venerdì 30 aprile 2021

DALLA GERMANIA ARRIVA UN MESSAGGIO CHIARO: IL FUTURO SI TUTELA ORA!

COMUNICATO STAMPA DALLA GERMANIA ARRIVA UN MESSAGGIO CHIARO: IL FUTURO SI TUTELA ORA! “È davvero storico – dichiara Stefano Zuppello, presidente di Verdi Ambiente e Società - quello che hanno stabilito i giudici tedeschi: la legge sulla protezione del clima varata dal governo tedesco non è sufficiente! I diritti fondamentali per il futuro dei giovani sono minacciati e la legge come è stata approvata mette a repentaglio la loro libertà perché le date fissate per il raggiungimento degli obiettivi sono troppo lontane nel futuro. È possibile ridurre l'aumento delle temperature medie globali, come stabilito nell'accordo di Parigi del 2015, con misure più urgenti e di breve termine. Questa sentenza è stata possibile grazie al ricorso presentato da giovani attivisti ambientalisti, sostenuti da Fridays for Future insieme a Greenpeace e altre associazioni. Tra loro c'è Sophie Backsen, una ragazza di 22 anni, studentessa di scienze agrarie. Importante è anche la risposta che il governo ha dato alla sentenza, promettendo una rapida attuazione delle modifiche alla legge. Il ministro delle finanze, Olaf Scholz, ha detto che inizierà a lavorare immediatamente con il ministero dell'ambiente per apportare le modifiche, che saranno poi sottoposte all'approvazione del governo. La strada è aperta, - conclude Zuppello - i diritti delle generazioni future vanno garantiti adesso con fatti concreti! Il Pianeta va salvato ora!” Roma, 29 aprile 2021

giovedì 29 aprile 2021

Mondo dello spettacolo: si rialzi il sipario.

Come far coincidere il bisogno di far riprendere le attività della cultura e dello spettacolo con la sicurezza per la propria salute? È ciò che si è chiesto il Comitato Torino Sanità in Azione nell'incontro on line dello scorso 28 aprile “Covid e mondo dello spettacolo, come uscirne?”. “ Abbiamo voluto coinvolgere gli operatori del settore sia per far luce sulle difficoltà che questa situazione ha provocato sia per riflettere sulle problematiche relative alle prossime aperture” ha dichiarato Giorgio Diaferia, referente Comitato Torino Sanità in Azione. Tanti i temi che sono stati portati sul tavolo dai relatori: le difficoltà dei teatri, dei cinema che stanno combattendo un'altra battaglia (quella contro lo streaming), dei musicisti che senza i club fanno fatica a trovare concerti. Le chiusure hanno indebolito fortemente il settore culturale. Secondo gli ultimi dati forniti dalla SIAE per cinema, teatri, concerti e attività culturali c'è stato un calo dell'80% sul fatturato. Ma le esigenze degli operatori del settore sono da bilanciare con la sicurezza per la salute dei cittadini. Ora sembra che il momento delle riaperture sia finalmente arrivato, ma non per tutti sarà una vera e propria ripartenza. Sono infatti poche le realtà che potranno usufruire dei palchi all'aperto e i costi per il mantenimento delle norme di sicurezza continuano ad essere elevati. Non tutti quindi riapriranno e a soffrire saranno soprattutto le piccole realtà e le attività che necessariamente devono svolgersi al chiuso. Ciò che darà una svolta definitiva (si spera!) alla possibilità di ritrovarsi spettatori davanti a un palco sarà la campagna vaccinale: prima si raggiungerà la famosa “immunità di gregge” e prima potremmo tornare alla normalità. Ma la strada è ancora lunga. Una categoria, quella dei lavoratori del mondo dello spettacolo che è stata fortemente penalizzata e che dpcm dopo dpcm si è sentita sempre più invisibile. “Il futuro è ancora incerto, ma speriamo che questi incontri possano far rendere conto alle istituzioni di quanto sia importante il ruolo della cultura per la società. Speriamo che da qui possano nascere delle sinergie tra le diverse realtà del mondo dello spettacolo. Delle sinergie che possono essere utili per trovare e condividere soluzioni” ha concluso Diaferia.

sabato 24 aprile 2021

#LaSalute, acido ialuronico e infiltrazioni articolari

Settima puntata della rubrica di approfondimento medico #LaSalute, condotta dal medico e giornalista Giorgio Diaferia. Anche questa volta è tornato a trovarci il professor Italo Capparucci, specialista in ortopedia presso l’università di Urbino, per presentarci le diverse tipologie di infiltrazioni articolari eco-guidate. Ma cosa s’intende per infiltrazione articolare? Si tratta di una tecnica, per l’appunto infiltrativa, che permette di distribuire in modo adeguato l’acido ialuronico all’interno delle articolazioni usurate. Le più diffuse riguardano il ginocchio, la spalla e infine l’anca. Sono queste articolazioni molto tolleranti, soprattutto nei confronti dell’acido ialuronico a basso peso molecolare, quindi particolarmente fluido e che si diffonde con estrema facilità. Il primo passo della procedura è sicuramente la rimozione del liquido sinoviale patologico, sintomo dell’usura. Successivamente, attraverso lo stesso ago, si procede con l’infiltrazione. Diverse e molteplici sono le tecniche esistenti. Nel caso del ginocchio, ad esempio, si può accedere all’articolazione da vari punti, uno dei quali è situato nella zona superiore alla rotula esterna. E proprio questo punto permette un’efficace artrocentesi, ossia la completa aspirazione del liquido patologico. Un’altra tecnica è quella dell’orientamento dell’ingresso dell’ago. In entrambi i casi il ginocchio va tenuto flesso a 90 gradi, ma una volta terminata l’infiltrazione è fondamentale stimolarlo al movimento, per favorire una migliore distribuzione dell’acido. Più semplice e veloce è, invece, ottenere buoni risultati su articolazioni che non sopportano il peso corporeo, come nel caso della spalla, perché meno stressante dal punto di vista biomeccanico. In questi casi, si può ricorrere all’utilizzo dell’acido ialuronico lineare, che svolge un effetto ri-elasticizzante e lubrificante dei legamenti interni. Ma la più nobile delle infiltrazioni è sicuramente quell’anca, spesso fonte di preoccupazione per chi vi si sottopone. E’ sicuramente fondamentale procedere innanzitutto con una valutazione ecografica, che permette di individuare la zona di sporgenza su cui lavorare. Per questa tipologia di intervento, inoltre, è adatto unicamente l’utilizzo dell’acido cross-linkato, composto dalla combinazione di legami incrociati tra più molecole di lineare. Per quanto riguarda gli aghi più indicati, essi devono contenere un numero non inferiore a 19-20 gocce. Ma perché queste tecniche sono così importanti per le nostre articolazioni? E’ infatti dimostrato che grazie ad un’infiltrazione efficiente, si può procrastinare l’impianto di una protesi articolare. Oggi, infatti, le nuove protesi – soprattutto quelle dell’anca e del ginocchio – durano in media 16 anni e 8 mesi. Di conseguenza, chi ricorre ad una protesi in un’età inferiore ai 70 anni, si ritrova successivamente a sottoporsi ad un nuovo intervento. Per di più, negli ultimi dieci anni c’è stata una crescita significativa dell’utilizzo di protesi anche in età più giovanile, talvolta anche per via dello sport agonistico, causa di un’usura anticipata delle articolazioni. Per questi motivi, è necessario cercare di ritardare il più possibile il ricorso alle protesi, pur garantendo una buona qualità della vita, così da ridurre sia i costi sia i rischi dell’intervento chirurgico. Anzi, recenti studi hanno dimostrato l’efficacia dell’acido ialuronico lineare anche nella protezione della lubricina, una proteina di superficie non riproducibile chimicamente e che svolge un’azione lubrificante della superficie cartilaginea. Per tutte queste informazioni e altre ancora, potete recuperare la puntata di venerdì 23 aprile. Nel frattempo, vi aspettiamo per il prossimo appuntamento sempre su Rete7, canale 12 del digitale terrestre.

sabato 17 aprile 2021

ACIDO IALURONICO E NUOVE FRONTIERE

È incominciato ieri il primo dei tre appuntamenti in programma con il dott. Italo Capparucci, medico specializzato in ortopedia presso il dipartimento biomolecolare dell’Università di Urbino. In occasione di questa sesta puntata de #LaSalute, in onda come sempre su Rete7, si è approfondito l’argomento dell’acido ialuronico da un punto di vista scientifico: cos’è, quali le caratteristiche e le tipologie, con che meccanismi funziona. Scoperto nel 1934 da due ricercatori della Columbia University di New York, venne battezzato “ialuronico” (dal greco, trasparente come il vetro) per sottolinearne appunto la caratteristica purezza. È una molecola endogena, naturalmente prodotta dal nostro organismo in quantità che si riduce con l’avanzare dell’età, ragion per cui la sua concentrazione nei tessuti connettivi diminuisce di pari passo con l’invecchiamento. Chimicamente parlando, è un glicosamminoglicano dall’elevato potere idratante, lubrificante, antiurto. Il suo serbatoio principale risiede nel corpo vitreo dell’occhio, ma è significativamente presente anche nelle articolazioni e nella pelle. Non c’è un solo acido ialuronico; ce ne sono diversi tipi che, in base all’impiego terapeutico (con specifico riguardo alle terapie infiltrative), si possono ricondurre a due categorie: i lineari ed i cross-linkati. I primi, costituiti da catene lineari non modificate, agiscono, fungendo da stimolo, con un meccanismo di viscoinduzione (si “legano” cioè ai recettori dell’acido ialuronico già esistente incentivandone la produzione di nuovo). I cross-linkati, invece, composti dalla combinazione di legami crociati tra più molecole di lineare, agiscono, grazie alle proprietà antiattrito, con un meccanismo di viscosupplementazione (volto al ripristino della viscoelasticità del liquido sinoviale). Ed è proprio sul terreno della ricerca e dello sviluppo dei derivati cross-link dell’acido ialuronico che si stanno aprendo nuove frontiere molto interessanti nella medicina rigenerativa. Le prospettive future in materia sono davvero incoraggianti. Il prossimo appuntamento con #LaSalute è per questo venerdì h. 20.15 canale 12 del digitale terrestre: ancora con il dott. Capparucci, si parlerà più nel dettaglio delle tecniche infiltrative.

sabato 10 aprile 2021

#LaSalute, elastocompressione nell'insufficienza venosa

Quinto appuntamento con la rubrica di approfondimento medico #LaSalute, condotta dal medico e giornalista Giorgio Diaferia. Il tema della giornata è l’insufficienza venosa – anche nota come “vene varicose” o “gambe pesanti” – e del suo possibile rimedio quale l’elastocompressione. Ne abbiamo parlato in compagnia del dottor Corrado Iozzelli, tecnico ortopedico presso Athena. Cosa s’intende per insufficienza venosa? Con questa definizione ci si riferisce innanzitutto al sistema venoso, che si occupa del trasporto del sangue dalla periferia al cuore, sfidando la forza di gravità. L’insufficienza venosa si verifica quando le valvole che compongono le nostre vene non funzionano più adeguatamente, e restano aperte favorendo il reflusso del sangue. A stabilire gli stadi di insufficienza venosa è la CEAP, una classificazione internazionale che va da C0 – dove non si evidenzia alcuna insufficienza – a C6, ad indicare un caso non trattato e la conseguente formazione di ulcere. Patologia molto diffusa in Occidente, ancor più nelle donne, è favorita da alcuni fattori come il fumo, una cattiva alimentazione, la sedentarietà, l’obesità e la gravidanza, che determina un aumento del sangue fino a 1/3 della quantità fisiologica, gravando così sulle vene. Il consiglio degli specialisti è quello di condurre una vita dinamica e movimentata, dedicandosi almeno una passeggiata al giorno per favorire il ritorno del sangue verso il cuore. Tuttavia, molti di noi non hanno un appoggio corretto sulla volta plantare, rischiando così di affaticare ulteriormente il cuore. In tale situazione, è consigliato l’utilizzo dei plantari definiti “flebologici”, che riducono anche il rischio di dolori alla schiena, alle ginocchia o alle anche. Ma il rimedio senz’altro migliore per l’insufficienza venosa è rappresentato dalle calze elastiche, divisibili in due macro-gruppi. Le calze preventive, che andrebbero indossate da chi conduce una vita sedentaria ed hanno un grado di compressione limitato, fino a 18mm di mercurio; e le calze terapeutiche-curative. Esiste anche una tipologia di calze che lasciano la punta del piede scoperta. Si tratta delle calze anti-trombo, usate nelle cure ospedaliere e che servono all’operatore sanitario per ispezionare lo stato di salute della gamba. Accanto a queste ci sono anche i gambaletti elastici, la cui apertura facilita l’atto di indossarle. Ma per chi avesse difficoltà, è possibile ricorrere a dei tutori elastici, applicabili con un sistema di velcri e che permettono di regolare la compressione in base a quella prescritta dallo specialista. Si tratta in tutti questi casi di dispositivi medici, che richiedono perciò una prescrizione. La replica di questa puntata andrà in onda domani alle ore 12:15. Nel frattempo, vi aspettiamo per il prossimo appuntamento venerdì 16 aprile, sempre su Rete7 – canale 12 del digitale terrestre.

sabato 3 aprile 2021

#LaSalute, acido ialuronico e condroprotezione

Quarto appuntamento ieri su Rete7 con #LaSalute, il programma di approfondimento scientifico che, in onda tutti i venerdì alle h. 20.15 (con replica la domenica alle h. 12.15), tratta di temi di attualità legati alla medicina ed al benessere. Padrone di casa il dott. Giorgio Diaferia, medico e giornalista. Ospite in studio il dott. Luca Savant, medico e specialista in fisiatria. Nel corso della puntata si è parlato di acido ialuronico e condroprotezione (protezione della cartilagine). Naturalmente presente nel nostro organismo, l’acido ialuronico è una molecola endogena molto versatile che, grazie alle sue caratteristiche peculiari, si presta a molteplici impieghi trasversali. Non solo in dermo-estetica, per cui è principalmente noto soprattutto al pubblico femminile. Con i suoi derivati, trova infatti diverse applicazioni in campo biomedico, in aree quali reumatologia, ortopedia, chirurgia e riparazione tessutale. Ci si è soffermati in particolare sul suo utilizzo in fisiatria, con specifico riferimento ai trattamenti mediante le infiltrazioni. Il potente effetto analgesico ed antinfiammatorio che questo componente fondamentale dei nostri tessuti connettivi dispiega rappresenta difatti un’efficace terapia, cui un numero di pazienti sempre maggiore si sta indirizzando (spesso a seguito dell’insuccesso dei protocolli farmacologici o strumentali) per curare patologie e disturbi di varia natura. Che il “problema” risieda nelle articolazioni o nei tessuti molli, che abbia carattere infiammatorio o degenerativo, le infiltrazioni sono un eccellente rimedio: rapido, a basso rischio, risolutivo. Premesso che ogni individuo costituisce un caso clinico a sé e che come tale va “trattato”, quali, appunto, le metodiche consigliate? Quando è più indicata la viscoinduzione? In quali ipotesi invece è raccomandabile la viscosupplementazione? A questi ed altri interrogativi si è cercato di fornire esaurienti risposte, corredate da esempi pratici per rendere meglio l’idea dell’argomento: la descrizione di una seduta-tipo, i benefici riscontrabili nel breve-medio-lungo termine, le tempistiche dei cicli di intervento riabilitativo. La categoria dei condroprotettori, peraltro, racchiude anche prodotti (farmaci o integratori alimentari) somministrabili per via orale ed è ovviamente molto “presente” nell’ambito della medicina dello sport.

Nerio Nesi è deceduto oggi all'età di 98 anni

E' con vivo dolore che apprendo della scomparsa dell'amico ed ex assistito ( sono stato il suo medico di famiglia per oltre 10 anni,...