venerdì 10 dicembre 2010

Gli ambientalisti del buongoverno


Associazione


Noi ci siamo impegnati nelle associazioni ambientaliste e nei comitati territoriali per portare la questione ecologica al centro della società; con il movimento verde, per portarla al centro della politica. La sensibilità ambientale, emersa negli anni ’60, si è poi affermata sulla scia delle crisi ecologiche, ed ha portato cambiamenti importanti nella società e nell’economia.

Oggi, l’ecologia politica in Italia appare stretta tra due alternative: l’inarrestabile declino di un partito minoritario, o un distratto interesse dei maggiori partiti, che considerano l’ambientalismo residuale. L’esperienza di questi anni ci spinge a proporre un’iniziativa diversa, più politica e più forte nei contenuti. Siamo convinti che in Italia, come in tutto il mondo, l’ecologia possa essere un motore pulito per accendere speranze nella società e dare forza all’economia.

C’è bisogno di un’Alleanza ecologica per l’Italia, che parli a tutti i cittadini.

Alla vigilia del 150° anniversario della nostra unità nazionale, l’identità moderna dell’Italia non può prescindere da un progetto che unisca mondi produttivi, creazione di lavoro, nuove tecnologie ambientali. Salvezza dell’unicità del paesaggio e modernizzazione delle infrastrutture. Necessità e qualità del vivere urbano. Un’economia verde (una “green economy”) come asse portante dell’innovazione, della competitività e della civiltà del nostro Paese. Tutti capiscono l’importanza e le opportunità dell’ecologia: le energie rinnovabili, un corretto ciclo dei rifiuti, i sistemi di parchi e riserve, le innovazioni delle tecnologie per l’edilizia e i trasporti, il turismo sostenibile, il ciclo delle acque, i grandi risanamenti urbani e industriali, le produzioni di qualità della nostra terra. Ma questo progetto non c’è ancora: noi vogliamo collaborare per costruirlo.

Allarghiamo il campo visivo. Ha scritto Machiavelli: “Conoscendo (…) e’ mali che nascono si guariscono presto; ma quando, per non li avere conosciuti, si lasciano crescere in modo che ognuno li conosce, non vi è più rimedio.” E’ questo il paradosso delle questioni ecologiche globali, che nel XXI secolo non conoscono limiti di spazio né scadenze di tempo: lo scontro tra catastrofisti e minimizzatori rischia di paralizzarci di fronte alle sfide vitali dei mutamenti climatici e della dipendenza energetica.

E’ stato possibile affrontare gravi crisi (l’assottigliamento dell’ozono nella stratosfera, le piogge acide, molteplici attività inquinanti) e non sarà impossibile gestire le crisi future (la disponibilità di acqua, la tutela della biodiversità, la salvaguardia delle foreste, la protezione dei mari) se si realizzerà una mobilitazione congiunta delle opinioni pubbliche, della politica, delle conoscenze scientifiche, della ricerca e delle capacità tecnologiche. Si può ancora limitare il carbonio “quando vi è rimedio”; si possono prevenire i rischi dei conflitti che si annunciano per il controllo delle materie prime strategiche, per l’accesso al cibo e per l’autosufficienza energetica. Lasciamo alle spalle quell’ambientalismo politico che si è rivolto soltanto a una parte limitata, minoritaria, della popolazione, dimenticando che le nostre tematiche sono universali e , in molti casi, debbono essere trasversali. Senza porci in contrasto con istanze vive del mondo produttivo e con le novità promettenti della tecnologia. Senza accrescere burocrazia e divieti formali, ma con la trasparenza dei controlli, la certezza delle regole, l’efficienza delle pubbliche amministrazioni. Occorre riscoprire il principio di responsabilità: Noi per primi, chiedendo a tutti maggiore senso di responsabilità verso il nostro Pianeta, abbiamo il dovere di applicare lo stesso principio sulle nostre scelte individuali e sui comportamenti ambientali.

Solo democrazia e buongoverno, associati alla coscienza ecologica, possono sradicare povertà, fame, inquinamento, distruzione degli ecosistemi. Solo una politica lungimirante può rendere disponibili a prezzi accessibili le tecnologie che consentano di ridurre le emissioni che alterano il clima e di preservare gli equilibri ambientali.

Si può aprire una nuova era della democrazia ecologica, energetica e sociale. Si possono raccogliere la passione per l’ecologia, l’amore per la natura, una declinazione chiara ed efficace dei principi di responsabilità e di sostenibilità nelle scelte produttive.

E’ tempo di far nascere una nuova generazione di ambientalisti del buongoverno.
Noi vogliamo aprire questa stagione.

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