Torino e la sua Area Metropolitana.Una città Europea, in salute, sicura, facile da vivere, che sappia offrire opportunità di lavoro a tutt@Una città della cultura, ecologica, pensata anche per i tempi degli anziani e delle persone in difficoltà.Città della ricerca, dello sport,con trasporti pubblici finalmente efficienti, servizi sanitari efficaci.Che valorizzi le periferie,laboratorio dell'innovazione green, capitale del cibo di qualità e sicuro e delle energie rinnovabili.
domenica 6 novembre 2022
Una storia di degrado di Marzio Panichi
Assolutamente sconfortante! In pochi metri di via e di marciapiede ci sono alcuni esempi di degrado urbano: imbrattamenti murali senza significato comprensibile e con il solo scopo di danneggiare ed insultare la proprietà privata e condominiale. Tracce di urinazioni canine reiterate, marciapiede in pendenza verso la carreggiata stradale, scheletro di bicicletta incatenata che ha una storia di un anno circa. Cronologicamente parlando la bicicletta venne legata al palo stradale parecchi mesi or sono (io abito nelle vicinanze) ed inizialmente era completa di ruote dove i cani di passaggio alzavano la gamba sistematicamente perché attratti dalle gomme impregnate delle pipì di tutti quelli che si erano soffermati prima. Poi la ruota anteriore sparì nottetempo perché è più facile da smontare rispetto alla posteriore e qualcuno se la portò via verosimilmente per rivenderla ma il gabinetto canino rimase comunque concentrato sulla ruota di dietro che a sua volta sparì dopo alcuni mesi ed ecco qua un telaio metallico che resta incatenato sull’angolo con via Gioberti! Chissà ancora per quanto tempo. Ho provato a chiedermi fin dall’inizio a chi potesse appartenere il biciclo e pensai ad un residente del circondario magari assente dalla sede, poi via via ho pensato che fosse una bicicletta rubata ed abbandonata momentaneamente per poi ricuperarla dopo un po'. Successivamente ho pensato che il padrone fosse morto od in ospedale o in galera o emigrato o non più in grado di pedalare! Ma non è questo il punto, la questione è un’altra che si porta dietro alcuni interrogativi: quante pattuglie di Vigili Urbani, Polizia, Carabinieri saranno transitati su quell’angolo e nessuno finora ha pensato di affrontare il problema. Fino a quando non sono sparite le ruote (prima una e poi l’altra) le forze dell’ordine potevano essere giustificate nel pensare che la bicicletta fosse di proprietà e parcheggiata momentaneamente, sia pure in modo anomalo sul marciapiede, ora però non lo sono proprio per nulla. Il problema del telaio abbandonato è veramente tale perché la bicicletta non ha numeri identificativi o targhe per poter risalire ad un potenziale proprietario per cui recidere la catena diventa un atto che richiede una procedura ufficiale che passa, presumo, attraverso il Sindaco o la Magistratura od altre Autorità, sicuramente con un iter burocratico articolato e/o complicato. Se impugnassi io un tronchesino nottetempo sicuramente compirei un reato ma risolverei un problema di percorribilità del marciapiede e di evidente degrado! Di biciclette parcheggiate sui marciapiedi ed incatenate ad infissi è piena la città cosi come di bicicli a noleggio e monopattini abbandonati in ogni luogo disordinatamente e con intralcio agli scivoli per disabili, passi carrai, soglie di negozi ecc. Ben venga la mobilità ecologica ma anche l’educazione civica che manca agli utenti dei bicicli ed ai proprietari dei cani disattenti nel gestire le evacuazioni dei propri beniamini. Mi limito qui a criticare principalmente il comportamento di chi possiede un cane maschio e che gli consente di spruzzare gli stipiti e le soglie di negozi, dei portoni, gli angoli delle vie, le ruote di auto in parcheggio lasciando tracce evidenti che, con il clima secco di questi giorni, lascia olezzi locali tipici dell’urina evaporata. In altre parole quando percorriamo i marciapiedi non solo dobbiamo fare attenzione a dove mettiamo i piedi ma è meglio anche tapparsi il naso per non percepire odori sgradevoli (puzza di pipì!). Quale suggerimento correttivo si può proporre ai cinofili in questi casi? Portare con sé non solo il sacchettino verde per la raccolta delle feci ma anche uno “spruzzino” con acqua per diluire l’urina ed attenuarne i suddetti inconvenienti. Cosi facendo guadagneranno le simpatie di portinaie, condomini, negozianti e pedoni che non sempre sono cinofili e tolleranti. Peccato che i proprietari di cani armati di “spruzzino” sono pochissimi e che alcuni non sempre si dotano del “sacchetto” lasciando marciapiedi, strade, prati ed arenili di gioco per bambini inquinati da feci. Anche però i ciclisti ed i “monopattinisti” dovrebbero affinare il loro senso civico non solo nel cavalcare disciplinatamente il loro mezzo ma anche nel lasciarlo a fine uso. Da ultimo una domanda: dove sono le “pattuglie decoro” dei Vigili urbani per applicare anche la deterrenza?
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