mercoledì 12 aprile 2023

“Anarchia stradale” di Marzio Panichi

“Anarchia” la sua definizione potrebbe essere:” disordine, confusione, stato di un luogo dove ciascuno agisce a suo arbitrio e senza ordine o regola”. E se così è allora Torino è piena di “anarchici”: un “covo di anarchici”. Pedoni, ciclisti, monopattinisti, motociclisti ed automobilisti lo sono un po’ tutti! “Tutti” forse è esagerato ma “molti” si di sicuro! Dico questo perché ogni giorno ne ho prova, basta uscire per strada a piedi od in macchina per verificare che ognuno “agisce a suo arbitrio e senza ordine e regola” in barba al Codice della strada, delle regole del buon viver civile e della buona educazione. Mi siano testimoni tutte le situazioni che anche chi mi legge vive quotidianamente e che cercherò di stigmatizzare esemplificando. Cominciamo dagli automobilisti di cui faccio parte anch’io. Ad auto ferme: parcheggi selvaggi sulle strisce, sui marciapiedi, davanti ai portoni, per non parlare delle seconde file. Ad auto in movimento: velocità eccessiva, mancato rispetto degli stop, delle corsie preferenziali, del diritto di precedenza, dei semafori rossi e gialli, uso sconsiderato del clacson e de fari abbaglianti di notte…tutte infrazioni pericolose sia per gli stessi automobilisti sia per il prossimo. Che dire poi di tutti quei guidatori sconsiderati che non ottemperano all’obbligo di assicurazione RC ed a quello della revisione periodica delle auto invecchiate. Pare che siano molti più di quanto si potrebbe pensare! E’da dire però che se la deterrenza dei Vigili urbani e delle altre forze dell’ordine è attiva o per presenza fisica diretta o per tramite di tecnologie informatizzate i responsabili delle violazioni possono essere sanzionati direttamente quando vengono fermati od attraverso il rilevamento strumentale delle targhe. Lo stesso dicasi per i centauri che compiono infrazioni semaforiche ma nulla si può fare per quelli che rombano in moto di grossa cilindrata con gli scappamenti aperti e che insultano i timpani dei passanti o di chi riposa magari in un letto di ospedale o anche solo della propria abitazione. A ben pensarci questo insulto sonoro è così gravemente colpevole perché ferisce le orecchie di un numero smisurato di persone che hanno solo il diritto di inveire a loro volta contro il malnato con un solenne vaffa…che rimane però fine a sé stesso. Le pattuglie delle volanti non ci sono mai! Dispiace dirlo ma l’augurio inconfessato di molti cittadini è che il centauro si schianti per conto suo nella sua folle corsa senza coinvolgere altri! La mancanza di una targa riduce invece la deterrenza per ciclisti e monopattinisti i quali compiono infrazioni impunemente di giorno e di notte con evoluzioni spericolate e condotte disdicevoli a dispetto di ogni regola del Codice della strada. I Comuni hanno investito risorse economiche non indifferenti per dotare le città di piste riservate ai ciclisti ma questa popolazione di utenti della strada preferisce spesso pedalare sui marciapiedi, sotto i portici e sulle strisce. A proposito…quando uscite dal portone di casa vi conviene fare capolino prima di guadagnare il marciapiede onde evitare di essere travolti da qualche “rider” che ha urgenza di consegnare qualcosa. Questa particolare categoria di ciclisti merita per un verso rispetto perché svolge un lavoro ingrato e spesso sfruttato ma anche loro dovrebbero avere più rispetto delle norme stradali sia per loro stessi oltre che per tutti gli altri frequentatori della strada. Andare contromano specie di notte e non avere luci di posizione, elettrizzati dalla pedalata assistita e dall’urgenza dei servizi da rendere non depone per una prudente condotta del proprio ruolo. Personalmente ho il terrore di trovarmene uno di fronte all’improvviso quando sono alla guida! Guai al mondo se il ciclista cade e si fa male …anche se hai ragione si innescano un sacco di guai. Mi chiedo, ma perché almeno i monopattinisti non hanno l’obbligo di indossare un casco, di avere un’assicurazione, un mini patentino, un limite di età per la guida (18 anni) e perché no magari anche una targa? Si legge che gli incidenti anche gravi sono quotidiani ma io tutti giorni vedo in giro circolare esempi ignobili come due ragazzi sullo stesso monopattino, ragazzini a cavallo di monopattini che sfrecciano sulle strisce compiendo evoluzioni da circo e mettendo a repentaglio la propria e l’altrui sicurezza. Tutte le volte che assisto a questi ed altri spettacoli di mal comportamento stradale mi si rizzano i capelli in testa e mi chiedo ma dove sono i tutori dell’ordine? Mi piacerebbe che un Vigile urbano levasse la paletta in difesa degli astanti, automobilisti o pedoni, messi in pericolo ed il più delle volte insultati per aver manifestato il loro disappunto. Abbiamo anche letto che di recente il Comune di Roma non intende rinnovare il contratto alle società di noleggio dei monopattini proprio per prevenire gli incidenti sempre più numerosi e per scongiurare il malcostume degli abbandoni selvaggi sui marciapiedi. Personalmente me ne rallegro e spero che altrettanto vorrà disporre il Comune di Torino dove tale malcostume è dilagante. Via Gioberti Anche molti pedoni però - anche loro senza targa! - non brillano per i loro comportamenti quando si fiondano sulle strisce senza guardare né a destra né a sinistra, ben spesso con gli occhi fissi sul cellulare o con le cuffie nelle orecchie, boriosamente impettiti quando costringono un’auto ad inchiodare in mezzo ad un incrocio o quando buttano il cane al guinzaglio od il proprio bambino in carrozzina sull’attraversamento pedonale zebrato. Non voglio negare il loro buon diritto alla precedenza voglio semplicemente richiamare ad una reciproca responsabilità di comportamento soprattutto in condizioni atmosferiche difficili o nelle ore serali quando la visibilità non è perfetta. Molti pedoni quando piove e di notte si precipitano sulle strisce vestiti di scuro ed a mio avviso rischiano del loro mettendo in difficoltà chi guida: spesso il confronto verbale evolve in lite con alterchi ed ingiurie vicendevoli pcoedificanti. Potrei proseguire nell’elencazione di altri comportamenti “anarchici” ma preferisco chiedermi che fare? Insistere con la formazione e l’educazione civica nelle scuole? Corsi abilitanti per ciclisti e monopattinisti? Campagne di sensibilizzazione per iniziativa delle Istituzioni comunali e regionali? Divulgazione mediatica? Maggiore deterrenza e più telecamere? Aggiornamento di obblighi legislativi per biciclette a pedali, a pedalata assistita o elettriche e monopattini. Obbligare caschi, targhe, ed assicurazione unitamente a corsi di formazione forse limiterebbe gli incidenti ai guidatori dei suddetti velocipedi i quali devono acquisire la consapevolezza di essere fruitori deboli della strada cosi come i pedoni. A tutto ciò si aggiungano gli atti vandalici notturni perpetrati sui vetri e sugli specchietti delle auto in sosta oltre che sui dissuasori di parcheggio od i muri dei condomini appena ridipinti, veri e propri reati sempre impuniti ma degradanti per il decoro urbano. Via Gioberti Chi “agisce a suo arbitrio e senza ordine e regola” in spregio del Codice della strada, e non solo, compie violazioni colpevoli che dovrebbero trovare sempre una sanzione, sia che si tratti di un automobilista, di un pedone o di un altro utente della pubblica via. Mi rendo conto però che si tratta di una mera utopia, ma avviare una ricerca di soluzioni al dilagante malcostume stradale è compito precipuo degli Amministratori e dei Legislatori: l’opinione pubblica ed i privati cittadini come me non possono che segnalare i disagi e lanciare segnali di allarme. Marzio Panichi

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