Torino e la sua Area Metropolitana.Una città Europea, in salute, sicura, facile da vivere, che sappia offrire opportunità di lavoro a tutt@Una città della cultura, ecologica, pensata anche per i tempi degli anziani e delle persone in difficoltà.Città della ricerca, dello sport,con trasporti pubblici finalmente efficienti, servizi sanitari efficaci.Che valorizzi le periferie,laboratorio dell'innovazione green, capitale del cibo di qualità e sicuro e delle energie rinnovabili.
domenica 24 ottobre 2010
Antinucleare: 6-7 novembre “Facciamo muovere il Movimento” Appello nazionale
L’8 novembre del 1987, ad un anno e mezzo dall’incidente di Chernobyl, di gran lunga il più grave, insieme a Three Mile Island, dei 150 incidenti avvenuti ad oggi in impianti nucleari, quasi 21 milioni di italiani si dichiararono favorevoli a fermare lo sviluppo del nucleare in Italia (5 milioni si dichiararono contrari).
Nei 25 anni successivi la scelta di utilizzare il nucleare come fonte per produrre energia elettrica si è progressivamente arenata nel mondo ed oggi rappresenta con 440 reattori più o meno funzionanti, meno del 16% della produzione elettrica e più o meno il 5% dei consumi energetici totali.
Dal punto di vista tecnologico è una opzione obsoleta, costosa, pericolosa, perseguita da alcuni paesi dell’Asia e Medio Oriente per il possibile utilizzo secondario a fini militari, e da altri in Europa ed USA prevalentemente per le pressioni della fortissima lobby del settore che la sostiene ma non ci investe neppure un dollaro..
Decine di nazioni nel mondo (12 nella sola Europa) non hanno mai scelto questa tecnologia, molte altre ne stanno uscendo con pesanti costi per il decommissioning e la sistemazione, irrisolta, delle scorie. I pochi reattori della cosiddetta “terza generazione” in costruzione stentano a decollare e quello finlandese, il più noto, sta miseramente arenandosi, con costi, tempi di costruzione, ritardi e difficoltà tecnologiche che continuano ad aumentare.
In Germania il deposito di scorie apprestato ad Asse in Bassa Sassonia due decenni fa per durare centinaia di anni, è stato invaso dall’acqua e verrà svuotato nei prossimi 10 anni con costi incalcolabili, mentre in USA il governo di Obama sta per dichiarare irresolvibile il problema, rinunciando alla costruzione di un sito nel deserto e rimandando la soluzione del problema alle prossime generazioni.
In queste settimanne è stato reso noto che per la prima volta la produzione elettrica da Rinnovabili (eolico, solare fotovoltaico, idroelettrico) ha eguagliato nel mondo quella di origine nucleare e che già oggi i costi del solare fotovoltaico, attorno ai 12,3 centesimi di euro/kwh, stanno superando verso il basso quelli del nucleare.In questo scenario l’Italia è l’unico paese al mondo il cui Governo si appresta a far decollare un programma nucleare che prevede la costruzione di impianti nucleari per 6400 MW ( 4 centrali da 1600 MW, mai costruite ad oggi nel mondo) che dovrebbe costituire, entro 10 anni circa, meno del 10% dei 70.000 MW elettrici più o meno ritenuti necessari a quell’epoca.
E’ necessario che questo progetto venga fermato; al di là della sua reale fattibilità, affosserebbe le potenzialità delle Rinnovabili ritardandone lo sviluppo e insieme drenerebbe risorse utili al paese per altre scelte più convenienti, meno costose, più urgenti, sia nel settore energetico sia nella disponibilità di risorse per affrontare crisi economica, tagli alla ricerca, scuola, servizi , che si stanno pesantemente abbattendo sul paese.
Per questo invitiamo i movimenti, i comitati, le associazioni, tutti coloro che vogliono un'altra Italia, un diverso tipo di modello economico ed energetico, che sognano un paese migliore e vogliono contribuire a cambiarlo, a mobilitarsi sabato 6 e domenica 7 novembre in ogni paese, in ogni città, in ogni regione, per promuovere iniziative nelle forme possibili e più diverse, per interrompere questo percorso, e iniziare a costruire la nuova Italia
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