martedì 28 settembre 2010

Woodstock, ieri, oggi, domani... da Beppe Grillo blog

Eravamo in tanti a Cesena, i bambini giocavano vicino al palco, c'era una pulizia nell'aria, nei volti, nel grande prato, di cui provo, già ora, una grande nostalgia. E' stato un terremoto dolce che si capirà piano, piano. Con il tempo. Le cui vibrazioni arriveranno come cerchi nell'acqua anche a chi non c'era, portate dalle testimonianze di chi era presente a Woodstock 5 Stelle. E' strano pensare che l'Italia potrebbe essere sempre come sabato e domenica, con le persone che si sentivano fratelli e sorelle, a discutere del futuro e a realizzare il futuro con i fatti, con la raccolta differenziata, l'acqua pubblica e gratuita, la partecipazione alla costruzione di un progetto sociale comune.
Dario Fo sul palco, sabato sera, ha indicato la luna, quasi piena, che usciva finalmente dalle nuvole. Il cielo si stava schiarendo dopo giorni alterni di vento e di pioggia. Tutti hanno allora guardato il cielo e si sono sentiti felici di essere insieme in una notte di tende, di camper, di sacchi a pelo, di sorrisi. Si respirava felicità e sicurezza, quella sicurezza dell'altro, chiunque sia l'altro, che, anche se mai visto prima, anche se di un'altra regione, riconosci come tuo fratello, amico, compagno di viaggio della tua vita.
Domenica mattina ho camminato nel parco, tra centinaia di tende, nell'ippodromo pieno di camper e ho visto con i miei occhi una grande lezione di civiltà, nessuno era fuori posto, nessuno gridava, alzava la voce e per terra neppure una bottiglia, un pacchetto di sigarette, un rifiuto di qualunque tipo, nulla di nulla. Centinaia di volontari a disposizione per dare un aiuto o un'informazione. Un'organizzazione perfetta, auto finanziata, con artisti che si sono esibiti senza chiedere nessun compenso per il MoVimento 5 Stelle e che, per questo, saranno messi al bando dal Sistema.
Domenica 120.000 persone, una vicina all'altra, per 14 ore di non stop di musica e futuro, si sono alzate in volo, come un Grande Spirito. Il cielo sembrava dipinto da Raffaello. Nel mondo, attraverso la Rete, da Sidney a Buenos Aires, da Tokyo a Londra hanno seguito la due giorni di Woodstock circa 5 milioni di persone. La più grande partecipazione via Internet di sempre in Italia, numeri immensi. Il silenzio dei media e le dichiarazioni dei "mantenuti" dalla politica mi hanno fatto piacere, confermano quello che sono e anche quello che non saranno mai: uomini liberi, vivi. Good morning Cesena! E' stato bello, bellissimo come sarà domani l'Italia.

Oggetto: noi e la costituente ecologista di Luciano Coluccia


A 1599 persone piace partecipare e simpatizzare con il nostro gruppo facebook. Immagino perchè interessati ai temi ecologisti e alla loro rappresentanza politica.
Questo gruppo nato contemporaneamente all'omonimo blog si propone di sostenere una proposta politica nuova che finalmente vede la luce e inizia ad organizzarsi.
La costituente ecologista è quindi nata e da qui s'inizia per arrivare ad un modello di rappresentanza ecologista simile a Europe Ecologie in Francia e agli ecologisti in Germania.
Quindi invito tutti ad iscriversi al sito http://www.facebook.com/l/3dc7a9npS_9HG5ByP9Tp23xrdLQ;www.costituentecologista.it/ sottoscrivendo l'appello Io Cambio! La direzione che desideravamo è quella e non ci rimane che impegnarci a sostegno. Perchè in italia di ecologismo politico, sociale, culturale e infine ambientale c'è bisogno! Grazie.

Fiorello Cortiana : Obiettivi del Millennio

Molti avranno ascoltato con perplessità e diffidenza le notizie provenienti da New York, dove si è svolto il vertice delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio: 40 miliardi di dollari per la salute di donne e bambini nel mondo. E’ un atteggiamento comprensibile visto quello che la BP ha combinato nel Golfo del Messico e i limiti dell’azione democratica internazionale in Afghanistan, ma non è giustificato. Nella difficoltà della politica di esercitare una governance mondiale dei processi della globalizzazione, dove i flussi finanziari sono accompagnati da quelli migratori e dai cambiamenti climatici prodotti dall’uso di combustibili fossili, questo stanziamento è significativo non solo per il suo ammontare. Il summit sugli obiettivi del Millennio si chiude con l'annuncio dello stanziamento record. Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, permetterà di salvare 16 milioni di vite entro il 2015. Il vertice dell'Onu sulla povertà si chiude con l'annuncio di uno stanziamento record: 40 miliardi di dollari per migliorare la salute delle donne e dei bambini nel mondo. Lo ha annunciato il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Il provvedimento permetterà di salvare, secondo Ban, 16 milioni di vite entro il 2015: "Conosciamo ciò che serve per salvare la vita delle donne e dei bambini - ha detto il segretario generale al termine del vertice Onu a New York- e sappiamo che le donne e i bambini sono un elemento determinante per raggiungere gli obiettivi del millennio per lo sviluppo". Tra i paesi donatori ci sono tutti quelli protagonisti dei nuovi equilibri della geo-politica mondiale, tra gli altri l'Australia, la Gran Bretagna, la Cina, la Francia, l'India, il Giappone, la Russia e gli Stati Uniti. Ci sono le più grandi ONG come Amnesty International, diverse corporation multinazionali e diversi tra gli uomini più ricchi del mondo, a partire da Bill Gates. In una situazione che vede l’ONU incapace di riformarsi per rappresentare a pieno tutti i nuovi paesi protagonisti della globalizzazione, questa cooperazione tra dimensione istituzionale, stati, imprese e società civile, è un segno importante per le sfide che l’umanità si trova ad affrontare. Già nella Conferenza sul Clima di Copenhagen, al di là dei limiti evidenti degli impegni presi, si era registrata una comune consapevolezza dei problemi generati dal surriscaldamento del pianeta.Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha detto che lo stanziamento record permetterà di salvare 16 milioni di vite entro il 2015 e che adoperarsi per la salute di donne e bambini ridurrà la povertà, stimolerà la crescita economica è un diritto fondamentale dell'uomo. Il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, ha coordinato un incontro con i vari ministri degli esteri sul dossier per la messa al bando delle mutilazioni genitalia femminili, al fine di riuscire a far approvare la prima risoluzione per l’abolizione di questa pratica criminale entro il 2015. Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite sono otto obiettivi che tutti i 191 stati membri dell'ONU si sono impegnati a raggiungere per l'anno 2015. 1. Sradicare la povertà estrema e la fame, 2. Garantire l'educazione primaria universale,3. Promuovere la parità dei sessi e l'autonomia delle donne, 4. Ridurre la mortalità infantile,5. Migliorare la salute materna, 6. Combattere l'HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie, 7. Garantire la sostenibilità ambientale, 8. Sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo. Due buone notizie hanno preceduto il summit di New York, la prima: meno donne muoiono di parto nel mondo, il numero di decessi dovuti a complicazioni legate alla gravidanza e al parto è diminuito del 34%, secondo il rapporto “Trends in maternal mortality“ realizzato da OMS, UNICEF, UNFPA e Banca Mondiale. La seconda è stata comunicata dalla Fao: il numero delle persone affamate nel mondo è di nuovo sceso sotto il miliardo. Sarebbe comunque superficiale pensare che le cose si siano messe per il meglio per la terra e i più disgraziati tra i suoi abitanti. Secondo il rapporto “Trends in maternal mortality”, in Africa sub-saharianala mortalità materna è diminuita del 26% e in Asia il numero di decessi materni si stima sia sceso da 315 000 a 139 000 tra il 1990 e il 2008, con un calo del 52%. L’Unicef sottolinea il miglioramento, ma fa notare che il tasso di diminuzione è meno della metà di ciò che è necessario per conseguire l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio di ridurre il tasso di mortalità materna del 75% tra il 1990 e il 2015, che richiede una diminuzione annua del 5,5%, mentre il calo del 34% rispetto al 1990 equivale ad una diminuzione media annua di solo il 2,3%. Teniamo presente che il 99% di tutti i decessi materni nel 2008 si è verificato nei paesi in via di sviluppo, 57% nell’Africa sub Sahariana e il 30% nell’Asia meridionale. In Asia occorre tener conto che una cosa è la situazione in Cina e un’altra in Pakistan. Così occorre guardare con attenzione i dati relativi alla fame. Secondo il rapporto Sofi 2010, la regione con più sottonutriti resta l’Asia con 578 milioni di individui. Ma è l’Africa sub sahariana la regione con la proporzione più alta di affamati: il 30%, con 239 milioni di individui. Se Mali, Ghana e Nigeria avevano già raggiunto il primo obiettivo del millennio (sradicare la povertà estrema e la fame), e l’Etiopia è vicina, nella Repubblica democratica del Congo la proporzione dei sottonutriti è aumentata del 69%. Conflitti locali, spesso combattuti con armi vendute dalle industrie occidentali, sui quali e dietro i quali ci sono interessi economici e politici dei diversi stati, pensiamo alla Cina in Africa, richiamano l’attenzione su come e da chi sarà speso il notevole contributo raccolto dall’ONU. Per questo è importante il richiamo dell’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, che con il suo direttore Achim Steiner ha detto che «La green economy è la strategia migliore per ridurre la povertà e il mezzo per raggiungere tutti gli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo». Con un miliardo di persone senza accesso all’acqua potabile e danni delle carestie e delle inondazioni dovuti al cambiamento climatico è chiaro il valore dell’economia verde come strategia per porre fine alla povertà e al sottosviluppo. Per l’Unep la Green economy non solo serve alla sostenibilità ambientale dello sviluppo, che è l’Obiettivo N. 7 dei Millenium goal, ma è fondamentale nella lotta alla povertà. Investire in energie rinnovabili, con pannelli per produrre energia localmente, mezzi di trasporto efficienti, riciclo dei materiali, in metodi di agricoltura a basso consumo d’acqua e attenta al consumo di suolo, in sistemi di trasporto sostenibile e in riforestazione. Con una agricoltura sostenibile che fa uso di concimi naturali e non spreca acqua, si salva denaro e si contribuisce ad uno sviluppo ecologico. Ad esempio: invece della climate finance, gli investimenti basati sul mercato delle emissioni, carbon market, dove chi taglia emissioni può vendere la quota tagliata a chi sfora i tetti di CO2, è più utile soprattutto il Redd plus (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation) il meccanismo dell’Onu per ridurre le emissioni attraverso la riduzione della deforestazione e del degrado forestale. Quete sono politiche che meritano l’attribuzione dei finanziamenti stanziati a New York.

lunedì 27 settembre 2010

Stop al piano per le scorie nucleari di Jacopo Giliberto

Fonte Il Sole 24 ORE - 22 settembre 2010
Il piano Sogin sul deposito dei rifiuti atomici entra in frigorifero. Forse per molti mesi. Il piano è uno dei fondamenti del programma nucleare del governo. Con una corsa pazza, la società italiana del nucleare è riuscita a chiudere per tempo una prima traccia, ma non più un semplice abbozzo bensì uno studio già strutturato, del programma per definire il futuro stoccaggio delle scorie.
Nel documento è compresa la mappa dettagliata dei luoghi potenzialmente idonei a costruire un deposito che molti contesteranno, così com'era accaduto – per un progetto simile ma differente – quando tra 2003 e 2004 si sollevarono i cittadini di Scanzano Ionico, sulla costa della Basilicata. Ed è compreso con lo stoccaggio nucleare anche il progetto di una sezione per le scorie a lunga attività ma soprattutto il progetto di un centro ricerche (e parco tecnologico) di dimensioni generose, che con la sua attrattività ha anche il ruolo di inzuccherare una pillola che a molti parrà amarissima. Ma la settimana scorsa il ministro a interim dello Sviluppo economico, cioè il premier Silvio Berlusconi, ha mandato alla Sogin un documento in cui chiede di fermare, per il momento, l'ottimo lavoro già fatto. Motivo dello stop: mancano l'Agenzia per la sicurezza del nucleare, spiega la nota, e deve essere condotta la complessa procedura di valutazione ambientale strategica (Vas).Nel frattempo ieri pomeriggio è ripresa l'assemblea della Sogin, società controllata al 100% dal ministero dell'Economia di Giulio Tremonti ma governata dal punto di vista industriale dallo Sviluppo economico. Va rinnovato il vertice, oggi rappresentato dal commissario Francesco Mazzuca e dal vicecommissario Giuseppe Nucci, il cui incarico scade a fine mese. Mancano ancora molti tasselli, a cominciare dalla figura del ministro dello Sviluppo economico, e quindi resta in sospeso la nomina del nuovo vertice (consiglio d'amministrazione che passa da tre a cinque componenti oppure se continuare con la gestione commissariale). Così l'assemblea della spa resta aperta finché non si troverà una soluzione.
La comunicazione del ministro a interim alla Sogin esprime cordiale apprezzamento per l'attività svolta dalla società nella ricerca del luogo idoneo a ospitare il futuro deposito (chiave di volta del programma atomico del governo) e avverte che la scadenza di legge del 23 settembre data alla Sogin per presentare la documentazione va intesa non come termine ultimo: è una scadenza più flessibile, "ordinatoria" e non "perentoria". Il documento aggiunge che le regole per lo stoccaggio e parco tecnologico dovranno basarsi sulle specifiche ufficalmente adottate dalla futura Agenzia sulla sicurezza nucleare; inoltre la procedura deve poter contare, secondo gli standard Vas, sul dibattito pubblico. Il governo vuole evitare che – per usare la similitudine da muratori – prima si arredino le stanze e poi si costruiscano i muri.La mappa preparata dalla Sogin toglie dalla candidatura tutte le zone troppo abitate, quelle con rischi sismici e geologici, le montagne, le isole e così via. È una mappa basata sui criteri di esclusione, cioè mira non a individuare i luoghi migliori per ospitare il deposito atomico ma al contrario a dire in quali posti l'impianto non va messo. Poi gli enti locali che si troveranno nelle zone idonee potranno discutere con i cittadini e candidarsi in gara per ospitare gli impianti e l'interessante centro ricerche, con una procedura simile alle sperienze estere.
La mappa che ne emerge (mappa sottoposta a segreto e non disponibile) dovrebbe comprendere soprattutto il Lazio settentrionale (spicca il Viterbese) e la Toscana meridionale (Grossetano e Senese); le Murge e la fascia tra Puglia e Basilicata. In Piemonte, il Monferrato e la zona appenninica (come la zona delle Bòrmide). Tutta la fascia delle colline emiliane e romagnole e alcune aree della Bassa lombarda tra Cremona e Mantova.

Vercelli: sabato 9 ottobre, ore 15 -19 presso la sala SOMS via Francesco Borgogna n. 34

E indetto un Coordinamento di tutte le forze antinucleari piemontesi e delle altre regioni interessate, per concordare ed armonizzare iniziative di lotta unitarie, ( in particolare con riferimento all’anniversario del referendum del 1987, 6- 7 novembre 2010 ) contro il tentativo di far rinascere un sistema nucleare italiano ed a sostegno delle fonti di produzione rinnovabili.
In un precedente incontro del 10 settembre si è deciso di incontrasi a Vercellli per la sua peculiarità ( piemontese ed italiana ): qui è detenuto oltre l'85% delle scorie nucleari italiane e, con molta probabilità, qui si tenterà di avviare uno dei nuovi impianti nucleari italiani.
Si invita a condividere, far girare l’appuntamento e soprattutto promuovere la partecipazione da ogni città e comune in cui sia possibile dare un contributo alla mobilitazione.
Info: Fausto C. 335 7208447 Lino B. 347 0182679

Non c'è lavoro di Alfiero Grandi

Anche dall’Istat arriva un quadro economico preoccupante.
Ha detto Struss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale, che non si può parlare di ripresa economica senza risultati nell’occupazione. Applicando questi criteri in Italia la ripresa non c’è.
L’Italia ha ormai 2 milioni di disoccupati, pari all’8,5 %, a cui vanno aggiunti almeno 600.000 cassaintegrati che non sanno se alla fine del periodo avranno ancora un lavoro. Per di più la produzione attualmente avviene senza di loro. Quindi il loro riassorbimento dipenderà dalla forza della ripresa economica, se il ritmo resta questo saranno dolori.
A questi vanno aggiunti gli “scoraggiati”, quelli che il lavoro nemmeno lo cercano perché sanno che tanto non lo troverebbero.
Siamo dunque oltre il 10 % di disoccupati all’interno della triste media europea. Come aveva già detto mesi fa la Banca d’Italia, che subì per questo un feroce attacco dal Governo per avere osato contraddire il suo ottimismo infondato. L’Italia che va meglio degli altri paesi europei si conferma semplicemente una balla.
Anche il balletto delle cifre che il Governo utilizza per ingigantire la ripresa economica dell’Italia si basa su differenze dello zero virgola, cioè quasi nulla. Una parte delle imprese parla di ripresa, ma purtroppo nei loro conti l’occupazione non conta.
Per di più nelle iniziative del Governo non ci sono le novità che andrebbero introdotte nel sistema economico, perché è chiaro che nessun paese può pensare di tornare alla situazione di prima. La qualità è la vera sfida del futuro e su questo purtroppo il nostro paese è messo piuttosto male.
Basta pensare all’energia dove una lobby affaristica guidata da Enel e i francesi d’intesa con il Governo sta brigando per tornare al nucleare con costi enormi, con effetti occupazionali ridicoli e pericoli per l’ambiente e la salute delle persone. Invece l’attenzione dovrebbe essere tutta sul risparmio energetico e le energie da fonti rinnovabili che costano molto meno, danno occupazione 15/20 volte di più del nucleare e non comportano rischi per persone e territorio.
Negli altri paesi ci sono iniziative per costruire risposte alla crisi, in Italia no. Il Ministro dell’Economia Tremonti è oggi un tetragono difensore dei conti pubblici secondo i moduli dettati dalla BCE, Colbert è ormai solo una lontana infatuazione giovanile. La conseguenza è che gli investimenti pubblici vengono sacrificati per primi e l’economia resta ferma. Ogni tanto dal Governo vengono sparate cifre per miliardi di investimenti che però non vengono fatti e sono sempre gli stessi quattrini che vengono spostati da una riunione all’altra.
L’Italia uscirà da questa crisi in condizioni pessime, più piccola, più ingiusta, più lontana dagli standard che dovrebbe avere avere un paese avanzato.
Per questo prima l’Italia si libererà di un Governo che si occupa seriamente solo di evitare i processi a Berlusconi meglio sarà. Questo dovrebbe ricordarlo anche l’opposizione. Urge un’alternativa politica. Le incertezze sul voto anticipato e su altri passaggi possibili della crisi della destra sono preoccupanti. Naturalmente nessuno può negare che una nuova legge elettorale sia assolutamente necessaria, ma ottenerla prima del possibile voto anticipato non può essere ragione di paralisi. Ottenere una nuova legge elettorale è meglio, ma se non ci si riesce (ed è probabile visto che sia Berlusconi che Bossi non hanno alcun interesse a cambiarla) occorre comunque dare la priorità all’obiettivo di liberare il nostro paese da un Governo che fa danni proprio non facendo e lasciando marcire la situazione economica e occupazionale.

domenica 26 settembre 2010

FALSA EMERGENZA RIFIUTI A NAPOLI













Come Direttivo dei Medici per l'Ambiente della Regione Campania, siamo fortemente preoccupati non già per la comparsa della ennesima (falsa) emergenza rifiuti , da noi ormai da anni preannunziata, nella assenza di un organico e corretto ciclo integrato dei rifiuti urbani (2.8 milioni di tonnellate/anno) e soprattutto in assenza di un corretto e integrato ciclo dei rifiuti industriali (4.5 milioni tonnellate/anno) di cui nessuno parla, ma che "ingolfa" da sempre il sistema mai realizzato, ma per le notizie di scontri con le forze dell'ordine, attacchi a mezzi di trasporto e gravi episodi non di protesta ma di aggressione .

Abbiamo ritenuto pertento di sottoscrivere in prima persona, tutti noi che siamo ben conosciuti SUI TERRITORI e che abbiamo lottato in prima linea per la difesa della salute delle popolazioni esposte in ossequio alla deontologia professionale ed alla Verità, UN APPELLO AI CITTADINI DEI COMUNI AFFINCHE' LA PROTESTA CONTINUI MA SI FACCIA FORTE DELLA VERITA' E NON DELLA STESSA VIOLENZA CAMORRISTICA!

Facciamo quindi appello anche a Te perche' , attraverso il tuo lavoro, sui media e la tua prestigiosa testata, la nostra voce possa giungere a questi cittadini, CERTI, per il dimostrato impegno in loro difesa, di essere da loro ascoltati.

GRAZIE SIN D'ORA PER IL TUO AIUTO!


GAETANO RIVEZZI - MEDICO PER L'AMBIENTE IMPEGNATO IN PRIMA LINEA A TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI DI CASERTA (DISCARICA LO UTTARO, GIUGLIANO, TAVERNA DEL RE, MADDALONI)

ANTONIO MARFELLA E GIUSEPPE COMELLA - MEDICI PER L'AMBIENTE IMPEGNATI IN PRIMA LINEA A TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI DI NAPOLI (PIANURA, CHIAIANO, TAVERNA DEL RE, SERRE, TERZIGNO)

GENNARO ESPOSITO - MEDICO PER L'AMBIENTE IMPEGNATO IN PRIMA LINEA A TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI DI NOLA, ACERRA, MARIGLIANO

GERARDO CIANNELLA - MEDICO PER L'AMBIENTE IMPEGNATO IN PRIMA LINEA A TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI DI CHIAIANO E BENEVENTO

sabato 25 settembre 2010

Io Cambio! Decidere il futuro Appello per una costituente ecologista, civica e democratica



Io Cambio!Noi che amiamo profondamente l’Italia e abbiamo a cuore il futuro dell’Europa e dell’intero nostro Pianeta, riteniamo necessario impegnarci per dare una risposta al degrado politico, morale e ambientale ed ai gravi problemi economici e sociali che segnano il nostro tempo.
Pensiamo ad una ricostruzione politica, ideale e morale del nostro paese, per cui l’interesse generale prevalga sulla proliferazione degli interessi individuali, di clan e corporazione, gli stessi che favoriscono la ripresa della corruzione. Il patto civile, per noi, si fonda sul rispetto degli altri e della legge, sulla solidarietà e sul senso di responsabilità, sulla partecipazione e sull’ecologia della politica. Provvedimenti che legalizzano le immoralità e le illegalità sono inaccettabili in un paese civile e democratico.
Il contrasto ai cambiamenti climatici, alla grave compromissione degli ecosistemi e alla povertà sociale, fenomeni strettamente connessi, deve rappresentare la priorità dell’azione di ogni governo, a livello locale, nazionale ed europeo, attraverso politiche coraggiose e innovative, capaci di realizzare una svolta profonda e di assicurare un futuro anche alle generazioni che verranno dopo di noi. Già oggi, per noi stessi, questa svolta è ineludibile: è nell’arco della nostra stessa vita, infatti, che la crisi ecologica può farsi insostenibile.
L’ambiente, la società e i cittadini pagano pesantemente lo sfaldamento selvaggio della struttura dello Stato e delle istituzioni democratiche. Il federalismo demaniale non è nient’altro che una grande speculazione edilizia e immobiliare fatta ai danni del patrimonio pubblico, con un ambiente sempre più dissestato e inquinato, con un paesaggio sempre più imbruttito da cemento e asfalto. Tutto ciò mette gravemente in pericolo l’agricoltura di qualità, il turismo, i beni artistici, ambientali e soprattutto la salute degli italiani e il futuro del lavoro nel nostro Paese.
La responsabilità verso l’intero Pianeta, e in particolare verso l’Italia e l’Europa, è alla base del nostro impegno. Va cambiato l’attuale modello di sviluppo economico e di consumi, responsabile dei cambiamenti climatici e globali in atto, basato sull’uso delle fonti fossili e su un consumo senza limiti delle risorse naturali, su produzioni intensive animali, che ha generato e genera nella Terra povertà, squilibri e guerre. Va superato il P.i.l. con nuovi indicatori che sappiano valutare lo sviluppo prima di tutto in termini di benessere sociale e ambientale che non consideri i cittadini semplici consumatori bensì dei soggetti portatori di diritti e capaci di responsabilità.
La decisione di riportare l’Italia a produrre obsoleta energia nucleare è sbagliata ed economicamente non conveniente. Il futuro energetico dell’Italia e del mondo non può essere l’attuale nucleare, con il drammatico problema delle scorie radioattive e della sicurezza. Una nuova politica energetica e industriale deve basarsi sulle energie pulite, sul risparmio e l’efficienza, puntando fortemente sulla ricerca e l’innovazione tecnologica, di processo e di prodotto, per aprire l’era della green economy e liberarci dalla schiavitù e dalla prospettiva cieca delle fonti non rinnovabili.
La crisi economica è anche sociale ed ambientale e per uscirne senza ricreare i meccanismi perversi del passato è necessario avviare una riconversione ecologica dell’economia e realizzare una riforma etica della finanza. Dobbiamo difendere le famiglie italiane e milioni di persone dal rischio della povertà e valorizzare la cultura, la sanità, la scuola e la ricerca del nostro paese Per questo chiediamo in alternativa una drastica riduzione delle spese per armamenti, che in Italia hanno un costo di oltre 30 miliardi di euro e la cancellazione di opere inutili a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina.
Una nuova politica è necessaria per fermare il consumo del territorio ed affrontare il problema smog nelle città, trasformatosi in una vera e propria emergenza sanitaria, investendo prioritariamente sul riuso del patrimonio abitativo, sul trasporto pubblico e nella difesa del suolo. Ci sentiamo profondamente impegnati nella tutela dei diritti degli animali e nel batterci contro i tentativi di liberalizzazione della caccia. L’acqua bene comune è un elemento strategico, nell’ambito di una seria politica ecologica e dei diritti, e per questo intendiamo dedicare ogni sforzo, a livello locale e nazionale, per la vittoria del referendum. Va tutelata la biodiversità e valorizzata l’agricoltura biologica e di qualità, libera da ogm. Il diritto all’ambiente, il rispetto della dignità degli animali in quanto esseri senzienti e il principio di precauzione devono essere costituzionalmente garantiti, mentre il nostro codice penale deve essere modificato per assicurare più efficacemente alla giustizia eco-mafiosi ed eco-criminali. Lavoriamo per una politica dei rifiuti che ne riduca la produzione, che si basi sulla raccolta differenziata, il riciclaggio e che utilizzi le nuove tecnologie alternative all’incenerimento. Il nostro impegno vuole essere finalizzato anche e particolarmente all’ecologia della politica, per la trasparenza istituzionale, per la riduzione dei costi della politica, per la partecipazione dei cittadini, per la valorizzazione degli strumenti e istituti di democrazia diretta a partire dalle città che dovranno diventare i luoghi del coinvolgimento diretto dei cittadini nella politica pubblica.
Siamo convinti che uno dei pilastri su cui costruire il futuro del nostro paese sia quello dell’istruzione, della scuola, dell’università, della ricerca e della cultura, che possa permettere all’Italia di costruire strutturalmente le condizioni per un vero “sviluppo”, inteso come crescita personale e sociale, non costringendo i giovani a diventare “cervelli in fuga” o precari a vita.
Vogliamo dare il nostro contributo alla nascita di una moderna e ampia aggregazione ecologista, civica e democratica che - come accade in Europa con i significativi successi delle forze ecologiste - sappia affrontare questo insieme di problemi unendo in una nuova stagione di impegno civile e politico le migliori intelligenze, esperienze, associazioni, realtà politiche e sociali in un movimento federato che costruisca anche una nuova credibilità in politica degli ecologisti italiani. Vogliamo costruire insieme un nuovo soggetto politico che sia costituito da una rete locale e nazionale, aperta, libera e plurale, e che sappia rivolgersi, trasversalmente e senza gli antichi confini ideologici, a tutti i cittadini e a tutte le cittadine, che sappia parlare ai più giovani, che li sappia incontrare e coinvolgere, per rispondere positivamente alla domanda di cambiamento e di partecipazione che viene dal nostro Paese e al grido di aiuto che sale dal nostro Pianeta, con voci innumerevoli, di ogni specie vivente.
Per queste ragioni e per avviare la Costituente Ecologista invitiamo tutte le persone e realtà sociali interessate a discuterne a metà ottobre per cominciare a costruire insieme il percorso e i contenuti di questa proposta.

Per ottenere la più ampia partecipazione e adesione vi sollecitiamo a diffondere questo Appello attraverso il sito della Costituente Ecologista

venerdì 24 settembre 2010

Verdi si sciolgono, verso costituente ecologista alla francese venerdì 24 settembre 2010


ROMA (Reuters) - Con la benedizione di Daniel Cohn-Bendit, leader europeo dei verdi, dopo oltre 25 anni di vita il Sole-Che-Ride si scioglie e dà avvio a una "costituente ecologista" da cui tra qualche mese dovrebbe nascere un nuovo partito "trasversale".
"Per noi è una giornata storica, qualcuno potrà viverla con malinconia, ma quello che stiamo facendo oggi è un atto di coraggio: si avvia il processo di superamento della Federazione dei verdi per lavorare insieme ai sottoscrittori dell'appello per la costituente ecologista", ha detto nel corso di una conferenza stampa a pochi passi dalla Camera Angelo Bonelli, presidente dei verdi italiani.
"E' un processo irreversibile, per i verdi".
Il documento, intitolato "Io Cambio!", chiede di dare vita a un "movimento federato" degli ecologisti, sul modello che in Francia, alle ultime europee, ha portato al successo "Europe Ecologie" proprio sotto la guida di Cohn-Bendit, il parlamentare europeo franco-tedesco ex leader del '68.
E proprio "Dany il Rosso", in un videomessaggio in italiano, ha ammonito: "E' tempo di cambiare, dovete cambiare, non si può più fare ecologia politica in Italia come si è fatta negli ultimi anni... Dopo la crisi economica, la crisi finanziaria, la crisi del riscaldamento globale... siamo deboli, è il momento di ripensare il modo di fare politica"
Tra i primi 100 firmatari dell'appello, oltre a Bonelli, il geologo e personaggio tv Mario Tozzi, il meteorologo - anche lui reso famoso dal piccolo schermo - Luca Mercalli, l'attore Giobbe Covatta, l'economista Loretta Napoleoni, la regista Francesca Comencini, l'ex direttore di "Diario" Enrico Deaglio, il sociologo Guido Viale.
Nella lista ci sono anche dirigenti di associazioni ambientaliste - come la Lipu, la Lav, gli Animalisti italiani - ricercatori e docenti universitari, ed ex parlamentari, ma nessun esponente dei radicali, che pure nei mesi scorsi avevano avuto contatti coi verdi in vista della "Costituente".
Il nome del nuovo partito ancora non c'è - "lo decideremo tutti insieme", dice Bonelli - e neanche una scadenza precisa per la sua nascita, anche se l'eventualità di elezioni politiche anticipate accelererebbe certamente il processo, che inizia a metà ottobre con un primo vertice organizzativo.
Nelle settimane scorse i verdi avevano comunque ottenuto dal leader del Pd Pierluigi Bersani il via libera per entrare nell'alleanza del cosiddetto "Nuovo Ulivo" in caso di voto anticipato, dopo la rottura nel Pdl.
"Siamo fieri oppositori di questo governo", ha rivendicato oggi Bonelli, pure criticando alcuni governo regionali di centrosinistra per i piani regolatori "che cementificano" e per il ricorso agli inceneritori nello smaltimento dei rifiuti.
In Italia la rappresentanza politica ecologista è oggi al suo punto elettorale più basso. Nel 2008 i verdi, alleati della sinistra radicale, non sono riusciti a entrare né alla Camera, né al Senato. Alle ultime regionali - anche dopo la scissione della sinistra interna, confluita in Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola - hanno ottenuto circa lo 0,5%
Al contrario, "Europe Ecologie" ha riportato oltre il 16% alle Europee, e il 12,8% quest'anno alle regionali. I verdi tedeschi, secondo un recente sondaggio, sono al 24%, cioè alla pari con i socialdemocratici.
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mercoledì 22 settembre 2010

Giovedì 7 Ottobre Bocciofila "La Fissa" via Breglio 113 Torino


TORINO VIVA SI RITROVA




Per discutere della situazione politica nel nostro paese e nella nostra Regione e città, ci troveremo
L'appuntamento con un piatto di spaghetti ed un pò di amiche ed amici è per le 20.00.
Intanto alcuni amici ci hanno manifestato l'intenzione di presentarsi alle prossime elezioni di Torino per i Consigli di Circoscrizione e per il Comune. L'idea è interessante, occorre capire come darle forma e raccogliere altre disponbilità, facendo gruppo.
Certamente TOW potrà e dovrà fare la sua parte. L'ecologismo e i bisogni della gente (lavoro, sicurezza, legalità, servizi,salute) vanno messi ai primi posti per il governo della nostra città
Siete tutti invitati

Italia spaesata: crollano governo e premier ma la sfiducia affonda anche il centrosinistra

La rilevazione mensile di Ipr-Marketing. L'esecutivo mai così in basso (34%) insieme al Pdl. E resta al minimo anche il gradimento per Berlusconi. Tonfo ancor maggiore per Pd (-6) e Idv (-4). Sale l'Udc e la vera trionfatrice è la Lega di ANGELO MELONE

Italia spaesata: crollano governo e premier ma la sfiducia affonda anche il centrosinistra Fonte Repubblica.it

GOVERNO mai così in basso nella fiducia degli italiani. E' questo il dato - per altro atteso - del sondaggio mensile che Ipr-Marketing conduce per Repubblica.it. E con il governo resta al minimo storico anche il gradimento nei confronti del presidente del Consiglio. Unica forza in controtendenza nella maggioranza è la Lega Nord. Ma dall'indagine sui sentimenti degli elettori emerge anche un altro dato negativo di grande rilievo, che conferma una sensazione diffusa: del tonfo della maggioranza non è in grado di approfittare l'opposizione. Almeno quella storica di centrosinistra (fa eccezione l'Udc), che accusa un calo se possibile ancora maggiore di consensi. L'Italia è spaesata, e le rilevazioni lo confermano.
Si parte dallo spaesamento anche nel campo dei cittadini che trovavano il loro riferimento nel centrodestra: si uniscono agli insoddisfatti - o ostili - verso il governo, portando i consensi all'esecutivo al livello più basso di sempre: un 30% che fa segnare l'arretramento di ben il 3% rispetto all'ultima rilevazione, quella di luglio. Ma non basta. Tra liti e promesse mancate, l'esecutivo è su una clamorosa china se si considera l'intero arco della sua vita: si passa dal 54% del settembre 2008, al 44 del settembre 2009, al 34 - dicevamo - di questi giorni: un crollo di venti punti, leggermente corretto dalla lieve ripresa di apprezzamento di luglio (a quota 33%) per subire un colpo durissimo dalla paralisi dell'ultimo periodo.
E' la stessa opinione che gli elettori mostrano nei confronti del presidente del Consiglio. Berlusconi è inchiodato al 39% dei consensi che si conferma per il secondo mese il suo livello più basso, punto negativo di una parabola discendente che dura ormai da più di un anno.
Con lui precipita il Pdl, all'indomani della fuoriuscita dei finiani. Anche il partito deve registrare il minimo storico al 34%, un punto in meno rispetto a luglio e ben sei nel confronto con giugno. La scissione del Fli, dunque, pesa. Ma pesa soprattutto il crollo di immagine, del quale approfitta a man bassa la Lega Nord, vera trionfatrice di questa rilevazione mensile con ben il 3% in più rispetto a luglio. Un 33% di consensi (praticamente gli stessi del Pdl) che conferma una sensazione diffusa. E dei quali Bossi, i suoi ministri, gli esponenti leghisti sembrano essere ben coscienti nella loro continuo agitare lo spettro delle elezioni fino a tenere in scacco l'intera maggioranza.
Di tutto questo - dicevamo - di fronte a un'Italia disorientata, non sa far tesoro l'opposizione che non sembra riuscire a conquistarsi la fiducia dei cittadini (ndr: nel sondaggio conta chi ha risposto: molta o abbastanza) come alternativa alla guida del Paese. In particolare quella di centrosinistra che deve registrare una calo ancora maggiore. Un vero e proprio crollo. Che si traduce nel -6 per il sempre più diviso Pd. Il suo 26% di gradimento è davvero una soglia bassissima: praticamente ha sperperato un 14% di fiducia negli ultimi sei mesi. Una posizione che continua a vederlo al di sotto del 29% dell'Italia dei Valori. Ma anche per il partito di Di Pietro suona il campanello d'allarme: gli elettori sembrano, anche in questo caso, essere sempre più disaffezionati e il calo rispetto a luglio è altrettanto sonoro: -4%. Unica eccezione l'Udc: il partito di Casini cresce, conquista 2 punti e con il suo 33% risulta essere quello con maggior gradimento tra le forze di opposizione.
Infine uno spiraglio sulle conseguenze del terremoto d'agosto: Futuro e Libertà. Ma qui - avverte l'Ipr - la rilevazione dà indicazioni parziali, non esistendo alcun raffronto. Comunque il movimento di Fini raccoglierebbe il 20% della fiducia. Ma le ripercussioni che gli sviluppi politici delle prossime settimane avranno sulla sensibilità del Paese potranno essere valutate meglio tra un mese.

martedì 21 settembre 2010

Infortuni e morti sul lavoro, bilancio annuale Inail

Continua a calare il numero degli incidenti mortali sul lavoro, che tocca il minimo storico. Nel 2009 sono stati 1.050 i decessi, in flessione del 6,3% sul 2008 (quando erano stati 1.120), il numero piu' basso mai registrato dall'inizio delle relative rilevazioni statistiche nel 1951. Nel complesso diminuiscono gli infortuni in generale, scesi a 790.000 (oltre 85 mila in meno dagli 875.144 del 2008) con un calo annuo del 9,7%, che segna la flessione piu' alta dal 1993.

Sono i dati del bilancio annuale presentato dall'Inail. Sulla riduzione dei casi registrati e denunciati all'Istituto incide, in parte, anche la crisi del 2009, con il calo degli occupati (-1,6% per l'Istat) e delle ore effettivamente lavorate, dai tagli di straordinario al ricorso alla cassa integrazione.

'E' dal 1993, quando vi fu un calo dell'11,7% degli incidenti rispetto al 1992, che nell'andamento complessivo degli infortuni non si registrava una flessione di questo livello'', sottolinea il presidente dell'Inail, Marco Fabio Sartori. ''Nel 2008, anno pure molto positivo, la riduzione si era attestata invece intorno al 4,1%''. Per quanto riguarda, invece, la diminuzione dei casi mortali e' ''pure rilevante'', dice Sartori sottolineando che ''il margine di contenimento di per se' e' minore, trattandosi di cifre gia' sensibilmente ridotte nel corso di questi ultimi anni: basti pensare che, nel 2001, i decessi erano stati 1.546''.

Tuttavia sui dati del 2009 pesa, in parte, anche la crisi con i suoi riflessi sul piano produttivo e occupazionale. Secondo alcune elaborazioni, si stima - sottolinea ancora l'Inail - che la quantita' di lavoro e quindi di esposizione al rischio di infortuni abbia subito nell'anno una contrazione media del 3%. Una percentuale che porterebbe la riduzione reale al 7% per gli infortuni in generale e al 3,4% per quelli mortali.

''L'effetto della crisi in termini di riduzione degli infortuni sul lavoro di sicuro c'e' stato, ma ha riguardato solo una componente minoritaria del fenomeno'', valuta Sartori. ''Le riduzioni piu' significative in termini numerici sono, invece, da attribuire - evidenzia - all'effettivo miglioramento dei livelli di sicurezza in atto ormai da molti anni nel Paese e vanno interpretate, pertanto, come il risultato delle politiche messe in atto da governi, parti sociali, aziende e sindacati, e da tutti i soggetti che agiscono in materia di prevenzione, a partire dall'Inail''. Il numero uno dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro sottolinea quindi che si tratta ''di un dato in linea con un trend storico consolidato: se analizziamo, infatti, l'andamento infortunistico dal 2002 al 2009 vediamo come gli incidenti complessivi siano diminuiti del 20,4% e i casi mortali del 29%''.

4° incontro Ecologisti del Piemonte

Torino: mercoledì 22 settembre:
Caffè Basaglia via Mantova 34 ore 17,45-23
Comunicazioni:
Nucleare - Coordinamento di Vercelli ( R. Bauducco) Anniversario referendum e iniziative
TAV - Progetto preliminare ( M.Rotella) Marcia RIVALTA-RIVOLI 25 settembre
Sarzana - Incontri a Sarzana – 3 Appelli nazionali in uscita ( importante!) (M. Marino)
Portale Ecologisti del Piemonte: presentazione del progetto
Manifesto -appello di adesione: modifiche seconda stesura
( http://eco-piemonte.blogspot.com/2010/09/ecologisti-del-piemonte-manifesto-per.html )
Varie: mercatini, federalismo demaniale,ecoHub

domenica 19 settembre 2010

Svezia: vince centrodestra ma non ha maggioranza assoluta Il partito xenofobo entra per la prima volta in Parlamento

STOCCOLMA - La coalizione di centrodestra guidata dal primo ministro svedese Frederik Reinfeldt ha vinto le elezioni politiche di ieri, senza però raggiungere la maggioranza assoluta necessaria a formare da sola un nuovo governo. Ma la vera novità della tornata elettorale è l'ingresso in Parlamento per la prima volta dell'estrema destra xenofoba, i 'Democratici di Svezia' (Sd) di Jimmi Akesson, che con circa il 5,7% dei voti hanno superato la soglia necessaria (4%) a conquistare seggi, e ne ottengono 20. In base ai risultati quasi definitivi dello spoglio (il 98% delle circoscrizioni), l'Alleanza di quattro partiti guidata da Reinfeldt ha ottenuto circa il 49,2% e 172 dei 349 seggi del Parlamento, e un suo secondo mandato sarebbe un'altra prima assoluta in un secolo di storia del Paese scandinavo, in cui i socialdemocratici hanno dominato la scena politica per 80 anni. Reinfeldt, parlando ai sostenitori in nottata, ha detto che cercherà l'appoggio dei Verdi e ribadito che non intende allearsi con l'estrema destra. Sconfitto il centrosinistra, che puntava su una donna, la socialdemocratica Mona Sahlin, per recuperare il primato perduto quattro anni fa e che si è fermato al 43,6% circa dei suffragi e ottiene 157 seggi.

"Abbiamo perso, tocca all'Alleanza (di centrodestra) il compito di costruire il governo", ha detto la Sahlin. L'estrema destra di Akesson, 31 anni, da cinque leader di Sd, è da tempo presente negli enti locali e si ritrova dunque a fare da ago della bilancia, nonostante sia Reinfeldt che Sahlin abbiano categoricamente escluso una collaborazione con il partito xenofobo e anti-islamico. "Non li toccherei neanche con le pinze", aveva detto nei giorni scorsi il premier uscente, mentre Akesson aveva tuonato contro gli altri partiti, prevedendo la storica svolta: "Per il semplice fatto di trovarci in parlamento, li spaventeremo e li costringeremo ad adattarsi". Esultante per il "risultato fantastico", Akesson, davanti ai sostenitori che scandivano il suo nome, ha "promesso" che il suo partito "non creerà problemi". "Ci assumeremo le nostre responsabilità, è la mia promessa al popolo svedese", ha proclamato. In un Paese che ha fatto registrare una ripresa economica tra le più forti in Europa e uno stato delle finanze pubbliche tra i più sani, la campagna elettorale è stata dominata dai temi del welfare e delle politiche fiscali, con il governo che ha rivendicato i tagli alle tasse e ai benefit e l'opposizione che al contrario ha criticato l'indebolimento del celebre stato sociale svedese, 'dalla culla alla tomba'. E il welfare, "corroso" dall'immigrazione, è stato anche il cavallo di battaglia della destra estrema che ha cavalcato (come successo in altri Paesi europei, dal Belgio all'Olanda) le paure di un Paese composto per il 14% da stranieri di varie nazionalità, brandendo la minaccia di una "rivoluzione islamica".
Fonte ANSA.it

sabato 18 settembre 2010

AID Industry

La chiamano "aid industry". Sono gli aiuti umanitari delle nazioni ricche a quelle povere, pari a 130 miliardi di euro all'anno. Una montagna di soldi che si dovrebbe tradurre in cibo, ponti, strade, edifici,scuole, ospedali. In principio un'ottima cosa, in pratica un po' meno, per le promesse di spesa non mantenute, per i risultati, per la mancanza di coordinamento internazionale.
Se si scorre la classifica dei Paesi che ricevono gli aiuti, il primo è l'Iraq con 9,9 miliardi di dollari all'anno, segue l'Afghanistan con 4,9 miliardi, l'Etiopia con 3,3, la Palestina e il Vietnam con 2,6. Iraq e Afghanistan sono stati distrutti dalle nazioni donatrici guidate dagli Stati Uniti. La Palestina è sotto il tallone di Israele, alleata degli Stati Uniti, il Vietnam fu bombardato in modo così intensivo dagli americani e dai loro alleati che in seguito, per celebrarne il ricordo, fu prodotto il film "Apocalypse now". I primi due Paesi "donatori" sono, caso del destino, proprio i "bombardatori": Stati Uniti con 23,9 miliardi di dollari e Gran Bretagna con 7,4. Distruzione e Ricostruzione.
E' un meccanismo perfetto in quattro passi. Primo passo: si occupa il territorio e ci si impadronisce delle sue risorse. Secondo passo: si sviluppano così le industrie degli armamenti e si protegge il proprio sistema economico (ad esempio con il petrolio iracheno e con nuove basi militari in zone strategiche). Terzo passo: si aumenta il PIL del proprio Paese con la produzione di beni necessari inviati alla nazione distrutta (gli Stati Uniti vincolano i propri aiuti al fatto che almeno la metà di prodotti e servizi siano americani). Quarto: con gli aiuti si rafforza il nuovo governo "amico" insediato nel Paese a scapito delle opposizioni (di solito definite "organizzazioni terroristiche"). Un modello economico perfetto che crea la domanda attraverso la distruzione del Paese e l'offerta con la sua ricostruzione.
L'Italia ha fatto promesse su promesse per fondi umanitari, poi disattese. Ha però investito in armamenti, 131 Caccia Bombardieri dagli Usa per 15 miliardi di euro. Va considerato un investimento per il futuro, per il nostro PIL, per la Confindustria, non una spesa. Investire sulla distruzione conviene due volte.

Fonti: OECD, Financial Times

WOODSTOCK5stelle Cesena 25-26 Settembre

Woodstock 5 stelle - Io ci sarò

domenica 12 settembre 2010

Assemblea Regionale V.A.S. del Piemonte Torino via P.Tommaso 18 Bis Sabato 18 Settembre 2010 ore 9.30



Cara Amica e Caro Amico
L’Assemblea Regionale dei VAS del Piemonte, intende ribadire tutto l’impegno che la nostra associazione porta avanti ad oltre 20 anni dalla sua costituzione, sui temi della tutela dell’ambiente, dell’impegno sociale e della tutela della salute di tutti gli esseri umani. Il 2010, è stato dichiarato l’anno della biodiversità , potrebbe essere ribattezzato l’anno dell’attacco alla biodiversità grazie alle spaventose catastrofi naturali e provocate da incidenti, legate all’incuria ed alla sottovalutazione dei problemi e dei rischi, che stanno minandola nel profondo. Continuare a negare che l’opera dell’uomo ha drammaticamente accelerato fenomeni di distruzione dell’ecosistema, di inquinamento di aria –acqua e suolo è pura cecità ed irresponsabilità. L’estate è stata calda un po’ ovunque ed anche per la prima volta in Russia, colpita da una ondata di calore mai raggiunta negli ultimi 130 anni. Nelle grandi città la situazione del caldo torrido viene aggravata dall’ozono che si produce e che crea una diminuzione percentuale dell’ossigeno che respiriamo, con danni alle vie respiratorie. Altrove abbiamo avuto inondazioni devastanti come in Pakistan, Cina ed India, complicate da patologie infettive.Pensare che lo sviluppo, possa continuare a bruciare quantità di energia e di materie prime, senza un riesame critico della situazione è da irresponsabili oltre che antiScientifico. In Italia non si fa nulla per ricreare o per creare una opinione ambientalista, che combatta, in alleanza con altri paesi, l’ormai prossimo collasso ecologico. Da noi è fiorita solo l’industria dell’Eolico ed in parte quella del Fotovoltaico selvaggio. Già si sono evidenziate corruttele e tangenti. Cosa fare per combattere gli sprechi di energia, il consumo di materie prime esauribili. Abbiamo bisogno delle scienza ma che sappia farsi ascoltare e che sappia comunicare alla popolazione. Non è predicendo catastrofi o generando paura che si potrà andare avanti ed avere il consenso delle persone. Intanto c’è bisogno di leaders che sappiano guidare il processo di ecologizzazione sociale. Nel suo piccolo, VAS Piemonte ha cercato di darsi una specializzazione nel settore comunicativo, creando una trasmissione televisiva ANTROPOS, sui temi della Salute e dell’Ambiente in onda dal 2000 prima su GRPTv, poi su Primantenna TV e dal 2007 su 4Rete Tv sul digitale terrestre e sui canali web youtube.com/ambientiamoci e current.it alla pagina ecograffi. Sempre la nostra sede regionale, ha poi dato vita ad un periodico web : EcoGraffi (www.ecograffi.it) in cui vengono riportati articoli e video realizzati da una Redazione giornalistica, gestita dal circolo di Torino e riproposte tutte le trasmissioni televisive, il tutto corredato da articoli, video e news provenienti dal web nazionale ed internazionale. La nostra sede di Roma ha da anni avviato una collaborazione con il Consorzio televisivo Teleambiente e cura la redazione del giornale bimensile VerdeAmbiente. Dunque massimo il nostro impegno nella comunicazione nell’informazione, ma anche forte vuole essere il nostro lavoro sul territorio portando e sostenendo le Campagne Storiche di VAS: Diritti al Mare-Bastamianto-Mangiasano-OGMfree-No al Nucleare ed altre ancora, che hanno visto anche la sede del Piemonte ed i suoi circoli impegnarsi in questi anni. Al momento risultano costituiti i Circoli di Torino-Moncalieri-Candiolo e il provinciale di Cuneo e nuovi circoli provinciali dovrebbero avviarsi nei prossimi mesi, anche in considerazione alla possibile presenza di problematiche territoriali molto importanti (Vercelli=Trino/Saluggia, Alessandria = Spinetta Marengo/Solvay e Predosa). Prosegue e spero si intensificherà la collaborazione con GreenCross (www.greencrosss.it) anche sotto il profilo di iniziative internazionali di sostegno sociale e nell’ambito della comunicazione. Nel corso dell’assemblea, vorremmo fossero posti in evidenza le priorità del nostro territorio regionale partendo dalla legge sui Parchi e le aree protette, la questione SuperGerbido, il problema di Spinetta Marengo (AL), Trino e Saluggia (VC), Le Centrali a Biomasse di Borgo S.D. e di Predosa, l’inceneritori di rifiuti nei cementifici in Val Vermenagna, ma anche i problemi di budget per la gestione delle politiche ambientali nei piccoli comuni. Temi poi come OGM, sicurezza alimentare,agricoltura biologica e biodinamica andrebbero ripresi così come la campagna Bastamianto che vede ahimè la nostre Regione leader in Italia per decessi da questa sostanza ed un processo in corso di grande rilevanza nazionale.
Il Coordinatore per il Piemonte
Giorgio Diaferia www.vasonlus.it e mail vas.piemonte@tiscali.it

martedì 7 settembre 2010

Ecologisti del Piemonte Manifesto di sottoscrizione per l’ adesione individuale (2° stesura per la discussione)


1 Gli Ecologisti del Piemonte

-sono un nuovo movimento politico che si pone l’obiettivo di contribuire, a partire dal Piemonte ed all’interno di un processo nazionale, ad una trasformazione economica, sociale, culturale, istituzionale dell’Italia verso una società moderna e rinnovata che abbia alla sua base la tutela del proprio territorio e di chi ci vive ( le persone, gli animali, tutte le specie viventi), un nuovo modello sociale, produttivo, culturale, che garantisca giustizia sociale, combatta la precarietà del lavoro e assicuri dignità di vita a tutti i cittadini, promuova uguali opportunità per uomini e donne, difenda i valori della democrazia e della Costituzione, tuteli i diritti fondamentali di tutti coloro che, di qualunque razza, età, ceto sociale, sesso e religione, vivono sul territorio regionale, indichi i doveri fondamentali della convivenza sociale basati sulla tolleranza, la convivenza, il pluralismo etnico e religioso, insieme alla difesa della identità culturale di ognuno. Un modello di società che promuova:

-l’uso delle fonti energetiche rinnovabili invece di petrolio e nucleare,

- la riduzione ed il recupero dei nostri rifiuti invece degli inceneritori,

- il rispetto ed il recupero del costruito esistente invece del continuo consumo di territorio con nuova cementificazione,

- la tutela ed un uso efficace dei nostri Beni comuni fondamentali,

- sistemi di mobilità locale e generale, individuali e collettivi, volti all’efficienza e al risparmio di costi e di tempo con il minore impatto territoriale e ambientale possibile invece di grandi opere costose e poco utili,

- il consumo di prodotti, alimenti, manufatti di produzione, coltivazione, trasformazione in ambito il più vicino possibile al loro luogo di consumo ed utilizzo,…

2 Gli Ecologisti del Piemonte
- auspicano una Europa unita, libera e democratica, ed un Pianeta libero da guerre, violenza, ingiustizia, povertà in cui la tutela del Pianeta e delle specie viventi che lo popolano siano alla base delle istituzioni nazionali ed internazionali che lo governano
- fanno riferimento ai movimenti, partiti e gruppi ecologisti presenti in più di 100 paesi del mondo, in Europa al movimento ecologista e verde, alla sua rappresentanza nel Parlamento europeo e alle forze cooordinate nel Partito Verde europeo con un particolare riferimento alle esperienze francesi di Europe Ecologie e dei Grunen tedeschi.

3 Gli Ecologisti del Piemonte
- operano per favorire il superamento del modello economico, sempre più frequentemente segnato da crisi economiche,finanziare,produttive, basato sulla crescita senza limiti e sulla misura del PIL come indicatori dello sviluppo, promosso da imprese e multinazionali volte al solo obiettivo del profitto trascurando le persone e l’ambiente; mettendo invece in rilievo nuovi parametri che misurino l’integrità dell’ambiente e del territorio, il benessere comune e diffuso, la dignità umana di tutti, la democrazia e il lavoro , come diritti fondamentali per tutti i cittadini.

4 Gli Ecologisti del Piemonte
-operano per aggregare, organizzare e unire in un unico movimento politico degli ecologisti tutti coloro che agiscono in gruppi, comitati, associazioni, ed anche a coloro che al momento fanno parte di partiti diversi, (di sinistra, moderati,verdi, liste civiche, gruppi 5 stelle, altre piccole formazioni ecologiste ), coloro che si astengono dall’impegno politico, sociale o elettorale, e che possano riconoscere e trovare nuove ragioni di impegno in una nuova possibilità di cambiamento della politica e del paese.
L’obiettivo dei promotori e aderenti è quello di superare la frammentazione diffusa nel mondo ecologista, costruire una organizzazione diffusa e reticolare, moderna e radicale, federalista e aperta a tutti quelli che intendono aderire promuovendo una partecipazione diffusa, costruendo ponti e comunicazione nel territorio
-si candidano per promuovere , superando anche le esperienze partitiche transitorie, assumendo rilevanza e potenzialità maggioritaria, per definire un progetto di transizione ad una diversa Italia, possibile e necessaria.
Nello stesso tempo gli ecologisti assumono accanto alla propria vocazione genetica ambientalista e verde, l’impegno in forme nuove e originali per garantire la giustizia sociale e per un processo riformatore in particolare nel Mercato del lavoro superando la attuale precarietà, nell’ Informazione superando l’infliuenza dei partiti e di poteri forti a favore di una maggiore professionalità, nella Giustizia per renderla più efficiente, più efficace e più giusta, nella Politica per ridimensionare i costi e combattere corruzione, logiche di casta ,contiguità con le aree mafiose.

5 Gli Ecologisti del Piemonte
- sono un movimento politico su base regionale, federalista, autonoma, che auspica la confederazione con analoghi movimenti nelle altre regioni al fine di promuovere anche una rappresentanza nazionale adeguata e autorevole di tutti gli Ecologisti italiani.
L’adesione individuale o in rappresentanza di enti produttivi o culturali eco-orientati avviene attraverso la sottoscrizione di questo manifesto, l’impegno ad un contributo annuale di Adesione attiva (Aderenti) o di Sostegno nel caso di appartenenza ad altre forze politiche o di appoggio passivo (Sostenitori).

6 Gli Ecologisti del Piemonte
- si organizzano in Circoli, su base comunale, su base circoscrizionale nel capoluogo di regione, comunicanti al loro interno e fra loro primariamente attraverso il Portale degli Ecologisti; possono darsi forme di coordinamento su base intercomunale o provinciale e con gruppi collettivi tematici.

7 Le forme di organizzazione e di rappresentanza, i processi decisionali, le procedure attinenti a impegni elettorali o di delega, la definizione dei meccanismi decisionali sono definiti dal Regolamento Federale allegato come parte integrante a questo Manifesto di adesione.

domenica 5 settembre 2010

Si alle energie rinnovabili e no al nucleare. di Alfiero Grandi


Alcune affermazioni del sottosegretario Saglia, che segue direttamente per il Governo la reintroduzione del nucleare in italia, sono passate - stranamente - sotto silenzio. Eppure sono rivelatrici dei pericoli che sta correndo l’Italia. Vale la pena di tornarci sopra.
Anzitutto sui tempi. Il Governo per bocca del sottosegretario che - non dimentichiamolo - ha per Ministro pro tempore Berlusconi ha affermato che a gennaio 2011 le aziende potranno proporre i siti in cui collocare le nuove centrali nucleari, oppure (questa rasenta il ridicolo) i Comuni potranno candidarsi a farle costruire nel loro territorio.
Queste affermazioni sono di eccezionale gravità, visto che fino ad ora non esiste l’Agenzia per la sicurezza che dovrebbe definire almeno dove non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per costruire una centrale nucleare in Italia e quali sono le procedure e le condizioni da rispettare da parte dei soggetti che fanno le proposte per potere in seguito procedere alla costruzione.
E’ al vaglio del parlamneto la proposta del Governo di Statuto dell’Agenzia ma l’iter di approvazione non è finito. Quindi non ci sono gli organi dell’Agenzia, in altre parole non esiste nemmeno allo stato primordiale. E’ evidente che una struttura che non esiste non può emanare le direttive da rispettare. Quindi di cosa sta parlando il sottosegretario ? Le aziende interessate non sanno nemmeno a chi fare domanda e come compilarla, le condizioni a cui sottostare.
Il Governo ha tentato una furbata cercando di coinvolgere Umberto Veronesi come Presidente della futura Agenzia. Per ora non si sa come finirà. Veronesi farebbe bene a declinare l’invito ma anche se dovesse diventare il Presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare non dovrà meravigliarsi se gli verrà chiesto con forza rigore, trasparenza e rispetto delle procedure. Senza dimenticare che il Governo ha cercato di aggirare il diritto costituzionale delle Regioni ad esprimere un parere vincolante sulle decisioni di localizzazione degli impianti nucleari.
Così va rispettato il diritto delle polazioni interessate a dire la loro opinione sulle proposte di localizzazione e naturalmente anche degli Enti locali che li rappresentano.
A questo proposito l’idea che siano i Comuni stessi a chiedere gli impianti è semplicemente peregrina.
Ve lo immaginate un Sindaco che propone ai cittadini del suo Comune di chiedere che si insedi una centrale nucleare nel suo territorio ?
L’altro aspetto riguarda i costi della costruzione delle centrali. Premesso che una ricerca USA ritiene i costi della produzione del fotovoltaico paragonabili a quelli del nucleare e che recenti ricerche pubblicate su Internet hanno dimostrato che i cittadini francesi stanno pagando rincari a raffica dell’energia elettrica malgrado la francia sia il paese più nucleare del mondo, è da tempo che stiamo dicendo che sui costi non si dice la verità. La costruzione di una centrale Epr oggi è non meno di 7/8 miliardi di euro e per di più da questi costi sono esclusi i possibili danni al territorio, e non solo per incidenti, e lo smaltimento delle scorie. Sulle scorie si stanno facendo molte chiacchiere. La Sogin verrebbe incaricata dal Governo, udite udite, di fare quello che…. ha sempre avuto come incarico e cioè di individuare come smaltire le scorie. Basta ricordare il frontale ricevuto dalla Sogin dalla popolazione a Scanzano Ionico. Il problema è che lo smaltimento delle scorie fino ad oggi non è riuscito agli americani e anche i francesi dicono di essere pronti ma in realtà stanno soprassedendo per approfondimenti ulteriori sulle loro gallerie nell’argilla.
Scorie vuol dire costi enormi di smaltimento e difficoltà fino ad ora insormontabili di loro dislocazione, perché legittimamente nessuno le vuole perché sono pericolose.
L’A.D. di Enel ha sempre richiesto aiuti pubblici per la costruzione delle centrali, in una forma o dell’altra. Gli aiuti possono essere dati sotto forma di tariffe garantite o di aiuti diretti.
Certo è che il nuovo programma nucleare USA ha iniziato a muoversi quando il Governo ha aperto i cordoni della borsa.
Ora dall’ineffabile sottosegretario Saglia sappiamo che i candidati a costruire le centrali nucleari vogliono garanzie su un eventuale cambio di Governo, cioè la garanzia di indennizzi per le spese che avranno sostenuto per inizare a costruire le centrali se dovessero cambiare le scelte politiche. Per di più hanno ricevuto da Saglia l’assicurazione che questo Governo studierà come indennizzarli a fronte di un futuro possibile cambio di orientamento, dovuto magari al referendum popolare che arriverà tra non molto.
Una specie di assicurazione pubblica sui rischi, dimenticando che è proprio la lobby nuclearista guidata dall’Enel a volere ad ogni costo le centrali e quindi semmai sono i cittadni italiani che dovrebbero essere indennizzati.
La cosa più curiosa è che proprio da atteggiamenti come questi emerge che nell’opinione pubblica italiana il nucleare non è passato e i nuclearisti lo sanno bene. L’avvisaglia era stato l’impegno di Berlusconi a occuparsene direttamente per convincere l’opinione pubblica, che evidentemente convinta non è.
Ora con un referendum alle porte la preoccupazione della lobby nuclearista sta crescendo e cerca di ottenere dagli amici del Governo una sorta di assicurazione a carico della collettività sulle incertezze politiche del futuro.
E’ il solito capitalismo italiano assistito, che parla molto di mercato ma predilige la protezione pubblica a senso unico: quella a suo favore, sia quando chiede aiuti per costruire che quando chiede garanzie in caso di fallimento.

Per questo è importante proseguire con la raccolta di firme a sostegno della proposta di legge che dice si alle energie rinnovabili e no al nucleare.

Alfiero Grandi

Contro la legge Europea di prossima approvazione per gli esperimenti su animali





Revisione della direttiva 86/609 sulla vivisezione
LETTERA APERTA A TUTTI I PARLAMENTARI EUROPEI
Onorevoli deputati,
a partire dall'8 settembre il Parlamento europeo esaminerà in seconda lettura la proposta di revisione della direttiva 86/609 sull'utilizzazione degli animali per scopi scientifici.Noi primi firmatari e garanti del manifesto “La Coscienza degli Animali”, già sottoscritto da migliaia cittadini, non possiamo che dirci sorpresi e sconcertati dai contenuti di tale testo.
La revisione che il Parlamento europeo si appresta ad esaminare non persegue con sufficiente determinazione l’obiettivo di ricercare e diffondere metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali, pratica che offende il sentimento collettivo. Inoltre condanna ad una morte ingiusta quanto inutile anche gli animali d’affezione.
A puro titolo d’esempio ricordiamo che la bozza approvata dal Consiglio europeo apre alla sperimentazione su cani e gatti randagi, consente il riutilizzo di animali già sottoposti ad esperimenti, permette la sperimentazione senza anestesia, autorizza interventi invasivi su animali per scopi didattici e ammette procedure di tortura quali il nuoto forzato fino all'esaurimento o l'isolamento di cani o primati per lunghi periodi.
Si tratta con tutta evidenza di pratiche crudeli nei confronti di esseri che hanno un elevato livello di sensibilità e, in molti casi, sviluppano veri e propri sentimenti simili a quelli dell’uomo. Ammettere questi atti di violenza non ci sembra certo in linea con i principi delle istituzioni civili né indispensabile per gli scopi scientifici che tutti vogliamo perseguire.
L'Unione europea ha già dato prova di saggezza e lungimiranza vietando entro il 2013 la vendita di tutti i prodotti cosmetici testati su animali. Ora, onorevoli deputati, ci rivolgiamo a voi perché, nello stesso spirito, vogliate confermare che infliggere inutili sofferenze agli animali è contrario ai principi della nostra civiltà e che lo sviluppo della ricerca scientifica, necessita oltre che di adeguato sostegno finanziario, anche di uno sforzo nella direzione del definitivo superamento della sperimentazione su animali a favore di metodi alternativi ad essa.
Inoltre a nostro parere è necessario che in ogni Istituzione di Ricerca venga creato un Comitato Etico (esattamente come per la ricerca sull’uomo), composto da persone non appartenenti all’Istituzione stessa che, per ogni proposta di ricerca che coinvolga animali di laboratorio, valuti la reale necessità e giustificabilità scientifica, l’utilità per il progresso dell’umanità e la correttezza della conduzione della ricerca nel rispetto del mondo animale.
Noi firmatari abbiamo scelto di essere “La Coscienza degli Animali” e di dedicare il nostro impegno per dare voce a chi voce non ha. Vi chiediamo di essere al nostro fianco dalla parte delle migliaia di animali che ogni giorno soffrono in silenzio.
Interpreterete così – ne siamo certi – anche il sentire più autentico della maggioranza dei cittadini europei
VISITA IL SITO per sottoscrivere la lettera
www.lacoscienzadeglianimali.it

Michela Vittoria Brambilla
Umberto Veronesi
Franco Bergamaschi
Vittorio Feltri
Antoine Goetschel
Don Luigi Lorenzetti
Dacia Maraini
Susanna Tamaro
Franco Zeffirelli
Renato Zero

venerdì 3 settembre 2010

Europe Ecologie - coopérez Europe Ecologie, coopérez à Europe Ecologie. CONSTRUIRE UN AVENIR COMMUN

J'adhère à Europe Ecologie pour rejoindre le rassemblement des écologistes et participer au processus de débat et de vote qui aboutira, avant la fin de l'année 2010, à la structuration de l'écologie politique.
Les récentes élections européennes et régionales ont permis d’affirmer la crédibilité de l’alternative écologique. Face aux impasses du libéralisme, de la social-démocratie ou de l'extrême gauche, une brèche s’est ouverte qui permet d’envisager l’émergence d’une nouvelle offre politique porteuse d’espoir pour nos concitoyens : celle d’une transformation écologique et sociale de la société.
Avec Europe Ecologie et l’ensemble de ses composantes ou sensibilités, affiliées ou non aux Verts, l'écologie politique est à présent la troisième force politique du pays. Sa dynamique a été rendue possible en rassemblant des énergies diversifiées sur une même conviction : l’écologie est l’avenir de l’humanité.
C’est cet avenir qu’il s’agit désormais de construire autour d‘un projet approfondi de transformation des modes de production et de vie, adossé aux grandes valeurs qui ont favorisé le progrès humain.
C’est cette dynamique qu’il faut maintenant prolonger et amplifier en l’incarnant dans une organisation politique ouverte et durable, fédérant toutes celles et tous ceux qui nous ont accompagnés ces deux dernières années ou qui souhaitent à présent rejoindre le rassemblement des écologistes.
Nous sommes donc conviés à l’élaboration commune d’un projet de société ainsi que de la forme d’organisation démocratique qui le portera dans les années à venir, en menant entre nous un débat sans tabou sur l’identité, la stratégie, le programme et le type de structuration du mouvement de l‘écologie politique. Sa conclusion sera celle que l’ensemble des adhérents d’Europe Ecologie tirera au cours des Assises de l’écologie politique. Ce débat démocratique nous appartient et chacun d'entre nous a la responsabilité de le faire vivre en y participant politiquement et financièrement.
Dans cet esprit, et parce que j'adhère aux valeurs et aux enjeux majeurs de l'écologie que sont notamment la défense de la biodiversité et du vivant, le rejet du productivisme et du libéralisme économique, la prise en compte de la finitude des ressources de la planète, la lutte contre le dérèglement climatique, la sortie la plus rapide possible du nucléaire, le refus d'une société hyper-technologique, le principe de parité et d'égalité effective entre les hommes et les femmes, le soutien au combat émancipateur du féminisme, la culture de paix et de non-violence, la solidarité et la justice sociale, la lutte contre le racisme et contre toutes les discriminations, le fédéralisme et la démocratie participative, un autre partage des richesses entre les générations, les peuples et les territoires... je souhaite participer au processus de débat qui aboutira avant la fin de l'année 2010 à une organisation pérenne de l'écologie politique.
Pour cette raison, j'adhère à Europe Ecologie.
Nota : Nous vous invitons à prendre connaissance des textes fondateurs suivants du rassemblement des écologistes : le Manifeste des européennes, l'Appel pour les élections régionales ainsi que la motion du Conseil National Inter Régional des Verts de mars 2010.

giovedì 2 settembre 2010

AMBIENTE. SCILIPOTI (IDV): PRIGIONIERI DEGLI OGM. UN CONTRATTO CONTRO LA NATURA

Roma, 02/09/2010: “Attraverso un’autorizzazione ministeriale, è possibile coltivare un campo con Organismi Geneticamente Modificati. Ma ciò non dovrebbe avvenire. Fare coesistere coltivazioni naturali (non OGM), con coltivazioni OGM, è impossibile”. Questo il commento chiaro dell’On. Scilipoti, (IDV), in riferimento all’espandersi di richieste di autorizzazione. “Se si inquinano le falde acquifere, se si scaricano in mare rifiuti tossici, se si contaminano le città con attività radioattive, si diventa criminali. Ma se si piazza una coltivazione OGM accanto a campi a coltura naturale senza nessuna barriera fisica, chimica o biologica - continua il deputato di Italia dei Valori – e il vento e gli insetti trasportano il polline di queste entità microbiologiche con materiale genetico modificato in maniera diversa da ciò che si verifica in natura e non sufficientemente testato, e queste entità vanno a contaminare la popolazione e l’ambiente circostante, chi saranno i colpevoli? Come si dovranno chiamare? Chi pagherà per i danni arrecati? Quali cure potranno essere predisposte?”. Conclude l’On. Scilipoti (IDV): “A parte i probabili danni al nostro DNA, stiamo rischiando fortemente, oggi, di mettere a repentaglio l'immagine e la sostanza del nostro made in Italy nel mondo, con buona pace dell’economia agricola e commerciale. Impediamo le piantagioni OGM: è la natura che lo richiede”.



Dott. Giuseppe Cuschera

Ufficio Stampa

On. Dott. Domenico Scilipoti



Tel.: 06 67604225

Fax: 06 67608346



scilipoti_d@camera.it

www.domenicoscilipoti.it

mercoledì 1 settembre 2010

Appello agli Ecologisti Italiani di Massimo Marino GCT

Alla fine di agosto del 2009 un piccolo gruppo, meno di 10 persone, si riuniva per 3 giorni fra le colline liguri delle Cinque Terre decidendo di fondare il gruppo omonimo con l’obiettivo di favorire, attraverso una azione ed una elaborazione da “lobby” (cioè da gruppo di pressione politico-culturale), un possibile percorso di aggregazione, rifondazione, unificazione di tutti gli ecologisti italiani; ciò a partire dalla costatazione del superamento storico di tutte le ipotesi di rifondazione della sinistra in Italia ed in Europa, di esaurimento della esperienza ventennale dei Verdi nostrani, della insufficenza delle esperienze ricche e numerose ma frammentate, della miriade di gruppi dell’arcipelago ambientalista e delle liste civiche.
L’elaborazione del GCT si è sviluppata, nel corso di vari momenti di discussione locali e nazionali, che hanno visto il coinvolgimento diretto di varie decine di persone di diversa provenienza e collocazione, attraverso anche la stesura di 3 documenti di riferimento: Il documento ”Il coraggio di cambiare”, l’appello “Un'altra Italia è possibile” (700 adesioni), la proposta dei “Tavoli per la Casa Comune degli ecologisti italiani” presentata 3 mesi fa ad un seminario di ecologisti a Roma. Nel corso dell’ultimo anno al blog ECO si sono affiancati altri sei siti internet (tra blog e portali) fra i quali quello principale, ( www.gruppocinqueterre.it ) nato a febbraio di quest’anno, ha progressivamente e ininterrottamente scalato, seguito dagli altri sei, le classifiche degli accessi fino a diventare uno dei blog ecologisti più visitato e letto in Italia, anche attraverso il sostegno delle bacheche di Facebook.
Nel corso dell’ultimo anno e mezzo la consistenza e la presenza degli ecologisti in Europa e nel mondo è profondamente mutata tanto da poter parlare di un " nuovo movimento nascente degli ecologisti “ che non sono più circoscrivibili alla realtà europea e neppure confondibili con la prima e vecchia generazione dei verdi degli anni ‘80.
Alle elezioni europee del 2009 gli ecologisti hanno trionfato in Francia (Europe Ecologie), confermato la loro continua ascesa in Germania, superato il 10% in più di dieci nazioni europee portando il loro gruppo al Parlamento europeo da 43 a 56 deputati. Hanno preso il governo in Islanda con i socialisti dopo 40 anni di governi conservatori, rivinto alle elezioni regionali francesi (263 eletti), per la prima volta sono comparsi nella Camera bassa inglese malgrado il sistema dei collegi maggioritari, hanno avuto successo in varie elezioni comunali in Svizzera, hanno avuto inaspettati successi in vari paesi dell’Est europeo (ad esempio l’Ungheria), aumentato incredibilmente ancora i loro consensi in vari importanti Lander tedeschi. Negli Stati Uniti il Green Party è diffuso ampiamente in molti Stati federali e Contee, mentre è bloccato dall’assurdo meccanismo maggioritario “per Stati” alle elezioni presidenziali. Il fenomeno si estende ormai fuori dal mondo occidentale. Fra i tanti episodi citiamo la Colombia, dove il partito verde di Mockus tre mesi fa è arrivato al ballottaggio con la destra di Santos alle presidenziali, il successo di questi giorni del Green party australiano che diventa, malgrado il maggioritario, l’ago della bilancia per qualunque coalizione si voglia fare in una delle due Camere parlamentari, la possibilità di successo in Brasile nel prossimo ottobre con la candidata Presidente Marina Silva. Partiti verdi ed ecologisti si stanno diffondendo in Asia e Africa.
In tutti con una comune matrice genetica “ambientalista” radicale ( autonoma dalle vecchie formazioni delle destre e delle sinistre ), alla quale si affianca, con le diverse specificità locali, una vocazione nonviolenta e pacifista, multietnica e tollerante, a difesa della giustizia sociale e contro la corruzione, per la dignità e la sicurezza sul lavoro e contro la precarietà sociale, per l’esaltazione di una cultura civica e democratica. Alla base il rifiuto della logica della crescita infinita e del PIL e del modello economico che negli ultimi due secoli ne è scaturito. Storicamente sembrerebbe che stia maturando, specie nel mondo occidentale, ma non solo , un ”terzo polo” ( in alternativa a quelli tradizionali dei conservatori e della socialdemocrazia ) che indica una nuova possibilità per l’intero Pianeta, sia nel modello economico, sia nel modello sociale, sia nella sfera culturale e perfino in quella intima e spirituale.
Nei paesi islamici e del Medio Oriente questa nuova possibilità si scontra frontalmente con i movimenti e le organizzazioni statali su base religiosa e non democratica di diversa connotazione.
Di questo fenomeno planetario, ben descritto dal volume Blessed Unrest ( Benedetta irrequietezza ) di Paul Hawken e da tanti altri autori, intellettuali e militanti di varie parti del Pianeta quasi nulla traspare nell’informazione e nei media italiani che, esaurita la fase della descrizione “folcloristica” degli ambientalisti di fine anni’80, semplicemente hanno scelto il silenzio, la censura o la denigrazione, facilitati anche dalla debole esperienza dei verdi italiani mai decolllati al di sopra del 2-3% nelle scadenze elettorali generali, dissanguati da diatribe interne, in parte assorbiti nelle logiche di casta della politica nostrana, oltre che da un sotterraneo ma aperto boicottaggio di parti della sinistra italiana attraverso quella parte dell’informazione che vi fa riferimento.
Nei più di 1000 articoli, documenti, interviste, pubblicati dai blog dell’area del GCT in poco più di un anno, molte decine (quasi un centinaio) danno informazioni e valutazioni su questo fenomeno ecologista internazionale; quasi da soli perfino nel mondo libero della rete web. Per quanto riguarda l’Italia, il variegato e diffuso universo ecologista si mostra carente di leader adeguati , di un progetto di aggregazione, subalterno e spesso cannibalizzato dalle chimere della sinistra moderata ed estrema, che nel frattempo si consuma in una serie infinita di crisi e rifondazioni regalando l’Italia ad un Berlusconi qualche anno fa considerato finito. Per questo abbiamo parlato più volte di anomalia e di medioevo italiani.
Che cosa sono, se non anomalie di una transizione infinita, partiti e gruppi come l’Italia dei valori, Sinistra e Libertà, lo stesso Movimento di Grillo, per non parlare delle decine di micropartitini più o meno ecologisti, civici, di sinistra, che non hanno o non cercano riferimenti nella realtà euopea o internazionale ? che non hanno una vocazione culturale definita ?, che non riescono a collocarsi in modo chiaro neppure nel Parlamento europeo ? i cui programmi, quando esistono, sono a volte una “variabile dipendente” dalla contingenza politica? (sulla TAV, sugli Inceneritori, sugli Interventi militari all’estero, sul Nucleare, sui Contratti di lavoro precario, sui Costi della politica, sull’Informazione, sulla Giustizia, sul Federalismo, sul Conflitto di interessi, sul modello di Mobilità basato sull’auto, sulla Laicità dello Stato, sui Sistemi elettorali, sui Beni Pubblici fondamentali, sul contenimento dello Sviluppo urbanistico e del Consumo di territorio, etc..etc.. )
Nel corso di un anno di lavoro, al termine del quale si presenta per il piccolo GCT l’alternativa di darsi una forma di organizzazione adeguata alla possibilità di svolgere un ruolo o ridimensionare i propri obiettivi ad una marginale elaborazione culturale, abbiamo sviluppato progressivamente idee e ipotesi di un “Progetto” per la transizione ad una fase nuova, che non sarà nè breve, nè facile, nè scontata; lo abbiamo scritto in gran parte; se riusciremo lo completeremo e diffonderemo in tempi brevi come contributo per chi è disponibile a percorrere una nuova strada verso una “nuova frontiera” che porti gli ecologisti italiani a collocarsi in modo adeguato con le loro specificità nel panorama internazionale.E’ utile accennare sinteticamente ai punti fondamentali che ci sembrano degni di una discussione diffusa:
1) Ciò che serve è una nuova aggregazione larga, maggioritaria, pluralista, partecipata, gli Ecologisti italiani, che ha come riferimento l’esperienza degli ecologisti nel mondo, la loro cultura, i loro temi e le loro forme di rappresentanza politica e istituzionale ( nel Partito verde europeo, nel Parlamento europeo, nel coordinamento dei greens internazionale) .Un nuovo movimento che ha poco a che fare con il vecchio ambientalismo, con la storia circoscritta dei verdi locali; tanto meno con i percorsi di rifondazione delle varie sinistre italiane.
2) La forma migliore di organizzazione di questo movimento sembra essere federativa, su base regionale, che appare la più adeguata a mantenere un rapporto reale con il territorio, i cittadini, le specificità locali; senza rinunciare alla necessità di una espressione nazionale attraverso la “confederazione” di 21 realtà regionali autonome.
3) Gli Ecologisti devono affiancare ad un cuore verde e ambientalista una vocazione " riformatrice” ed una vocazione “sociale” facendosi carico del fallimento delle diverse sinistre attraverso una nuova e innovativa elaborazione progettuale su questi temi.
4) Il ridimensionamento delle logiche della Casta della politica e dei partiti , le connessioni con le logiche corruttive, mafiose, speculative, deve essere parte centrale del nuovo movimento (ad esempio valutando la proposta di dimezzamento delle indennità dei parlamentari, dei consiglieri regionali, dei rimborsi elettorali )
5) Andrebbe sostenuto in modo netto e con coraggio che i sistemi elettorali realmente democratici e partecipativi si basano sul sistema proporzionale che è il sistema elettorale della democrazia; con una adeguata soglia di sbarramento (4-5%) necessaria a favorire elementi di stabilità, evitare l’invenzione di partitini di comodo, garantire livelli stabili di aggregazione politica.
6) Gli Ecologisti devono svolgere un ruolo politico, culturale, propositivo, non ridursi ad esprimere solo dei NO; costruire reti dal basso, esperienze concrete di vita, di convivenza, di abitazione, di mobilità; nel territorio reale, in mezzo alla gente reale, sui problemi reali, indicando nuove e concrete possibilità di vita per tutti gli strati sociali: più dignitosa, più felice, più libera, in un ambiente più vivibile e meno inquinato, tutelando, per quanto possibile, tutte le specie e gli esseri viventi che lo abitano.
La presenza e la partecipazione alle scadenze elettorali, per quanto necessaria ed indispensabile, deve mantenere un ruolo secondario e non assumere caratteristiche di professione immutabile per pochi, ma esperienza momentanea per molti.

E’ evidente che una aggregazione larga , con una vocazione maggioritaria, deve prevede un pluralismo di posizioni al suo interno ed il progressivo superamento, il coinvolgimento o il ridimensionamento delle 3-4 forze politiche “transitorie” espressioni della anomalia italiana; senza dimenticare l’invito ad un nuovo impegno dei tanti che oggi si astengono o si sono ritirati, disillusi, ,dall’impegno sociale. Già oggi in questo variegato arcipelago, i cui pezzi neppure “ si riconoscono” fra loro, si presentano aree diverse: una componente “moderata” che potremmo definire neoulivista; una componente “radicale” in buona parte giovanile, che ha un riferimento netto nell’ecologismo anticasta di Grillo, una vasta area, la grande maggioranza, che sta in mezzo a queste due estreme, composta da una miriade di gruppi e liste civiche, associazioni, comitati, micropartitini ecologisti, intellettuali, attivisti della rete, che, pur a disagio, non esprimono una sufficiente vocazione propositiva all’aggregazione, forse, prima di tutto, per mancanza di proposte vere e credibili.
Soltanto quest’area larga centrale intermedia, nella quale probabilmente può essere collocato anche il piccolo GCT, ha la possibilità di dare gambe ad un progetto di aggregazione; aggregazione di tanti, tantissimi, che poi in fin dei conti hanno in comune il 90% delle proprie convinzioni e non sta scritto da nessuna parte che non si possa convivere con quel 10 % di differenze...
Se Grillo scoprisse gli ecologisti nel mondo invece del proprio egocentrismo…se Vendola si liberasse del vecchio bagaglio malconcio della sinistra… se Di Pietro decidesse che cosa è, se i Verdi fossero. ..se..se…
Non sembra che questi siano, ad oggi almeno, i leader.. In realtà non c’è, ne forse ci sarà mai in Italia, nessun Cohn Bendit nostrano ( il protagonista del clamoroso successo francese) ..è bene metterselo in testa..quindi servono 100 Cohn Bendit che poi alla lunga è anche meglio.
Chi ci crede cominci a fare la propria parte, con umiltà, insieme agli altri 99..
I temi su cui agire sono chiari a tutti: il ritorno del nucleare, il dilagare degli inceneritori, la cancellazione delle opere inutili come la TAV ed un nuovo sistema di mobilità compatibile, la distruzione delle città nel traffico, nell’inquinamento e nella cementificazione, lo smantellamento della legislazione ambientale, l’ulteriore estensione del lavoro precario, i diritti civili e di libertà individuale, il ridimensionamento della casta, delle mafie e dei corrotti, le 3-4 grandi riforme di cui il paese ha bisogno..(Mercato del lavoro, Informazione, Giustizia, Casta.. )
E per chi pensa che siamo dei sognatori, che il progetto è bello ma impossibile, rivendichiamo il nostro sano realismo chiedendo che qualcuno ci indichi un'altra strada, altri protagonisti, altri progetti più credibili, che ci evitino di morire in un lungo, infinito, anomalo, medioevo italiano..

Massimo Marino

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