AMBIENTE - RICERCA NOMISMA: POLVERI SOTTILI, E' ALLARME SALUTE SOPRATTUTTO AL NORD
da NUOVOCLANDESTINO
Allarme polveri sottili in Italia, soprattutto al Nord, dove le Regioni che "condividono la maggior parte del proprio territorio con l'area della Pianura Padana" mostrano "le performance peggiori, sia prendendo in esame i capoluoghi di provincia che le città più popolose". quanto si legge nella relazione di Nomisma su "green economy e innovazione, i filtri antiparticolato per la qualità dell'aria nelle aree urbane" presentata oggi in commissione Ambiente alla Camera nell'ambito della discussione congiunta di alcune risoluzioni relative all'adozione di misure sulla riduzione dell'inquinamento atmosferico.
Dai dati forniti da Nomisma emerge che è soprattutto lo scenario sanitario a preoccupare, cioè il peso delle malattie derivanti dall'inquinamento da polveri sottili. Nomisma ricorda che "elevati livelli di pm10 producono una forte riduzione della speranza di vita, rilevanti perdite di produttività economica" e "incrementi dei costi per ricoveri ospedalieri, i quali vanno a peggiorare l'efficienza del sistema sanitario nel suo complesso".
I dati di Nomisma, elaborati sulla base del Sistema informativo nazionale ambientale e sui dati di Legambiente, "evidenziano una situazione particolarmente critica in termini di concentrazioni di Pm 10 in buona parte dei capoluoghi di provincia italiani e delle principali città italiane".
Per quanto riguarda i capoluoghi "il limite previsto dalla normativa è stato superato in ben 57 capoluoghi sugli 88 considerati (il 65 per cento)".
Rispetto alle cause di morte, le concentrazioni di Pm10 produrrebbero 5.876 decessi l'anno (con concentrazioni superiori ai 20 nanogrammi per metro cubo) solo riferendosi alle grandi città (Torino, e vai...........Milano, Verona, Padova, Bologna, Roma, Palermo, Venezia, Firenze, Napoli, Bari, Genova, Messina, Catania, Trieste).
Per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri a Milano i casi di morbosità attribuibili a Pm10 sono 398 nel 2007 per una spesa di 1,6 milioni di euro. A Bologna 138 casi per un costo di 575 mila euro e a Roma 635 con una spesa superiore ai 3 milioni di euro.
Sommando questi numeri con gli extra costi delle terapie, perdita ore di lavoro e calo della produttività si raggiungono in totale 6,4 milioni di euro solo per queste tre città. Costi, spiega Nomisma, che "dovrebbero essere tenuti in debito conto dal decisore pubblico una volta che questi si appresti ad adottare specifiche misure verso il contenimento delle emissioni in ambito urbano".
Da qui in poi, stop poichè la soluzione individuata da Nomisma è quella del filtro anti-particolato che non serve a nulla se non a ridurre a frazioni ancora più piccole le polveri PM10
Per conciliare la crescente domanda di mobilità con la salvaguardia ambientale e la tutela della salute, Nomisma individua nei filtri antiparticolato la soluzione migliore in gradi di rispondere "meglio alle esigenze di immediatezza che l'emergenza ambinetale prescrive".
Questo genere di filtri, osserva Nomisma, è in grado abbattere il 90-95 per cento delle emissioni di particolato, il 50 per cento di quelle di biossido di azoto (sistemi retrofit chiusi) "migliorando la capacità capacità di abbattimento" nel caso di filtri aperti tra il 20 e il 30 per cento nei casi di veicoli dotati di "stop and go" e di utilizzo prolungato delle marce basse.
Tuttavia, se si considera la città di Milano, spiega Nomisma, l'adeguamento (in 12-18 mesi) con filtri antiparticolato solo per gli autobus costerebbe circa 30 milioni di euro. Per dotare di filtri chiusi l'intera totalità dei vecioli diesel milanesi non commerciali sarebbero necessari invece 1,5 miliardi di euro, mentre circa 800 milioni sarebbero necessari per "retrofittare i soli veicoli commerciali" con un abbattimento del 60 per cento del Pm10.
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