sabato 21 maggio 2022

Un’occhiata alla “mobilità bike” a Torino di Marzio Panichi

Fra gli utenti delle strade cittadine ci sono anche i ciclisti che sono aumentati a dismisura negli ultimi anni per incentivazione del Comune che ha fatto mettere a disposizione di chi sapeva pedalare biciclette colorate da prelevare in certi parcheggi con modalità di noleggio a pagamento molto convenienti ed incoraggianti. Non sono ben informato su come funziona e quanto costa il noleggio delle bici ma ho notato che sono in molti quelli che ne fruiscono e poi le abbandonano dove capita. Peccato che a nessuno è stato imposto di frequentare un corso gratuito sulle regole del Codice della strada che dettano comportamenti non solo virtuosi e corretti ma anche volti a scongiurare gli incidenti che i ciclisti subiscono perché indisciplinati ed ignoranti del C. S. Basta girare gli occhi intorno per verificare quante e quali indiscipline e violazioni delle regole della circolazione essi compiono tutti i giorni, reiteratamente, in modo da creare rischio e pericolo per se stessi e per gli altri. Andare e svoltare controsenso è talmente comune che è diventato un uso ed un diritto (pare che lo sia), di giorno ma anche di notte! Di notte poi molti ciclisti ne combinano di tutti i colori, non hanno luci né davanti, né di dietro, né catarifrangenti o giubbotti fosforescenti. Che dire poi di quei giovanotti che sfrecciano agli incroci senza mani sul manubrio o col telefonino attaccato alle orecchie. Mamme e papa’ in bici non solo con un seggiolino per bambini ma anche due, uno davanti ed uno dietro, tutti o quasi senza casco, qualcuno con un rimorchietto artigianale attaccato dietro al velocipede. Velocipedi oggi di tutti i tipi, quelli tradizionali di una volta magari anche arrugginiti e senza valore, ma anche bici da corsa in carbonio, mountain bike costosissime, city bike di ogni foggia. Biciclette elettriche, con pedalata assistita, ruote da fuoristrada e via di seguito. Insomma si vedono un sacco di velocipedi cavalcati ben spesso in modo imprudente ed irresponsabile mentre i pericoli delle vie sono molteplici: buchi nell’asfalto, sconnessioni, rotaie tramviarie ecc. Tutta questa popolazione di bicicli non ha targa, non ha obbligo di assicurazione, non ha obbligo di dispositivi di protezione individuale, non paga tassa di circolazione o di parcheggio tanto è vero che il parcheggio sulla pubblica via delle biciclette, ovviamente quelle meno pregiate, avviene incatenandole ai paletti stradali indicatori dei divieti di sosta auto con ingombro più o meno invadente dei marciapiedi pedonali. Non hanno patentini di guida ma una ignoranza ben spesso profonda degli articoli del Codice della strada accompagnata spesso da arroganza e mala educazione civica: vedo spesso giovani ciclisti guidare senza mani e compiere manovre azzardate di slalom nel traffico e nelle code ai semafori fregandosene altamente dei rossi. Per voler fare ancora qualche considerazione cittadina, con riferimento specifica a Via Sacchi a Torino, tutti sanno che è dotata di portici per un lungo tratto ma i ciclisti fingono di non sapere che dall’altra parte della strada è stata approntata una pista ciclabile che viene ignorata sistematicamente anche se non piove! Allora sotto i portici nei due sensi pedalano non solo persone oneste ma anche scippatori di anziani. Aver scelto al giorno d’oggi la politica della mobilità sostenibile è sicuramente un fatto doveroso sotto il profilo ecologico ed opportuno dal punto di vista energetico ma deve essere , a mio parere, messa in opera senza violentare la circolazione cittadina: un esempio classico a Torino è stata la rimodulazione di Via Nizza con l’aggiunta delle due tormentatissime piste ciclabili che hanno stravolto la circolazione creando code a non finire al semaforo di Piazza Carducci, giusto per fare un esempio. Non ho certezza ma temo che le multe ai ciclisti siano quasi nulle. Marzio

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