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venerdì 12 novembre 2010
Il Pd: primarie il 23 gennaio Il centro dice no Il sindaco Chiamparino stringe la mano al rettore Profumo
Da La Stampa servizio di ANDREA ROSSI, MAURIZIO TROPEANO
TORINO
C’è la data, il 23 gennaio 2011. Ed entro poche settimane arriveranno anche le regole, «da definire con gli alleati». La direzione regionale del Partito democratico ha deciso che il candidato a prendere il posto di Sergio Chiamparino sarà scelto attraverso primarie di coalizione. Ipotesi accolta con freddezza dai Moderati - «se c’è intesa su un nome è inutile farle», spiega Giacomo Portas - e bocciata anche dai potenziali alleati centristi, pronti a sostenere il rettore Francesco Profumo ma infastiditi dalla piega che il dibattito ha preso: «Se il Pd continuerà a preoccuparsi più delle proprie correnti che del confronto sul futuro della città, noi siamo pronti a correre da soli», dice l’Udc Alberto Goffi.
Il via libera alle primarie, dunque, se permette di ricucire almeno in parte le frizioni in casa democratica, rischia di complicare quell’operazione di allargamento del centrosinistra (Pd, Moderati, Italia dei Valori e Sinistra e Libertà) auspicata dal segretario Gianfranco Morgando. Nelle scorse settimane l’Api, con il parlamentare Gianni Vernetti, si era schierata per Profumo, invitando il Pd a privilegiare i programmi amministrativi piuttosto che le logiche di corrente. Ieri è stata la volta dell’Udc: «Il rettore del Politecnico è una figura che garantisce un programma dove si può riconoscere una coalizione allargata». Ma il segretario regionale Alberto Goffi si dice preoccupato di «un Pd troppo concentrato sui problemi interni tanto che per risolverli ha messo in campo le primarie che impediscono di parlare di programmi ma sono uno strumento per contarsi e stabilire il peso di tessere e correnti».
Il quadro delle alleanze sarà comunque un problema futuro, legato anche, se non soprattutto, ai destini del governo. Morgando, però, si dice convinto che il compito del Pd sia organizzare il campo progressista, «perché le elezioni non riguardano solo il Pd, troppo spesso impegnato in un dibattito interno un po’ autoreferenziale».
A oggi, comunque, il clima tra i democratici sembra rasserenarsi dopo le fibrillazioni provocate dalla scoperta della riunione semi-segreta convocata da Morgando domenica sera per lanciare la candidatura del rettore del Politecnico. Un incontro interpretato da molti come la volontà di «incoronare» Profumo aggirando il pronunciamento di iscritti e simpatizzanti. E così le primarie sono state chieste a gran voce dal sindaco e da quel pezzo di partito (a cominciare da Gariglio e Placido) che chiede di essere coinvolto nelle scelte future. Anche Aldo Corgiat, leader di Sinistra in rete, è schietto: «Io credo che Profumo sarebbe un ottimo candidato, una persona da sostenere, ma non può sottrarsi alle primarie, che ci farebbero incontrare 80-100 mila persone. Chi non se la sente di affrontare 100 mila persone come può guidare una città di quasi un milione di abitanti?».
Nel suo intervento Morgando ha fatto autocritica, definendo un «errore» il vertice di domenica, ma ha difeso il ruolo del segretario, «non un semplice notaio, ma persona che deve dare indicazioni». E le indicazioni ieri sono arrivate. Con una premessa: «È necessario che prevalga l’interesse generale della città rispetto alle legittime aspirazioni personali». All’interno di questi confini tutte le opzioni sono percorribili, «siano esse ispirate al rinnovamento della classe dirigente o alla valorizzazione delle esperienze del nostro partito». Morgando, però, ha ribadito di «guardare con molto interesse a una figura proveniente dalla società civile».Con il via libera alle primarie di coalizione la palla ora passa al partito torinese. Ieri sono stati ufficializzati i componenti della segreteria provinciale (la mozione Marino ha deciso di restare fuori dall’accordo unitario) e la leader Paola Bragantini dovrà definire con gli alleati le regole per la consultazione.
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