mercoledì 29 dicembre 2010

Una tragica notizia è' morto Fernando Giarrusso



Fernando Giarrusso, uno dei leader storici dei Verdi Sole che Ride è morto nel corso di un dibattito a Pinerolo. Siamo affranti e costernati. Nando, come lo chiamavamo noi amici aveva partecipato alle scorse elezioni regionali e si stava preparando ad una candidatura a Sindaco alle prossime elezioni di Maggio a Pinerolo.Era stato consigliere provinciale, amministratore di None, presidente del Covar. Ecologista, attualmente esponente dei Verdi, era impegnato in molte battaglie: contro l'alta velocità in Val Susa, contro il consumo del territorio, a favore delle energie alternative. A Pinerolo aveva fondato il Comitato di quartiere "Le Macine", conducendo la battaglia contro l'ampliamento della discarica del Torrione.Amico caro mi mancherai ed anche la tua irruenza e la tua passione politica ci lasceranno un vuoto incolmabile.Le condoglianze più sentite e sincere alla famiglia. Scriveteci per un commento ed un ricordo di Nando. Teniamo alto il suo ricordo!
Grazie a tutti per aver partecipato

martedì 28 dicembre 2010

“Presentate osservazioni allo Studio di impatto ambientale”


“I lavori previsti nel Parco Nazionale del Gran Paradiso sono incompatibili con le esigenze di tutela delle specie e degli habitat e cancelleranno un turismo che negli anni è diventato un modello apprezzato di sostenibilità verso l’ambiente”.
La LIPU-BirdLife Italia esprime forte preoccupazione sul progetto che prevede il potenziamento della centrale idroelettrica di Chavonne, in Val d’Aosta, e che è ora sottoposto a procedura VIA (Valutazione di impatto ambientale).Il progetto prevede un forte aumento di potenza della centrale idroelettrica, che però significherà una perdita netta di ecosistemi e di biodiversità: la gola di Cretaz, sotto Cogne, sarà sbarrata da una diga alta 15 metri, mentre le aree interessate dai lavori a Valsavaranche e Plan Pessey (Val di Cogne) vedranno presto i propri pascoli andare persi per far posto a depositi di materiali.Gran parte delle zone interessate dai lavori ricadono all’interno dei confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso e all’interno o in prossimità di siti della rete Natura 2000, SIC (Siti importanza comunitaria) e ZPS (Zone protezione speciale).Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è un’area protetta di grande importanza: ha ricevuto nel 2006 il Diploma Europeo delle aree protette dal Consiglio d’Europa in virtù delle notevoli qualità scientifiche, culturali, di biodiversità e di gestione sostenibile – sottolinea la LIPU – I lavori in programma mettono invece a rischio la conservazione della biodiversità e compromettono il turismo della Valle di Cogne e della Valsavaranche, fiori all’occhiello del parco.“Abbiamo presentato alcune osservazioni al Studio di Impatto Ambientale – spiega Giorgia Gaibani, responsabile IBA e Rete Natura 2000 LIPU – Chiediamo si rinunci a questi progetti faraonici che finiranno presto per presentare un conto salatissimo alla natura e alla collettività”.


Parma, 27 dicembre 2010

Ufficio stampa LIPU - BirdLife Italia: Via Trento 49, 43100 Parma

domenica 26 dicembre 2010

Gli ambientalisti del buongoverno


Associazione


Noi ci siamo impegnati nelle associazioni ambientaliste e nei comitati territoriali per portare la questione ecologica al centro della società; con il movimento verde, per portarla al centro della politica. La sensibilità ambientale, emersa negli anni ’60, si è poi affermata sulla scia delle crisi ecologiche, ed ha portato cambiamenti importanti nella società e nell’economia.
Oggi, l’ecologia politica in Italia appare stretta tra due alternative: l’inarrestabile declino di un partito minoritario, o un distratto interesse dei maggiori partiti, che considerano l’ambientalismo residuale. L’esperienza di questi anni ci spinge a proporre un’iniziativa diversa, più politica e più forte nei contenuti. Siamo convinti che in Italia, come in tutto il mondo, l’ecologia possa essere un motore pulito per accendere speranze nella società e dare forza all’economia.
C’è bisogno di un’Alleanza ecologica per l’Italia, che parli a tutti i cittadini.
Alla vigilia del 150° anniversario della nostra unità nazionale, l’identità moderna dell’Italia non può prescindere da un progetto che unisca mondi produttivi, creazione di lavoro, nuove tecnologie ambientali. Salvezza dell’unicità del paesaggio e modernizzazione delle infrastrutture. Necessità e qualità del vivere urbano. Un’economia verde (una “green economy”) come asse portante dell’innovazione, della competitività e della civiltà del nostro Paese. Tutti capiscono l’importanza e le opportunità dell’ecologia: le energie rinnovabili, un corretto ciclo dei rifiuti, i sistemi di parchi e riserve, le innovazioni delle tecnologie per l’edilizia e i trasporti, il turismo sostenibile, il ciclo delle acque, i grandi risanamenti urbani e industriali, le produzioni di qualità della nostra terra. Ma questo progetto non c’è ancora: noi vogliamo collaborare per costruirlo.
Allarghiamo il campo visivo. Ha scritto Machiavelli: “Conoscendo (…) e’ mali che nascono si guariscono presto; ma quando, per non li avere conosciuti, si lasciano crescere in modo che ognuno li conosce, non vi è più rimedio.” E’ questo il paradosso delle questioni ecologiche globali, che nel XXI secolo non conoscono limiti di spazio né scadenze di tempo: lo scontro tra catastrofisti e minimizzatori rischia di paralizzarci di fronte alle sfide vitali dei mutamenti climatici e della dipendenza energetica.
E’ stato possibile affrontare gravi crisi (l’assottigliamento dell’ozono nella stratosfera, le piogge acide, molteplici attività inquinanti) e non sarà impossibile gestire le crisi future (la disponibilità di acqua, la tutela della biodiversità, la salvaguardia delle foreste, la protezione dei mari) se si realizzerà una mobilitazione congiunta delle opinioni pubbliche, della politica, delle conoscenze scientifiche, della ricerca e delle capacità tecnologiche. Si può ancora limitare il carbonio “quando vi è rimedio”; si possono prevenire i rischi dei conflitti che si annunciano per il controllo delle materie prime strategiche, per l’accesso al cibo e per l’autosufficienza energetica. Lasciamo alle spalle quell’ambientalismo politico che si è rivolto soltanto a una parte limitata, minoritaria, della popolazione, dimenticando che le nostre tematiche sono universali e , in molti casi, debbono essere trasversali. Senza porci in contrasto con istanze vive del mondo produttivo e con le novità promettenti della tecnologia. Senza accrescere burocrazia e divieti formali, ma con la trasparenza dei controlli, la certezza delle regole, l’efficienza delle pubbliche amministrazioni. Occorre riscoprire il principio di responsabilità: Noi per primi, chiedendo a tutti maggiore senso di responsabilità verso il nostro Pianeta, abbiamo il dovere di applicare lo stesso principio sulle nostre scelte individuali e sui comportamenti ambientali.
Solo democrazia e buongoverno, associati alla coscienza ecologica, possono sradicare povertà, fame, inquinamento, distruzione degli ecosistemi. Solo una politica lungimirante può rendere disponibili a prezzi accessibili le tecnologie che consentano di ridurre le emissioni che alterano il clima e di preservare gli equilibri ambientali.
Si può aprire una nuova era della democrazia ecologica, energetica e sociale. Si possono raccogliere la passione per l’ecologia, l’amore per la natura, una declinazione chiara ed efficace dei principi di responsabilità e di sostenibilità nelle scelte produttive.
E’ tempo di far nascere una nuova generazione di ambientalisti del buongoverno.
Noi vogliamo aprire questa stagione.


Diego Tommasi – Calabria
Camillo Piazza - Lombardia
Giuseppe Di Gilio -Basilicata
Erasmo Venosi – Veneto
Palmiro Manco -Calabria
Antonino Lorenzo –Sicilia
Leo Autelitano –Calabria
Roberta Carta – Sardegna
Potito Perugini – Puglia
Firouz Galdo - Lazio
Margherita Signorini –(Italia Nostra)–
Toscana Massimo Zigarelli - Liguria
Davide Di Gioia – Umbria
Cassi Elisa –Emilia Romagna
Perna Bianca –Campania
William De palma – Abruzzo
Maurizio Diaco ( Amici della Terra )–
Lombardia Lavarono Ezio – Basilicata
Innocenzo Daraio – Basilicata
Loris Riva –Lombardia
Angelo De Rosa ( Amici della terra ) – Lombardia
Elisabetta Crespi – Toscana
Fiorino Isabella – Puglia
Gianluca Bertazzoli (Amici della Terra) –Lombardia
Marella Narmucci - Lazio
Rossella Pappalardo –Lombardia
Costantino Conte –Veneto
Mosca Cesare –Lombardia
Mario Amadasi –Lombardia
Giuseppe Terminini –Lombardia
Ciampaglia Luigi –Abruzzo
Alessandro Del Corno – Lombardia
Calcagno Filippo –Lombardia
Pellegrini Anna Maria – Campania
Ratti Gabriella –Lombardia
Amadasi Massimiliano –Lombardia
Mario Fusaro - Calabria
Monfardini Elena –Lombardia
Barreca Francesco –Lombardia
Stefano Asquini – Friuli Venezia Giulia
Chiara Paolelli – Abruzzo
Marco Virgilio - Friuli Venezia Giulia
Rina Rizzo – Toscana
Cascio Rizzo Donatella –Sicilia
Renato Terremoto - Calabria
Luciana Facchinetti ( Amici della Terra )–Lombardia
Francesco Alberto – Calabria
Antonio Fiorenzani – Toscana
Daniela Cavallo - Toscana
Giorgio Diaferia - Piemonte ( Torino Viva)
Maurizio Lupi - Piemonte ( Verdi Verdi)
Emanuela Rampi-Piemonte
Giuseppe Tresso - Piemonte
Alessandro Battaglino – Piemonte
Stefano Susca - Piemonte

sabato 25 dicembre 2010

Componente della Segreteria Operativa di "Uniti e Diversi" www.unitiediversi.it

“Uniti e Diversi”, questa è la denominazione di un progetto politico del tutto inedito che ha preso il suo avvio a Bologna, sabato 18 dicembre, nella Facoltà di Scienze della Formazione (gc) dell'Università di Bologna.Come chiarito nella relazione introduttiva di Maurizio Pallante, comincia un percorso che, nella intenzione dei promotori, dovrà sfociare nella creazione di un nuovo soggetto politico, del tutto esterno ai partiti esistenti, capace di proporre un governo della transizione verso una nuova società non più costruita sul consumo insensato delle risorse e sulla devastazione dell'ambiente e della stessa natura umana, del tempo vitale degli individui.I promotori concordano sulla impossibilità pratica, materiale, di proseguire lo sviluppo nelle forme e nei modelli degli ultimi due secoli. E' necessario promuovere, a livello di larghissime masse popolari, nuovi stili di vita, di produzione, di consumo, basati sulla solidarietà e non sulla concorrenza.Il nuovo soggetto politico non avrà connotati di destra o di sinistra, ma si rivolgerà alla gente di ogni ceto, per costruire un percorso di pace, di difesa dei territori, di democrazia partecipata, verso una nuova convivenza umana. I promotori vogliono un'Italia fuori da ogni guerra e da ogni alleanza militare.
I promotori del percorso sono la Rete Provinciale Torinese del Movimenti e Liste di Cittadinanza (RPTMLC, comprendente il Comitato di cittadinanza attiva e Lista Civica Rivalta Sostenibile, Lista Civica Alpignano, Per il Bene Comune Piemonte, Alternativa Piemonte, ANIMO Nichelino); Maurizio Pallante (MDF Movimento Decrescita Felice); Giulietto Chiesa (Alternativa); Monia Benini (Per il Bene Comune); Massimo Fini (Movimento Zero).L'Assemblea di Bologna è stato il quarto momento di un percorso iniziato a Torino il 16 ottobre , con una assemblea a inviti promossa da RPTMLC , cui parteciparono circa 80 invitati in qualità di rappresentanti di organizzazioni e movimenti. Due successivi incontri ristretti, a Genova e Roma, hanno consentito di elaborare un ampio documento preliminare e programmatico comune, che l'Assemblea di Bologna ha ratificato.Hanno partecipato all'evento oltre 130 presenti (provenienti da 12 regioni), tra cui alcune decine di osservatori, individuali e di gruppo. L'Assemblea, a differenza di quella torinese e dei successivi incontri, era infatti aperta alle partecipazioni esterne. Hanno preso la parola non solo coloro che avevano già sottoscritto il documento, ma anche da numerosi osservatori a titolo individuale e a nome di gruppi e movimenti.
L'Assemblea ha avuto una prima parte di discussione suddivisa in quattro gruppi generali e una seconda parte di discussione plenaria.Le conclusioni sono state le seguenti: è stata ratificata la nomina di un Portavoce Nazionale che parlerà a nome di tutti i soggetti aderenti, nella persona di Maurizio Pallante.E' stata ratificata la nomina della Segreteria Nazionale Operativa di cinque membri, composta da Mauro Marinari (RPTMLC), Fabrizio Tringali (Alternativa), Monia Benini (Per il Bene Comune), Maurizio Cossa (MDF), Siro Passino (Movimento Zero).Nel corso dei prossimi due mesi si svolgeranno in ogni regione le assemblee unitarie aperte, ciascuna delle quali eleggerà due suoi portavoce nel Coordinamento Nazionale di Uniti e Diversi.La Segreteria Operativa collaborerà con tutte le realtà locali aderenti per promuovere un calendario di incontri locali, alla presenza dei fondatori del progetto.
La Segreteria Operativa varerà a breve, in base alle indicazioni dell'Assemblea, un calendario di incontri seminariali e di laboratori nazionali tematici che avranno l'obiettivo di arricchire, precisare i temi del documento programmatico comune.

Bologna, 20 dicembre 2010

venerdì 24 dicembre 2010

Natale 2010 "Alleanza Ecologica per l'Italia e Torino Viva "













Da oggi Torino Viva è parte integrante dell'Associazione Nazionale Alleanza Ecologica per l'Italia. A Febbraio il Congresso Nazionale
Buone feste natalizie e Buon Anno nuovo
Merry Christmas
Froehliche Weihnachten
Feliz Navidad
Joyeux Noel
Prejeme Vam Vesele Vanoce a stastny Novy Rok
Pozdrevlyayu s prazdnikom Rozhdestva is Novim Godom

giovedì 23 dicembre 2010

COMUNICATO STAMPA Nasce il coordinamento Regionale dei comitati dei cittadini contro le centrali a Biomasse


I comitati cittadini sorti in molti comuni del Piemonte decidono di unire le forze per bloccare i progetti di nuove centrali Vinovo, 25 Novembre 2010 – le rappresentanze dei comitati cittadini di Airasca, Carrosio (AL),Luserna San Giovanni, Nichelino, None, Pinerolo, Piobesi, Predosa (AL), Vinovo e Voltaggio(AL) riunite su invito del comitato di Vinovo hanno deciso di creare un coordinamento regionale per portare le battaglie contro la realizzazione di centrali a Biomassa, fin’ora isolate e limitate a livello dei singoli comuni, a livello regionale.In questi ultimi anni si sono moltiplicati senza alcun criterio i progetti di realizzazione di centraliinceneritori a biomassa grazie alla redditività garantita dai finanziamenti pubblici (certificati verdi) e al vuoto legislativo che rende anche amministrativamente difficile opporsi a questi progetti. In molti dei comuni interessati i cittadini, preoccupati dal grave impatto di queste centrali sull’inquinamento dell’aria e sulla salute pubblica, hanno creato dei comitati locali per opporsi. Le lotte di questi comitati hanno ottenuto alcune vittorie parziali che hanno reso evidente la necessità di un intervento a livello provinciale, regionale e nazionale per regolamentare questo fenomeno e garantire la salute delle popolazioni che vivono vicino a questi impianti.I comitati sono riusciti in alcuni casi a ottenere prese di posizione da parte delle amministrazioni
locali ma anche questo non è sufficiente a fermare i progetti.“Bisogna agire a livello regionale per chiedere una moratoria di tutti i progetti già autorizzati e
proporre linee guida regionali che regolino adeguatamente in maniera restrittiva la nascita di questi impianti che hanno impatti devastanti per la salute pubblica a causa degli elevati livelli di nano polveri ed altri inquinanti e che vengono autorizzati nella completa ignoranza di noi cittadini che ne subiremo le conseguenze” affermano i relatori della serata “E’ scandaloso che questi impianti siano assimilati in tutto e per tutto alle altre energie rinnovabili e possano
accedere agli incentivi pubblici, senza i quali non sarebbero nella maggior parte dei casi economicamente vantaggiosi”.Il Coordinamento è formato da cittadini ma aperto a tutte le forze sociali, associative e politiche che vorranno impegnarsi seriamente per portare avanti questa battaglia per difendere il bene comune e la salute pubblica di fronte ai grandi interessi privati delle aziende proponenti .
Cooordinamento Regioanle dei Comitati Cittadini contro Centrale a Biomasse
Per informazioni: coordnobiomasse@gmail.com
Cellulare 3204486599

di Emilio Soave *Densificare la Città. Avanza la" Nuova Urbanistica"


A Torino si è fatta strada la “nuova urbanistica”, con un argomento apparentemente convincente e suggestivo, ovvero “densificare la città”. Torino in questo si affianca a Milano, che, con il nuovo Piano di Governo del Territorio, intende sostituire il Piano Regolatore, ritenuto ormai strumento superato, come pure si ritiene antiquata la Legge Urbanistica Nazionale del 1942. Si propone di conseguenza un modello di città più denso e più compatto, all’interno del quale trovano spazio soprattutto “edifici a torre”, con il pretesto che così si lasciano libere aree per realizzare i servizi, difficilmente reperibili se non spingendo verso la crescita in altezza i nuovi edifici.
A Milano si intende affossare il Piano Regolatore del 1980, incrementare i volumi da costruire, favorire la crescita in altezza e soprattutto “densificare” la città, nelle zone ove più forti sono le reti di trasporto, attrarre nuova popolazione (oltre mezzo milione di abitanti in più), dare impulso all’attività edificatoria e rendere la città sempre più “competitiva” con altri sistemi urbani. In ambedue le città si propone sempre più di “costruire sul costruito”, incrementando i volumi, e riempire i temuti “vuoti urbani”. A Torino non si ha il coraggio di dire che il Piano Regolatore del 1995 è “superato”. In compenso si provvede a renderlo sempre più flessibile e aderente alle esigenze del mercato e alle richieste dei grandi operatori immobiliari, moltiplicando le “varianti parziali” (siamo felicemente giunti a quota 245!) ed i Programmi Integrati (PRIN) in variante al Piano. Si ritiene superata la dotazione di servizi prevista dalle leggi regionali e nazionali, e si pensa addirittura che alcune dotazioni di servizi (come il verde e i parchi) i cittadini dovrebbero andarseli a cercare fuori dalla città, perché al suo interno costa troppo sia realizzarli che mantenerli! Chiaramente alla base di tante scelte, nelle città come nei piccoli comuni, c’è anche la necessità di ridurre le spese (in ossequio ai patti di stabilità), soprattutto di quelle per investimento, e incrementare le entrate incamerando oneri di urbanizzazione con le concessioni edilizie (edilizia residenziale e commerciale). La finanza locale è dappertutto in crisi.Questa nuova ideologia urbanistica a Torino sta trovando la sua massima espressione in una grande Variante Strutturale al Piano Regolatore (la n. 200), che dovrebbe riguardare tutto il quadrante Nord-Est della città, in Barriera di Milano e in zona Vanchiglia-Regio Parco. Su Obiettivo Ambiente ne abbiamo già parlato più di un anno fa, allorchè fu votato dalla maggioranza del Consiglio Comunale di Torino il Documento Programmatico della Variante 200, sottoposto poi a osservazioni dei vari Enti territoriali titolati, e ad altre osservazioni nel pubblico interesse: tra queste le nostre osservazioni a nome delle Associazioni Ambientaliste, che ponevano molti dubbi e interrogativi su tale massiccia proposta di variante al Piano Regolatore, agganciata ad un’ipotesi di tracciato di Linea 2 della Metropolitana di Torino di dubbia utilità e di assai problematica finanziabilità in questi tempi di ristrettezze. La Linea 2 si aggancia a sua volta ad una proposta di interramento della storica ferrovia Torino-Ceres sotto corso Grosseto, con una pesantissima cantierizzazione ed un costo elevatissimo, e ad un’ipotesi di riorganizzazione del nodo ferroviario di Torino il cui modello di esercizio ed il relativo finanziamento dovrebbero collegarsi strettamente con la realizzazione della linea ad Alta Velocità Torino-Lione e dell’asse di corso Marche su tre livelli. C’è quindi di che dubitare sull’impianto stesso della Variante in questione.Ancor più vi è da dubitare sui meccanismi di “finanza creativa” sui quali si fonda la Variante: stiamo parlando della trasformazione di circa 1 milione di metri quadri, con la previsione di 25-30.000 nuovi abitanti che dovrebbero insediarsi nelle diverse aree di trasformazione, le quali si snoderebbero lungo il tracciato del primo segmento della Linea 2 di metropolitana, tutto “interno” alla città, salvo la generica previsione di una sua diramazione verso San Mauro e Settimo che, a nostro parere, avrebbe dovuto essere invece la scelta prioritaria. Il meccanismo “creativo” consiste nell’ipotizzare l’utilizzo di 450.000 mq. di Superficie Lorda di Pavimento che dovrebbero essere “generati” da aree di proprietà comunale o di prevedibile cessione al Comune, e che dovrebbero essere progressivamente immessi sul mercato delle nuove costruzioni nell’arco di un decennio attraverso una Società di Trasformazione Urbana (STU), di cui entrerebbero a far parte anche operatori finanziari e immobiliari, che emetterebbe delle azioni garantite da fondi immobiliari. La vendita di questi diritti edificatori di proprietà comunale da realizzarsi all’interno del territorio coinvolto dalla Variante dovrebbe poi in gran parte finanziare (per la quota di spettanza del Comune) anche la realizzazione del primo segmento di Linea 2 della Metropolitana, finanziare interventi di riqualificazione territoriale (una “strada parco” da realizzarsi sul solettone in cemento armato del tracciato ferroviario Gottardo-Sempione, e la sistemazione delle aree di superficie del Passante Ferroviario dalla Dora a corso Grosseto, il recupero del parco Sempione distrutto dai lavori del Passante, ecc. ecc.), e contribuire a ripianare una piccola parte dei vasti debiti dell’Amministrazione Comunale.Ci permettiamo di dubitare della credibilità dell’intera operazione, nell’attuale situazione del mercato finanziario e immobiliare, e di nutrire dubbi ancora più seri sull’opportunità di incrementare la capacità insediativa di questa parte di città dove esistono ancora significative aree libere e diverse piccole attività produttive e artigianali, il cui esodo verrebbe così incoraggiato. Con due provvedimenti che anticipano l’approvazione della Variante 200 (il cui iter sarà ancora lungo) vedremo partire la realizzazione di due centri commerciali e nuovi quartieri di edilizia residenziale, con edifici “a torre”, al posto di attività produttive in fase di dismissione. Essendo la popolazione di Torino sostanzialmente stazionaria da qualche anno (908.000 abitanti), non è chiaro a quale fabbisogno abitativo sarà rivolta la costruzione di nuova edilizia residenziale.Intanto i servizi, i trasporti pubblici, la riqualificazione degli spazi pubblici, del verde e del Parco Sempione distrutto dai cantieri aspetteranno invece anni prima di essere avviati. E subentreranno, qui come altrove (vedi sempre a Torino il caso di Spina 3) rilevanti problemi di bonifica nelle aree industriali dismesse. Ma intanto si sarà “densificata” la città e si saranno incamerati oneri di urbanizzazione. La Linea 2 (costo stimato, di certo dilatabile, 636 milioni di Euro) della Metropolitana, che dovrebbe sotto passare tutto il centro storico aspetterà finanziatori improbabili e fondi statali e regionali ben lontani dai nostri orizzonti.


* Pro Natura

domenica 19 dicembre 2010

Piero Fassino scende in campo per il PD come Sindaco di Torino. di Giorgio Diaferia


Dopo Giorgio Ardito ( ex ATC), Roberto Placido e Davide Gariglio, mentre di Roberto Tricarico si sono perse le tracce... il PD cala un nuovo nome, un vero Asso, per l'elezione del Sindaco di Torino. Piero Fassino, di Avigliana già Ministro e già sottosegretario,sponsorizzato dal sindaco uscente Sergio Chiamparino e dai vertici ex P.C.I. del P.D. Dunque le primarie si faranno, ( si,no, forse) pare il 27 Febbraio ( a meno di 3 mesi dalle elezioni) magari ancora con qualche nuovo nome ad esempio quello della Presidente della Quinta Circoscrizione di Torino Paola Bragantini, un volto giovane e nuovo ed una politica grintosa. Chissà! Ma come la prenderanno i Terzo Polisti? e cosa faranno i partiti della sinistra PRC e SEL? Candideranno Ariaudo o Passoni ? Ricordo che alle elezioni del Sindaco, si vota su 2 turni mentre per le elezioni in Circoscrizione si vota su un turno solo. Ed allora potrebbero esserci strategie differenziate per Comune e Circoscrizioni (che sono rimaste 10 anzichè 5)Sul fronte del centro destra il nome al momento più accreditato è quello di Agostino Ghiglia. Nel caso di un Ghiglia, in verità più giovane, contro Fassino potremmo dire che c'è una sorta di ritorno al passato tra due esponenti della destra e della sinistra. In 10 anni di governo Chiamparino non sono emerse nuove forze giovani, modello rottamatori alla Renzi? Restano poi gli ecologisti non SEL. Interessante sapere se appoggeranno il Movimento 5 Stelle, di cui è pronosticabile un buon risultato elettorale, forse addirittura superiore alle recenti elezioni Regionali oppure se correranno in tanti partitini da 0.% o se si asterranno ( cosa gravissima). C'è dunque una vera e propria autostrada al Centro e forse il Terzo Polo, con un candidato forte e credibile alla Profumo, per capirsi potrebbe fare il botto. Ne vedremo delle belle!

sabato 18 dicembre 2010

28-29 Gennaio 2011 Riunione Ecologisti di Massimo Marino


Il Gruppo Cinque Terre continua a operare affinchè il 28-29 gennaio si svolga un confronto di due giorni fra tutti i soggetti organizzati nazionali e locali, nell'ambito, il più largo possibile, di coloro che, sinteticamente, possiamo iscrivere nell'area della cultura e delle forze ecologiste e civiche, delle reti, dei gruppi e comitati esterni al sistema tradizionale dei partiti, compreso Grillo e l'area del Movimento 5 Stelle (che potremmo chiamare "ecologisti, civici, anticasta" ).Quindi intendiamo tutti coloro che abbiano idee o proposte o progetti nella direzione di avviare una trasformazione del paese, del suo modello economico, del suo sistema corrutivo e mafioso, contro la restrizione delle libertà e dei diritti che lo permea, nella direzione di una società orientata ad una transizione verso una Italia nuova, con un nuovo e diverso modello economico e di rapporti sociali e umani basati su giustizia, qualità della vita, rispetto e dignità delle persone e del lavoro, convivenza e tolleranza.
Nella nostra impostazione, che è comune ad altri, i copromotori del Conclave, sono, alla pari e con pari dignità di organizzazione e di intervento, tutti coloro che condividono l'utilità del confronto in cui ognuno esprime, in piena libertà, le proprie idee e proposte. Con impegno stiamo mantenendo rigidamente, per quanto nel nostro piccolo ruolo possiamo , questa impostazione, che dà a tutti pari dignità e ruolo.Al momento c'è la possibilità che i promotori diventino un lunghissimo elenco di realtà, molto diverse. Il GCT, che ha proposto il Conclave in diversi appuntamenti nazionali ( Bologna/Costituente Ecologista – Firenze/Il Sogno – altri ) sostiene questa impostazione. Ci sembra un importante occasione storica per tutti per esprimere le proprie idee. Nell'ambito dell' area indicata, non sarà, non deve essere escluso nessuno, tranne chi deciderà di escludersi. La partecipazione, ovviamente, preventivamente non impegna nessuno a nulla, se non a confrontarsi con altri.Aggiungo personalmente che deve essere chiaro a tutti che, nel caso si arrivi ad una scadenza elettorale nazionale, nessuna delle forze indicate, dalle minori a quelle più rilevanti, sembra essere in grado da sola, neppure tecnicamente, se ne avesse l’intenzione, di essere presente e quindi di consentire a quella parte di Italia che lo vuole, di potersi esprimere.
Aspettiamo con speranza che i diversi soggetti coinvolti definiscano le procedure, l'interesse, la disponibilità, l'eventuale intenzione di essere copromotori. dell'iniziativa.

Massimo Marino

Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare:


Comunicato stampa

Martedì 21 dicembre alle ore 11.00 consegna delle oltre 50mila firme raccolte a sostegno della pdl di iniziativa popolare.
Poi, alle ore 12.00, conferenza stampa del Comitato presso la redazione di Paneacqua
Martedì 21 dicembre alle ore 11.00 i promotori della raccolta di firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”, che contiene anche il no al nucleare, consegneranno i moduli con le firme raccolte alla Camera dei Deputati.
L’adesione dei cittadini è andata oltre le aspettative. Le firme raccolte sono Ben oltre le 50.000 necessarie per la presentazione della proposta.
A questa iniziativa hanno contribuito organizzazioni ambientaliste, Cgil, Arci, Fiom, Spi-Cgil, Fp-Cgil, Ecodem, Verdi, Federazione della sinistra, SEL, PD, Ecodem, IdV, personalità del mondo ambientalista, dell’Università, del mondo scientifico.
Martedi 21 alle ore 12.00 si svolgerà una conferenza stampa del Comitato promotore presso la sede della redazione di Pane Acqua in via della Colonna Antonina n°41 a Roma.

martedì 14 dicembre 2010

Vittime dei bombardamenti Proposta alla Circoscrizione 5 di Mauro Maffione


L’ 8 dicembre, Festa dell’Immacolata, è stato ricordato il 68° anniversario del tragico bombardamento che colpì la chiesa Madonna di Campagna ( via Cardinal Massaia 98) nel 1942. Costò la vita a 64 persone: 5 padri cappuccini fra cui il parroco padre Francesco Capello e 59 civili.Erano passate da poco le 21 quando l’aviazione inglese scaricò su Torino un’enorme quantità di bombe. Il frastuono era assordante.Due ordigni colpirono la chiesa, uno sul portale, l’altro all’altezza dell’altare maggiore.In quel periodo di bombardamento si discuteva continuamente sulla validità dei rifugi antiaerei dislocati nel territorio.
Padre Capello e padre Celestino avevano offerto la possibilità di recarsi nei sotterranei della chiesa in caso di allarme. Alcuni ritenevano che fossero solidi, altri ne erano meno convinti.Quando dopo il bombardamento giunsero i primi soccorritori si trovarono di fronte a uno spettacolo impressionante. Un enorme cumulo di macerie. Iniziarono subito a scavare per recuperare i morti, 6 dei quali rimasero senza nome. Oggi è ancora in vita il sig. Alberto che in quella tragica notte perse la nonna e sorellina. Il padre di chi firma questo breve ricordo partecipò alle operazioni di recupero.
L’evento eccezionale fu che il campanile rimase in piedi in mezzo alle macerie e che l’effige della Madonnina rimase intatta. Questa effige è tuttora visibile sull’altare delicato alla Madonna all’interno della chiesa.
Qualche anno fa precisamente nell’ottobre del 2006 padre Mario Durando ( parroco di allora ) si rivolse al presidente della Circoscrizione V° Pier Paolo Maza, proponendogli di attivarsi in Comune per intitolare il giardino situato in via Sospello ang. Via Saorgio alle vittime dell’8 dicembre 1942.
Nel mese d’ottobre di quest’anno il sottoscritto ha inviato all’attuale presidente di Circoscrizione V°, Paola Bragantini, una fotocopia della lettera firmata da padre Durando del 2006, sollecitando la Bragantini a portare avanti la richiesta presso gli uffici della toponomastica del Comune.
Speriamo che tale intitolazione possa avvenire in tempi brevi.
La guerra non è solo assenza di pace, è assenza di amore e rispetto degli altri.
Il nostro ricordo va alle 64 vittime del bombardamento e a tutte le vittime di tutte le guerre di ieri e di oggi.

lunedì 13 dicembre 2010

COMUNICATO STAMPA




L'associazione ambientalista VAS (Associazione Verdi Ambiente e Società
onlus) con il Presidente nazionale Sen. Guido Pollice e l'avvocato Vincenz Enrichens ha annunciato di volersi costituire parte civile per danno ambientale nel procedimento in corso per l'abbattimento di alberi in strada Moncalvo e
invita anche l'amministrazione comunale a fare altrettanto.
E' quanto ha dichiarato il vice presidente VAS Piemonte Soldo Antonio che ha
chiesto la sospensione del PRGC nell'area collinare in attesa che esso sia
meglio normato a tutela di un habitat naturalistico unico.
"Non è la prima volta - dice Antonio Soldo - che ci troviamo di fronte a
spettacoli che aprono gli occhi dei residenti, e non solo, sul rischio che
l'edificazione delle nuove aree possa mettere a repentaglio la stabilità di un territorio fragile.
Gli eventi climatici si sono modificati nel tempo e il clima meno temperato
incide più fortemente sul territorio con piogge a forte
intensità che provocano frane per incapacità di assorbimento e drenaggio del
terreno Il gruppo consiliare di "Europa ecologia - Verdi Civica" aveva già sollevato
il problema con una interrogazione consiliare.
"Un nuovo PRGC non è al momento possibile? - continua Antonio Soldo - Bene,
noi ambientalisti proponiamo cautela e nuove norme nel
rispetto dell'art 9 della Costituzione Italiana sulla Tutela del Paesaggio
della Nazione.Moncalieri, se di ambiente vogliamo parlare, per le attività a mitigazione del rischio idrogeologico ha ottenuto l'insufficienza
nell'ottobre 2010, con voto 3emezzo, anche da Legambiente e non ha ancora
aderito al Patto dei Sindaci per l'Ambiente. Potrebbe essere irrilevante se
questa Città non avesse subito eventi alluvionali straordinari di cui due solo negli ultimi 10 anni!Il passato deve essere un monito per il presente, che è già futuro, ed ha responsabilità più pregnanti delle colpe del passato perchè è messo in
condizione di sapere.In collaborazione con il Comune, con Lo Sportello Energia, ci siamo attivati per fornire i consigli necessari a privato e pubblico;
cittadini , enti ed imprese perchè la Città deve riprendere in mano il
proprio destino.Politiche di dismissioni e compensazioni, conferenze di servizi,
incentivi per ristrutturarazioni e disincentivi o divieti per aree vergini,
agibilità delle aree golenali, delocalizzazioni ecc, queste le proposte di cui ci
piacerebbe parlare."

DISSECCANTI SULLE STRADE A NOVEMBRE QUANDO L'ERBA NON CRESCE E I BATTERI DORMONO... E NOI CE LI BEVIAMO E MANGIAMO... di Giuseppe Altieri


E' necessario denunciare alle procure chi si è permesso di disseccare col glifosate tutte le strade del Regno colonia di Monsanto... chiamata Italia, con il Porgetto denominato addirittura "Polline sicuro"... che ammazza "sicuramente" le Api ...e i cittadini.Gestito dall'ANAS e dalle Province (con pochi sindaci a fare le ordinanze di divieto).Il Pordotto è importato dal Belgio
e il pesticida si è accumulato nelle acque potabili di mezza italia (Fonte ISPRA e ARPA) e induce linfoma non hodgkin (Ricerca autorevole svedese) e aborti tardivi... non è biodegradabile e per questo la Monsanto ha pagato una multa salatissima in Francia per pubblicità menzognera...
e in Italia... cosa aspettiamo a denunciarli alle procure?
Il disseccante, usato a man bassa soprattutto in agricoltura, contiene coformulanti segretati per brevetto... ancora più tossici del principio cosiddetto attivo... qualcuno sospetta che nel glifosate si nascondano le migliaia di tonnellate di diossina avanzate dall'agente orange del vietnam... almeno indaghiamo, o no?
prima di morire tutti, lo facciamo un'esposto per avviare le indagini?
o ci accontentiamo di un parere negativo del povero Tiberti di European Consumers?
lo volgiamo aiutare presidente Marinelli?
mi pare che lei sia anche un avvocato...
A proposito, stavo dimenticando
il Glifosate è inserito nei disciplinari di Agricoltura Integrata, con cui si erogano addirittura contributi agli agricoltori che lo usano, insieme a tantissimi pesticidi... (programmi Agroambientali con Pagamenti quinquennali dei PSR regionali 2007-2013, ndr), togliendoli agli agricoltori biologici...
Fermiamo lo scempio dei Pagamenti Agroambientali per l'Agricoltura Integrata nella chimica Fermiamo i venditori indisturbati di Pesticidi chimici di sintesi
Conviene anche a loro vendere prodotti per l'Agricoltura Biologica
ci guadagnerebbero molto di più...
Per la Cronaca è stata appena irrorata la Flaminia presso Spoleto-Foligno e verso Roma... a novembre visto che in Inverno l'erba non cresce...
e i batteri dormano per il freddo
mentre le piogge portano tutto il glifosate e i suoi coformulanti nelle acque potabili e superficiali per uso irriguo
buon appetito
e non preoccupatevi se qualche rutto brucia un pò troppo...
...ora sapete perchè.
Io mi arrampico sul Monte Martano a 900 metri e mi abbevero con le vacche locali a una fonte pulita a 5 minuti da casa
Sto pensando a voi e i vostri figli...
saluti cari
Giuseppe Altieri e mail agernova@libero.it

domenica 12 dicembre 2010

La Regione lancia il ticket: “E’ una risorsa turistica” Meno vincoli per attirare i cacciatori da fuori !


La filosofia che ispira la riforma della legge regionale sulla caccia è semplice: il patrimonio faunistico viene considerato come una risorsa economica e l’attività venatoria diventa uno strumento per promuovere i territori ma anche per fare cassa. E così il Piemonte sarà la prima regione d’Italia a introdurre un ticket che darà il diritto di sparare all’interno dei parchi regionali e nelle altre aree protette a cervi, cinghiali e altri ungulati. E potranno farlo pure i cacciatori che arrivano da fuori Piemonte, anche se il diritto di caccia è limitato alle specie in sovrannumero.È questa una delle principali novità della proposta di legge illustrata ieri dall’assessore all’Agricoltura e alla Caccia, Claudio Sacchetto (Lega Nord), e dal presidente della terza commissione del Consiglio regionale, Gianluca Vignale (Pdl). «Si tratta - spiegano - di un testo innovativo in grado di soddisfare da una parte le richieste dei cacciatori e dall’altra di promuovere e valorizzare l’attività venatoria come risorsa per il territorio».Le aree protette La proposta di legge ammette l’intervento dei cacciatori nei piani di contenimento all’interno dei parchi attraverso il pagamento di un ticket. Saranno i singoli enti gestori dei parchi regionali a decidere l’ammontare dell’onere richiesto ai cacciatori in base anche alla storia (La Mandria a esempio era la riserva di caccia dei Savoia) e al capo abbattuto. Il provvedimento non interessa il Gran Paradiso e l’area protetta della Val Grande, oasi tutelata a livello nazionale.Via libera alla radio La proposta di legge - il centrodestra chiederà alla conferenza dei capigruppo di indicarla tra le priorità da approvare in Consiglio regionale - cancella alcuni vincoli logistici ed operativi e «semplifica l’esercizio della caccia in conformità con la normativa nazionale». Si va dall’abolizione del divieto di utilizzo della radio all’ampliamento dei periodi previsti per l’immissione di esemplari di fauna selvatica, dall’inserimento di nuove specie tra quelle cacciabili (come la gallinella d’acqua e l’allodola) all’aumento delle specie cacciabili e dei carnieri giornalieri e stagionali.I recinti di sparo Si tratta dell’allestimento di aree riservate che oltre a rispondere ad un’esigenza particolarmente sentita dal mondo venatorio e della cinofilia garantirà ricadute economiche non solo alle aziende agricole che le gestiranno, ma anche all’intero settore turistico-ricettivo.
Più giorni per cacciare Le giornate di caccia per il prelievo selettivo degli ungulati passano da due a tre e saranno distribuite durante l’arco della settimana per incentivare il cacciatore alla consegna dei capi abbattuti e favorire il completamento dei piani di abbattimento selettivi e numerici allo stato attuale difficilmente raggiungibili. Il turismo venatorio La proposta di legge assegna alla giunta regionale il compito di disciplinare l’ammissione di cacciatori residenti in altre regioni per coprire i numerosi posti ancora disponibili e incrementare le entrate degli ambienti territoriali di caccia e dei comprensori alpini, «favorendo così il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole».

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, potrebbe essere la sintesi dello “scudo fiscale”. di Alfiero Grandi


Come è noto lo “scudo fiscale” è il provvedimento di legge, voluto dal Governo Berlusconi, che ha consentito a chi in passato aveva esportato illegalmente capitali all’estero di farli rientrare in Italia - o semplicemente di ripulirli pur lasciandoli all’estero - a prezzi da saldo di fine stagione.
Un provvedimento di questa natura è una vergogna inaccettabile per ragioni etiche e di equità fiscale, inoltre è una rinuncia ad ingenti entrate dello Stato proprio quando ce n’è più bisogno. Tuttavia lo scudo fiscale anche nel merito sembra meno solido di quanto promesso agli esportatori di capitali per convincerli a fare rientrare i quattrini.La penale per mettere una pietra tombale sul passato è stata stabilita in un ridicolo 5 per cento. Altri paesi per provvedimenti analoghi hanno fatto pagare fino al 40 %, quindi il provvedimento del Governo Berlusconi ha avuto una convenienza incredibile.Per di più lo “scudo fiscale” è stato concepito in modo da diventare un condono per alcuni reati come quelli di bilancio e di fatto una depenalizzazione dei reati penali perché per poter stabilire che sono stati commessi si dovrebbe indagare proprio partendo dalle frodi fiscali e di bilancio, cosa esclusa dallo scudo fiscale.Per questo chi si occupa di lotta alla criminalità ha giustamente criticato questo provvedimento. Infatti la criminalità organizzata ha avuto un’occasione imperdibile per ripulire guadagni illeciti e insieme per far sparire le prove di reati da cui si poteva risalire ai più gravi reati di criminalità organizzata.Lo Stato ha perso un’occasione importante per fare chiarezza su comportamenti illeciti e fare passi avanti contro la criminalità organizzata. Quando Maroni fa dichiarazioni un tantino tronfie sui beni sequestrati alla criminalità organizzata dovrebbe conteggiare anche quanti capitali sono stati ripuliti con lo scudo fiscale e forse avrebbe una sorpresa. Il Governo Berlusconi si è accontentato del classico piatto di lenticchie: pochi miliardi di euro (5,5) una tantum mentre i circa 270.000 responsabili di esportazione illegale di capitali, che hanno utilizzato lo scudo fiscale, si sono tenuti ben stretti 100 miliardi di euro.
Ma il diavolo non ha fatto il coperchio, infatti l’Unione Europea ha sollevato il problema dell’IVA che essendo imposta europea non può essere condonata. Lo scudo fiscale invece ha deciso che anche l’IVA rientrava nel forfait a prezzo di favore per gli esportatori di capitali, ma l’Unione Europea ha rotto le uova nel paniere e ha avviato la procedura per mettere in mora la legge italiana su questo punto.
Per evitare questa messa in mora l’Agenzia delle Entrate ha inviato una lettera a Bruxelles spiegando con un equilibrismo da funabolo che lo scudo vale ma certo l’IVA non si tocca. Quindi, in sostanza, lo scudo vale per tutto il resto ma non per l’IVA. L’Agenzia delle Entrate chiarisce nella lettera inviata a Bruxelles che se l’accertamento fiscale dovesse concludere che c’è stata evasione di IVA lo Stato italiano si impegnerà a garantire il ristorno all’Europa e quindi a chiedere il maltolto agli evasori.In conclusione il salvacondotto ottenuto con lo scudo fiscale vale ma solo fino a un certo punto. Certo occorre che vi sia un accertamento fiscale sull’evasione dell’IVA, ma se c’è occorre procedere perché l’IVA è imposta europea e non si può condonare.Ovviamente c’è una doppia verità. Agli evasori si fa capire che tanto gli accertamenti non ci saranno e a Bruxelles che se dovessero esserci e accertare l’evasione lo Stato italiano procederebbe a riscuotere le somme dovute: scudo o non scudo.La questione non è di poco conto. Non è facile dire quanto di queste somme esportate all’estero potrebbero derivare da evasione dell’IVA. Certamente una parte importante perché per evadere la dichiarazione dei redditi personale o aziendale occorre che vi siano entrate non dichiarate, quindi in nero e spese gonfiate e spesso anche bugie nei bilanci. Quindi una campagna seria di controlli sull’evasione dell’IVA avrebbe buone possibilità di recuperare all’imposizione almeno una parte delle somme esportate illegalmente e condonate a condizioni eccessivamente favorevoli. Se anche solo la metà dei 100 miliardi derivasse da evasione IVA lo Stato potrebbe incassare 10 miliardi. E’ una cifra che oggi sarebbe molto utile per le finanze del nostro paese. A questo punto il problema è solo politico.
Un nuovo Governo potrebbe invertire la rotta e indicare all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza il compito di perseguire prioritariamente l’evasione dell’IVA, a partire da quanti hanno fatto ricorso allo scudo fiscale, con la certezza di ottenere risultati sostanziosi per le entrate pubbliche, estremamente utili in questa difficile fase economica. Così lo scudo fiscale potrebbe diventare un poco meno iniquo.

PER LE 7 VITTIME THYSSENKRUPP


Su richiesta dei familiari delle sette vittime del rogo alla ThyssenKrupp di Torino del 6 dicembre 2007, Sicurezza e Lavoro, periodico per la promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, condivide e inoltra ai media e ai rappresentanti delle istituzioni una lettera aperta scritta dai parenti degli operai uccisi nell’incendio e da Antonio Boccuzzi, ex operaio sopravvissuto al disastro, per invitare istituzioni, cittadini e lavoratori a intervenire all’udienza del processo penale di martedì 14 dicembre p.v. alle ore 9.00 al Palagiustizia di Torino. In tale udienza il Pubblico Ministero Raffaele Guariniello formulerà la richiesta di condanna ai vertici della multinazionale tedesca.
I sette ragazzi della ThyssenKrupp di Torino

INVITO DEI FAMILIARI DELLE 7 VITTIME THYSSENKRUPP
Grazie a tutti coloro che ci sono stati vicini, oggi come tre anni fa, nel dolore della perdita dei nostri cari nell’incendio della ThyssenKrupp.
Vi chiediamo ancora di fare sentire la vostra voce e la vostra solidarietà partecipando all’udienza di martedì prossimo (14 dicembre, ore 9.00, Palagiustizia di Torino). Finalmente verrà quantificata la pena che merita chi ci ha portato via i nostri ragazzi, chi ha permesso che sette lavoratori morissero nel modo più atroce e terribile.
Chiediamo ai rappresentanti delle istituzioni, che ci hanno sostenuto anche nella recente Settimana della Sicurezza, e ai cittadini, torinesi e non, di sedersi al nostro fianco nella Maxi-Aula del Palagiustizia di Torino. Perché la nostra vita si è interrotta quella notte, e ora vogliamo giustizia. E non vogliamo che quello che è accaduto in quella maledetta fabbrica debba più succedere ad altri.
Aiutateci ad ottenere giustizia, aiutateci a far diminuire le morti, gli infortuni e le malattie sul lavoro.
Torino, 12 dicembre 2010
FIRMATO: I FAMILIARI DELLE 7 VITTIME e ANTONIO BOCCUZZI

sabato 11 dicembre 2010

Ma lo sapevate che....... Di: Giorgio Diaferia |


L'aria delle nostre citttà è sempre più inquinata. E' ora di decidersi ad utilizzare solo più i mezzi pubblici, possibilmente elettrificati che non fanno rumore e non inquinano l'aria. E' di questi giorni la notizia che l'aria nelle Metropolitane è 10 volte più inquinata di quella di superficie e ben sappiamo i problemi che si sono riscontrati nella stazione di Porta Susa della Linea 1 del Metrò Torinese. I bollettini sullo stato di inquinamento dell'aria che respiriamo sono quasi costantemente con valori al di sopra della norma, specie per quanto concerne il PM10 ed anche le particelle più piccole da 2.5 ed 1 micron che possono raggiungere le vie più piccole e profonde del nostro albero respiratorio. Ma il danno non è solo ai Polmoni, studi più o meno recenti hanno anche chiarito il danno ischemico che porta inevitabilmente ad un incremento dei rischi di Ictus cerebri e di Infarto Miocardico.amianto-morteLa paura è sul danno cellulare che gli inquinanti possono provocare, con alterazioni al sistema neuroendocrino e modificazioni nella trascrizione del DNA ed un chiaro incremento del rischio di Tumori. Occorre coraggio da parte degli amministratori pubblici perchè la tutela della salute deve venire prima di tutto. Attenzione va poi posta anche a quel che mangiamo, intendendo in questo breve articolo parlare della contaminazione atmosferica del cibo e dell'acqua. Si vive di più ma non si vive meglio!

GREENPEACE E ISDE: DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI GRAVI EFFETTI SULLA SALUTE UMANA


ROMA, 06.12.2010 - Mentre i negoziati sul clima a Cancun procedono a rilento, Greenpeace e ISDE (Associazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente) nel rapporto “Si salvi chi può” confermano oggi i gravi effetti sanitari causati dai cambiamenti climatici in corso: aumento di malattie da inquinamento atmosferico, eventi meteorologici estremi quali le “ondate di calore, cambiamenti nella geografia delle malattie infettive e delle parassitosi, perdita della biodiversità.
«I dati confermano che la mortalità umana cresce del 3% per ogni grado di aumento della temperatura terrestre – afferma Roberto Romizi, presidente di ISDE Italia - I cambiamenti climatici rappresentano un problema planetario e le conseguenze riguardano anche la vita quotidiana di ciascuno di noi».
La concentrazione di CO2 in atmosfera è salita da 300 ppm (parti per milione) del 1908 a 389 ppm nel 2010. Il ritmo di crescita 1980-2008 è risultato di 1,6 ppm all’anno ed è stato stimato che con il ritmo attuale (1,9 ppm/anno, media 1995-2005) la CO2 potrà raggiungere in circa trenta anni la soglia delle 450 ppm, limite fissato a Copenaghen per contenere i disastri a un livello accettabile.
Ci aspetta un aumento degli eventi meteorologici estremi quali le “ondate di calore” che quest’estate hanno innescato gli incendi in Russia e nell’agosto 2003 hanno causato in Europa oltre 52.000 morti, dei quali 18.000 in Italia. «Chi a Cancun lavora contro un nuovo Accordo vincolante per la riduzione delle emissioni – sostiene Domenico Belli, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace - è semplicemente complice di queste stragi».
Il rapporto evidenzia uno degli aspetti più sottovalutati quando si parla di effetto serra: l’aumento di malattie da inquinamento atmosferico dovute all’interazione tra aumento di temperatura e inquinamento dell’aria. Il risultato è un aumento esponenziale, anche in Italia, dell’incidenza di allergie e malattie respiratorie specie nelle fasce della popolazione più esposte, bambini e anziani in primis.
La biodiversità è un’altra vittima dell'aumento della temperatura: solo in Italia negli ultimi 25 anni si sono dimezzate le specie degli uccelli tipici dell’ambiente agricolo - allodole e rondini in particolare - e sono a rischio dal 47,5% al 68,4% delle specie di vertebrati, il 66% di quelle di anfibi e circa il 15% delle piante superiori e il 40% di quelle inferiori. Di fatto, siamo già in un periodo di “estinzioni di massa”, come quello che portò alla fine dell’epoca dei dinosauri nel giurassico.Lo studio ricorda poi come il cambiamento climatico stia modificando la geografia delle malattie infettive e delle parassitosi. Un tipico esempio è costituito dalla comparsa della zanzara tigre (Aedes albopictus) nelle zone climatiche temperate: oltre alle fastidiosissime punture, la zanzara tigre ha già provocato in Italia la trasmissione di malattie infettive. L’insetto, originario dell’Asia sud-orientale, per lungo tempo si è mantenuto stanziale in una fascia compresa tra il 40° parallelo nord e il 10° parallelo. Nell’ultimo cinquantennio la sua area si è estesa verso est, fino alle Hawaii e alle isole del sud-Pacifico. In Europa, la zanzara tigre è stata segnalata prima in Albania, poi in Italia nei primi anni ’90 dove è giunta in Veneto trasportata con pneumatici usati importati dagli Usa per essere rigenerati.
«Il tempo delle attese e dei tentennamenti è finito. È necessaria – conclude Belli - un’azione forte e decisa per tagliare drasticamente le emissioni di gas serra e “mettere in sicurezza” gli ecosistemi del Pianeta, ad esempio tutelando le ultime grandi foreste e creando ampie Riserve Marine».
Il rapporto “si salvi chi può”:
http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/clima-impatti-salute
Contatti:
Ufficio stampa Greenpeace +39 06 68136061 (int.211 - 203 - 239)
Domenico Belli, resp. campagna Energia e Clima 338.2603095
Maria Carla Giugliano, addetta stampa 348.3988615

Lettera aperta a Roberto Saviano C’E’ CHI E STANCO DI NAPOLI, NOI SIAMO STANCHI DELLE MENZOGNE SU NAPOLI


Caro Roberto Saviano
mi chiamo Raphael Rossi, non ci siamo mai conosciuti ma ti sono debitore perché, con il tuo monologo sulla “macchina del fango” hai svelato e messo a nudo un meccanismo di cui sfortunatamente ho subito anche io gli effetti. Una macchina che si è infatti messa in moto da quando si è saputo che la mia denuncia era all’origine dell’inchiesta della Procura di Torino che ha portato all’arresto ed all’incriminazione di un personaggio politico (della stessa area politica in cui mi ero sempre riconosciuto) e dei vertici di un impresa che pensavano di poter “comprare” anche il sottoscritto per riuscire a sbloccare l’acquisto di un macchinario inutile (dal costo di 4,2 milioni di euro) per un impianto di trattamento dei rifiuti a servizio dell’AMIAT, l’azienda pubblica di raccolta rifiuti della Città di Torino. L’insofferenza nei miei confronti si è manifestata in vari modi ma l’amarezza più grande l’ho provata quando una figura politica locale, dopo aver definito la vicenda “insignificante”, ha avuto perfino il coraggio di invitarmi a smettere di parlare con i giornalisti della vicenda poiché sto procurando un danno all’immagine dell’amministrazione comunale. Ma il motivo per cui ti scrivo non è però solo per ringraziarti. Ti scrivo perché mi ha molto colpito il modo in cui la maggior parte dei mass-media, a mio giudizio, è riuscita a stravolgere le reali responsabilità in merito all’emergenza rifiuti nella tua città natale. Un sondaggio di “Donna Moderna”, ad esempio, chiedeva di chi fosse, la colpa del permanere dei rifiuti per strada a Napoli. La risposta è stata nell'ordine:
1) dei cittadini napoletani per il 44 % degli intervistati;
2) della camorra per il 30 %;
3) dello stato per il 26 %.

A questo sondaggio è seguita la pubblicazione di una lettera di una signora di Avellino in cui si scriveva “In Campania siamo stanchi di Napoli. Da gennaio tutte le province della regione avrebbero dovuto avviare la provincializzazione della gestione dei rifiuti… A Napoli città, invece, la percentuale di raccolta differenziata in certe zone è zero. E non mi venite a fare il discorso della criminalità (c’è ovunque). Cari napoletani siamo stanchi: della vostra arroganza, del vostro vittimismo, della vostra inciviltà e del vostro menefreghismo. Non saremo solidali, non più!”
A mio giudizio quanto è emerso dal sondaggio e quanto ha scritto la signora di Avellino dimostra inequivocabilmente che i principali mass-media sono riusciti a ribaltare completamente le responsabilità del disastro principalmente sui cittadini napoletani e sulla camorra mentre al contrario, secondo quanto emerge dalle indagini della Procura di Napoli , della Corte dei Conti e dal libro "Ecoballe" dell’Ing. Paolo Rabitti , la responsabilità della mancata corretta gestione e costruzione degli impianti di trattamento e recupero dei rifiuti urbani in Campania dipende principalmente dalla sistematica violazione delle norme contrattuali da parte di una multinazionale (Impregilo International Infrastructures con sede ad Amsterdam che controlla il principale gruppo italiano nel settore delle costruzioni, Impregilo SpA con sede a Sesto San Giovanni) che si è giovata della mancata vigilanza e del concorso dei vertici dell’Alto Commissariato per l’emergenza rifiuti secondo quanto rilevato dalla Procura di Napoli che ha poi rinviato a giudizio i vertici di questa società e dell’Alto commissariato .
Risulta quindi veramente paradossale (ma assolutamente funzionale al perpetuarsi dello scandalo) che lo "Stato" sia stato praticamente assolto dal 74 % degli intervistati. Lo stesso Stato che continua a raccontarci che “..Dietro le proteste contro l'apertura della discarica di Cava Vitiello a Terzigno c'è la presenza della camorra che ''soffia sul fuoco'' per alimentarle." mentre proprio i magistrati hanno chiarito che la camorra ha interesse ad aprire le discariche, non il contrario . La tesi delle presunte infiltrazione della Camorra nelle proteste contro le discariche pare anche a me solo un alibi per giustificare le ripetute violazione di tutte le norme stabilite dal'Unione Europea (in primis relativamente allo smaltimento ormai fuori legge del rifiuto urbano tal quale non pretrattato).
Per quanto riguarda quelli che vengono spesso indicati come i principali responsabili del disastro (cioè i cittadini napoletani) se qualcuno pensa che i napoletani siano incapaci o recalcitranti a differenziare i propri rifiuti, posso invece testimoniare che, in base all’esperienza mia e dei miei colleghi dell’Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti (E.S.P.E.R.) quali consulenti di ASIA per l'avvio del sistema porta a porta nel primo quartieri di Napoli durante secondo semestre del 2008 (a partire da Colli Aminei e poi a Bagnoli, Rione Alto, Chiaiano, Ponticelli ecc.), è vero esattamente il contrario.
Io mi ero trasferito a Napoli in quel periodo e posso testimoniare che cittadini di quei quartieri hanno dimostrato una disponibilità veramente straordinaria ed una gran voglia di scrollarsi di dosso l'etichetta di persone refrattarie ai comportamenti civili e responsabili. Nemmeno a Trento o a Roma (dove pure abbiamo supportato l’avvio della raccolta differenziata porta a porta spinta in lacuni quartieri superando il 70 % di RD) non avevamo visto la gente scendere in strada per applaudire quando venivano rimossi i cassonetti stradali contagiando, con il loro entusiasmo, anche gli operatori ecologici di ASIA. I tecnici e gli operatori ecologici coinvolti avevano infatti lavorato senza sosta mentre l'azienda veniva quotidianamente attaccata da Berlusconi, da Bertolaso e perfino dall’Assessore regionale all’ambiente della Giunta Bassolino, Walter Ganapini. I quartieri coinvolti da tale sistema avevano raggiunto stabilmente livelli di raccolta differenziata da primato a livello nazionale per quanto riguarda le grandi metropoli: Bagnoli l’80% di RD, Colli Aminei 69%, Rione Alto 66%, Chiaiano 72%, Ponticelli 64%, San Giovanni a Teduccio 58% . L’altissima qualità dei materiali differenziati porta a porta (mentre nel resto di Napoli la raccolta differenziata intercettata con i cassonetti stradali risulta molto contaminata da impurità) è stata inoltre l’ulteriore dimostrazione della convinta adesione dei cittadini dei quartieri coinvolti e l’88 % dei cittadini intervistati ha poi dichiarato di voler mantenere il nuovo modello di raccolta anche in base ad indagini indipendenti di WWF e GreenPeace, rilevate dall’Osservatorio sul PaP, avviato dalle due Associazioni. L’insieme dei quartieri già coinvolti dal sistema domiciliare a Napoli equivale, per popolazione, all’intera città di Salerno ma sui mass-media di questo vero “successo napoletano” non se ne doveva parlare poiché non andava rubato il palcoscenico agli unici veri "Eroi e salvatori dei napoletani" (cioè Berlusconi e Bertolaso). Ed infatti i fondi stanziati per gli investimenti necessari per l'ulteriore estensione del servizio sono stati bloccati e, anche a fronte di ripetute mancate raccolte nel 2010, il livello generale di RD ha cominciato a subire una flessione .
Tu hai scritto infatti una sacrosanta verità e cioè che "La spazzatura tornata nelle strade di Napoli sigla definitivamente il fallimento di un progetto, di un percorso, di una politica. Speriamo che queste verità, in grado di svelare definitivamente le tante menzogne spacciate come successi, possano innescare un percorso di cambiamento che se partisse dal Sud potrebbe davvero mutare il destino del paese " ed anche io vorrei solo contribuire umilmente a svelare le menzogne che ci vengono quotidianamente somministrate.


Raphael Rossi

Torino, 12 novembre 2010

Rifkin: uomo in pericolo per aumento temperatura Secondo scienziati +3 gradi entro fine secolo


FONTE ANSA.it > Scienza e medicina > News

ROMA - Anche l'uomo e' una specie in pericolo per i cambiamenti climatici. Lo ha detto Jeremy Rifkin, l'esperto Usa di energie rinnovabili e presidente di Foundation on Economic trends, in una videointervista all'ANSA in occasione del recente think tank promosso da 'Barilla Center for food and nutrition'. Noi umani, ha spiegato, viviamo della fotosintesi, e siamo l'0,5% della biomassa sulla Terra; ''siamo meno dell'1%, ma utilizziamo il 24% di tutta la fotosintesi del pianeta. E cio' e' insostenibile'' ha sottolineato.
Secondo gli scienziati, la temperatura aumentera' di tre gradi entro la fine secolo. Torneremo quindi alle temperature di tre milioni di anni fa quando l'uomo non esisteva. Per ogni grado Celsius in piu', ha precisato ancora Rifkin, ''l'atmosfera assorbe il 7% di precipitazioni; il che significa un sostanziale cambiamento climatico e del ciclo dell'acqua in particolare, a cui molti non si adattano. Siamo veramente preoccupati. I casi di siccita' registrati in California, ma anche in Russia e in Asia, significa meno raccolti, quando entro 30 anni con l'incremento demografico saremo 9 miliardi di persone. C'e' il rischio che si inneschi - avverte l'esperto - una guerra per il cibo. Una persona su sei dipende dai ghiacciai che si stanno sciogliendo, dalle Ande alle Alpi, un secolo prima di quanto previsto. Qualcosa deve cambiare in agricoltura. Ogni produttore dovrebbe essere in grado di sfruttare la terra, il biogas proveniente dagli animali, gli impianti dell'azienda agricola, per immagazzinare l'energia sotto forma di idrogeno, e poi essere connesso alla rete centrale per distribuire il surplus, a basso tasso di carbonio. Questa e' la nuova rivoluzione industriale, la terza, che coinvolge il settore energetico''.

venerdì 10 dicembre 2010

Gli ambientalisti del buongoverno


Associazione


Noi ci siamo impegnati nelle associazioni ambientaliste e nei comitati territoriali per portare la questione ecologica al centro della società; con il movimento verde, per portarla al centro della politica. La sensibilità ambientale, emersa negli anni ’60, si è poi affermata sulla scia delle crisi ecologiche, ed ha portato cambiamenti importanti nella società e nell’economia.

Oggi, l’ecologia politica in Italia appare stretta tra due alternative: l’inarrestabile declino di un partito minoritario, o un distratto interesse dei maggiori partiti, che considerano l’ambientalismo residuale. L’esperienza di questi anni ci spinge a proporre un’iniziativa diversa, più politica e più forte nei contenuti. Siamo convinti che in Italia, come in tutto il mondo, l’ecologia possa essere un motore pulito per accendere speranze nella società e dare forza all’economia.

C’è bisogno di un’Alleanza ecologica per l’Italia, che parli a tutti i cittadini.

Alla vigilia del 150° anniversario della nostra unità nazionale, l’identità moderna dell’Italia non può prescindere da un progetto che unisca mondi produttivi, creazione di lavoro, nuove tecnologie ambientali. Salvezza dell’unicità del paesaggio e modernizzazione delle infrastrutture. Necessità e qualità del vivere urbano. Un’economia verde (una “green economy”) come asse portante dell’innovazione, della competitività e della civiltà del nostro Paese. Tutti capiscono l’importanza e le opportunità dell’ecologia: le energie rinnovabili, un corretto ciclo dei rifiuti, i sistemi di parchi e riserve, le innovazioni delle tecnologie per l’edilizia e i trasporti, il turismo sostenibile, il ciclo delle acque, i grandi risanamenti urbani e industriali, le produzioni di qualità della nostra terra. Ma questo progetto non c’è ancora: noi vogliamo collaborare per costruirlo.

Allarghiamo il campo visivo. Ha scritto Machiavelli: “Conoscendo (…) e’ mali che nascono si guariscono presto; ma quando, per non li avere conosciuti, si lasciano crescere in modo che ognuno li conosce, non vi è più rimedio.” E’ questo il paradosso delle questioni ecologiche globali, che nel XXI secolo non conoscono limiti di spazio né scadenze di tempo: lo scontro tra catastrofisti e minimizzatori rischia di paralizzarci di fronte alle sfide vitali dei mutamenti climatici e della dipendenza energetica.

E’ stato possibile affrontare gravi crisi (l’assottigliamento dell’ozono nella stratosfera, le piogge acide, molteplici attività inquinanti) e non sarà impossibile gestire le crisi future (la disponibilità di acqua, la tutela della biodiversità, la salvaguardia delle foreste, la protezione dei mari) se si realizzerà una mobilitazione congiunta delle opinioni pubbliche, della politica, delle conoscenze scientifiche, della ricerca e delle capacità tecnologiche. Si può ancora limitare il carbonio “quando vi è rimedio”; si possono prevenire i rischi dei conflitti che si annunciano per il controllo delle materie prime strategiche, per l’accesso al cibo e per l’autosufficienza energetica. Lasciamo alle spalle quell’ambientalismo politico che si è rivolto soltanto a una parte limitata, minoritaria, della popolazione, dimenticando che le nostre tematiche sono universali e , in molti casi, debbono essere trasversali. Senza porci in contrasto con istanze vive del mondo produttivo e con le novità promettenti della tecnologia. Senza accrescere burocrazia e divieti formali, ma con la trasparenza dei controlli, la certezza delle regole, l’efficienza delle pubbliche amministrazioni. Occorre riscoprire il principio di responsabilità: Noi per primi, chiedendo a tutti maggiore senso di responsabilità verso il nostro Pianeta, abbiamo il dovere di applicare lo stesso principio sulle nostre scelte individuali e sui comportamenti ambientali.

Solo democrazia e buongoverno, associati alla coscienza ecologica, possono sradicare povertà, fame, inquinamento, distruzione degli ecosistemi. Solo una politica lungimirante può rendere disponibili a prezzi accessibili le tecnologie che consentano di ridurre le emissioni che alterano il clima e di preservare gli equilibri ambientali.

Si può aprire una nuova era della democrazia ecologica, energetica e sociale. Si possono raccogliere la passione per l’ecologia, l’amore per la natura, una declinazione chiara ed efficace dei principi di responsabilità e di sostenibilità nelle scelte produttive.

E’ tempo di far nascere una nuova generazione di ambientalisti del buongoverno.
Noi vogliamo aprire questa stagione.

36 Idee di Luca Mercalli


Obiettivo primario della politica: non lo sviluppo economico fine a se stesso bensì la qualità della vita, dell’ambiente e delle relazioni umane.
Le 8R di Latouche: Rivalutare, Riconcettualizzare, Ristrutturare, Ridistribuire, Rilocalizzare, Ridurre, Riutilizzare, Riciclare.
Favorire più che la ricchezza economica anche altre forme di ricchezza sociale, come la salute delle persone e degli ecosistemi, l’efficacia della giustizia, le buone relazioni tra i componenti di una società, la solidarietà sociale.
Abbandono del paradigma della crescita continua dei consumi e delle risorse, verso il raggiungimento di uno stato stazionario dei flussi demografici, di materia e di energia.
Riconoscimento e gestione dei limiti fisici del territorio e delle persone. Oltre al diritto di un popolo di eleggere i propri rappresentanti, vi sia anche la possibilità di vigilare sul loro operato e di ritirare loro la fiducia qualora venga tradita, con interruzione anticipata del mandato.
Territorio, edilizia, energia

Invece dell’inaugurazione, manutenzione, manutenzione, manutenzione!

1) Immediato freno al consumo di suolo: piano regolatore a crescita zero, blocco delle nuove costruzioni residenziali o industriali su terreni agricoli e forestali salvo comprovati motivi di utilità pubblica (il rilascio di nuove licenze per la costruzione di edifici deve comunque essere subordinato all’installazione di pannelli fotovoltaici e solari termici e fabbisogno energetico non superiore a 50 kWh/m2 anno).

2) Promozione della ristrutturazione e riqualificazione estetica ed energetica dei centri storici e recupero di aree dimesse o degradate da destinare a nuove funzioni edilizie o ricreative.

3) Redazione dell’audit energetico comunale e costituzione gruppo misto esperti-cittadini che produca un piano di transizione globale verso la sostenibilità energetica del comune.

4) Incentivo all’efficienza energetica degli edifici, isolamento termico edifici pubblici e privati in parallelo alla riqualificazione estetica, anche attraverso una ESCO (Energy Service COmpany) o Global Service in servizio energia con FTT (Finanziamento Tramite Terzi: capitolato per una gara d'appalto che obblighi la società vincitrice ad effettuare gli interventi di risanamento energetico).

5) Facilitazione amministrativa nell’impiego di energie rinnovabili: solare (termico e fotovoltaico), idroelettrico da acquedotto o canali già esistenti. Introduzione delle energie rinnovabili e/o di impianti ad elevata efficienza energetica (pompe di calore, trigenerazione) su edifici pubblici (municipio, centri culturali e teatri, scuole, impianti sportivi).

6) Ripristino (qualora caduto in disuso) del diritto d’uso di legnatico per il prelievo familiare di legna da ardere sui boschi comunali, e conseguente manutenzione forestale. Campagna informativa per la sostituzione delle vecchie stufe a legna inefficienti con nuove stufe dotate di controllo dell’aria comburente e sistemi di postcombustione per la riduzione delle emissioni.

7) Razionalizzazione dell’illuminazione pubblica, freno alla proliferazione di nuovi punti luce se non strettamente necessari, utilizzo lampade a basso consumo e riduzione di flusso nelle ore notturne meno frequentate. Eventuale accensione a richiesta per strade periferiche a traffico minimo (esperienze a Dörentrup, Germania).

8) Immenso e straordinario impegno collettivo per il miglioramento dell’arredo urbano, lotta al degrado lungo le strade, rimozione microdiscariche abusive, sostituzione segnaletica obsoleta (anche attraverso l’uso di lavoro socialmente utile o tempo libero di pensionati-cassintegrati). Netta riduzione della pubblicità stradale.

9) Abbandonare i progetti di grandi opere di scarsa o nulla utilità e dai grandi costi e impatti ambientali/sociali, a vantaggio di un aumento capillare dei servizi e della qualità di vita a scala locale. Preferire alla nuova costruzione di infrastrutture la manutenzione continua e capillare di quelle esistenti.

10) Scoraggiare l’aumento demografico oltre la capacità di carico del territorio per mantenere la qualità di vita degli abitanti. Favorire la ridistribuzione demografica tra zone sovrappopolate e eventuali borgate spopolate, caso tipico dei comuni montani.

Rifiuti

Non sporcare è meglio che pulire.

11) Campagna per la riduzione della produzione di rifiuti anche in collaborazione con gli esercizi commerciali (riduzione imballaggi e ritiro degli stessi ai punti vendita, prodotti di consumo in confezioni ricaricabili, sacchetti in tela multiuso, incentivo alla vendita di beni durevoli invece che usa-e-getta, servizi collettivi leasing o di quartiere).

12) Raccolta differenziata spinta porta-a-porta con tariffa puntuale calcolata sul peso e in base alla ripartizione differenziato/indifferenziato, promozione filiera di riciclo materie prime con nuova occupazione e imprenditoria locale. Scoraggiamento dell’incenerimento dei rifiuti, salvo opzione residuale e per alcune categorie (es. rifiuti sanitari), come da normativa europea.

13) Compost da rifiuti organici obbligatorio nelle case dotate di orto-giardino, con riduzione della tariffa di raccolta rifiuti. Ove possibile compost collettivo nelle zone sprovviste di aree verdi individuali. Tentativo di limitare o evitare in alcune zone del comune la circolazione del mezzo di raccolta dei rifiuti organici.

14) Incentivo alla diffusione dei distributori automatici “alla spina” di latte, detersivi, cereali o di altri prodotti sfusi, anche posizionati all’interno di supermercati o di negozi e servizi di ristorazione collettiva, con i quali dovranno essere studiati programmi di riduzione dell’uso di imballi plastici.

15) Subordinare la concessione di contributi per feste o manifestazioni varie, in base all’uso di stoviglie ceramiche o metalliche lavabili o materiale biodegradabile (esperienza di Vienna).

Commercio e turismo

I piccoli negozi sono l'anima di un paese. L’imprenditoria locale porta ricchezza al tessuto sociale.

16) Freno alla costruzione di nuovi centri commerciali e rivalutazione del piccolo commercio locale, anche tramite incentivi e diminuzione del carico normativo, soprattutto nei centri storici.

17) Promozione e rivalutazione dell’artigianato locale con punti vendita consortili.

18) Nuova occupazione di qualità ottenibile tramite la promozione delle energie rinnovabili e della riqualificazione energetica in edilizia e nell’industria.

19) Incentivazione turismo a basso impatto ambientale e miglioramento offerta di ospitalità diffusa (hotel, B&B, agriturismi). Scoraggiare l’insediamento di megastrutture turistiche.

20) Ristrutturazione e apertura al pubblico del patrimonio architettonico e culturale sottoutilizzato o trascurato.

Acqua

Bene rinnovabile ma non infinito.

21) Tutela e sovranità pubblica del ciclo dell’acqua. Mantenimento delle fontane pubbliche.

22) Favorire la diffusione di cisterne per raccolta acqua piovana per irrigazione orti e giardini o altri usi secondari (obbligatorio su nuove costruzioni).

23) Recupero della fruibilità dei corsi d’acqua o laghi a fini turistici e di svago (rive degradate, inquinamento…). Incentivazione, dove sia possibile, degli impianti di fitodepurazione.

24) Realizzazione e manutenzione di servizi igienici pubblici (parcheggi, aree mercato, zone turistiche).

Verde e agricoltura

25) Più alberi sul territorio, piantumazione in aree marginali (parcheggi, svincoli stradali), più orti, anche con assegnazione pubblica di piccoli lotti agricoli.

26) Promozione filiera corta prodotti agricoli e accordi tra aziende agricole locali e punti vendita: “Farmer’s Market”. Istituzione di Gruppi d’acquisto solidale e comunale. Last Minute Market su cibo e altri oggetti con scadenza per limitare lo spreco (distribuzione a enti sociali o fasce deboli). Promozione mercatini dell’usato.

27) Nei comuni montani e collinari incentivo alla manutenzione di boschi, muretti a secco, aree di agricoltura marginale, anche con l’impiego di personale per lavori socialmente utili. Incentivo al reinsediamento di professioni agro-silvo-pastorali in aree abbandonate, con formazione di giovani nuclei familiari.

Cultura

28) Corsi per la diffusione della conoscenza del territorio locale e delle sue bellezze naturali e architettoniche, geografia, cultura agraria e enogastronomica, uso dell’acqua e delle risorse energetiche, formazione di una cultura del limite e della comunità sostenibile.

29) Promozione attività culturali e musicali a basso costo. Iniziative di aggregazione per un uso intelligente del tempo libero a servizio della collettività locale là dove le risorse economiche pubbliche non sono sufficienti.
Favorire la fruizione delle biblioteche pubbliche (anche come luogo di studio e aggregazione dei giovani) ed ampliare la loro dotazione libraria.
Meno televisione, più relazione.

30) Corsi destinati a tutti i cittadini per la prevenzione dei rischi naturali e artificiali: nozioni e esercitazioni di protezione civile in caso di terremoto, alluvione, frana, incendio, incidente d’auto o sul lavoro. Informazione ed educazione sanitaria e nozioni di pronto soccorso nelle scuole.

31) Favorire l’integrazione etnica: attività culturali per la condivisione di culture diverse (corsi di lingue, cucina etnica, musica, geografia, artigianato dei Paesi di provenienza dei cittadini stranieri).

Trasporti e telecomunicazioni

32) Miglioramento del trasporto pubblico (navette con orari coordinati con scuole e ferrovie) e del trasporto ciclistico privato con la realizzazione di piste ciclabili o la limitazione del traffico in alcune strade, introduzione del “pedibus” per i bambini che vanno a scuola.

33) Incentivo alla diffusione della banda larga e al telelavoro. Sperimentazione della filiera corta anche nei posti di lavoro: privilegiare per le professioni ove ciò sia possibile le assunzioni dei residenti limitrofi per ridurre i tempi di trasferimento.

Rapporti amministrazione-cittadini

34) Miglioramento assistenza ai cittadini negli uffici pubblici. Facilitare il rapporto con i cittadini tramite posta elettronica e procedure informatiche automatizzate in rete (pagamento tributi, certificati, normativa, pratiche edili, rifiuti, ecc.)..

35) Utilizzo del sito Internet del Comune per rendere trasparente l’attività della pubblica amministrazione.

36) Superamento dei localismi e stretta cooperazione con livelli geografici e amministrativi superiori al comune. Coordinamento integrato sul territorio per il miglioramento della fruizione turistica, la lotta all’inquinamento e all’abuso edilizio, la promozione dei prodotti agricoli e dell’artigianato locale.

giovedì 9 dicembre 2010

Le cartiere indonesiane bruciano l'accordo sul clima da www.salviamole foreste.it


Mentre l'accordo sul clima stenta a trovare una strada al vertice di Cancun, dal cuore delle foreste di Sumatra arriva l'allarme: le nuove concessioni forestali ottenute dai giganti cartari indonesiani nel 2010 minacciano di far fallire gli accordi dell'Indonesia sul clima, comportano l'abbattimento del 5 per cento delle residue foreste pluviali e torbiere della provincia di Riau, e causando il rilascio massicce quantità di carbonio in atmosfera.
Una nuova inchiesta pubblicata da Eyes on the Forest rivela che la deforestazione continua nella provincia indonesiana di Riau, malgrado la firma della partnership tra Indonesia e Norvegia forestali di carbonio. Asia Pulp & Paper (APP) e Asia Pacific Resources International Holdings Limited (APRIL) stanno di fatto minando il protocollo d'intesa firmato da Indonesia e Norvegia, convertendo in piantagioni fino a un ventesimo delle residue foreste naturali.
Le licenze annuali di taglio ottenute nel 2010 da APP e APRIL, consentono loro di abbattere preziose foreste naturali, il 90% delle quali sorge su suolo torboso. Nella maggior parte dei casi, la torba è più profonda di 4 metri, ed è quindi protetta dalla legge indonesiana. La maggior parte delle aree sono di alto valore di conservazione (HCV), e si trovano all'interno della Riserva della Biosfera di Giam Siak Kecil-Bukit Batu, recentemente istituita dall'UNESCO, o fanno parte di habitat preziosi, riconosciuti a livello internazionale, come l'habitat della tigre di Bukit Tigapuluh, la Penisola di Kampar, e le aree di Kerumutan e Senepis-Buluhala.
Il rapporto descrive le operazioni di APP e APRIL nella riserva UNESCO e nella penisola di Kampar, basate sull'abbattimento a raso delle foreste e sul drenaggio della torba, in diretta violazione con gli impegni pubblici, assunti sia dalla APP che dalla APRIL.Il prelievo di legno dalle foreste naturali e il drenaggio della torba in Riau sono divenute le principali cause di emissioni di gas serra dell'Indonesia, ma il dibattito sul REDD in Indonesia ha trascurato l'impatto climatico dell'industria cartaria, consentendo operazioni devastanti e il conseguente rilascio di massicce emissioni di carbonio.La provincia di Riau è l'epicentro delle emissioni di gas serra causate dalla deforestazione in Indonesia. La regione infatti ha più alto tasso di deforestazione del paese, e registra la maggiore perdita di torbiere. Una perdita che ha fatto dell'Indonesia il terzo paese al mondo per emissioni di gas serra, dopo Cina e Stati Uniti, malgrado la scarsa industrializzazione del paese.Eppure la provincia di Riau ancora conserva il maggior quantitativo di suolo torboso, e ospita la seconda foresta pluviale di Sumatra. Quel che è più grave, questa deforestazione è pianificata e legalizzata, anche in violazione alla stessa legge indonesiana (che protegge le torbiere), e sarebbe facile per il governo fermarla, se solo ci fosse la volontà politica.
"Solo le aree già deforestate possono essere destinate a piantagione - sostiene Eyes on the Forest - mentre le foreste naturali debbono essere protette o affidate alla comunità locali per un utilizzo sostenibile".Le associazioni indonesiane chiedono al governo di dichiarare una moratoria immediata sulla distruzione di tutte le foreste naturali, per avviare un riesame approfondito delle operazioni e delle licenze già rilasciate, per evitare la liquidazione delle foreste naturali e drenaggio della torba in profondità, in aperta violazione delle leggi dell'Indonesia."Molto possono fare anche le imprese italiane - spiega Sergio Baffoni, di Terra! - Infatti l'Italia è divenuta il primo importatore europeo di carta dall'Indonesia, e in particolare proprio dalla Asia Pulp & Paper, uno sviluppo che mentre minaccia di mettere fuori gioco la produzione cartaria nazionale, alimenta il bisogno di fibre da parte di questa impresa, spingendola a distruggere aree sempre più vaste di preziose foreste pluviali".Secondo l'intricata legislazione indonesiana, la conversione di foreste naturali in piantagioni non è considerata come deforestazione. Il Ministero delle Foreste ha approvato un piano che prevede di destinare 30 milioni di ettari di foreste ad attività produttive. Si tratta di un'area immensa, grande quanto l'intera Italia.
"Quaranta associazioni ambientaliste europee di primo piano hanno inviato agli acquirenti di carta una lettera in cui chiedono loro di cessare ogni rapporto commerciale con la APP fino a quando questa non fermerà la conversione delle foreste naturali in piantagioni" continua Baffoni.Non è troppo tardi per una azione decisa da parte delle aziende, dei governi e della comunità globale. Se l'obiettivo dell'accordo tra Indonesia e Norvegia è quello di ridurre le emissioni di gas serra da deforestazione, allora non vi è luogo migliore per applicarlo della provincia di Riau.
Approfondimenti:

* Il rapporto di Eyes in the Forests http://www.eyesontheforest.or.id/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=188&Itemid=20
* Le emissioni delle cartiere indonesiane: http://www.salvaleforeste.it/201011091296/le-emissioni-truccate-della-app.html
* 40 associazioni ambientaliste: non comprate carta dalla APP http://www.salvaleforeste.it/201009101252/ngo-app-indonesia.html

La Circoscrizione 1 Torino Centro-Crocetta


Guerrini Massimo
Via Bertolotti, 10
Tel. 011 4435109/108 (segreteria)
e-mail: circ1@comune.torino.it
Il presidente riceve su appuntamento.

Il Presidente del Consiglio di Circoscrizione è eletto a scrutinio palese nella prima adunanza successiva all'elezione del Consiglio. Il Presidente (e la Giunta) restano in carica fino all'insediamento dei successori.
Il Presidente rappresenta la Circoscrizione e compie tutti gli atti che non siano riservati dalla legge e dallo Statuto al Consiglio Circoscrizionale.

In particolare:

* convoca e presiede il Consiglio Circoscrizionale e la Giunta;
* convoca e presiede la Conferenza dei Capigruppo;
* convoca e presiede le Assemblee;
* può convocare e presiedere le Commissioni di Lavoro;
* è membro del Comitato di Coordinamento del Decentramento;
* partecipa alle sedute del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari nei casi previsti dallo Statuto e dal Regolamento del Consiglio Comunale;
* esercita le funzioni delegate dal Sindaco, sia quale capo dell'Amministrazione sia quale Ufficiale di Governo, a norma di legge;
* celebra matrimoni in conformità alle norme dello Stato Civile;
* sovraintende al funzionamento dei servizi e degli uffici e all'esecuzione degli atti;
* rilascia, sentita la Giunta Circoscrizionale, patrocinii gratuiti;
* sentita la Giunta, salvo in caso di estrema urgenza, esercita un'autonomia decisionale sulla scelta delle priorità manutentive;
* rilascia gli atti che non rientano nella competenza dei Dirigenti in relazione a quanto stabilito in materia dall'Amministrazione.

Il Presidente collabora con il Sindaco della Città nell'attuazione degli indirizzi generali che riguardano il territorio di competenza ed esercita le funzioni previste dalle leggi statali e regionali in vigore.
Commissioni
Commissione

Attività

Coordinatore
I Commissione

Bilancio e Programmazione
Approvigionamento
Patrimonio
Economato
Personale e Ordinamento Uffici
Servizi Demografici

Levi Sacerdotti Sara
indirizzo: Via Bertolotti 10
telefono: 011 4435108/109 (segreteria)
e-mail: levisac@alice.it
II Commissione

Urbanistica
Viabilità e Trasporti
Edilizia Privata
ATM
Arredo Urbano
Lavori Pubblici ed Edilizia Pubblica
Servizi Tecnologici

Panatero Rosanna
indirizzo: Via Bertolotti 10
telefono: 011 4435108/109 (segreteria)
e-mail:
rosanna.panatero@comune.torino.it

III Commissione

Problemi del Lavoro
Industria
Artigianato e Commercio

Macagno Igino Michele
indirizzo: Via Bertolotti 10
telefono: 011 4435108/109 (segreteria)
e-mail: macagno@email.it
IV Commissione

Sanità e Servizi Sociali

Cossa Majno di Capriglio Maurizio
indirizzo: Via Bertolotti 10
telefono: 011 4435108/109 (segreteria)
e-mail: mauriziocossa@libero.it
V Commissione

Cultura
Istruzione
Sport
Turismo
Tempo Libero
Gioventù

Valentino Claudia
indirizzo: Via Bertolotti 10
telefono: 011 4435108/109 (segreteria)
e-mail: claudiavalentino@libero.it
VI Commissione

Ecologia ed Ambiente
Verde Pubblico
A.E.M.
A.A.M.
A.M.I.A.T.

Luongo Gian Piero
indirizzo: Via Bertolotti 10
telefono: 011 4435108/109 (segreteria)
e-mail: luongogianpiero@virgilio.it

Delusione del 26 Aprile in Torino di M.Panichi

Al Valentino il “Viale Medaglie d’oro” corre parallelo al Corso Massimo D’Azeglio partendo dal piazzale Duca d’Aosta in direzione Corso Vit...