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sabato 17 settembre 2022
Covid-19, milioni di morti si potevano prevenire. Ecco come secondo la Lancet Commission (Fonte DoctorNews33)
Covid-19, Oms: trend decrescente di nuovi casi a livello globale
Proteggere e promuovere la cooperazione tra paesi nella "preparedness" e nell'offerta di presidi di diagnosi e cura, combattere le diseguaglianze e porre più attenzione alla sicurezza quando si fa ricerca biologica: sono le richieste principali che la Lancet Covid 19 Commission porge ai paesi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per prevenire altre morti evitabili da Covid-19. Per i 28 redattori del documento presentato ieri al DG OMS Tedros Ghebreyesus, la gestione della pandemia è stata un fallimento. Governi lenti, e passivi nel contrasto della disinformazione sui media, hanno prestato poca attenzione ai più vulnerabili. Si sarebbero potuti evitare milioni di morti. Tra l'altro, le morti per Covid non sono state fin qui i 6,9 milioni del conteggio ufficiale ma 17,9 milioni. Presidente della commissione della rivista e del Sustainable Development Solutions Network, Jeffrey Sachs (Columbia University) evoca «un'azione collettiva che promuova la salute pubblica e lo sviluppo sostenibile, affrontando le disuguaglianze sanitarie globali e proteggendo il mondo dalle future malattie». Le nazioni del mondo devono iniziare a collaborare tra loro.
I cinque pilastri - L'OMS detta cinque "pilastri" delle future politiche anti-pandemie. Primo, imparare dagli errori di governi che non si sono coordinati sui protocolli di viaggio, sul testing, sull'approvvigionamento di mascherine etc) e dai successi di alcuni paesi: l'Est Asia, che nel 2002 era stato scottato dall'epidemia di Sars, ha adottato strategie di contenimento più efficaci, con un'incidenza di morti inferiore. Secondo, agire sul contenimento dei contagi evitando il contatto tra individui infetti e non infetti. Terzo, ridurre le disuguaglianze sanitarie dentro ogni stato membro Oms. Quarto, mettere in protezione le fasce più vulnerabili. Quinto, produrre nuovi vaccini e nuove terapie. Questo innanzi tutto a livello di ogni nazione. Ma non tutti gli stati membri Oms sono in grado di fare da soli. Nei Paesi ad alto reddito, tre persone su quattro sono state vaccinate, in quelli più poveri solo una su sette. I paesi ricchi ora devono dare di più.
Misure nazionali ed internazionali - Il "board" raccomanda di fare sempre riferimento all'OMS, che sulle malattie emergenti ha importanti poteri ispettivi e decisionali da utilizzare nei siti colpiti, nell'interesse del mondo intero. Chiede poi di stabilire sistemi coordinati di sorveglianza tra nazioni per predire il rischio di nuove ondate. «Cina, Stati Uniti, Unione Europea, India, Federazione Russa ed alter potenze regionali devono mettere da parte le rivalità geopolitiche per lavorare insieme». Altri target: arrivare ad un accordo pandemico globale e potenziare le International Health Regulations creando un sistema internazionale di sorveglianza e monitoraggio degli esiti e della trasmissione delle malattie infettive. Nel contempo, urge istituire nell'OMS un Global Health Board composto da elementi dei governi nazionali in rappresentanza di ciascuna delle regioni del globo, per supportare l'organizzazione nelle decisioni.
Il Fondo Globale per la Salute -Tra le nazioni del mondo, quelle del G20 (tra cui l'Italia) dovrebbero infine collaborare ad un piano decennale per assicurare che in tutte le regioni del mondo si producano e si distribuiscano mezzi per il controllo della pandemia. Ciò richiede uno sforzo economico: il "board" a tal proposito evoca il varo di un Global Health Fund che finanzi la produzione di dispositivi per il controllo delle malattie da virus, l'organizzazione di sistemi di risposta alle pandemie ed il rinforzo dei presìdi di medicina territoriale in paesi a reddito medio-basso. Per il Fondo, servirebbero, si calcola, 60 miliardi di dollari annui (1% del Pil dei paesi ad alto reddito). L'obiettivo è aiutare i sistemi sanitari nazionali in difficoltà non solo in relazione alle pandemie ma a tutti i temi di sanità ad esse correlati. E serve governare la ripresa post-pandemica, per un mondo più sostenibile, che non può prescindere dal rafforzamento della cooperazione multilaterale, da finanziamenti, da investimenti in biosicurezza «e dalla solidarietà internazionale con i Paesi e le persone più vulnerabili».
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