martedì 19 luglio 2022

EMERGENZA CINGHIALI di Marzio Panichi

Sulla “Stampa” di venerdì 15 Luglio compare questo articolo allarmante. Leggiamo i numeri e riflettiamo insieme qui di seguito. Stendiamo un velo pietoso sulle responsabilità di una situazione come questa: le Regioni fanno scaricabarile sullo Stato, i cacciatori sulle Associazioni protezioniste /ambientaliste e viceversa. La storia giornalistica della controversia affonda le radici in anni di confronto e di scontro che comunque non hanno portato a nessun risultato positivo. Ci sono cinghiali veri e propri, ci sono maiali “cinghialati” e cinghiali “maialati”: intendo dire le due specie si incrociano vicendevolmente ad aumentare sproporzionatamente il numero delle loro presenze nel territorio nazionale, con disparità di situazioni, ma sempre comunque emergenziali anche là dove il numero non è ancora diventato un “sovrannumero”. Quando delle specie selvatiche raggiungono il “sovrannumero” il problema è tale perché bisogna trovare delle soluzioni quasi sempre di “abbattimento” e quando si parla di ciò si parla di prolungamento dei periodi di caccia, di catture forzate, di abbattimenti selettivi, di fucilate sempre e comunque. Ma il problema del sovrannumero e del suo governo non riguarda solo i cinghiali ma anche i corvidi per esempio, i cervidi, le nutrie ecc. e per ogni specie ovviamente i problemi di gestione, cattura o fucilazione cambiano. Per fare un esempio l’Istituto nazionale per la selvaggina anni fa, suggeriva nelle proprie “Raccomandazioni” che i corvidi catturati venissero storditi sbattendo violentemente il capo su una superficie rigida prima di torcergli il collo. Sempre come esempio il sovrannumero dei cervidi nel nostro Parco della Mandria veniva gestito nel passato mettendo all’asta l’abbattimento selettivo di un capo prestabilito al prezzo di un milione di lire con il diritto di acquisirne la spoglia con il rispettivo trofeo palco sparando però un colpo solo che doveva avere una idonea composizione metallica così come le caratteristiche dell’arma impiegata. In caso di mancato bersaglio il diritto era perso mentre invece nel caso di un ferimento non mortale il guardacaccia di accompagno doveva inseguire l’animale per finirlo. Non insisto nell’esemplificazione del passato augurandomi che certi sistemi di governo dei “sovrannumeri” siano cambiati. Pare infatti che recentemente la progettazione incruenta di un piano di contenimento delle nutrie, a cui ha partecipato il Garante per i diritti animali della Regione Piemonte insieme al “Centro animali non convenzionali” (Canc) dell’Università di Torino e ai rappresentanti della Città Metropolitana di Torino, abbia preso il via e che siano iniziate le operazioni nell’ambito dell’area dei fiumi di Torino. Il progetto prevede la cattura con gabbie-trappola dei roditori, l’anestesia dell’animale e il successivo intervento volto a impedirne la capacità riproduttiva. Ma per tornare al problema dei cinghiali non solo in Italia ma anche nella nostra Regione sempre su “La Stampa” leggiamo che il problema si è fatto acuto e che la siccità spinge i branchi collinari fin al centro città per ricercare cibo ed acqua. A chi mi legge voglio riferire un’esperienza personale vissuta con grande intensità. Non so dire l’emozione che ho provato nel vedermi attraversare la strada di notte da una massa enorme di più di un metro e mezzo di lunghezza e del peso stimabile almeno 100-120 kg e che sfiora la mia auto mentre percorro una strada provinciale delle nostre ...freno ovviamente d’improvviso ma velocità ridotta e riesco ad evitare la collisione con uno sbando sulla corsia opposta dove, per fortuna, non c’era nessuno. Questo mi accadeva circa un paio di mesi fa e mi ritengo fortunatissimo nel non aver incocciato un tale bestione …si sarebbe fatto male lui ma anche la mia auto. Io me la sono cavata con un grande spavento ma ho preso personalmente coscienza della gravità del problema così come rimane dimostrato dalle cronache giornalistiche. Che dire e che fare? Io da Medico veterinario, da sempre schierato dalla parte degli animali ma non sempre con gli animalisti, sono in imbarazzo perché un sovrannumero così elevato di cinghiali (o similari) che nel volgere di due anni si è quadruplicato (senza contare tutti quei soggetti sfuggiti ai censimenti) richiede una misura severa di riduzione del numero…ma come? Non riesco a pensare ad altro se non all’abbattimento come misura urgente perché fra l’altro in certe zone si è diffusa la peste suina che - veramente una malattia “pestifera” - se prende piede in allevamenti suini industriali dove i numeri dei soggetti sono alle stelle in stalle di poco spazio. Io sono un sanitario cosciente di quanto sia difficile gestire un’epidemia virale e di quanti danni economici potrebbe portare al nostro Paese, produttore di prosciutti pregiati ed esportati in tutto il mondo. Mi dispiace dirlo ma temo che gli abbattimenti a fucilate siano l’unico sistema per contrastare il fenomeno in tempi brevi mentre peraltro prendo in seria considerazione il Bando dell’”Ufficio DG Sanità animale e Farmaci veterinari” per la selezione di un progetto di sperimentazione per l’uso per via orale del prodotto “Gonacon” nei cinghiali. Data della pubblicazione 7 Giugno 2022 con scadenza al 6 Luglio 2022. Nel bando si legge che “Destinatari del bando sono soggetti pubblici e privati che posseggano le competenze e l’expertise necessari per elaborare e realizzare un progetto per la sperimentazione dell’impiego del prodotto GonaCon da proporre al Ministero della salute ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni e dell’attribuzione delle risorse stanziate. A fronte del limite di spesa previsto dall’articolo 1, comma 705, della Legge di Bilancio per l’anno 2022 pari a 500.000 euro, ai proponenti dei progetti selezionati al termine della procedura di cui al presente bando sarà erogato un finanziamento pari ad un massimo di 250.000 euro ciascuno. La proposta progettuale dovrà essere idonea a perseguire l’obiettivo di cui la legge n. 234 del 30 dicembre 2021 - Legge di Bilancio per l’anno 2022- articolo 1, comma 705 e cioè “contrastare e prevenire con efficacia la proliferazione di alcune specie di fauna”. Il progetto, nello specifico, dovrà prevedere: la sperimentazione dell’impiego per via orale del prodotto GonaCon nei cinghiali selvatici di durata non superiore a 24 mesi. L’indicazione di modalità operative per la somministrazione del GonaCon per via orale alle popolazioni di cinghiali selvatici. Una relazione economica che indichi il budget complessivo ed il dettaglio dei costi…” La Commissione tecnico-scientifica è composta da illustri Professori universitari, dell’ISS, del Consiglio superiore di sanità e del DGSAF a totale garanzia della valenza scientifica del progetto. Pregevole iniziativa che parte dalla Ricerca scientifica e che apre uno spazio incruento per la gestione del problema nel futuro ma l’SOS è del momento ed i frutti di una tale sperimentazione si vedranno solo nel tempo.

Delusione del 26 Aprile in Torino di M.Panichi

Al Valentino il “Viale Medaglie d’oro” corre parallelo al Corso Massimo D’Azeglio partendo dal piazzale Duca d’Aosta in direzione Corso Vit...