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mercoledì 30 novembre 2022
Medici in piazza contro la manovra economica da MD Digital
Le organizzazioni sindacali dei medici, veterinari e dirigenti sanitari (ANAAO ASSOMED – CIMO-FESMED (ANPO-ASCOTI – CIMO - CIMOP - FESMED) – AAROI-EMAC – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA – CISL MEDICI) esprimono preoccupazione per i contenuti della manovra economica presentata dal Governo. Motivo per cui, non solo hanno dichiarato lo stato di agitazione ma hanno proclamato una manifestazione a Roma per il 15 dicembre 2022 in piazza SS Apostoli dalle ore 14.00.
"Con la manifestazione e con quelle che organizzeremo domani - precisano in una nota stampa - ci rivolgiamo ai cittadini affinchè siano consapevoli della deriva in cui sta precipitando la sanità pubblica: dopo averci consegnato medaglie di cartone, ora ci legano le mani e senza risorse potremo proteggere e assistere i nostri pazienti solo in parte e solo grazie a grandi sacrifici che pesano sulle nostre vite e su quelle delle nostre famiglie".
"Alla sanità del 2023 vengono destinate certo più risorse, ma per bollette e vaccini e farmaci anti Covid, non per servizi e personale. Anche la promessa indennità di Pronto Soccorso viene rinviata al 2024. Niente per il Contratto di lavoro 2019-2021, che prevede incrementi pari a un terzo del tasso inflattivo attuale, e nessun finanziamento per quello 2022-2024. Le condizioni di lavoro dei dirigenti medici, veterinari e sanitari, divenute insopportabili, anche a causa di una pandemia non ancora superata, alimentano uno stato di crisi della sanità pubblica che ha ridotto il SSN a malato terminale. Le fughe di massa dei professionisti, insieme con l’insoddisfazione e lo scontento di chi non fugge, suonano un allarme che, però, non arriva alle orecchie del Ministro della Salute e del Governo che non vedono organici drammaticamente ridotti al lumicino al punto da mettere a rischio l’accesso dei cittadini alla prevenzione e alle cure, insieme con la loro qualità e sicurezza".
"Servono investimenti per le retribuzioni e per le assunzioni, perchè la carenza di specialisti non può essere colmata dalle cooperative dei medici a gettone, pagati per lo stesso lavoro il triplo dei dipendenti e gratificati di una flat tax che porta a livelli intollerabili anche il differenziale contributivo. Una miscela che agisce da potente calamita".
"Le premesse erano state migliori. Un Governo nuovo, politico in quanto nato dalla volontà elettorale, un medico ministro, un tecnico. Ma ad oggi di tecnico, e di nuovo, abbiamo visto ben poco. Abbiamo registrato solo una dichiarazione circa l'opportunità di aumentare la retribuzione, non ancora seguita da fatti concreti. Nemmeno una convocazione da parte del Ministro, o un accenno, benché richiesto più volte e in più tempi. Non una sola parola sul rinnovo di un contratto di lavoro che impolvera nelle stanze del MEF candidato ormai a gestire anche la salute. Se questa è la considerazione in cui vengono tenuti migliaia di professionisti che hanno evitato al Paese una caporetto sanitaria, essi reagiranno con un corale “basta”: ai turni eccessivi, al lavoro oltre l’orario dovuto, a fare in tre il lavoro di sei, a rubare tempo alla vita. Per godersi, finalmente, 5 milioni di giornate di ferie arretrate, recuperare 10 milioni di ore di straordinario, stare a casa a Natale e S. Stefano. Senza farsi mancare Capodanno e Befana".
"l professionisti che tengono in vita la sanità pubblica - tiene a sottolineare l'intersindacale - devono essere ai primi posti dell’agenda di tutte le forze politiche e meritano rispetto, per il servizio che hanno reso negli anni alla comunità, con un lavoro duro, troppo spesso disagiato e mal retribuito, e per l’abnegazione al servizio sanitario assicurata durante la pandemia. Per garantire il diritto alla salute ad ogni cittadino, che deve essere tutelato e curato senza distinzioni di sesso, età, condizione sociale o geografica. Solo un Paese in salute può garantire sviluppo economico e sociale ai suoi cittadini. I 130.000 professionisti che rappresentiamo sono pronti a fare la loro parte facendo ricorso a tutti gli strumenti disponibili".
LE RICHIESTE
CHIEDIAMO CHE LA LEGGE DI BILANCIO 2023:
• destini risorse reali alla salute dei cittadini;
• aumenti le assunzioni di personale medico, veterinario e sanitario, per migliorare le condizioni di lavoro all’interno degli ospedali e dei presidi territoriali, superando i vincoli imposti dai tetti di spesa, per garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza in tempi accettabili;
• incrementi le retribuzioni del personale, oggi al terz’ultimo posto in Europa, anche attraverso politiche di defiscalizzazione già concesse alle partite IVA, al settore privato e ad altre categorie del pubblico impiego;
• renda accessibili a tutti i cittadini le prestazioni sanitarie appropriate contro l’allungamento delle liste d’attesa e i viaggi della speranza.
MANIFESTIAMO CONTRO:
• il definanziamento ulteriore della sanità pubblica previsto nei prossimi anni, che costringerà molti cittadini a doversi pagare le cure di tasca propria e ne spingerà tanti altri nel limbo già oggi molto affollato di coloro che non possono pagarsele;
• le briciole concesse dalla legge di bilancio 2023 al personale della sanità pubblica;
• il disinteresse della politica nei confronti degli “angeli” e degli “eroi” che hanno evitato al Paese una caporetto sanitaria ed economica;
• l’assenza di un piano programmatico di riforma e di rilancio complessivo del SSN da parte delle forze politiche che superi la spinta alla privatizzazione;
• la regionalizzazione delle cure e la creazione del nuovo mercato sanitario tra nord e sud;
• il silenzio istituzionale di fronte alla richiesta di confronto con le rappresentanze sindacali dei professionisti su cui si regge il SSN.
CHIEDIAMO INOLTRE AL GOVERNO E ALLE REGIONI:
• l’immediata apertura del tavolo per il rinnovo di un CCNL sequestrato nelle stanze ministeriali;
• l’allineamento della spesa sanitaria pubblica alla media dei paesi europei;
• la depenalizzazione atto medico, riconsiderandolo autonomo scientifico e libero da ideologie;
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