2023

Servizio Sanitario Pubblico : è crisi grave

A dibattere sul tema il professor Giovanni Di Perri Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Torino, primario all’Ospedale Amedeo di Savoia, strenuamente impegnato negli ultimi tre anni nella lotta contro il Sars Covid19. Insieme a lui il dottor Enrico Fusaro Direttore della Struttura Complessa di Reumatologia alla Città della Salute e delle Scienza, il dottor Giorgio Diaferia Direttore Sanitario Centro Medico di Medicina Preventiva e dello Sport dello Studente Universitario SUISM UniTo. Ha introdotto i lavori l’ex Parlamentare Alberto Nigra La crisi del nostro SSN è iniziata già negli anni ’90 ed è andata progressivamente aggravandosi anche in funzione di una libera professione possibile per i medici dipendenti in strutture Ospedaliere , quale compenso di una retribuzione tra le più basse in Europa. Analogo discorso sulla bassa retribuzione riguarda il mondo di tutti gli operatori sanitari nettamente sottopagati rispetto a quanto avviene in U.E. La prima proposta che è venuta dal Dr. Fusaro è quella di migliorare sensibilmente i contratti di lavoro deigli operatori sanitari eliminando la stortura della libera professione intramoenia che oltretutto funziona male e non ovunque. Alcuni dati per capire il problema : Esaurite le risorse messe a disposizione dal Pnrr serviranno oltre 1,2 mld per far funzionare l’assistenza domiciliare e si dovranno reperire 239 milioni per il personale degli Ospedali di Comunità una volta realizzati. Questo è, in sintesi, quanto sottolinea l’Ufficio Parlamentare di Bilancio nel Focus n.2/2023 “L’assistenza sanitaria territoriale: una sfida per il Ssn Un altro problema emerso è quello della progressiva riduzione di posti letto, soprattutto di medicina generale e una disorganizzazione della medicina del territorio drammaticamente messa in luce dalla pandemia da Covid 19. Purtroppo salvo rarissimi esempi virtuosi la situazione è rimasta quella prepandemica e quindi nonostante gli allarmi che provengono dal mondo veterinario e dal quello degli Infettivologi sul rischio molto probabile di nuove pandemie , anche più pericolose del Sars Covid 19, nulla si sta facendo per migliorare la rete territoriale di assistenza, vero filtro, se funzionante, al ricorso impropio del Pronto Soccorso. In Italia, però, si registra un netto ridimensionamento della capacità degli ospedali – peraltro già bassa rispetto ad altri paesi (il numero di posti letto per 1.000 abitanti è passato da 4 nel 2005 a 3,2 nel 2019, mentre la media europea è scesa da 6,1 a 5,3) – il tutto non accompagnato da un adeguato rafforzamento della sanità territoriale, con carenze più evidenti in alcune Regioni”. Come fare dunque per adeguare il nostro SSN ai tempi attuali, ad una popolazione sempre più anziana ma anche non del tutto sana e con le cronicità che si stanno ampliando? Ripristinare una rete di assistenza domiciliare medica,infermieristica,fisioterapica efficente e ben organizzata. Utilizzare meglio le attrezzature, spesso costosissime presenti negli ambulatori pubblici. Disciplinare meglio il rapporto pubblico-privato dove il secondo non diventi spesso la prima scelta obbligata dai tempi di attesa. C’è dunque il fondato rischio che la sanità salterà con la legge di Bilancio varata dal governo Meloni. La Associazione Torino Viva, propone al governo di richiedere i 37 miliardi previsti dal Mes Pandemic crisis support per salvare il Ssn e dare immediatamente un segnale forte al settore. Si tratta certamente di ulteriore debito, da contrarre, tra l’altro, in un momento di crisi bellica, energetica, climatica ed economica. Il tasso di interesse è vicino allo 0 (0,35% il primo anno e 0,15% per gli anni successivi), con una durata massima del prestito di 10 anni e una disponibilità quasi immediata. Saranno tre le aree per cui si potranno utilizzare i miliardi del MES. La prima è quella che riguarda i costi sanitari, di cura e di prevenzione direttamente correlati alla pandemia di Covid-19. La seconda riguarda le spese indirette come quella per ospedali, cure ambulatoriali e cure riabilitative, diagnostica, farmaci, prevenzione, amministrazione sanitaria e long term care. Nella terza casella vanno indicati tutti gli altri costi indiretti relativi all’assistenza sanitaria, alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi di Covid-19.. Dunque TOW ritiene che se il Governo crede nella sanità pubblica, intende investirvi e salvarla, segnando una vera discontinuità rispetto alle precedenti amministrazioni, dovrebbe mostrare coraggio e richiedere il Mes Sanità. Tra l’altro i quattro articoli sulla sanità nella legge di Bilancio potevano risparmiarseli poichè il 70% dell’incremento del fondo sanitario è dedicato al ristoro energetico, il resto se ne va tra farmaci e vaccini. Per il personale 200 milioni per gli operatori di pronto soccorso ma solo pare da Giugno 2023. Occorrerà spendere bene e completamente i miliardi che provengono dal PNNR capitolo 6 e la proposta che è emersa dal dibattito è quella di seguire l’idea di richiedere i 37 miliardi del Mes Sanità In chiusura una forte raccomandazione ad una Sanità piu attenta alla Prevenzione Primaria di cui tanto si parla e poco si fa, da insegnare sin dai primi anni della Scuola dell’Obbligo ed una accorata raccomandazione, che i soldi che arriveranno vengano spesi bene ed onestamente.

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