giovedì 2 giugno 2011

4 SI PER DIRE NO

REFERENDUM 2011 SI VOTA IL 12 E 13 GIUGNO

SI AD UN'ENERGIA PULITA
SI ALL'ACQUA PUBBLICA
SI AD UNA GIUSTIZIA EQUA

Mentre Angela Merkel ha deciso con chiarezza l’uscita, sia pure graduale, della Germania dal nucleare, in Italia il Governo ha tentato l’ennesima furbata da un lato abrogando le norme oggetto del referendum ma nello stesso tempo inserendone altre che vanno nella direzione opposta. Classica operazione gattopardesca. Per questo la Corte di Cassazione ha confermato il referendum sul nucleare. Quindi il 12/13 giugno si voterà regolarmente per i 4 referendum: acqua pubblica, nucleare, legittimo impedimento.

Il Governo è rimasto vittima delle sue stesse macchinazioni.

Da un lato voleva evitare il referendum sul nucleare ad ogni costo. Per evitare una sconfitta politica su un argomento come il nucleare, su cui pure aveva tanto puntato, e anche per evitare il quorum sul legittimo impedimento.

Dall'altro il Governo non ha resistito alla tentazione dell'imbroglio. Per questo ha inserito nel testo dell’articolo 5 della legge i 2 commi che hanno portato la Cassazione a ritenere non sincera la retromarcia del Governo.

Il Governo si era spinto fino ad una clamorosa abrogazione, con voto di fiducia, delle stesse norme che aveva fatto approvare nel 2009, sempre con voto di fiducia, con l’obiettivo di riportare il nucleare in Italia e di fare così un enorme favore alla lobby nuclearista.

La legge fatta approvare nel 2009 dal Governo aveva ignorato i risultati dei referendum del 1987, tentato di costringere le Regioni ad accettare le centrali nucleari comunque, cancellato ogni ruolo dei Comuni e delle popolazioni locali, prevista la militarizzazione dei siti prescelti per evitare sul nascere ogni forma di controllo democratico.

Il ritorno al nucleare è stato strombazzato dal Governo come una scelta storica, una svolta. Eppure anche la stragrande maggioranza dei candidati del centro destra alle regionali del 2010 ha dichiarato che nel suo territorio non voleva centrali. Dopo Fukushima il peso dei contrari è ulteriormente cresciuto, come conferma il risultato del referendum in Sardegna (60 % di votanti e oltre il 97 % di contrari al nucleare).

La cancellazione per legge del nucleare da parte dello stesso Governo che l'ha voluto ha del clamoroso. Anzitutto è stato un dispiacere per quel coracervo di interessi che già pregustava l’affare di un enorme investimento concentrato (30 miliardi di euro solo per i primi 4 reattori). Una retromarcia così non si era mai vista.

Senza dimenticare che proprio questo Governo non ha trovato di meglio che mettere in difficoltà le rinnovabili con l’incredibile decreto che aveva emanato a marzo e non sufficientemente corretto con l’ultimo. Un settore che stava andando bene e recuperando ritardi è stato messo seriamente in difficoltà con una scelta irresponsabile.

Tuttavia il Governo ha voluto fare la furbata per tenersi aperta una strada per tornare al nucleare in futuro, nella speranza di acque più calme. Errore di ottica e culturale, purtroppo le conseguenze dell’incidente in Giappone dureranno anni. Di più l’incidente di Fukushima non è ancora sotto controllo e non si può sapere oggi quale sarà il suo bilancio conclusivo.

La Cassazione ha convenuto che se da un lato le vecchie norme sul nucleare non ci sono più resta però quel coacervo di ambiguità introdotto dal Governo, a cui vanno aggiunte le dichiarazioni altisonanti fatte dal Governo, anche in sedi ufficiali, basta pensare alla conferenza stampa Berlusconi-Sarkozy.

Bene, ora si vota e le ambiguità potranno essere spazzate via. Così le elettrici e gli elettori italiani potranno finalmente chiudere con il voto il capitolo nucleare che il Governo ha tentato di reintrodurre nel nostro paese ad ogni costo.

Tuttavia l'impegno referendario non va preso sottogamba. Il risultato va conquistato. Il Governo e la lobby nuclearista hanno fatto di tutto per nascondere che ci sono i referendum. Il voto degli italiani all’estero è a questo punto un problema complesso da risolvere. Dobbiamo arrivare a tutte le elettrici e a tutti gli elettori per fare sapere che ci saranno tutti e 4 i referendum e che bisogna fare il quorum (50% più 1) per fare prevalere 4 si. Un compito che ci deve impegnare fino all’ultimo in un impegno senza risparmio.

Alfiero Grandi

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