mercoledì 17 novembre 2010

Radio Vaticana accusata di produrre elettrosmog da www.edott.it


Sono stati consegnati alla procura di Roma i risultati dell'incidente probatorio sull'inquinamento elettromagnetico dell'emittente radiofonica della Santa Sede. Secondo il coordinamento dei comitati di Roma Nord, i numeri emersi sono «da Hiroshima. Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, solo negli studi epidemiologici di zone che hanno subito gli effetti dell'esplosione di una bomba atomica».
Le verifiche del perito del Gip, Andrea Micheli dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, attestano un «coerente, importante, significativo» pericolo di ammalarsi e morire di leucemia, linfoma e mieloma dovuto alla «lunga esposizione residenziale ai ripetitori di Radio Vaticana fino a 12 chilometri di distanza da questa».
La Santa Sede risponde in udienza con una contro-perizia scientifica, firmata dall'oncologo di fama Umberto Veronesi e da Susanna Lagorio del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, che nega effetti cancerogeni alle onde elettromagnetiche e assicura che «Radio Vaticana ha sempre rispettato le indicazioni internazionalmente accettate sull'intensità delle emissioni proprio per garantire piena tranquillità alle popolazioni circostanti e ai suoi lavoratori». Ora il pm Stefano Pesci, responsabile dell'inchiesta, dovrà decidere se archiviare o rinviare a giudizio i responsabili di Radio Vaticana.
Lo studio di mortalità ha verificato i decessi avvenuti dal 1997 al 2003 per una serie di patologie prendendo in considerazione il ventennio di storia abitativa antecedente la data della morte. Fino a 12 chilometri di distanza da Radio Vaticana, il fattore di rischio di morte per leucemia è 4,9 volte superiore al valore atteso oltre i 12 chilometri di distanza; il fattore di rischio è 1,7 volte più alto se si considerano linfomi e mielomi. Bambini e adulti vissuti nelle vicinanze dei centri trasmittenti della Radio Vaticana e della Marina Militare (Maritele) si sono ammalati in percentuale sensibilmente superiore agli altri cittadini romani. I comitati civici invocano «l'immediata sospensione delle trasmissioni della Radio Vaticana e la sua delocalizzazione in un luogo in cui non possa accrescere il rischio di morte e di malattie per gli esseri umani, o l'abbandono totale di questa obsoleta tecnologia in favore della diffusione satellitare dei propri programmi radiofonici».

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