Torino e la sua Area Metropolitana.Una città Europea, in salute, sicura, facile da vivere, che sappia offrire opportunità di lavoro a tutt@Una città della cultura, ecologica, pensata anche per i tempi degli anziani e delle persone in difficoltà.Città della ricerca, dello sport,con trasporti pubblici finalmente efficienti, servizi sanitari efficaci.Che valorizzi le periferie,laboratorio dell'innovazione green, capitale del cibo di qualità e sicuro e delle energie rinnovabili.
venerdì 19 giugno 2015
GIUSI LA GANGA FRA PASSATO E FUTURO
Nato nel 1948 a Torino, aderisce al PSI nel ’65 e vi resta fino al suo scioglimento trent’anni dopo. Ricopre numerosi incarichi politici locali e nazionali. Segretario del Club Turati dalla fondazione, poi segretario torinese del PSI, deputato al Parlamento, membro della Direzione Nazionale e poi dell’Esecutivo del PSI, dove dirige il Dipartimento Enti Locali. Nel 1992 diviene Presidente del Gruppo parlamentare socialista. Giornalista pubblicista, continua a seguire le vicende politiche e sociali mantenendo una posizione riformista. Nel 2001 si impegna a sostegno della candidatura a Sindaco di Domenico Carpanini e poi di Sergio Chiamparino. Successivamente promuove l’associazione “Politica - Socialisti per il partito democratico” e aderisce al PD. Ha dovuto aspettare a lungo, ma alla fine Giusi La Ganga, referente piemontese del Psi craxiano e uno dei nomi simbolo di Tangentopoli, è tornato alla politica entrando nel Consiglio comunale di Torino, tra i banchi del Pd E come all’epoca della sua candidatura nel 2011 non sono mancate le polemiche. E’ membro della Direzione Regionale del Partito Democratico. La Ganga ha patteggiato[1] una pena di un anno e otto mesi e una multa di 500 milioni di lire nello scandalo delle tangenti per il nuovo ospedale di Asti (1994). In quello stesso processo sono stati condannati l'ex sottosegretario democristiano Vito Bonsignore e il tesoriere DC Severino Citaristi. Nel 1995 fu accusato di ricettazione, per una tangente versata da un compagno di partito [2]. Successivamente è stato riabilitato Ritengo di avere pagato i miei debiti, in ogni senso – aveva detto in un’intervista a La Repubblica nel 2011 -. E ritengo anche che quel sistema, per quanto criticabile, non possa essere liquidato come una vicenda criminale: c’era di tutto, chi voleva arricchirsi personalmente e chi invece semplicemente era corresponsabile di un meccanismo politico”.
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