Torino e la sua Area Metropolitana.Una città Europea, in salute, sicura, facile da vivere, che sappia offrire opportunità di lavoro a tutt@Una città della cultura, ecologica, pensata anche per i tempi degli anziani e delle persone in difficoltà.Città della ricerca, dello sport,con trasporti pubblici finalmente efficienti, servizi sanitari efficaci.Che valorizzi le periferie,laboratorio dell'innovazione green, capitale del cibo di qualità e sicuro e delle energie rinnovabili.
venerdì 26 novembre 2010
La riforma Gelmini: un disastro omeopatico
Pier Luigi Bersani prende la parola in Aula per la dichiarazione di voto a nome del Pd sulla riforma dell'Università e polemizza con il ministro dell'Istruzione: "Mi rivolgo al ministro Gelmini, vedo che non gradisce che io vada sui tetti. Primo, vorrei confermarle che io vado e andrò davanti ai cancelli di una fabbrica in crisi, all'Asinara dove ci sono operai da ascoltare e sui tetti, dove andavo anche da ministro.Secondo - aggiunge - vedo che il ministro Gelmini mi dà dello studente ripetente: io domani metterò su internet i voti di tutti gli esami di laurea, mi aspetto che il ministro Gelmini faccia altrettanto, compreso il giro turistico a Reggio Calabria...".Una battuta che arriva dopo 24 ore in cui il governo è andato sotto due volte sulla riforma, la Gelmini si è detta pronta a ritirare il disegno di legge, le proteste degli studenti coinvolgono tutta l'Italia e il segretario del PD è salito sui tetti della facoltà di Architettura a Roma per condividere la protesta dei ricercatori colpiti dai tagli del ddl Gelmini.E il voto finale di Montecitorio sul provvedimento, che era atteso nel pomeriggio, slitta a martedì, poi il ddl passerà al Senato. Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, dopo la nuova battuta d'arresto alla Camera, ha riferito che "se saranno votati emendamenti il cui contenuto stravolge il senso della riforma, mi vedrei costretta a ritirarla". Bersani coglie al volo l'idea del ministro: "Gelmini ritiri subito il ddl e iniziamo a discutere come correggere alcune distorsioni di questa legge e come trovare risorse per sostenere il diritto allo studio e alla ricerca".Dario Franceschini, capogruppo del Pd, ha commentato così il risultato: "I numeri per la sfiducia ci sono: si tratta solo di verificare la volontà politica di far cadere il governo".
Il leader democratico ieri ha affrontato due rampe di scale a pioli per raggiungere il sit in dei dottori di ricerca che si trovano sui tetti del palazzo accademico in Piazza Fontanella Borghese.La riforma Gelmini è "un disastro omeopatico, smantella l'università pezzo a pezzo", ha dichiarato il leader democratico ai ricercatori della facoltà di Architettura che da diversi giorni occupano la terrazza del palazzo di Piazza Fontanella Borghese.È stato un lungo colloquio quello con cui Bersani si è intrattenuto con i nuovi precari dell'Università. Nell'esprimere il pieno sostegno da parte del Partito democratico, Bersani ha ricordato che “anche noi abbiamo avuto delle carenze ma di cose come queste non ne abbiamo mai viste. Loro girano a proprio vantaggio i principi costituzionali, per cui seppure riconoscono i diritti, poi non li finanziano e non li fanno funzionare"."Il centrodestra dice una cosa e poi fa l'esatto contrario - spiega un dottore di ricerca della Statale di Milano- questa legge non è la lotta alle baronie. Dà invece una mano ai privati. Ed è grave quanto le leggi ad personam, quanto il falso in bilancio". Bersani concorda e rilancia: "è un disastro omeopatico che noi vogliamo cancellare quando toccherà a noi. Vogliamo riprendere il contatto con il paese reale, per questo vi chiediamo una mano, perché le riforme senza popolo non si possono fare"."Perfino la Grecia - ha concluso il leader democratico - coi problemi che ha, sta facendo riforme sociali e per la conoscenza. Prima o poi ci arriveremo anche noi, se ci date una mano riprenderemo la riforma perché noi siamo un partito reale e facciamo le riforme di cui la gente ha bisogno. Arriverà il momento che bisognerà chiedere di scomodarsi anche a chi finora non lo ha fatto.Perché agli operai - ha concluso Bersani - più di 18 turni quanti ne vuoi chiedere?".Nel frattempo continua in tutta Italia la protesta degli studenti contro il ddl Gelmini. A Roma davanti alle due Camere, a Torino con l'occupazione di Palazzo Nuovo sede della Facoltà umanistiche, dai tetti dell'Università di Perugia e di Salerno, a Pisa dove sono stati bloccati i cinque principali ponti sull'Arno e a Palermo con l'occupazione della Facoltà di Lettere e Filosofia di sedici istituti superiori.Alcuni dimostranti hanno abbandonato il corteo e sono entrati in Senato, lanciando delle uova. Un gesto da condannare ma che non deve consentire a nessuno di far diventare la protesta degli studenti un movimento da condannare.
Bersani e il PD hanno difeso i dimostranti dalle accuse arrivate dal centrodestra, si sono tirate delle uova, la protesta resta civile e non va criminalizzata. Bersani ha spiegato: "Quello che neanche i "baroni" hanno capito è che oggi c`è una novità: gli studenti di adesso hanno la testa sul collo, non sono dei pericolosi estremisti, è una vergogna che si stia traccheggiando di fronte ai problemi della gente - e soprattutto è vergognoso che non vi sia confronto - il ministro dovrebbe avere un po' di pazienza e di umiltà di ascoltare. Qui c'è un sacco di gente che non ha una interlocuzione e per questo è piena di rabbia".Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria PD, avverte: "Il tentativo di collegare l’inqualificabile attacco di un gruppo di violenti nei confronti del Senato con l’iniziativa di solidarietà presa questa mattina da Bersani nei confronti dei ricercatori universitari è una penosa manifestazione di rozzezza e di volgarità. Un’idea del genere poteva venire in mente solo all’onorevole Gasparri, considerati anche i suoi trascorsi".
"Dopo il sit-in a Montecitorio ci siamo recati presso la Facoltà di Architettura a Roma per portare il nostro sostegno e la nostra solidarietà ai ricercatori che stanno occupando il tetto" hanno dichiarato Michele Grimaldi, responsabile saperi dei Giovani Democratici, e Federico Nastasi, coordinatore RUN-Rete Universitaria Nazionale."Abbiamo partecipato all'incontro tenuto con il segretario nazionale del PD, Pier Luigi Bersani, e ne abbiamo condiviso le affermazioni e le proposte. Ha ragione: il ddl Gelmini non è una riforma, una riforma non si approva con un blitz e senza uno straccio di risorsa. E' importante essere chiari da subito: una volta al Governo il centrosinistra dovrà annullare questo ammasso di norme inutili e dannose e procedere ad una vera riforma del sistema dei saperi, partendo dagli studenti e dai ricercatori, dal diritto allo studio e dalla lotta alla precarietà, dal miglioramento dei servizi e della didattica"."La Gelmini - concludono i due commentando le ultime dichiarazioni del Ministro dell'istruzione - continua, sino alla fine, a raccontare bugie: gli studenti in piazza difendono e reclamano diritti e opportunità, il ddl che porta il suo nome difende i baroni, la cristallizzazione sociale, le disuguaglianze. Non è un caso che gli unici due soggetti a sostenerlo siano la CRUI e Confindustria".
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