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domenica 28 marzo 2021
#LaSalute, lockdown e medicina territoriale
Continua l’appuntamento settimanale con la rubrica di approfondimento medico #LaSalute, condotta da Giorgio Diaferia, medico e giornalista.
Ospite della terza puntata il dottor Guido Giustetto, presidente dell’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Torino.
Si parla ancora di Covid, che ci costringe nuovamente al lockdown. Ma cos’è andato storto?
A far precipitare la situazione è sicuramente la comparsa delle varianti, ed in particolare della variante inglese che attualmente conta l’80% dei contagi.
A ciò va aggiunta la tendenza ad abbassare la guardia quando l’RT sembra essere in miglioramento.
Data la mancanza di terapie adeguate, la soluzione migliore è ancora una volta l’isolamento, che permette di tracciare i contatti e dunque i casi di contagio.
Ma su questo punto l’app Immuni, che avrebbe aiutato il tracciamento, non ha riscosso il successo previsto: scaricata da soli 7-8 milioni di italiani, è stata presto dimenticata.
Infatti, alcuni studi dimostrano che passati tre giorni dalla notifica del contatto, ormai il lavoro di tracciamento e isolamento risulta inutile, data la grande diffusione avvenuta in quel lasso di tempo.
E ancora, superati i 50 casi positivi su 100.000 abitanti, sembra impossibile ricostruire la rete di contatti.
A fronte di un maggior numero di tamponi effettuati, sembrerebbe che la terapia non stia dando grandi risultati, visti i casi di mortalità che si continuano a registrare.
Come spiega il dottor Giustetto, in ospedale vengono effettuate per lo più terapie di supporto dell’organismo e di protezione da eventuali fatti trombotici, così da permettere ai pazienti di superare meglio il virus.
Anche gli anticorpi sono di difficile utilizzo, perché non è ancora chiaro quale sia la tipologia di paziente che possa trarne maggior giovamento.
Sembra essere migliorata invece la terapia a domicilio, come nel caso della prescrizione di cortisone. Questo, che risulta efficace nel caso di problemi respiratori, se assunto precocemente rischia di ridurre la reazione difensiva utile.
La vera novità in termini farmacologici è l’avvento delle vaccinazioni. Raggiungere l’immunità di gregge è infatti fondamentale per evitare una ri-contaminazione.
Ma come procede la campagna vaccinale? E come potrebbe migliorare?
In Piemonte abbiamo superato i 7 milioni di vaccinati tra prime e secondi dosi. Ma un punto essenziale è sicuramente l’informazione chiara e trasparente, sia per motivare le persone a vaccinarsi sia per spiegarne l’organizzazione.
D’altra parte, è necessario potenziare la medicina del territorio. La Regione ha appena approvato una legge che prevede un supporto maggiore alle strutture della medicina di famiglia. Ora non resta che capire quali saranno gli strumenti attuativi della legge.
Mancano ancora dispositivi di protezione come mascherine e gel igienizzanti. Ma a preoccupare è soprattutto la carenza di medici ed infermieri.
L’auspicio è che i neo-specializzandi vengano subito impiegati nelle strutture ospedaliere, che necessitano di maggior personale.
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